GIORNATA EUROPEA DEL NUMERO UNICO DI EMERGENZA EUROPEO 1 1 2

I numeri del 112 toscano: un servizio cresciuto molto negli ultimi anni -  Giglionews
 Roma –
Oggi 11 febbraio ricorre la Giornata Europea celebrativa del Numero Unico di Emergenza europeo 1.1.2..
L’1.1.2. Day è stato istituito nel 2009 con l’adozione di una dichiarazione congiunta del Parlamento Europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea, al fine di incrementare la conoscenza del servizio e dei suoi vantaggi da parte dei cittadini europei.
Il Numero Unico Europeo delle Emergenze- comunica l’Ufficio Stampa – è oggi operativo in 13 Regioni italiane, con 18 Centrali Uniche di Risposta (CUR) che garantiscono la copertura del servizio ad oltre 38 milioni di abitanti, pari a circa il 65% della popolazione nazionale.
Il Servizio permette ad ogni cittadino, digitando l’1.1.2. da rete fissa o da rete mobile, di richiedere il tipo di soccorso di cui necessita (sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco e soccorso in mare). La chiamata viene raccolta dalla Centrale Unica di Risposta che, svolte le opportune verifiche, la inoltra con i dati di localizzazione del chiamante e del tipo di soccorso, alla sala operativa competente per l’intervento immediato.
Il sistema dell’1.1.2., in piena coerenza con i requisiti del Servizio previsti dalla normativa europea e recepiti in quella nazionale, presenta dei rilevanti punti di forza che lo rendono prezioso per tutti i cittadini. Questi ultimi, infatti, possono raggiungere gratuitamente attraverso un solo numero tutti i servizi di emergenza con la garanzia di un accesso multilingue.
Tutte le chiamate sono localizzate; questa funzione, in particolare, certamente utile in città, risulta indispensabile per le chiamate provenienti da aree extra urbane dove risulta difficile fornire indicazioni precise e tempestive per essere raggiunti dai soccorsi. Proprio per garantire maggiore accuratezza in questi casi, dal 2022 l’Italia si è adeguata ai migliori standard tecnologici aggiungendo ai dati di localizzazione provenienti dalla rete telefonica quelli generati dallo smartphone.
Le Centrali uniche di risposta, inoltre, effettuano una rilevante azione di filtro delle chiamate improprie (non di emergenza) pari – nel 2023 – a quasi il 45% del totale delle richieste. Questo consente di liberare le centrali operative degli enti di pronto intervento da una significativa mole di lavoro, consentendo di concentrare le risorse sugli effettivi soccorsi richiesti.
In Italia, ogni chiamata di emergenza riceve normalmente una risposta in poco più di 7 secondi, con tempi complessivi di gestione della chiamata in linea con il disciplinare tecnico. Nel caso in cui il contatto con la centrale non avvenga per qualsivoglia ragione, l’utente viene immediatamente richiamato.
Per comprendere le dimensioni del servizio assicurato è sufficiente evidenziare che, nel corso del 2023, le Centrali Uniche di Risposta operanti sul territorio hanno gestito oltre 21 milioni di telefonate, assicurando la ricezione anche delle chiamate di emergenza generate direttamente dalle autovetture in caso di incidente automobilistico grazie al sistema e-Call. Nel 2023, le segnalazioni gestite con tale modalità sono state oltre 120.000, con l’inoltro di 7084 chiamate per interventi riconosciuti dalla C.U.R. come effettivamente necessari.
L’Italia ha sempre avuto una particolare attenzione a garantire l’accesso delle persone non udenti al servizio di emergenza. Già dal 2021 è attivo il servizio “112Sordi” erogato su tutto il territorio nazionale con un sistema completamente gratuito che consente l’utilizzo di una chat testuale in tempo reale, la condivisione della posizione geografica, la possibilità di ricevere immagini utili in attesa dei soccorsi e di rispondere a domande interattive estremamente semplici e veloci. Lo scorso anno 482 persone non udenti sono state soccorse con questo speciale sistema a loro dedicato.
Il modello di Numero Unico di Emergenza Europeo sviluppato in Italia, fortemente permeato da tecnologie sempre più sofisticate, messe gratuitamente al servizio della sicurezza dei cittadini, esprime una forte collaborazione istituzionale che vede il governo del sistema affidato ad una regia integrata tra Stato e Regioni. 
Espressione operativa di questo modello è la Commissione consultiva del Ministero dell’Interno nella quale sono rappresentate tutte le componenti del NUE 1.1.2. (Ministero dell’Interno, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero della Difesa, Ministero dell’Economia e Finanze, Dipartimento delle Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero della Salute e Conferenza Stato Regioni). A livello territoriale sono, invece, le Prefetture Capoluogo di Regione a coordinare i Gruppi di monitoraggio nel cui ambito sono rappresentate tutte le componenti istituzionali coinvolte.
Si tratta di un modello organizzativo che costituisce un unicum per complessità di composizione e vastità di impatto sulla sicurezza dei cittadini europei, che è riuscito a coniugare la storia pluridecennale dei numeri di pronto intervento con l’orizzonte di un servizio universale di livello europeo.

