Cabina di regia del governo: “introdurre l’obbligo per gli over 50 sul posto di lavoro e per over 60 senza occupazione”

Anche gli Over 60 saranno obbligati al vaccino antiCovid

 

Accordo in cabina di regia per l’obbligo di vaccino per gli over 60/50. Estensione del Green pass rafforzato – in possesso di vaccinati e guariti – sul posto di lavoro per gli over 50, obbligo di vaccini, invece, per quanti, superati i 50 anni, non hanno alcuna occupazione.     Quindi la libertà di una bella fetta di popolazione denominata No Vax sta per finire. Gli ospedali scoppiano e al comitato scientifico non interessano più gli effetti collaterali -talvolta fatali- del vaccino antiCovid. “Salviamo più persone possibili” è il coro della Cabina di regia.

Non basterà più il tampone per andare in banca, accedere a servizi della Pa o servizi personali -vedi parrucchieri o estetiste- ma sarà necessario esibire il super green pass, ovvero essere vaccinati o guariti dal Covid:
La proposta dell’obbligo vaccinale per gli over 50, caldeggiata da Mario Draghi in cabina di regia -è arrivata alla luce delle riflessioni dei tecnici del Cts, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, presenti alla riunione. Sarebbero proprio gli over 50,quelli più a rischio di finire in ospedale per via del Covid.
Contrari all’obbligo esponente del M5S, Fabiana Dadone, che invitava a non intervenire con un obbligo, il presidente del Consiglio avrebbe spiegato che la fascia over 50 “è quella più vulnerabile dai dati a nostra disposizione, dunque bisogna intervenire per evitare il peso sugli ospedali”, e non mandare in affanno il Ssn.

La Lega si è invece detta ancora una volta contraria all’obbligo vaccinale indiscriminato e propone di utilizzare criteri scientifici e non ideologici: la maggioranza assoluta dei ricoveri in terapia intensiva riguarda persone al di sopra dei 65 anni…

Intanto è iniziato come previsto l’incontro tra governo e Regioni.

La gran parte dei reperti archeologici è venduta all’estero dalla Puglia e dalla Basilicata

IL MONITORAGGIO DEI CARABINIERI HA PERMESSO IL RECUPERO DI 1181 REPERTI ARCHEOLOGICI DEL IV-II SEC.a.c..

Un anno di indagini sulle opere d'arte rubate: 53 persone denunciate, ma 8  nuovi colpi messi a segno - Il Secolo XIX
Foto Archivio Sud Libertà
Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell’ambito delle numerosissime attività investigative avviate sui territori di Puglia e Basilicata e spesso conclusesi in altre regioni italiane o all’estero, ha restituito nel 2020, al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi. Le attività delinquenziali connesse ai beni culturali, infatti, hanno sì risentito della crisi pandemica, ma hanno trovato un florido sbocco nel commercio illecito a mezzo e-commerce.    
Sotto l’aspetto repressivo, le investigazioni a contrasto delle aggressioni al patrimonio culturale pugliese e lucano concluse lo scorso anno, hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 90 persone per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reati previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale. 
28 sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a seguito degli esiti investigativi delle indagini.
Nell’arco dei dodici mesi sono stati complessivamente sequestrati 1.329 beni (contro i 531 del 2019), di cui 126 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 19 reperti paleontologici, 1.181 reperti archeologici e 3 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 1.530.000 per i beni autentici e di € 7.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali. 
Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e in Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali.
E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2020, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici iniziative investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 6 persone per lo specifico reato di scavo clandestino.
L’attento monitoraggio di siti e-commerce ormai divenuti, come detto, canale preferenziale per la compravendita di arte, ha permesso il recupero di 1.181 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. dei quali 871 monete di natura archeologica e il contestuale deferimento all’Autorità Giudiziaria di 66 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato.  

