Hamas non ci sta alla resa, il vertice israeliano:”Dobbiamo eliminare questi barbari che uccidono i bambini di fronte ai genitori..”

 

Le notizie di martedì 28 novembre sul conflitto tra Israele e Hamas- Corriere.it

 

Problema ostaggi e tregua per le due parti combattenti. C’è di mezzo  l’Iran che minaccia Israele dopo l’uccisione di una figura di spicco dei pasdaran in un raid in Siria. Hezbollah si unisce al coro affermando che “i limiti sono stati superati”. Altissima tensione,”DOBBIAMO COMBATTERE CONTRO I BARBARI CHE UCCIDONO BAMBINI DI FRONTE I LORO GENITORI, AFFERMA IL VERTICE ISRAELIANO”, il dialogo non sembra poter decollare, anzi si allontana sempre più. L’Egitto prova a ricoprire il ruolo di mediatore e elabora un piano in 3 step per provare a disinnescare la crisi.

Il Cairo parte dalla sospensione dei combattimenti per almeno due settimane in cambio del rilascio di 40 ostaggi – donne, minori e uomini anziani, soprattutto malati – ancora prigionieri a Gaza. In cambio, Israele rilascerebbe 120 detenuti di sicurezza palestinesi. La seconda fase vedrebbe un “dialogo nazionale palestinese” sponsorizzato dall’Egitto volto a porre fine alla divisione tra le fazioni palestinesi – principalmente l’Autorità Palestinese dominata dal partito Fatah e Hamas – e portare alla formazione di un governo ‘tecnico’ in Cisgiordania e a Gaza in vista di elezioni parlamentari e presidenziali palestinesi.

La terza fase includerebbe un cessate il fuoco globale, il rilascio dei restanti ostaggi israeliani, compresi i soldati, in cambio di un numero da determinare di detenuti palestinesi nelle carceri israeliane affiliati ad Hamas e alla Jihad islamica – compresi quelli arrestati dopo il 7 ottobre e alcuni condannati per gravi reati terroristici.

Hamas: “Nessuna resa”

Il piano egiziano sarebbe stato bocciato da Hamas. Il no è implicito se si legge il primo messaggio pubblico che Yahya Sinwar, leader dell’organizzazione, diffonde dopo gli attacchi del 7 ottobre scorso: nessuna resa. Hamas sta affrontando una “battaglia feroce, violenta e senza precedenti” contro Israele, non si arrenderà e non si sottometterà alle “condizioni dell’occupazione”.

Al di là della posizione espressa in maniera perentoria, Sinwar condisce il discorso con dati che non sembrano avere fondamento. Le Brigate al-Qassam, dice, avrebbero attaccato almeno 5.000 soldati israeliani, uccidendone un terzo. Tali numeri non trovano nessun riscontro, nemmeno lontano, nei bollettini ufficiali diffusi dalle Idf: Israele ha reso noti i nomi di 156 caduti dall’inizio delle operazioni. Il leader di Hamas a Gaza sostiene invece che le Brigate al-Qassam abbiano “schiacciato” le truppe israeliane e le stiano decimando.

La resa di Mariupol: ” Ci hanno chiesto di non continuare a combattere”, dicono i combattenti ucraini

 

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I COMBATTENTI UCRAINI PRESI IN OSTAGGIO DAI RUSSI NON SI SA QUALE DESTINO LI ATTENDA…

 

La Russia ha annunciato di aver preso il controllo dell’acciaieria Azovstal a Mariupol.

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha riferito al presidente Vladimir Putin del completamento dell’operazione e della completa liberazione dello stabilimento dai militanti ucraini, con la resa degli ultimi 531 difensori dell’impianto. “Le strutture sotterranee di Azovstal dove si nascondevano i militanti sono ora sotto il pieno controllo delle forze armate russe”, ha detto il ministero in una nota, aggiungendo che in totale 2.439 combattenti ucraini si sono arresi. “L’ultimo gruppo di 531 militanti si è arreso oggi”   .    Adesso risulta incerto il loro destino compreso quello del comandante del battaglione ucraino trasferito a parte a Mosca.