Israele insiste sulla richiesta di dimissioni del segretario Onu- Guterres replica, necessario ristabilire i fatti nel rispetto delle vittime..”

Israele chiede le dimissioni di Guterres: "le sue posizioni sono immorali"  | Euronews

 

Guterres (nella foto) non ci sta a essere linciato da Gerusalemme.”Sono scioccato dal travisamento di alcune mie dichiarazioni, come se io stessi giustificando gli atti di terrorismo di Hamas. Questo è falso, era il contrario”. Così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, replica ai durissimi attacchi di Israele che ha chiesto le sue dimissioni. “Credo che sia necessario ristabilire i fatti, specialmente nel rispetto delle vittime e delle loro famiglie”

Guterres ha affermato che nel suo discorso all’Onu ha condannato in modo inequivocabile “gli orribili e senza precedenti atti di terrorismo di Hamas in Israele“. Ed ha detto che “nulla può giustificare l’uccisione deliberata, il ferimento e il rapimento di civili, o il lancio di razzi contro obiettivi civili”.

Ma ho parlato dei torti nei confronti del popolo palestinese – ha aggiunto – e nel farlo ho detto ‘ma nessun torto del popolo palestinese può giustificare gli sconvolgenti attacchi di Hamas”.

Il segretario generale dell’Onu ha poi affermato sui social  che “per alleggerire le sofferenze, rendere la consegna degli aiuti più facile e sicura e facilitare il rilascio degli ostaggi, torno a lanciare un appello per un immediato cessate il fuoco umanitario“.  Anche la Russia assume la posizione del “cessate il fuoco” al Consiglio di sicurezza

Il discorso di Guterres che ha creato scintille con Israele

Aprendo le discussioni della riunione speciale del Consiglio di Sicurezza Onu sulla crisi in Medio oriente il vertice Onu aveva sottolineato che per quanto nulla possa giustificare gli attacchi di Hamas “è importante riconoscere che non sono venuti dal nulla, i palestinesi sono soggetti da 56 anni ad una soffocante occupazione”. Guterres aveva poi sottolineato che le rivendicazioni dei palestinesi “non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas, così come questi spaventosi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.

Draghi ottiene la fiducia al Senato: dopo le parole adesso i fatti

 

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Il governo Draghi ottiene la fiducia ma non supera la soglia della maggioranza assoluta.            Alzano la scure i dissidenti pentastellati: sono 15 che votano ‘no’ a cui vanno aggiunti 6 assenti che non rispondono alla ‘chiama’. A questi si aggiungono i voti di Fdi, unica formazione all’opposizione, e poi i no dal gruppo Misto di Alfonso Ciampolillo, Elena Fattori, Michele Gianrusso, Carlo Martelli, Paola Nungnes e Luigi Paragone. Cinque i senatori in congedo: Umberto Bossi, Giorgio Napolitano, Salvatore Sciascia, Liliana Segre e Orietta Vanin dei 5 Stelle. Otto gli assenti e di questi 6 M5S: Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Nunzia Nocerino. In missione: Pier Ferdinando Casini, Eugenio Comincini di Iv e Francesco Castiello di M5S. Due gli astenuti: Tiziana Drago del Misto e Albert Laniece delle Autonomie.

 Ecco l’intervento del premier a palazzo Madama.

Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale – è l’esordio- Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno. Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole“.

Intorno alle 20.40 la replica in Senato. Replica breve “Gli interventi del dibattito hanno dimostrato – comclude il premier-la consapevolezza del disastro economico, sanitario, sociale, educativo e culturale. È con questa consapevolezza che questo governo costruirà nei fatti con sia la sua credibilità. Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti del governo da me presieduto”

VERTENZA “LA SICILIA”: MARIO CIANCIO RISPONDE AI GIORNALISTI IN SCIOPERO

MARIO  CIANCIO: “RESPINGO TUTTE LE AFFERMAZIONI, NON ABBIAMO DISATTESO ALCUN IMPEGNO, SI GUARDA SOLO AL FUTURO

«L’azienda, pur comprendendo il malessere di redattori e collaboratori – che ringrazia per l’abnegazione e la dedizione dimostrate – non ritiene di avere disatteso qualsivoglia impegno e sottolinea di operare in un momento storico particolarmente difficile per l’editoria tutta, adesso aggravato dall’emergenza Covid, che ha inciso gravemente sulla vendita delle copie. Si respingono, pertanto, tutte le affermazioni contenute nel documento dell’assemblea.

