Attentato a Bruxelles: uccisi due cittadini svedesi. Rivendicazione a nome dell’Isis. Il terrorista -già identificato dai video e conosciuto dalla Polizia- è in fuga

 

Bruxelles nel terrore a causa di un  attentato lunedì sera  dove due persone sono morte..   Un terrorista a colpi di kalashnikov  ha sparato sparati non lontano da Place Sainctelette, nel centro della città. L’attentatore è un elemento conosciuto dalla Polizia locale e dai  servizi segreti ..     ‘Allah Akbar’ ha urlato  durante l’attacco. In un video successivo alla sparatoria ha poi rivendicato l’appartenenza allo Stato Islamico.        Alcuni osservatori affermano che nel mondo musulmano brucia ancora la ferita per le copie del Corano bruciate a Malmo da rifugiati iracheni.

Il terrorista : “Sono Abdesalem Guilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi proprio ora”, dice in arabo. E ancora: “Sono un mujahid dello Stato islamico. Amiamo chi ci ama e odiamo chi ci odia. Si vive per la fede e si muore per la fede. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno”.

Si apprende di  un ferito nell’attentato:  un autista di taxi ormai considerato dalla procura federale belga fuori pericolo. Le due vittime – due cittadini svedesi – indossavano la maglia della Svezia al momento dell’attacco.

Nel video pubblicato dopo l’attentato il killer, ancora in fuga, aveva annunciato la volontà di dirigersi verso lo stadio dove si stava disputando il match di Euro 2024 – poi sospeso – tra Belgio e Svezia. Lo stadio King Baudouin è stato  evacuato e i tifosi svedesi sono stati scortati all’esterno in sicurezza dalla polizia.

“Vicino” allo stadio sono intanto state ritrovate delle armi, ma al momento non è possibile stabilire un collegamento con la sparatoria. La Procura federale ha parlato in una conferenza stampa di attacco con una “potenziale motivazione terroristica” …. Eric Van Der Sypt, portavoce della Procura ha poi affermato che l’attentatore ha agito da solo.

Perquisizioni nella notte nel quartiere di Schaerbeekdove sarebbe residente il terrorista: secondo la RTBF, nel quartiere è stata effettuata un’imponente operazione di polizia.

I servizi di polizia si sono mobilitati per garantire la sicurezza “dentro e intorno alla nostra capitale in collaborazione con il Ministro degli Interni”, ha comunicato il  sindaco di Bruxelles Philippe Close.

Il primo ministro belga Alexander de Croo, il ministro dell’Interno e il ministro della Giustizia si sono quindi recati al Centro nazionale di crisi per monitorare la situazione. L’allerta in città è salita a livello 4. Il centro di crisi nazionale esorta a “una vigilanza accresciuta e a evitare gli spostamenti inutili”. Rafforzati quindi i controlli alla frontiere fra Francia e Belgio, ha reso noto il ministero dell’Interno di Parigi, secondo quanto scrive Le Figaro. Anche i Paesi Bassi hanno poi annunciato un rafforzamento dei controlli alle frontiere.

Martedì le scuole e gli asili nido delle istituzioni europee rimarranno chiusi. Il personale continuerà ad operare in telelavoro.

Annuncio di Trump: il Capo dell’Isis si è fatto esplodere con i figli dopo essere fuggito in un tunnel senza uscita

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       Il Capo dell’Isis, Abu Bakr Al-Baghdadi è morto dopo essere fuggito in un tunnel senza uscita, “piagnucolando e urlando”, mentre scappava come un “cotardo”

Chi è questo terrorista tanto ricercato in tutto il pianeta?  

