Catalogna: il prezzo della libertà

 

In migliaia hanno festeggiato a plaza Sant Juame, sotto la sede del governo della Generalitat.

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La dichiarazione d’indipendenza, approvata con voto segreto, annuncia la costituzione della “repubblica catalana come stato indipendente e sovrano” e invita il governo di Barcellona a “emettere tutte le risoluzioni necessarie per l’implementazione della legge di transizione giuridica e fondamento della Repubblica”.

Fra le misure, figurano provvedimenti per istituire la nazionalità catalana, la promozione del riconoscimento internazionale, la creazione di una Banca della Catalogna, l’integrazione dei funzionari spagnoli nella nuova amministrazione indipendente, provvedimenti per l’esercizio dell’autorità fiscale, la messa a punto di una lista dei beni dello stato spagnolo presenti in Catalogna per una effettiva successione nella proprietà. Sono previsti anche un negoziato con Madrid e la firma di trattati internazionali.

Dopo il via libera del Senato all’applicazione dell’articolo 155 in Catalogna e al termine di un consiglio dei ministri straordinario, Rajoy ha annunciato la destituzione del presidente della Generalitat catalana e del suo governo, oltre allo scioglimento del Parlamento autonomo di Barcellona e la convocazione di elezioni anticipate in Catalogna il 21 dicembre. Rajoy ha inoltre annunciato la presentazione di un ricorso alla Corte Costituzionale contro la dichiarazione di indipendenza.

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Ho deciso di convocare quanto prima elezioni libere, pulite e legali per restaurare la democrazia” ha detto Rajoy. “Sono le urne, quelle vere, con leggi, controlli e garanzie quelle su cui si può basare la convivenza”, ha affermato il primo ministro, con un chiaro riferimento al referendum sulla secessione, ritenuto illegale.

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Nell’applicare l’articolo 155, il governo spagnolo ha destituito anche il segretario generale del dipartimento dell’Interno della Generalitat, Cesar Puig, e il direttore generale della polizia generale della polizia regionale dei Mossos d’Esquadra, Pere Soler. Il provvedimento, nota El Mundo, non colpisce per il momento il comandante dei Mossos, Josep Lluis Trapero. E’ stata anche decisa la chiusura di tutte le rappresentanze della Catalogna all’estero, una delle quali si trova anche a Roma.

(Agenzia)