Mario Ciancio Sanfilippo

La direzione della Domenico Sanfilippo Editore spa si adopera ogni giorno facendo sacrifici economici enormi, basti pensare quanti milioni di euro sono stati immessi negli ultimi dieci anni per ripianare le perdite dei bilanci, per garantire ai lettori un’informazione libera e trasparente, senza alcun aiuto pubblico. Tutto ciò è dimostrato dai bilanci della società che sono pubblicati ogni anno sul giornale che, con trasparenza, dimostrano come sono state ripianate le perdite per svariati milioni di euro.
Tutti i giornalisti dovrebbero comprendere il momento che stiamo vivendo, anche nel rispetto dei lavoratori del comparto poligrafico che, anch’essi, si adoperano ogni giorno per la realizzazione del quotidiano più diffuso e letto in Sicilia e hanno fatto sacrifici ben maggiori. Naturalmente vi sono chiari e precisi piani di sviluppo, purtroppo non facili e rapidi da realizzare.
Non vi è quindi nessuna intenzione di smantellare alcunché, piuttosto c’è la volontà di portare avanti una storia lunga 75 anni, nel rispetto degli equilibri di bilancio, senza i quali non esiste un’impresa sana che vuole guardare al futuro. Si auspica quindi una sollecita ripresa del confronto sindacale, anche duro ma sempre leale, nell’interesse comune e di quello della libertà di stampa».

                                                                                                       M.Ciancio Sanfilippo  -Editore

NIENTE PIU’ FACCIA A FACCIA: CONTE SCRIVE A SALVINI DI “ESSERE STATO SLEALE..”- Il MINISTRO REPLICA

LA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE A SALVINI

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“L’ossessione  immigrazione”

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Pubblichiamo la missiva di Giuseppe Conte

Gentile Ministro dell’Interno, caro Matteo,

ti scrivo questa lettera aperta perché il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d’ufficio tra la Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e allora tanto vale renderla pubblica all’origine, per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini.

Ti ho scritto ier l’altro una comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, “nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell’imbarcazione”.
Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa.
È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare.
Come ho sempre pubblicamente rappresentato, il tema dell’immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali.
Da subito ho elaborato una piattaforma politica fondata su sei premesse e dieci obiettivi, in modo da inserire tutte le singole iniziative in questa prospettiva strategica, sempre costantemente ispirata alla tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, della dignità della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali, sovente compromessi nella gestione del fenomeno migratorio.
Ho personalmente contribuito a perseguire questo nuovo indirizzo politico, di maggiore rigore rispetto al passato, al fine di contrastare più efficacemente l’immigrazione illegale e la moderna e disumana “tratta dei disperati”, alimentata dalle organizzazioni criminali.
Ho viaggiato in lungo e in largo in Africa e nel Medio Oriente per incrementare la cooperazione nei Paesi di origine e nei Paesi di transito, dove si concentrano le rotte dei migranti.
Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero, per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione.
Mi batterò sino all’ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano abbandonati a se stessi.
Pur in attesa che si attui questo meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali.
Questo è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. La nuova Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere questa strada e a darci una mano risolutiva.
In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri “interessi nazionali”, non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza. Abbiamo chilometri di coste e siamo a una manciata di ore di navigazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Da ultimo tu stesso hai constatato come è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi clandestini.
Non possiamo agire da soli. Dobbiamo continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto Tu, di recente a Helsinki. E’ questa la direzione giusta.
E poi non oscuriamo quello che abbiamo fatto di buono. Se mai rammarichiamoci per quello che ci riproponevamo di ottenere e ancora non abbiamo ottenuto.
Un ultimo aggiornamento sulla vicenda Open Arms.

        ” SE MANCA LA FIDUCIA SI CREA UN CORTOCIRCUITO, RABBIA E DISAFFEZIONE”
Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano.
Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo.
La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare “slabbrature istituzionali”, che a tratti sono diventati veri e propri “strappi istituzionali”.
Per queste ragioni mi sono ritrovato costretto a intervenire varie volte – l’ho fatto perlopiù riservatamente – non per l’ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la necessità di rivendicare l’applicazione del principio di “leale collaborazione”, che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche.
Il consenso politico a cui ogni leader politico aspira si nutre della fiducia degli elettori. Ma se non alimentiamo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un cortocircuito e alla fine prevalgono rabbia e disaffezione. Dobbiamo tutti operare per riconoscere piena dignità alle istituzioni che rappresentiamo, nel segno della leale collaborazione.
Hai alle spalle e davanti una lunga carriera politica. Molti l’associano al potere. Io l’associo a una enorme responsabilità.

Buon ferragosto,
Giuseppe Conte

Pubblichiamo adesso la replica di Matteo Salvini,Ministro ancora in carica

Ho l’ossessione dei porti chiusi? Sì, ho l’ossessione della sicurezza dei cittadini italiani e della lotta ai trafficanti e delle Ong complici dei traffici”,  gli italiani “mi pagano per difendere i confini e garantire la sicurezza”.

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“Con me i porti sono e rimarranno chiusi. Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l’Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l’Italia e gli Italiani soli come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd”…….

 Invece di sentirsi dire ‘grazie Matteo’ per i risultati e per la ritrovata credibilità internazionale su questi temi…Sono orgoglioso di aver restituito onore, dignità, decoro al mio paese. Sentirsi apostrofare come ossessione quella che ritengo una missione è un cosa curiosa, sono felice della mia ossessione”. 
“Se per qualcuno la linea Salvini seguita da tutti per un anno ora è fascista, nazista e totalitaria questo qualcuno dica che ci stiamo preparando ad un governo Renzi-Boldrini. Chi parla di ossessione -taglia corto il leader della Lega- venga a fare due passi a Castelvolturno”.

