Accuse (gravi) di violenza sessuale contro un dirigente scolastico di Grammichele

immagine di una donna che stende una mano per difendersi

Archivi- Sud Libertà

 

Grammichele (Catania)

Accuse gravi quanto evitabili per un dirigente scolastico di 61 nni. :Violenza sessuale e tentata violenza sessuale.

L’uomo è di Grammichele posto agli arresti domiciliari dai carabinieri di Caltagirone, in provincia di Catania.    Indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, dopo la querela sporta da una 15enne, studentessa di un istituto scolastico del Comune di Grammichele, nei confronti del proprio dirigente scolastico, dal quale avrebbe subìto in più di una occasione atti di natura sessuale.

Sappiamo tutti oggi che la violenza contro le donne rappresenta  un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani

La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare o studiare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli.       Le ragazze più giovani possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità.

Le attività investigative dei Carabinieri avrebbero poi ricostruito un quadro più ampio di avances subite anche da altre studentesse minorenni. Sarebbero 7 le giovani donne vittime, nel corso dell’anno scolastico, delle molestie del preside.     Il dirigente avrebbe più volte convocato le alunne nel proprio ufficio di presidenza con la scusa di discuterne il rendimento scolastico, dicendo loro, una volta soli, che le avrebbe “sculacciate” o “prese a morsi” se non avessero studiato. In quelle occasioni, avrebbe inoltre cercato approcci fisici con abbracci, pacche sul fondoschiena, toccamenti di zone erogene come i fianchi e carezze sui ventri nudi.

Altre circostanze rilevate nelle indagini: l’uomo si sarebbe addirittura spinto nello strusciare, durante un abbraccio, la mano della minore contro le sue parti intime, nonché avrebbe posato le sue dite sulle labbra della studentessa, dopo averle lui stesso baciate.   Naturalmente adesso la parola passa alla difesa del dirigente che dovrà confermare o smentire gli episodi contestati.

Napoli, violenza sessuale e/o attività sessuale “non consensuale” su 6 studentesse all’Università: custodia cautelare per un dipendente

Archivi -Sud Libertà

 

Violenza sessuale:un  tecnico di laboratorio in servizio presso l’Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Biologia, è stato arrestato. I carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, accusato del reato di violenza sessuale continuata, aggravata per essere stata commessa all’interno di un luogo di istruzione frequentato dalla vittima, ai danni di 6 studentesse.

Le indagini sono partite dalla denuncia-querela sporta ai carabinieri da una studentessa, che ha raccontato di essere stata costretta a subire atti sessuali da parte del tecnico di laboratorio nel mese di novembre 2021, consistiti in carezze e palpeggiamenti nelle parti intime, all’interno di locali dell’Università.   Un’attività sessuale, come affermano le studentesse, non consensuale.

Come riferiscono i carabinieri del comando provinciale di Napoli, dalle ulteriori attività investigative, che si sono giovate della collaborazione istituzionale degli organismi universitari (che, tra l’altro, avevano tempestivamente e cautelativamente disposto la sospensione del dipendente per 30 giorni e il successivo trasferimento ad altra sede, non a contatto con studenti), sono emerse altre “condotte perpetrate negli anni da parte del tecnico in danno di altre 5 giovani studentesse, secondo le stesse modalità”.  Adesso la difesa agli avvocati del dipendente arrestato

IL DIRETTORE POSTALE CHE CAMBIA LIBRETTO DI RISPARMIO DI PENSIONATO E SI “IMPOSSESSA” DI 71.000 EURO

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese
Nella foto d’archivio -SUD LIBERTA’- la Procura della Repubblica di Termini Imerese

 

Termini Imerese,

La Procura di Termini Imerese contesta gravi reati -Sostituzione di persona, peculato e tentata estorsione al direttore dell’ufficio postale di un piccolo comune del palermitano, arrestato dai carabinieri.       A Gaetano Cascio, 40 anni di Burgio (Agrigento),  i militari dell’Arma di Lercara Friddi hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip

Secondo l’accusa, il quarantenne dipendente , alla direzione dell’ufficio postale da circa cinque anni, avvalendosi della propria funzione, avrebbe aperto a nome della vittima, ignara di tutto, un nuovo libretto postale, sostituendosi all’80enne ed inducendo in errore gli operatori del servizio centrale di Poste italiane Spa.

Con la serenità del potere di direzione ufficio avrebbe trasferito circa 130.000 euro, dal libretto legittimamente intestato al pensionato a quello da creato da lui e dal quale, avendone la totale disponibilità, avrebbe sottratto la somma di circa 71.000 euro, versandola su un conto corrente bancario a lui riconducibile.

Appresa la notizia che il pensionato, accortosi dell’ammanco, aveva presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri, il direttore realizza altro reato, di minaccia cioè  della  figlia dell’anziano cliente per costringerlo a ritirare la querela. Il Gip ha emesso, nei confronti dell’indagato, anche un provvedimento di sequestro preventivo e della somma indebitamente sottratta alla vittima e i carabinieri hanno sequestrato al direttore dell’ufficio postale due abitazioni. 

