PAPA FRANCESCO: “IL MONDO ESALTA CHI SI FA RICCO E POTENTE MA VOI -DA UMILI -GUARDATE GLI OPPRESSI E COSTRUITE LA NUOVA UMANITA'”

Sfruttano l'immagine di Francesco per fare soldi - Tiscali Notizie

 

Un mondo “che esalta chi si fa ricco e potente” con qualsiasi mezzo, anche calpestando “la persona umana e la sua dignità”, Gesù chiede anche oggi a tutti gli uomini di buona volontà di farsi piccoli, “miti e umili” come Lui, e di guardare agli affaticati e oppressi, da abbracciare e sfamare, come ai “costruttori della nuova umanità”. E chiede alla Chiesa di “vivere le opere di misericordia ed evangelizzare i poveri”. 

“La vera saggezza viene dal cuore”

Il Papa divide in tre parti il brano dell’evangelista Matteo proposto dalla liturgia. Prima Gesù loda il Padre, perché ha rivelato ai poveri e ai semplici “i misteri del Regno dei cieli”, della sua Verità, nascondendoli “ai sapienti e ai dotti”.

Li chiama così con un velo di ironia, perché presumono di essere saggi, sapienti e dunque hanno il cuore chiuso, tante volte. La vera saggezza viene anche dal cuore, non è soltanto capire idee: la vera saggezza anche entra nel cuore. E se tu sai tante cose e hai il cuore chiuso, tu non sei saggio. I misteri di suo Padre, Gesù li dice rivelati ai «piccoli», a quanti cioè si aprono con fiducia alla sua Parola di salvezza, sentono il bisogno di Lui e attendono tutto da Lui.

“Padre mio-dice Gesù- per affermare l’unicità del rapporto con Lui”

Poi, nella seconda parte, Gesù “svela il rapporto intimo e singolare che c’è tra Lui e il Padre”, spiega “che ha ricevuto tutto dal Padre”. Lo chiama “Padre mio”, ricorda Francesco, “per affermare l’unicità del suo rapporto con Lui”. Che è di “totale reciprocità: l’uno conosce l’altro, l’uno vive nell’altro”. Ma questa comunione unica, chiarisce il Pontefice, “è come un fiore che sboccia, per rivelare gratuitamente la sua bellezza e la sua bontà”.

“Gesù vuole donarci la sua Verità che è lo Spirito Santo”

Infatti, e questa è la terza parte, Cristo “vuole donare quanto attinge dal Padre”, vuole donarci la sua Verità, che è “sempre è gratuita: è un dono, è lo Spirito Santo”. E quindi “invita ad andare a Lui e a seguirlo per trovare sollievo”. Come il Padre ha una preferenza per i “piccoli”, spiega alla fine  Papa Francesco, così anche Gesù si rivolge agli “affaticati e oppressi”. Anzi, mette sé stesso tra loro, perché Egli è il “mite e umile di cuore”. 

Così Gesù, «mite e umile», non è un modello per i rassegnati né semplicemente una vittima, ma è l’Uomo che vive «di cuore» questa condizione in piena trasparenza all’amore del Padre, cioè allo Spirito Santo.

Video Vaticano – Angelus

Papa Francesco: “Prendiamoci cura di chi non ha nessuno o è solo”

Oggi in una piazza ordinata, distante ognuno dall’altro, Papa Francesco si rivolge in un messaggio video a tutti coloro che condividono la preghiera globale promossa da Thy Kingdom Come (“Venga il tuo Regno”), un movimento iniziato nel 2016 dall’arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, Justin Welby, assieme a quello di York e “un’occasione per i cristiani di unirsi in preghiera per l’evangelizzazione del mondo”, come sottolinea in un comunicato il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani.

Rivolgiamoci allo Spirito Santo Consolatore

Il Papa si sofferma sul significato della Pentecoste, un evento col quale, osserva, “Dio ha contagiato di vita il mondo”, mentre oggi “stride tutto ciò con il contagio di morte che da mesi infesta la Terra”. Quel giorno, prosegue, “popoli che parlavano lingue diverse si incontrarono”, tutto l’opposto di quelle “misure giuste e necessarie per distanziarci” che da mesi si osservano in tutti i continenti. “C’è bisogno – afferma Francesco – di risollevare tanti cuori affranti” e lo Spirito Santo è il Consolatore per eccellenza, “ci dà la certezza di non essere soli, ma sostenuti da Dio” e dunque capaci di fare altrettanto.

“Vogliamo che qualcuno si prenda cura di noi? Prendiamoci cura di chi non ha nessuno. Ci serve speranza per il domani? Doniamo speranza oggi”

La strada è quella della regola d’oro, del fare agli altri ciò che si vuole per sé. “Desideriamo essere ascoltati? Ascoltiamo. Abbiamo bisogno di incoraggiamento? Incoraggiamo. Vogliamo che qualcuno si prenda cura di noi? Prendiamoci cura di chi non ha nessuno. Ci serve speranza per il domani? Doniamo speranza oggi”, insiste Francesco, che riconosce nel mondo attuale “una tragica carestia della speranza”. Per questo, il Papa invita i cristiani a farsi “più ancora e più insieme testimoni di misericordia per l’umanità duramente provata”.

Chiediamo allo Spirito, dice, “il dono dell’unità, perché diffonderemo fraternità solo se vivremo da fratelli tra noi. Non possiamo chiedere all’umanità di stare unita se noi andiamo per strade diverse. Allora preghiamo gli uni per gli altri, sentiamoci responsabili gli uni degli altri”.

