Modifiche al nuovo decreto sulle riaperture ma la protesta generale sta crescendo

BAR E RISTORANTI APERTI PER PROTESTA ANCHE IN ABRUZZO IL 7 APRILE – Virtù  Quotidiane – Il quotidiano enogastronomico abruzzeseModi

Riaperture del 26 aprile, zona gialla, pass e coprifuoco: nel giorno del nuovo decreto Covid, con regole e misure, dalle Regioni partono altre richieste. Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione e prorogare il coprifuoco dalle 22 alle 23: sono due delle ulteriori osservazioni e modifiche al  decreto sulle riaperture che, secondo quanto si apprende, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha trasmesso al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e al ministro della Salute Roberto Speranza nel pomeriggio. Il decreto dovrebbe uscire aggiornato più tardi o stasera.

Altre richieste: la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e nelle piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile, la riapertura del settori wedding e l’avvio anticipato, rispetto a quanto preventivato dei mercati e l’uniformazione delle date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto.  Infine da esaminare la problematica dei Parchi divertimento attrezzati.

Noto: sequestrati bar, chioschi e ristoranti per oltre 4 milioni di euro

 

Beni  sequestrati dalla Guardia di Finanza di Catania

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 Noto

I finanzieri del comando provinciale etneo, con la collaborazione dei colleghi del comando provinciale di Siracusa, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale catanese, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di attività commerciali, immobili, autovetture, motoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, appartenenti ad Domenico Albergo Waldker, 57 anni, detto “Rino”, considerato esponente di riferimento del clan siracusano dei Trigila facente capo al boss Antonino Trigilia, noto come “Pinuccio Pinnintula”.

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Rino Albergo Waldker, indicato come reggente del clan nei periodi di detenzione di “Pinuccio”, informano gli inquirenti, è già stato condannato per associazione mafiosa nonché per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, illecita concorrenza oltre che per plurime violazioni alla normativa di prevenzione antimafia.

Albergo Walker – forte della sua indiscussa, storica caratura criminale e della capacità intimidatoria derivante dall’appartenenza al cartello mafioso “Nardo-Aparo-Trigila” a partire dagli anni Duemila ha acquisito attività di ristorazione e bar nel centro di Noto (Siracusa), la “capitale del Barocco” meta ogni anno di migliaia di turisti.

La prima condanna per associazione mafiosa di Albergo Waldker, per fatti commessi sino al 1991, risale al 1994 e si deve a una sentenza della Corte d’Appello di Catania che lo ha accusato di aver «diretto e organizzato l’associazione mafiosa dei Trigila». Ulteriori due pronunce definitive (tra le quali il processo “Nemesi”), per fatti commessi nel 1993 e nel 2006, vedevano l’imprenditore imputato e condannato per la sua appartenenza all’associazione mafiosa (art.416 bis C.P.). L’uomo, tra misure restrittive e ordini di carcerazone ha maturato una detenzione quasi continuativa tra il 1991 e il 2016. Ma nei brevi periodi di libertà, secondo gli inquirenti frequentava altri mafiosi e narcotrafficanti.

Dal novembre del 2017, “Rino” Albergo Walker è sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata, provvedimento recentemente rinnovato dal Tribunale di Sorveglianza che ha sottolineato la continuazione del vincolo associativo mafioso che lega l’imprenditore al clan mafioso aretuseo.

Le modalità d’ingresso nel tessuto economico netino della famiglia Albergo, secondo gli investigatori, sono emblematiche della pericolosità sociale di “Rino”. In assenza di fonti reddituali, anche per il mero sostentamento familiare, tra il 2000 e il 2003, la consorte di “Rino”, Giuseppina Ferla, acquisisce la società commerciale “MO.AC. s.a.s.”, avente quale oggetto sociale la somministrazione di alimenti e bevande; successivamente, a proprietà interamente rilevata (a fronte di un esborso ufficiale complessivo di oltre 20 mila euro), la stessa confluiva nella ditta individuale intestata sempre alla moglie di Albergo. Nel 2011, tale ditta veniva donata ai figli Corrado, Concetta e Salvatore che costituivano la società commerciale “Quelli del chiosco Srl” che, con il provvedimento odierno, è stata sottoposta a sequestro.

 Nell’ambito di un procedimento penale che vedeva Albergo accusato di estorsione ma poi assolto per contraddittorietà del quadro probatorio, sono emersi comunque dati obbiettivi in merito alle fasi di acquisizioni dell’immobile in Piazza Municipio a Noto (sede del chiosco-bar) e del Bar Pinguino. Nello specifico, come desunto da intercettazioni telefoniche e ambientali, il venditore dell’immobile di Piazza Municipio era vittima di ripetuti atti vessatori e intimidatori (minacce dirette, piccoli e continui furti nonché danneggiamenti nell’abitazione privata) finalizzati a costringerlo a cedere l’immobile.