La difesa legale del direttore«Il mio assistito ha risposto alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio. Il direttore dell’ufficio postale di Palazzo Adriano ha ammesso di avere prelevato la somma dal conto corrente che sarà restituita questa settimana stessa». Così l’avvocato Federica La Russa o. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Termini Imerese Lorenza Tornaturi. 

 

Disco rosso “alla libertà d’espressione” di Fedez: querela in arrivo , la manda la RAI

 

Fedez: 10 cose che non sai di lui e Chiara Ferragni - Foto Style

 

 

Si profilano guai giudiziari in vista per Fedez.Apprendiamo oggi che ‘la Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, in relazione all’illecita diffusione dei contenuti dell’audio e alla diffamazione aggravata in danno della società e di una sua dipendente avvenuti in occasione del concerto del 1° maggio'”.

La dichiarazione reca la firma del capogruppo della Vigilanza Rai ,Massimiliano Capitanio, deputato Lega  in merito alla risposta alla interrogazione in Vigilanza Rai sulle polemiche legate al concerto del Primo maggio.

“Si tratta di un atto dovuto e doveroso -spiega- perché su temi fondanti la nostra democrazia, come la libertà di espressione e il rispetto della persona, non è possibile scherzare né tantomeno organizzare show per un pugno di like. Noi speriamo solamente che emerga la verità: non abbiamo sete di vendetta, e ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in audizione in Vigilanza. Quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi, sarebbe offensivo del nostro ruolo fare finta di niente”.

 

Il Colonnello “Ultimo” querela Matteo Renzi per “diffamazione” sul caso Consip citato nel libro “L’altra strada”

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'Ultimo' querela Renzi

(Fotogramma)

Il ‘Capitano Ultimo’ querela Matteo Renzi.

Sergio De Caprio, il colonnello dei carabinieri che catturò Totò Riina, giudica diffamatorie con attribuzione di fatti non veri, un passo del nuovo libro di Renzi  sul caso Consip e dell’attività dello stesso ufficiale nell’intelligence. “Leggo che Matteo Renzi nel libro “Un’altra strada” paventa ancora di fantomatici complotti e di azioni eversive contro di lui da parte del Capitano Ultimo e di pochi carabinieri che lavoravano all’Aise. Di Renzi -sottolinea De Caprio- non me ne sono occupato prima e non me ne occupo ora. Non ho mai attribuito ad altri le cause dei miei fallimenti personali e professionali. Ho dato mandato al mio avvocato di agire nelle sedi competenti contro le persone che mi attribuiscono cose che non ho mai detto e azioni che non ho mai compiuto”.

Matteo Renzi  ha replicato con il proprio avvocato Federico Bagattini  :“Attendiamo con curiosità e interesse – dice l’avvocato – l’annunciata querela del colonnello De Caprio nei confronti del mio assistito. Sarà un piacere verificare in aula la fondatezza delle accuse”.

Guida di Feltrinelli: “Agrigento ha atteggiamenti mafiosi……”-La Confcommercio, con l’avv. Russello, querela per diffamazione

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l presidente della Confcommercio Sicilia Francesco Picarella ha promosso formale esposto-querela nei confronti della Casa Editrice “Feltrinelli”, appartenente al gruppo “Giangiacomo Feltrinelli Editore”, nonche’ nei confronti della Rough Guides e della Autrice Ros Belford, con l’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa e riserva di richiesta di un risarcimento di giustizia per la lesione all’immagine, prestigio e decoro, per causa delle espressioni usate all’interno della guida turistica su Agrigento e sui ristoratori.

Picarella, che ha dato formale mandato all’avvocato Ornella Russello, del Foro di Agrigento, ha ritenuto che i contenuti della guida facenti riferimento alla Citta’ dei templi “siano un’offesa ad una Comunita’ di eccellenti tradizioni storiche e valori, ai commercianti onesti, a coloro che credono nel lavoro, a quelli che si sono battuti per anni affinche’ il buon nome della Sicilia e di Agrigento in specie, non venisse necessariamente affiancato alla parola mafia”.

La rabbia e’ tanta anche da parte dei Cittadini, perche’ la guida, sempre secondo l’esponente di Confcommercio usa “un linguaggio offensivo, figlio di stereotipi razzisti. In questo modo vengono penalizzate la Citta’, le sue potenzialita’ turistiche, le aziende, i ristoranti e gli alberghi del territorio”.
Palazzo di Giustizia
Tribunale di Agrigento
La guida Turistica non ha usato parole lodevoli nei confronti della citta’ di Agrigento, come gia’ fatto per Caserta dove analoghe iniziative giudiziarie sono state promosse per una vicenda simile, informando i turisti che “le statistiche del governo indicano che Agrigento e’ una delle citta’ piu’ povere d’Italia e non risulta una sorpresa apprendere che qui gli atteggiamenti di tipo mafioso siano ben radicati”. Non proprio un incentivo a visitarla, perche’ dulcis in fundo un’altra frase mette in allarme i turisti: “Nessun pericolo, solo una maggiore tendenza tra i ristoratori, rispetto al resto della Sicilia, a perpetrare piccole truffe”. La questione si trasferisce adesso all’attenzione della Procura Agrigentina per le indagini e iniziative giudiziarie opportune, a condanna della grave condotta diffamatoria.