Si ritiene sia nato a Samarra, a nord di Baghdad, nel 1971. Venne catturato a Falluja ed è stato prigioniero degli americani in Iraq per dieci mesi, fra febbraio e dicembre 2004. Al-Baghdadi si rivelò al mondo cinque anni fa. All’inizio del luglio 2014, poche settimane dopo che l’Isis aveva preso il controllo della città di Mosul, al-Baghdadi apparve in un video che lo ritraeva nella moschea Al-Nouri mentre pronunciava un sermone in cui ordinava ai fedeli musulmani riuniti di obbedirgli e si autoproclamava “califfo” di un territorio che si estendeva dalla Siria all’Iraq, ovvero dalla provincia di Aleppo fino a quella di Diyala.

Chi è al-Baghdadi, il terrorista più ricercato del pianeta
Nella foto d’Agenzia il terrorista Capo dell’Isis Al Bagdadi che siè fatto esplodere

Pian piano vennero alla luce drammatiche e sanguinose tappe dell’ascesa e della caduta dello Stato Islamico. Nell’agosto del 2014, i miliziani dell’Isis avviano nel nord dell’Iraq il massacro e la riduzione in schiavitù di migliaia di appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi, e cominciano a diffondere una serie di video nei quali vengono mostrate le decapitazioni di ostaggi occidentali. Nel settembre dello stesso anno, gli Stati Uniti danno il via ad una campagna di bombardamenti, colpendo anche la ‘capitale’ dell’Isis, Raqqa.

Nel gennaio del 2015, lo Stato Islamico è all’apice della sua espansione territoriale, con il controllo di un’area di 88mila chilometri quadrati, tra la Siria occidentale e l’Iraq orientale, nella quale vivono quasi 8 milioni di persone. Le entrate dell’Isis ammontano a miliardi di dollari, grazie al contrabbando del petrolio, alle estorsioni e ai rapimenti di ostaggi. Nel marzo 2016, le forze militari del governo siriano riconquistano l’antica città di Palmira, che poi verrà persa di nuovo nel dicembre dello stesso anno e definitivamente riconquistata nel marzo 2017. A luglio dello stesso anno, le forze irachene liberano Mosul, ma il prezzo pagato è altissimo. In 10 mesi di battaglia muoiono migliaia di civili, la città viene in gran parte distrutta e circa 800mila persone perdono le loro abitazioni.

Nell’ottobre 2017, le Forze democratiche siriane (Sdf) riprendono il controllo di Raqqa, mettendo fine a tre anni di dominio dell’Isis. A dicembre, il governo iracheno dichiara la vittoria contro lo Stato Islamico, riprendendo il controllo del confine tra Iraq e Siria. A febbraio di quest’anno, il presidente Usa Donald Trump dichiara che l’Isis è prossimo alla sconfitta, dopo settimane di battaglia per la riconquista degli ultimi territori in mano jihadista, lungo il confine siriano-iracheno. Il 23 marzo, le milizie curde-siriane dell’Sdf annunciano la caduta di Baghuz, l’ultima roccaforte dell’Isis. E’ “la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell’Isis”.

Infine un video del califfo per rivendicare la strage di Pasqua nello Sri Lanka. Oggi l’annuncio di Trump: “Al-Baghdadi è morto”.

Chi è questo terrorista tanto ricercato in tutto il pianeta?  

Il leader dell’Isis, ha comunicato Donald  Trump, “ha raggiunto la fine del tunnel dove si era nascosto mentre i nostri cani lo inseguivano. Ha azionato il suo giubbotto (esplosivo), uccidendo se stesso e i suoi figli. Il suo corpo è rimasto mutilato nell’esplosione”.

La notte scorsa abbiamo fatto giustizia del numero uno dei leader terroristi mondiali. Abu Bakr al-Baghdadi è morto”, ha detto il presidente Trump nell’annunciare la morte del leader dell’Isis. Al-Baghdadi, ha aggiunto, “era il fondatore e il leader dell’Isis, la più spietata e violenta organizzazione terroristica del mondo. Gli Stati Uniti lo cercavano da molti anni. Sulla sua testa pendeva anche una taglia di 25 milioni di dollari a chi avesse fornito utili informazioni. La sua cattura o uccisione è stata una delle principali priorità di sicurezza nazionale della mia amministrazione”, ha detto il presidente Usa. Sotto la sua guida, gli Stati Uniti hanno “cancellato al 100 per cento il califfato” di Abu Bakr al Baghdadi. Trump ha definito i sostenitori del ‘Califfo’ dei “perdenti” che “in alcuni casi erano dei burattini molto spaventati, in altri casi degli assassini spietati“.