In quel periodo (2010-2011), Rino Alberto Waldker, preoccupato per l’imminente rientro in carcere, voleva, ad ogni costo, creare per i propri figli una realtà commerciale solida che avrebbe dato loro la possibilità di mettere stabilmente a frutto i capitali illeciti accumulati con la sua attività criminale. Nell’ottobre del 2011, si realizzava infatti la vendita dell’immobile sede del chiosco a favore dei figli di Albergo al prezzo indicato di 150.000 euro pagabili in 10 rate. Le investigazioni e le dichiarazioni testimoniali in fase di dibattimento consentivano di rilevare invece che l’effettivo esborso per l’acquisto del chiosco era stato il doppio, ovvero 300.000 euro dei quali 150 mila euro versati in contanti all’atto dell’acquisto. Identiche le modalità di acquisizione del Bar Pinguino, nell’aprile del 2012, a favore della figlia di Albergo: compravendita fissata ufficialmente a 60.000 euro, somma corrisposta in un’unica soluzione a mezzo assegno bancario; il reale prezzo di vendita veniva fissato a 120.000 euro mediante la corresponsione della metà in denaro contante. P

La significativa, immediata disponibilità di denaro contante (oltre 200.000 euro) non tracciata dai tradizionali canali finanziari, esprimeva l’effettiva capacità economica di Albergo di infiltrarsi nel settore turistico netino acquisendo, a proprio piacimento, le attività di ristorazione più remunerative e più in vista.”

 

Crisi della ristorazione: “un ristorante su quattro chiude in due anni”

Successo per l’evento formativo con l’esperto dell’Università dei Sapori di Perugia Paolo Guidi

 

Tutto esaurito per Ristomeglio che ha visto una platea di imprenditori siciliani con un fatturato complessivo di oltre 100milioni di euro l’anno

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CATANIA

Che la ristorazione non sia solo una questione di gusto ma anche di business, non è certo un segreto. Come per ogni attività economica, anche il mercato del food richiede agli imprenditori del comparto la capacità di ascoltare e interpretare l’attuale cambiamento con nuove metodologie gestionali e competenze manageriali. Conoscenze tanto strategiche e fondamentali quanto la creazione di un nuovo piatto o di un nuovo menu, che sappiano aiutare a migliorare le performance imprenditoriali in un mercato caratterizzato da tassi di “mortalità” di straordinaria intensità: basti pensare che in Italia – secondo l’ultimo rapporto Fipe Confcommercio – un ristorante su quattro chiude i battenti entro i primi 24 mesi, perché non riesce a produrre utili con prezzi di mercato medi. 

Lo sanno bene i ristoratori siciliani che ieri – mercoledì 21 novembre – hanno deciso di guardare oltre i fornelli della propria cucina, prendendo parte all’evento formativo-pratico Ristomeglio, tenutosi per la prima volta nella città di Catania. In un’aula studio partecipata da imprenditori e addetti ai lavori della ristorazione made in Sicily con un fatturato complessivo di oltre 100 milioni di euro l’anno, il progetto ideato da Massimo La Manna di Orderman Italia e organizzato da Fabrizio Reitano di Ristò Systems, ha dato vita a un percorso formativo d’eccellenza grazie al contributo dell’esperto del settore Paolo Guidi, professore all’Università dei Sapori di Perugia, primo in Italia ad aver parlato di marketing della ristorazione nel lontano 2006.

Tra trend di consumo, tabelle di costi, processi di produzione, leve, criticità e valori di break even point, i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi e condividere nuove visioni: «Oggi l’enogastronomia italiana rappresenta la chiave per accendere il motore turistico del nostro Paese – spiega il docentePaolo Guidi, autore di diverse pubblicazioni sull’argomento – le attività sono sempre più vincolate a nuove dinamiche e la cattiva gestione porta inevitabilmente a non intercettare le opportunità di business presenti. Il nostro obiettivo è quello di fornire skill manageriali adeguate e informazioni tecniche legate ai nuovi trend di mercato, per rendere le imprese del settore capaci di riscrivere la propria ricetta aziendale di successo».

Una giornata full immersion di formazione che ha registrato il sold out in poche ore, segno evidente di una richiesta crescente di personale sempre più qualificato e competente, pronto a gestire in maniera proficua l’attività e ad affrontare le sfide del mercato attraverso strumenti analitici. Del resto, non esiste luogo al mondo in cui la cucina italiana non sia apprezzata: i sapori, la tradizione del nostro cibo e gli innovativi piatti preparati da oltre 300milaattività distribuite lungo tutto lo Stivale, la rendono una preziosa risorsa per la nostra economia. Un valore che richiede studio, professionalità e modelli di business fattibili concreti.