Modifiche al nuovo decreto sulle riaperture ma la protesta generale sta crescendo

BAR E RISTORANTI APERTI PER PROTESTA ANCHE IN ABRUZZO IL 7 APRILE – Virtù  Quotidiane – Il quotidiano enogastronomico abruzzeseModi

Riaperture del 26 aprile, zona gialla, pass e coprifuoco: nel giorno del nuovo decreto Covid, con regole e misure, dalle Regioni partono altre richieste. Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione e prorogare il coprifuoco dalle 22 alle 23: sono due delle ulteriori osservazioni e modifiche al  decreto sulle riaperture che, secondo quanto si apprende, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha trasmesso al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e al ministro della Salute Roberto Speranza nel pomeriggio. Il decreto dovrebbe uscire aggiornato più tardi o stasera.

Altre richieste: la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e nelle piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile, la riapertura del settori wedding e l’avvio anticipato, rispetto a quanto preventivato dei mercati e l’uniformazione delle date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto.  Infine da esaminare la problematica dei Parchi divertimento attrezzati.

Draghi,”la campagna vaccinale sta migliorando” ma intanto resta alto il numero dei decessi

 

Governo, secondo giro di consultazioni. Scuola, Ue, vaccini e lavoro: ecco  il programma di Draghi - Politica - ANSA

Il presidente del Consiglio Draghi ha rinnovato l’invito a iniziare a guardare al futuro con ottimismo, visto che  la campagna vaccinale stia  migliorando continuamente e rapidamente. Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, in riferimento alle forniture di vaccini e al numero delle vaccinazioni, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano più così lontani,..

La Commissione Europea ha assicurato che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa.

Lo Stato farà di tutto per rispondere alle esigenze delle Regioni, anche con riferimento al tema delle carenze di personale. “Questo è l’atteggiamento del Governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi”..

Remiamo tutti nella stessa direzione,  tutti dobbiamo  marciare uniti, mettendo da parte ogni polemica perché l’emergenza pandemica impone compattezza. Il piano di somministrazione dei vaccini, avrebbe spiegato il presidente del Consiglio, viene affinato passo dopo passo ed è normale che sia così, senza polemiche lavorando tutti insieme.

L’Italia non va male, anzi va meglio dell’Europa, avrebbe quindi chiarito il premier.  Bisogna migliorare e lo faremo già nei prossimi giorni, sarebbe stata la promessa del presidente del Consiglio che avrebbe assicurato ai presenti di voler ridare speranza al Paese. Il premier avrebbe poi sottolineato la necessità di programmare le riaperture già da ora ..

Ragioni delle Regioni... La soglia dei 250 casi su 100.000 abitanti “penalizza le regioni che fanno più tamponi” e reintroduzione delle 4 zone – dalla bianca alla rossa – sulla base del numero dei contagi e della diffusione del virus. Sono alcune delle richieste che – a quanto si apprende da fonti delle Regioni – avrebbero avanzato i governatori al governo.

E ancora: più vaccini, soprattutto nelle zone di confine, che vanno supportate con un maggior numero di dosi. Sia il capo della protezione civile Curcio che il commissario per l’emergenza Covid Figliuolo si sarebbero detti disponibili a intervenire in tal senso.

Recovery, appello governatori. incontro con regioni il 6 aprile

C’è grande ritardo sulla governance del Recovery fund e le Regioni vogliono essere coinvolte. Questo l’appello-monito lanciato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e dal suo vice Giovanni Toti, durante l’incontro di oggi con il premier Mario Draghi. I governatori di Emilia Romagna e Liguria avrebbero quindi accolto con soddisfazione la proposta del governo di un incontro su questo tema il prossimo 6 aprile.

Dopo l’intervento di Bonaccini e Toti, Draghi avrebbe fatto una breve replica per poi lasciare la riunione che è proseguita con il ministro della Salute, Roberto Speranza, la titolare degli Affari regionali Mariastella Gelmini e il commissario per l’emergenza Covid, il generale Figliuolo su aspetti più tecnici.

Gelmini: “Dl Covid? Testo ancora non è pronto”

“Il testo del prossimo decreto Covid non è ancora pronto. Ma stiamo dicendo tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza. Allo stesso tempo questo non è il momento per dire ‘riapriamo tutto’. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all’interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento”.

