Fondi ai Comuni per “far mangiare chi era povero e chi ora lo è diventato”- Incertezze ed omissioni dei Servizi sociali

Curiosauro | Storie che ispirano | Page 298

   Carrello  vuoto per ” i nuovi poveri”

 

di    Raffaele  Lanza

In un momento in cui nascono le direttive governative per aiutare concretamente a far la spesa a coloro che sono senza lavoro e ne hanno bisogno,un supporto tecnico accademico proviene al governo da uno studio di centocinquanta accademici con l’elenco delle misure da adottare  nella ‘fase 2’, quella della ” convivenza” con l’emergenza coronavirus. Tra queste, l’incremento dei test, l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale e geolocalizzazione, l’isolamento dei soggetti positivi e misure di quarantena localizzate.

Si punta sulla tecnologia avanzata, per sopravvivere al virus e e rilanciare il  sistema economico.L’appello nasce dall’iniziativa del professor Giuseppe Valditara, già capo dipartimento formazione superiore ricerca del Miur ed imita il modello della Corea, che  è passata dalla condizione di seconda nazione al mondo per numero di contagi a poco più di un decimo di quelli accertati nel nostroPaese.

Tali misure- afferma il mondo accademico sostenitore- hanno reso possibile un elevato livello di contenimento evitando il blocco totale del sistema economico e produttivo, realizzando un rilevante numero di test mirati, incrociati con l’isolamento dei soggetti positivi ed un loro tracciamento attraverso la geolocalizzazione. Le misure di sorveglianza attiva, già avviate in Veneto, potrebbero inoltre concorrere ad una migliore gestione dell’emergenza sanitaria evitando la saturazione degli ospedali e prevedendo misure solo localizzate di quarantena generalizzata”.

I  firmatari giudica necessario “l’avvio di una politica di geolocalizzazione che deroghi temporaneamente alle norme sulla privacy, con un termine certo e nel rispetto dei diritti costituzionali“.      Si soffermano pure sulla necessità di “aumentare il numero dei tamponi e dei test sierologici generalizzati per quelle categorie professionali che operano a contatto con i pazienti o che hanno più contatti con il pubblico e per tutti coloro che manifestano sintomi, i loro familiari e tutto coloro con cui sono venuti in contatto negli ultimi giorni”.

 

Coronavirus, arrivano 300 euro a famiglia per il “buono spesa”: ecco chi ne ha diritto

E’ in corso di studio la proposta accademica da parte del comitato tecnico scientifico della Presidenza che fornisce indicazioni al governo e al suo presidente Conte  -Bene, fin qua –    I problemi in atto sono ben altri.

Tanti cittadini sono rimasti fuori o esclusi dal l’assegnazione del “pacco spesa” per precise responsabilità omissive dei Comuni.   Sappiamo che  l’Ufficio dei Servizi sociali di ciascun Comune deve  individuare la platea dei beneficiari e a determinare il contributo da erogare per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, dando priorità a coloro che non lavorano e non ricevono alcun sostegno economico 

Acquisto e distribuzione  dei generi alimentari

I Comuni possono avvalersi degli enti del Terzo Settore e di quelli attivi nella distribuzione alimentare nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).

I finanziamenti stanziati dal governo e ripartiti già dai Comuni per consentire a chi ne ha necessità “di mangiare qualcosa” non sono pervenuti, quale pacco spesa, ai destinatari poveri o senza lavoro, nell’osservanza dello spirito della legge emanata da Conte. Perchè? 

Tanti Uffici comun ali erano chiusi al pubblico in questi giorni, i telefoni degli assessorati-servizi sociali erano assolutamente muti, sia per carenza di personale sia per l’eterno vizietto degli uffici pubblici di non voler rispondere al telefono -e qui la Magistratura siciliana avrebbe il dovere tramite i Procuratori capo- di “convocare” nei Tribunali i responsabili dei servizi pubblici comunali (ma. spesso, anche regionali) per frenare il fenomeno

I servizi sociali dei comuni soddisfano le richieste con gli elenchi a loro disposizione della condizione “originaria” di poveri trascurando che in questi mesi il coronavirus ne ha creati molti altri che hanno perduto il lavoro o non hanno effettuare alcuna prestazione lavorativa.    Risultato: famiglie senza pacco spesa.  Non è giusto questo, signori sindaci…
Questa la ripartizione in Sicilia dei fondi spesa- Comune per Comune – i 43,4 milioni dei  400 milioni di euro stanziati dal governo e con i quali i sindaci potranno fronteggiare l’emergenza Coronavirus distribuendo buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità a chi ne abbia bisogno.