Crocetta si sfoga in un fiume di parole adesso che perde la sua poltrona – SUD LIBERTA' vi rivela gli errori più eclatanti del Presidente

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Ho provato un’amarezza tutta palermitana. La cosa più spaventosa sono stati questi cinque anni di  muro di gomma attorno da una parte delle istituzioni palermitane, che  pensano di essere la Sicilia e che pensano di essere tutta Palermo. Ma non è così”. Lo ha detto Rosario Crocetta, durante la conferenza  stampa a Palermo. Non fa mai il nome del sindaco di Palermo, Leoluca  Orlando, ma è chiaro il riferimento al king maker di queste elezioni  regionali. Colui che ha scelto il nome del candidato della coalizione, Fabrizio Micari.

“Per me oggi è un giorno di liberazione personale, per esser chiari. Ho fatto cinque anni di sacrifici terribili, di violenze persino a me stesso, al mio modo di pensare”.

Crocetta si sfoga, nel mirino il sindaco Orlando. “Credono di essere tutta la Sicilia” “Quattro anni fa, al primo rimpasto,  pensai di dimettermi e di ricandidarmi da solo. Devo ammettere che è  stato un pensiero che ho fatto altre due volte”.

A Roma mi chiedono sempre perché in cinque  anni io abbia cambiato 57 assessori – continua – ma se me lo chiedete  voi giornalisti siciliani, mi arrabbio  perché sapete bene che io non  avrei mai cambiato nessuno e che tutto é dipeso dai partiti”. Poi,  rivolgendosi ai giornalisti ha detto: “Sicuramente vi mancherò..”

“Io mio errore più grande è stato di avere cambiato tutti questi assessori perché ho ceduto alla umiliazione della politica. Sono pentito di non avere fatto Rosario Crocetta fino in fondo, in nome della ragion di stato.  Al primo grande rimpasto avrei dovuto chiedere il voto ai siciliani ”

Dal punto di vista del regolamento dei conti dovrei candidarmi e fargliela pagare, a quanti hanno voluto delegittimare la mia azione di governo in questi cinque anni .Chi prenderà il mio posto passerà il suo tempo a tagliare nastri – aggiunge – perché noi abbiamo avviato
numerose opere pubbliche. Abbiamo sistemato i conti”.

“Il sindaco a Palermo lo fa Orlando ab aeterno. Ma quando esce fuori dalla città ha difficoltà, come quando si candido’ con la sua lista e non raggiunse il 5%. Pensa di vincere nella sua città come sindaco e pensa di vincere le regionali, la sua è una bella ossessione”.

“Dal 29 ottobre del 2012, quando sono stato eletto, tutti sono diventati candidati – aggiunge –  Per cinque anni ho avuto a che fare non con alleati ma con dei candidati”.

Senza riconoscimento politico, l’accordo salta. Nessuno pensi che è una questione di candidatura, perché siamo in grado di farci eleggere da soli alle regionali e anche
alle politiche. Ma nessuno pensi di creare ostacoli a Renzi, che non solo ha riconosciuto il ruolo svolto in questi anni e i progressi fatti ma anche dignità politica al movimento del megafono”.

“Con me candidato si stravinceva”. Ne è convinto Rosario Crocetta che incontrando i giornalisti dice: “Non mi sono ritirato, sia chiaro, ma abbiamo rinunciato a una battaglia.
E’ chiaro che senza di noi il centrosinistra perde. L’amore è un atto unilaterale”.

“I sondaggi in mio possesso mi davano dal 22 per cento al 24 per cento da solo.Ma non sarei stato sufficientemente forte per vincere insieme e non sufficientemente forte per vincere da solo…sono in tanti a votarmi ma in segreto, ma non lo direbbero neppure sotto
tortura”.

“E’ chiaro che senza di noi Micari era un candidato perdente, per essere chiari. Adesso, con noi dentro, ce la può fare”. Così Rosario Crocetta, incontrando  i giornalisti chegli chiedevano cosa è cambiato rispetto a pochi giorni fa quando diceva che il progetto civico di Micari era “perdente”. “Oggi si gioca una partita diversa perché Micari può contare su un centrosinistra quasi compatto – dice – Mi spiace che Claudio Fava faccia la solita
corsa solitaria come 5 anni fa. Peccato”.

“Saro’ capolista del Megafono a Palermo, Messina a Catania e ci misureremo corpo a corpo. Io non mi sono ritirato, come movimento abbiamo rilanciato la battaglia politica, sottoponendo il nostro punto di vista all’interno del partito. C’e’ un rapporto affettivo e politico col Pd che io non cancellero’. Ci saremo in tutti gli appuntamenti regionali e nazionali”.

Se ci è consentito un commento al fiume di parole raccolte dal giornalista dell’Agenzia incaricata Rosario Crocetta è stato troppo incoerente con le sue idee. Ha cercato sempre appoggi anche dove non avrebbe dovuto richiederli per mantenere pulita la sua immagine.    Non gli piacciono le critiche, non le tollera e punta troppo – anzi ne abusa,sui discorsi sospetti di antimafia.

L’antimafia è un comportamento quotidiano non occasionale da strimpellare al Megafono.   Quel megafono che oggi diplomaticamente l’ex premier Renzi ha spento e respinto  Crocetta ad essere più lucido anche se pensiamo  neppure si  sarà accorto della puntura dolorosa di ritirare la propria candidatura per evitare l’isolamento generale.       Disco verde dunque a Claudio Fava, figlio del noto giornalista catanese Giuseppe ucciso dalla mafia catanese.