La vita migliora per 6 province su 9,ma la Sicilia – come l’intero Sud -resta sempre in fondo

Anziani poveri e soli – Il blog di Nino Spirlì

Archivi -Sud Libertà ma l’immagine è ricorrente ad es. verso le ore 13 di ogni giorno nella Piazza Carlo Alberto della “fiera”

di Catania

 

La Sicilia rimane in fondo alla classifica annuale stilata dal Sole24Ore.Per sei province su nove la qualità della vita è migliorata nell’ultimo anno… Sarà la burocrazia della P.amministrazione, i costi dei prodotti alimentari, l’assenza di strutture adeguate, le prenotazioni, i centralini pubblici che non rispondono, la discrezionalità degli uffici, la mentalità  ancora mafiosa di alcuni strati della popolazione, insomma si vive nella schifezza.

Si va dall’85° posto di Ragusa, la prima tra le siciliane, alla 105/a posizione di Caltanissetta, la peggiore performance e terz’ultima in Italia.

    Trapani è la provincia più “virtuosa”, migliorando di 12 posizioni: è 93/a. Cresce di 11 invece Catania (91). Messina e Siracusa, entrambe a +8, salgono in classifica: 89 e 90. Palermo cresce di sette punti, piazzandosi all’88° posto, Ragusa di appena 2 (85/a).

    Peggiorano le altre. Enna perde 8 posizioni e si attesta al 100° posto in classifica, meno 2 per Agrigento (86) e Caltanissetta (105).

Ritardi di aperture seggi a Palermo, confusione e intervento della Prefettura

 

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Confusione e ritardi di aperture  seggi a Palermo, dove è in corso il voto per le elezioni amministrative e per il referendum sulla giustizia.

Decine di sezioni sono rimaste chiuse per  rinunce dei presidenti di seggio non comunicate tempestivamente, sono stati nominati e si sono insediati gli ultimi tredici presidenti.

La Prefettura di Palermo ha comunicato che al momento “sono regolarmente insediate tutte le 600 sezioni elettorali previste in città senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse” .

Ritardi opere pubbliche in Sicilia e centinaia di cantieri fermi -Le accuse dell’Ance

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«PROGETTO ITALIA, LA POLITICA A SOSTEGNO DELLE GRANDI IMPRESE RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO IL MERCATO SICILIANO»

Giuseppe Piana : «Questa non è la risposta alla crisi, occorrono investimenti in opere pubbliche. In Sicilia continuiamo a registrare allarmanti ritardi e centinaia di cantieri bloccati»

 CATANIA –

A pochi giorni dall’annuncio del via libera a “Progetto Italia”, il maxi-polo delle costruzioni – nato dall’accordo tra Salini Impregilo, Cdp e le banche – che mira alla creazione di un gruppo italiano in grado aggregare molteplici realtà del settore per fronteggiare la concorrenza internazionale, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana (nella foto d’archivio), punta i riflettori sulle ricadute (negative) che l’operazione potrebbe avere sul territorio siciliano.

 

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Giuseppe Piana

«Progetto Italia non è la risposta alla crisi che da un decennio ha letteralmente messo in ginocchio il settore delle costruzioni – afferma Piana – occorrono serie politiche di rilancio del settore: investimenti in opere pubbliche che invece, ogni anno, registrano un costante calo. Occorrono politiche di intervento sul patrimonio immobiliare esistente per rafforzare un settore che da sempre rappresenta il caposaldo della nostra economia».

Pur condividendo l’obiettivo di creare un grande player internazionale, l’operazione “non convince” perché non “tutela la concorrenza”:«Non è un attacco al gruppo Salini – continua il presidente di Ance Catania – questa soluzione, che vede il coinvolgimento di Cdp (Cassa deposito e prestiti), rischia di destabilizzare i rapporti all’interno del mercato delle costruzioni, fatto di piccole e medie imprese che così invece rischiano la sopravvivenza per i possibili effetti distorsivi del mercato, vanificando gli sforzi fatti fino ad oggi per rimanere aggrappate al sistema».