Gesti di violenza sul peschereccio La Finanza arresta cinque persone, egiziani, per immigrazione clandestina

 

Arrestate 5 persone

 

Messina,

Personale della Squadra Mobile della Questura di Messina e del G.I.C.O. – Nucleo P.E.F. della Guardia di Finanza di Messina, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Catania e Siracusa, nell’ambito delle attività investigative connesse allo sbarco di migranti giunti a bordo di due motovedette della Guardia Costiera (179 persone soccorse in acque internazionali e 5 cadaveri) nella mattinata del 24 luglio 2022, ha sottoposto a fermo di p.g. 5 cittadini egiziani di età compresa tra i 21 ed i 28 anni indiziati dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto.

Alle ore 08.30 circa di domenica scorsa sono giunte presso il Molo Norimberga due motovedette della Capitaneria di Porto, con a bordo complessivamente 179 migranti e 5 cadaveri.

I migranti giunti in questo Centro erano stati tratti in salvo nell’ambito di una vasta operazione di soccorso e recupero coordinata dalla Capitaneria di Porto all’esito della quale 674 persone, a bordo di un peschereccio, venivano soccorse in mare aperto e poi fatte sbarcare nei porti di diverse località italiane (Messina, Siracusa, Catania e Crotone).

Ultimate le operazioni di sbarco, la Procura della Repubblica di Messina ha coordinato l’intervento di personale della Polizia Scientifica, nonché del medico legale intervenuto per i rilievi sulle salme e sono state, quindi, immediatamente avviate attività investigative finalizzate a comprendere le dinamiche del viaggio ed identificare eventuali “scafisti”.

Le informazioni rese da alcuni dei migranti hanno consentito di appurare come, dopo circa un mese di permanenza in una connection house (un luogo di transito, dove i migranti sono tenuti rinchiusi in attesa della traversata) sulle coste Libiche, nella serata di martedì 19 luglio il peschereccio è partito alla volta dell’Italia.

Durante la traversata, i membri dell’equipaggio hanno improvvisamente spento i motori e chiesto soccorso, con un dispositivo satellitare di cui si sono prontamente liberati, gettandolo in mare.

In merito al trattamento ricevuto, i migranti hanno raccontato dei gesti di violenza subiti a bordo, consistiti in percosse con bastoni o con cinghie, reazioni scaturite anche dal semplice vociare considerato eccessivo o da banali richieste di cibo e acqua. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso come durante la traversata le risorse idriche e di cibo siano state disumanamente razionate, al punto che i migranti erano costretti a spartirsi un bicchierino da caffè pieno d’acqua in dieci.

A causa del forte caldo e della mancanza di acqua potabile, molti dei migranti hanno accusato dei malori e hanno raccontato di aver visto morire i loro compagni di viaggio per il caldo e la disidratazione, essendo stati tutti costretti a bere anche l’acqua del mare e del motore.

In particolare uno di loro ha riferito che, sempre nel corso della traversata, i membri dell’equipaggio del peschereccio hanno assegnato ad un migrante il compito di gestire e razionare le scorte di acqua potabile. Durante il tragitto, quando la persona che si occupava di questa mansione si rifiutava di svolgerla o non usava la dovuta parsimonia, veniva picchiata violentemente, con l’ulteriore spiacevole conseguenza per i migranti di subire un ulteriore progressivo razionamento dell’acqua da bere.

Sulla base degli elementi raccolti, cinque soggetti, tutti di nazionalità egiziana, sono stati sottoposti a fermo di p.g. per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto e, espletate le formalità di rito, condotti presso la casa circondariale di Messina “Gazzi”.

Si precisa che il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e che, in ossequio al principio di non colpevolezza fino a sentenza di condanna passata in giudicato, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse degli indagati. Referente: Ten. Col. Girolamo Franchetti – C.te NPEF Messina; Contatti: 3346291094 

Un intero popolo di migranti sbarca in Sicilia- Soccorso e ritrovamento di corpi senza vita

 

Lampedusa,

Due mezzi della Capitaneria di Porto sono approdati – si apprende oggi – sul molo Norimberga di Messina, dopo avere 
soccorso un peschereccio al largo della Libia con a bordo 500 migranti.

