CENTRO ILhM A CATANIA: CAMBIAMENTO SOCIALE PER UNA CORRETTA GESTIONE DELLE RISORSE SANITARIE

 

Healthcare e nuovi modelli di governance: a Catania convegno regionale

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(foto archivio SUD LIBERTA’)

SANITÀ: CON IL POLO “ILHM” PASSA DALL’UNIVERSITÀ LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA MANAGERIALE PER LA SFIDA DIGITALE

CATANIA – «

Le nuove tecnologiche e i cambiamenti che ne derivano sono sempre più dirompenti in tutti gli ambiti della nostra vita sociale, ma è soprattutto nel settore della medicina che l’innovazione hi tech è in grado di aprire orizzonti straordinari, sotto i profili della prevenzione, della mappatura, della cura, della programmazione. Nuove visioni capaci di rivoluzionare lo sviluppo economico, e non solo, di un territorio. Il numero enorme di start up, di venture capital, di investimenti imprenditoriali in campo sanitario è il segnale che questo processo di evoluzione è in corso e che abbiamo il dovere di organizzarci per guidarlo con responsabilità». L’economista e docente universitaria Elita Schillaci spiega così lo slancio culturale da cui è nato il Centro Studi Avanzato di Innovazione, Leadership e Health Management dell’Università di Catania, definito anche con l’acronimo “ILhM”. Un’iniziativa che vede impegnati diversi Dipartimenti dell’Ateneo, sia di matrice scientifica che giuridica, a testimonianza che il tema della salute coinvolge in modo trasversale i diversi saperi.

 

Il Centro svolgerà attività di ricerca, formazione, consulenza e assistenza per determinare una corretta gestione delle risorse sanitarie che sappia dare un impatto positivo alla crescita del Pil di una regione come la Sicilia. Traducendo gli obiettivi in termini operativi: adeguata assistenza in tempi e spazi sostenibili, uso delle nuove frontiere della telemedicina, riduzione degli scarti, ottimizzazione delle risorse, migliori modelli di governance, ruolo attivo dei pazienti, incremento delle buone prassi per diagnosticare, trattare, curare. «È necessario capire come migliorare la qualità dell’erogazione della prestazione sanitaria, ma anche la qualità della gestione amministrativa» ha affermato il rettore dell’Università etnea Francesco Basile, durante la presentazione di ILhM nell’Aula Magna del Palazzo delle Scienze. «A Catania stiamo vivendo un momento positivo, e migliore rispetto ad altre parti dell’Isola – ha continuato il rettore – perché tutte le aziende sanitarie locali risultano ben governate e di alto livello. Abbiamo inaugurato diverse nuove strutture, come il pronto soccorso del Policlinico, e ci apprestiamo ad aprirne altre, come l’ospedale San Marco a Librino. Fondamentale è anche il tema della formazione del management, per dare la possibilità ai medici di esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Su questo fronte l’analisi dei dati è estremamente utile perché rappresenta uno stimolo per migliorare il sistema».

E proprio un excursus sugli scenari che emergono dagli studi sulla disciplina è stato tracciato da Elio Borgonovi, presidente del Cergas della Bocconi e relatore dell’incontro insieme ai promotori di ILhM: Elita SchillaciGiuseppe Vecchio e Salvatore Aleo, rispettivamente direttore e docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali presso cui avrà la sede amministrativa del Centro. Hanno preso la parola il vicesindaco di Catania Roberto Bonaccorsi e la direttrice del Dipartimento di Economia e Impresa Michela Cavallaro. In sala presenti direttori e docenti dei diversi Dipartimenti universitari, che hanno ascoltato con attenzione l’intervento dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, il quale ha definito la nascita del Centro la risposta «necessaria all’esigenza della Sicilia di avere una prossima generazione di manager e medici che sia maggiormente professionalizzata sulla nuova missione dell’healthcare. Occorre – ha detto – quel cuscinetto generazionale di professionalità in grado di raccogliere le nuove sfide e di gestire il periodo di transizione dal presente al futuro. Solo formando profili professionali adeguati, potremo creare quel sistema in grado di assorbire tutte quelle risorse spesso costrette a lasciare il territorio».