Divieti ,restrizioni e nuovo piano vaccinale

 

Reparto Ospedaliero Foto - Scarica immagini gratuite - Pixabay

 

Le valutazioni potrebbero portare all’adozione di misure già nei prossimi giorni visto l’aggravarsi della pandemia in diverse Regioni italiane. L’urgenza è dettata dai dati che arrivano quotidianamente. L’Italia ieri ha messo a referto 19.749 contagi e 376 morti, con un tasso di positività al 5,7% e pazienti in aumento nelle terapie intensive (ora sono 2.756, +56 rispetto a martedì).

Tra le Regioni, riflettori puntati sui 4.084 nuovi positivi della Lombardia e sui 2.709 della Campania, che si trova già in zona rossa con regole e misure rigide. Bene la Sicilia se non viene generalizzata la zona rossa.

La parola d’ordine intanto è ‘accelerare’, Il problema nasce con l’organizzazione -ancora insufficiente- che vaccina gli utenti.  Vi sono aspetti positivio come quello delle  532mila dosi addizionali per l’Italia, dopo un nuovo negoziato chiuso dalla Commissione Europea presieduta da Ursula Von der Leyen.

Entro il weekend è attesa una comunicazione ufficiale, con ogni probabilità volta a illustrate il nuovo piano vaccinalee timing. Una comunicazione che potrebbe essere diffusa anche  da chi lavora a titolo scientifico al piano 

Si apprende anche che  il premier Mario Draghi venerdì in mattinata visiterà il centro vaccinale allestito all’aeroporto di Fiumicino.

 

Ministro Speranza: “se le Regioni diventassero zone gialle, forse a Natale saranno possibili gli spostamenti”

 

Covid, il Ministro Speranza conferma la Puglia in "zona arancione" | Trinitapoli news24city

 

Il ministro della Salute, Roberto Speranza,   sull’eventuale allentamento delle misure anticovid a Natale, informa pubblicamente che “sarà un Natale diverso, più sobrio. In base al modello costruito sarebbe possibile spostarsi tra le regioni solo se tutte fossero zona gialla. Bisogna comunque evitare gli spostamenti non essenziali”. 

“Proviamo a pianificare anche le vacanze con il massimo della prudenza. E’ ancora lunga e dura, le prime dosi di vaccino arriveranno a gennaio. Ma le due dosi verranno somministrate a 3-4 settimane di distanza, bisogna ancora resistere. Dobbiamo tenere alto il livello di prudenza e dobbiamo scegliere cos’è fondamentale. In questi mesi sono l’uomo delle chiusure e delle ordinanze, delle scelte più difficili. Con assoluta onestà, se venissi a dire che sarà un Natale come gli altri direi una cosa non vera e prenderei in giro le persone.

 

 

 

Enti locali, Ok- Resta il problema della categoria infermieristica che ancora oggi percepisce uno stipendio da fame

Risultati immagini per immagini di infermieri e pazienti

“Firmato il contratto enti locali. Ora 467mila lavoratrici e lavoratori di regioni, comuni, città metropolitane e camere di commercio avranno un nuovo contratto siglato dall’Aran e dalle organizzazioni sindacali pure..

 “Nove anni di attesa per i dipendenti di Regioni, Province, Comuni, Camere di Commercio, enti e agenzie regionali, circa 467.000 lavoratori..

Da gennaio 2018 i lavoratori delle Regioni e delle autonomie locali avranno un aumento che a regime sarà pari al 3,48%, i lavoratori percepiranno a partire dall’1 marzo, un aumento medio di 80 euro mensili“, ha spiegato Massimo Garavaglia, presidente del Comitato di settore-Sanità.

Credo che vada apprezzato il fatto che ciascuno, dall’agenzia alle organizzazioni sindacali, dalle Regioni agli enti locali, abbia fatto la propria parte – ha osservato Garavaglia – Ora resta un altro importante tassello, quello del comparto sanità. Mi auguro che il risultato odierno sia di buon auspicio”. “Tra l’altro – ha aggiunto –dopo aver sbloccato l’atto integrativo per il comparto sanità, il 19 febbraio abbiamo sbloccato anche l’atto integrativo di medicina convenzionata e di dirigenza sanitaria per cui si può procedere a chiudere tutto il pacchetto sanità”.

Resta il problema più grave da risolvere in Italia, Sicilia compresa: rivedere il contratto degli operatori professionali infermieri che hanno uno stipendio da fame e tante, tante responsabilità