“Bisogna investire sulla Salute, sul Lavoro, sulle disuguaglianze e sulla povertà”

E poi un pensiero concreto, perché la sofferenza per il Papa è sempre carne di Cristo da toccare. Poiché, ricorda, lo “Spirito Santo dona sapienza e consiglio”, in “questi giorni invochiamolo su quanti sono tenuti a prendere decisioni delicate e urgenti, perché proteggano la vita umana e la dignità del lavoro. Su questo si investa: sulla salute, sul lavoro, sull’eliminazione delle disuguaglianze e delle povertà”. Mai come ora, ripete, “ci serve uno sguardo ricco di umanità”, c’è “bisogno di tornare a camminare verso Dio e verso il prossimo: non separati, non anestetizzati di fronte al grido dei dimenticati e del pianeta ferito. Abbiamo bisogno di essere uniti per fronteggiare le pandemie che dilagano: quella del virus, ma anche la fame, le guerre, il disprezzo della vita, l’indifferenza. Solo camminando insieme andremo lontani”.

PAPA FRANCESCO “LA CHIESA E’ VUOTA MA NON DELL’AMORE DI GESU’…”

 

 

 

Il Vangelo di questa domenica  presenta due messaggi, afferma Papa Francesco: l’osservanza dei comandamenti e la promessa dello Spirito Santo.

Gesù lega l’amore per Lui all’osservanza dei comandamenti, e su questo insiste nel suo discorso di addio: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti» ; «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama»

. Gesù ci chiede di amarlo, ma spiega: questo amore non si esaurisce in un desiderio di Lui, o in un sentimento, no, richiede la disponibilità a seguire la sua strada, cioè la volontà del Padre. E questa si riassume nel comandamento dell’amore reciproco – il primo amore [nell’attuazione] –, dato da Gesù stesso: «Come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri»  Non ha detto: “Amate me, come io ho amato voi”, ma “amatevi a vicenda come io vi ho amato”. Egli ci ama senza chiederci il contraccambio. È un amore gratuito quello di Gesù, mai ci chiede il contraccambio. E vuole che questo suo amore gratuito diventi la forma concreta della vita tra di noi: questa è la sua volontà.

Per aiutare i discepoli a camminare su questa strada, Gesù promette che pregherà il Padre di inviare «un altro Paraclito» , cioè un Consolatore, un Difensore che prenda il suo posto e dia loro l’intelligenza per ascoltare e il coraggio per osservare le sue parole. Questo è lo Spirito Santo, che è il Dono dell’amore di Dio che discende nel cuore del cristiano.

Dopo che Gesù è morto e risorto, il suo amore è donato a quanti credono in Lui e sono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Lo Spirito stesso li guida, li illumina, li rafforza, affinché ognuno possa camminare nella vita, anche attraverso avversità e difficoltà, nelle gioie e nei dolori, rimanendo nella strada di Gesù. Questo è possibile proprio mantenendosi docili allo Spirito Santo, affinché, con la sua presenza operante, possa non solo consolare ma trasformare i cuori, aprirli alla verità e all’amore.

Di fronte all’esperienza dell’errore e del peccato – che tutti facciamo –, lo Spirito Santo ci aiuta a non soccombere e ci fa cogliere e vivere pienamente il senso delle parole di Gesù: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti» . I comandamenti non ci sono dati come una sorta di specchio, nel quale vedere riflesse le nostre miserie, le nostre incoerenze. No, non sono così. La Parola di Dio ci è data come Parola di vita, che trasforma il cuore, la vita, che rinnova, che non giudica per condannare, ma risana e ha come fine il perdono. La misericordia di Dio è così.  Una Parola che è luce ai nostri passi. E tutto questo è opera dello Spirito Santo! Egli è il Dono di Dio, è Dio stesso, che ci aiuta ad essere persone libere, persone che vogliono e sanno amare, persone che hanno compreso che la vita è una missione per annunciare le meraviglie che il Signore compie in chi si fida di Lui.

La Vergine Maria, modello della Chiesa che sa ascoltare la Parola di Dio e accogliere il dono dello Spirito Santo, ci aiuti a vivere con gioia il Vangelo, nella consapevolezza di essere sorretti dallo Spirito, fuoco divino che riscalda i cuori e illumina i nostri passi.


Domani ricorre il centenario della nascita di S.Giovanni Paolo II, a Wadowice, in Polonia. Lo ricordiamo con tanto affetto e tanta riconoscenza. Domani mattina, alle 7, celebrerò la Santa Messa che sarà trasmessa in tutto il mondo, all’altare dove riposano le sue spoglie mortali. Dal Cielo egli continui a intercedere per il Popolo di Dio e la pace nel mondo.

In alcuni Paesi sono riprese le celebrazioni liturgiche con i fedeli; in altri se ne sta valutando la possibilità; in Italia, da domani si potrà celebrare la Santa Messa con il popolo; ma per favore, andiamo avanti con le norme, le prescrizioni che ci danno, per custodire così la salute di ognuno e del popolo.

Nel mese di maggio, in tante parrocchie è tradizione celebrare le Messe di Prima Comunione. Chiaramente, a causa della pandemia, questo bel momento di fede e di festa è stato rimandato. Perciò desidero inviare un pensiero affettuoso ai bambini e alle bambine che avrebbero dovuto ricevere per la prima volta l’Eucaristia. Carissimi, vi invito a vivere questo tempo di attesa come opportunità per prepararvi meglio: pregando, leggendo il libro del catechismo per approfondire la conoscenza di Gesù, crescendo nella bontà e nel servizio agli altri. Buon cammino!

Oggi comincia la Settimana Laudato si’, che finirà domenica prossima, nella quale si ricorda il quinto anniversario della pubblicazione dell’Enciclica In questi tempi di pandemia, nei quali siamo più consapevoli dell’importanza della cura della nostra casa comune, auguro che tutta la riflessione e l’impegno comune aiutino a creare e fortificare atteggiamenti costruttivi per la cura del creato.

E auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.”