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«L’intero Paese e ancor più la Sicilia, ha bisogno di infrastrutture ma anche di interventi su quelle già esistenti, coinvolgendo l’intero tessuto imprenditoriale fatto Pmi, di tantissimi tecnici e maestranze qualificate. In Sicilia, invece – aggiunge Piana – continuiamo a registrare allarmanti ritardi e centinaia di opere bloccate, mentre continua inarrestabile l’emorragia di imprese e lavoratori. Imprese che in questi anni non hanno chiesto salvataggi, né posizioni di mercato, che da sole hanno affrontato la più lunga e pesante crisi del settore chiedendo solo l’avvio di opere che restano però sulla carta. Solo a Catania – continua Piana – almeno 10 imprese avrebbero potuto oggi, se avessero goduto di aiuti di accesso al credito o da Cdp proporzionalmente ai propri fatturati, rappresentare una importante realtà sul territorio. Temiamo invece – ha concluso Piana – che si stia avviando una politica a sostegno delle grandi imprese, con un mercato delle opere pubbliche dai grandi lotti, quale potrebbe rischiare di essere già l’eventuale accorpamento in un unico lotto del raddoppio Catenanuova/Cefalù, con le note conseguenze per le nostre realtà imprenditoriali».

Finanziaria approvata, la Regione Sicilia prova a marciare in mezzo alla palude creata da una inetta-corrotta classe dirigenziale

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La finanziaria è stata approvata, la Regione siciliana prova a marciare in mezzo alla palude creata da anni da una classe dirigenziale -politica che ha paralizzato ogni settore  della Sicilia e coltivato interessi particolari in parte della popolazione regionale.

Si riparte    adesso da quelle risorse che servono per dare slancio e vigore alla struttura regionale. “Il Presidente della RegioneMusumeci ha rilasciato questa dichiarazione a margine dell’approvazione della normativa finanziaria Eccola: 

«La vera sfida che abbiamo di fronte, quella che può rappresentare il vero volano per l’economia della nostra Isola, è legata, ovviamente, alla sapiente gestione delle risorse extraregionali che sono l’unica vera fonte economica che consente di alzare la leva dello sviluppo. Chi non ha capito che il sistema degli Enti locali e delle Regioni, con il prelievo forzoso stabilito dallo Stato e con la riduzione di tutti i trasferimenti, non consente più di costruire un modello di sviluppo utilizzando la sola legge finanziaria, chi non ha chiaro che il pil regionale cresce solo se aprono i cantieri e si fanno lavorare le imprese, obiettivo che può essere raggiunto soltanto impiegando tutte le risorse statali ed europee a nostra disposizione, racconta un film di fantascienza. Le imprese, quelle non mediate da chi ha fatto il “compare” della politica dell’ultimo decennio, hanno visto che in poco più di dodici mesi sono cresciuti i bandi, le gare d’appalto e l’Ance conferma la crescita del numero delle procedure sulle infrastrutture. Nel 2018 abbiamo messo sul territorio ben tre miliardi di euro».

 

Finanziaria lights della Regione siciliana: Armao, il governo coprirà solo spese necessarie- Ritardi del Fondo Pensioni

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Una sorta di “Finanziaria light” e un bilancio essenziale. Questa la strategia del Governo siciliano, come affermato in estrema sintesi dall’assessore all’Economia,avv. Gaetano Armao:  «Sarà una Finanziaria leggera, tecnica. La approveremo questa settimana in giunta ed entro fine dicembre all’Ars. E rinvieremo a gennaio, in una serie di collegati, le norme di maggior peso politico da approvare con priorità».

Un piano sembra che tenda ad evitare  l’esercizio provvisorio rinviando a gennaio le misure di maggior peso politico. «Ci limiteremo a coprire le spese necessarie – prosegue Armao – cercando di avviare il recupero di una situazione difficile sul piano economico, come abbiamo evidenziato nel Def».       Intanto sfugge di mano la situazione al Fondo Pensioni della Regione dove sono in ritardo i pagamenti delle pensioni ai dipendenti regionali che già sono in fibrillazione  Vedremo nelle prossime ore …