CONCORSI COL “TRUCCO”: NEI GUAI DUE NOTI E STIMATI INTELLETTUALI, UN PRIMARIO E UN DIRETTORE OSPEDALIERI

 

Nella foto Il dr. Antonio Granata

 

CATANIA

Concorsi “ad hoc” per alcuni “privilegiati”. Ci risiamo . Un concorso truccato per sei posti di nefrologo bandito dall’Asp di Catania ed episodi di corruzione per la somministrazione di un integratore alimentare prescritto reiteratamente ai pazienti. Sono il contenuto delle indagini condotte dagli investigatori di Catania in alcuni Asp e strutture etnee.

A Catania due medici, il direttore dell’Unità di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Cannizzaro di Catania  dr.Antonio Granata, 69 anni, ed il direttore dell’Unità di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale prof.Giovanni Giorgio Battaglia, nato nel 53,specializzato in Nefrologia all’Università di Messina, sono stati sospesi ed interdetti su disposizione del Gip  per otto mesi dall’esercizio del pubblico ufficio di dirigente medico con l’interdizione esclusiva dall’attività di partecipazione a qualsiasi titolo alle procedure di esami e concorsi pubblici dalla Procura di Catania perché indagati, a vario titolo, per i reati di  corruzione per l’esercizio della funzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione per sei mesi invece per un imprenditore, Mario Mancini, e la sua azienda, la «Mediform Italia s.r.l.».

MediciSocial Giorgio Battaglia - Direttore UOC di Nefrologia e Dialisi PO Acireale ASP - YouTube
Archivi -Sud Libertà – Il prof Giorgio Battaglia-

Nel secondo caso dove è emersa ‘ipotesi di reato di corruzione: il primario Antonio Granata avrebbe prescritto reiteratamente ai suoi pazienti integratori alimentari commercializzati dalla Mediform Italia riconducibile a Mario Mancini in cambio di mille euro al mese. Granata è anche indagato per falso ideologico perché, durante la pandemia e all’esito della positività di un suo congiunto, avrebbe indotto in errore un dirigente medico e un coordinatore infermieristico in servizio all’Uo del Cannizzaro da lui diretta; in particolare attestando falsamente che il tampone per la diagnosi del virus fosse di un altro paziente.