Nel raid, oltre ai tre figli, sono morte anche due sue mogli. Le donne, ha riferito il presidente Trump, indossavano giubbetti esplosivi, che non sono però riuscite a far detonare. Le forze Usa hanno condotto i test del Dna direttamente sul posto. L’identificazione ha richiesto circa 15 minuti. I risultati hanno prodotto “un’identificazione immediata, era lui”, ha spiegato il presidente Usa.

Si apprende anche che il leader dell’Isis era sotto sorveglianza da un paio di settimane e che 2-3 missioni sono state cancellate, prima di dare il via a quella decisiva. Il presidente e il suo team si sono riuniti nella Situation Room della Casa Bianca alle 17 di ieri. Gli elicotteri Usa che hanno partecipato alla missione sono decollati pochi istanti dopo. Nel loro volo di avvicinamento al luogo del raid gli elicotteri sono stati fatti bersaglio di colpi di arma da fuoco, ai quali hanno risposto. Si è trattato di un volo “pericoloso”, ma c’è stata cooperazione con altri Paesi. “Abbiamo volato a quota molto molto bassa e molto velocemente”, ha detto il presidente, ringraziando la Russia che “ci ha trattato benissimo”, mentre l'”Iraq è stato eccellente”. L’operazione ha beneficiato di una “grande cooperazione” e anche la Turchia era a conoscenza del fatto che le forze Usa stavano “entrando”.

Nell’annunciare la morte del leader dell’Isis e nel riferire alcuni dettagli della “missione molto pericolosa”, il presidente Donald Trump ha voluto ringraziare la Russia, la Turchia, l’Iraq, la Siria e i curdi siriani per il sostegno fornito agli Usa. In particolare, i curdi siriani hanno fornito agli Usa informazioni molto utili.

E’ finita la storia e la latitanza del criminale ed ex terrorista Cesare Battista. Sconterà ora la pena in una cella italiana

E’ finita la lunga latitanza del criminale ed ‘ex terrorista Cesare Battisti  arrestato in Bolivia.

Cesare Battisti catturato in Bolivia: ecco le foto dellʼarresto

Con i poliziotti  brasiliani e boliviani è stata circoscritta l’area e sabato si è deciso di intervenire. Battisti è stato trasferito in un ufficio della polizia boliviana e sono già state avviate le attività per l’esecuzione del procedimento di espulsione dal Paese.

E’ la Procura Generale di Milano ad aver dato l’impulso all’operazione  a portare a individuare in Bolivia Cesare Battisti. Si apprende che l’avvocato generale Nunzia Gatto, subito dopo la fuga del terrorista dei Pac dal Brasile ha avviato accertamenti affidati alla Digos.

Un aereo del governo italiano con a bordo anche uomini dell’Aise, l’Agenzia d’intelligence che si occupa dell’estero e il cui contributo è stato fondamentale per arrivare all’arresto di Battisti, e investigatori della Polizia, è già decollato per la Bolivia. L’arrivo è previsto per il pomeriggio di oggi (ora italiana) ma questo, sottolineano fonti governative, non significa che l’aereo ripartirà subito. Ora è il momento della burocrazia procedurale  prima di esser estradato in Italia Battisti passerà o meno dal Brasile. Dopo finirà i suoi giorni in una cella italiana con gioia dei familiari delle vittime che lui ha ucciso senza pietà alcuna  Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha già inviato un messaggio alle famiglie.