A Messina ne sono sbarcati solo 179, oltre alle salme di cinque persone decedute per cause non ancora accertate. Gli altri sono stati dirottati a Portopalo di Capo Passero, Catania e Crotone. I migranti, tra i quali  57  minori ,non  accompagnati, sono stati accolti da personale della polizia, della Guardia Finanza,della Prefettura, del Comune dell’Asp 

 

Ieri, un peschereccio alla deriva con oltre 600 migranti – si apprende -è stato soccorso, a circa 124 miglia dalla Calabria, da una nave mercantile, da 3 motovedette della Guardia Costiera e da un’unità della Guardia di Finanza. A bordo del peschereccio, sono stati rinvenuti anche 5 corpi priva di vita. 674 in totale le persone tratte in salvo – alcune recuperate direttamente dall’acqua – dalle MM/VV CP323, 332 e 309, dalla PV3 della Guardia di Finanza e dalla nave mercantile Nordic – fatta dirigere anche essa in area per l’emergenza – che poi le ha trasbordate su nave Diciotti della Guardia Costiera, presente nell’area del soccorso.
Utilizzato anche un velivolo da pattugliamento marittimo P72A impiegato dalla Marina Militare, che ha effettuato il primo avvistamento, e un aereo di Frontex che ha seguito l’evento. I migranti salvati sono stati trasferiti nella mattina di oggi nei porti calabresi e siciliani.
Le operazioni di soccorso sono avvenute in area di responsabilità SAR italiana, sotto il coordinamento della Centro Operativo Nazionale di soccorso della Guardia costiera italiana.

Carabinieri di Alcamo in soccorso di un cane gravemente ferito da randagi

Prima multa per omissione di soccorso di animale

Immagine Archivi Sud Libertà

I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Alcamo, nel pomeriggio di ieri, hanno soccorso un cane ferito nelle campagne di Bruca.
I militari dell’Arma, allertati da segnalazione pervenuta al 112 da parte di un privato cittadino il quale aveva assistito all’aggressione dell’animale da parte di altri cani randagi senza però riuscire ad aiutarlo, sono intervenuti in pochi minuti. I Carabinieri, giunti sul posto, hanno individuato il cane, con non poche difficoltà, riverso a terra in un prato in mezzo a fango ed erba alta, impossibilitato a muoversi perché particolarmente dolorante e sanguinante.

Una volta raggiunto, lo hanno condotto al sicuro e coperto con un telo per farlo riprendere dal freddo, permettendogli di bere un po’ d’acqua. In collaborazione con l’amministrazione comunale di Buseto Palizzolo, è stata subito interessata l’associazione LIDA (Lega Italiana Diritti Animali) cui il povero cane è stato affidato. L’animale fortunatamente non è in pericolo di vita, sta bene ed è stato preso in cura da un veterinario di Custonaci.

Vivi per miracolo 236 migranti arrivati con barcone a Pozzallo ed abbandonati da Malta

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Vivi per miracolo. 236 migranti arrivati ieri sera a Pozzallo. Sono 12 bambini (di cui 5 neonati) e quasi 50 donne arrivate a bordo del peschereccio ‘abbandonato’ dalle autorità maltesi nel Mediterraneo. Sul barcone sembra siano quasi tutti eritrei. Individuati gli scafisti, si tratta di un libico e di un tunisino. “Malta si conferma vergognosa – afferma – chissà se a Bruxelles sprecheranno inchiostro per mandare letterine di richiamo anche alla Valletta”, afferma il ministro dell’interno Matteo Salvini.

Mentre esprime soddisfazione l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati: “Questo barchino traballante ha portato 220 persone in mare per 3 giorni – senza cibo/acqua. Loro sono miracolosamente vivi a Pozzallo. Altri invece, scomparsi in queste stesse ore”.  “Il soccorso in mare è fondamentale, assieme a un meccanismo sicuro e prevedibile di approdo”.

(Ag.)

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Foto d’Archivio

La nave “Mare Jonio” riparte dal porto di Palermo in soccorso di imbarcazioni in difficoltà

 

migranti, nave Mare Jonio, Sicilia, Cronaca

Foto della nave Mare Jonio del progetto “Mediterranea”

Seconda missione di monitoraggio della nave Mare Jonio  nelle acque internazionali tra le coste italiane e la Libia.

La nave italiana della piattaforma Mediterranea, ancorata a Palermo, nel porto, per una sosta tecnica e di rifornimento, è l’unica nave in navigazione nel Mediterraneo centrale «con l’essenziale funzione di testimonianza e pronta a intervenire, qualora fosse necessario, in soccorso di imbarcazioni in difficoltà».La Mediterranea ha diffuso questo comunicato:

«Una situazione, quella attuale, diretta conseguenza della campagna di criminalizzazione delle Ong e delle politiche di chiusura dei confini, in un tratto di mare considerato la frontiera più letale al mondo che nello scorso mese di settembre ha registrato il numero drammatico di una persona morta o dispersa su cinque, tra coloro che hanno tentato la traversata».

Alla missione iniziata oggi parteciperà anche Riccardo Gatti di Proactiva Open Arms e un team di soccorso in mare della Ong tedesca Sea-Watch partner del progetto.