Ammettendo poi di essere “dispiaciuto che certe cose, invece di dirle in faccia, il gentile presidente del Consiglio le abbia pubblicate mentre da ore stavo coordinando i lavori del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a Castel Volturno, zona da recuperare alla legalità”, il titolare del Viminale sottolinea di essere “orgogliosamente ministro dell’Interno e spero di esserlo ancora a lungo”, tuttavia “se come ministro dell’Interno si preferisce qualcuno del Pd basta dirlo”.

Alla domanda se vuole continuare ad esserlo con questo governo, Salvini ha risposto: “Per me saremmo arrivati già questa settimana in Parlamento, ma qualcuno ha ritenuto di prendersi una settimana in più. Va bene, il mio telefono è sempre acceso e squilla parecchio in questi giorni. Mi concederò un solo giorno di riposo. Le mie idee le ho ben chiare, faccio non quello che conviene a me e alla Lega, ma quel che serve al mio Paese”.

Quanto alla nave Open Arms, “non credo ai complotti, ma il Tar del Lazio, a fronte di una identica richiesta della Sea Watch, un mese fa si espresse in maniera diametralmente opposta. Stessa fattispecie, stesso tribunale, stessa richiesta, soluzione opposta”. “Faccio un ragionamento non da ministro ma da italiano: com’è possibile che a un mese di distanza prima ti dicono A e poi ti dicono B? 

Evidentemente c’è qualcosa che non funziona”, e ricordo  che “senza che fosse richiesto da nessuno, in silenzio, abbiamo sbarcato su mia diretta indicazione due bambini in evidente e reale difficoltà. E’ una scelta umana che va al di là delle letterine che sono arrivate”. Da qui una stoccata nei confronti della ministra della Difesa Trenta: “Io disumano? La ministra Trenta ha firmato tutti i miei atti fino all’altro ieri: o si è trasformata in Madre Teresa di Calcutta o non ha capito cosa ha firmato”.

Dirigenti delle Soprintendenze siciliane in fibrillazione dopo il disco rosso di Bonisoli alle domeniche gratis nei musei

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Il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli in visita oggi alla Biblioteca Nazionale Napoli ha annunciato lo stop alle domeniche gratuite nei musei, si cambierà dopo l’estate” Secondo il ministro “l’idea può andare  come lancio pubblicitario, ma proseguire significa andare in una direzione che non piace a nessuno”.

Per Bonisoli, la gestione delle domeniche gratis passerà, quindi, ai direttori dei singoli musei ai quali “lascerò maggiore libertà, se vogliono aprire i musei gratis una domenica non c’è niente di male, ma se diventa obbligatorio farla, allora non va bene“.

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Il ministro ai beni culturali Alberto Bonisoli

Adesso la situazione statistica assumerà -dopo l’estate- la sua reale valenza alla cultura per i beni culturali.  Così in aree geografiche come la Sicilia dove alcuni soprintendenti riportavano il numero di affluenza dei visitatori come metodo di riuscita delle loro iniziative. Il discorso cambia radicalmente con i festivi e le domeniche nei musei a pagamento.     Non ci sarà nessun premio per i dirigenti-manager e dirigenti camerieri

L’ex ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, non ci sta e con post sul massimo social informa: “Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi – -. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani”. “In questi mesi ho scelto di non parlare del ministero che ho guidato per 4 anni – prosegue Franceschini – e di non commentare le scelte e i programmi del mio successore. Mi è sembrato giusto per correttezza nei confronti di chi inizia una esperienza. Ma questa volta non posso tacere perché le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me ma un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da Sud a Nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile e pieno di cose da sacrificare”.

“Le prime domeniche del mese hanno trainato l’aumento dei visitatori a pagamento, hanno avvicinato i cittadini ai musei delle loro città, hanno convinto comuni e privati a uniformarsi all’iniziativa coi loro musei”, conclude l’ex ministro.

Bonisoli non si è tirato indietro nella polemica ed ha replicato: “Sono molto stupito – ha detto – dal livello di distrazione dei tanti deputati e senatori che hanno potuto ascoltare l’intenzione di cambiare le politiche di accesso gratuito nei musei dalla mia viva voce, quando ho illustrato alle commissioni cultura le linee programmatiche del mio mandato. Forse si tratta di un segno dei tempi: nessuna reazione allora quando ci siamo confrontati di persona, un profluvio di voci critiche oggi di fronte a un semplice annuncio“.

“Io sono abituato a sentire le diverse opinioni e poi a dire quello che penso. Ho ascoltato i direttori esprimersi riguardo le domeniche gratuite – continua Bonisoli – registrando un’opinione unanime sulla necessità di superarle. Per questo motivo ci stiamo orientando nella decisione di andare oltre le domeniche gratuite, che di fatto verranno abolite………..