Truffa -Superbonus- per indebita percezione dei crediti d’imposta

 

 

Truffa per indebita percezione di crediti d’imposta (cd. Superbonus 110%) per circa 4 milioni di euro

 

Per delega del Procuratore della Repubblica si comunica che, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Sezione Seconda della Procura della Repubblica di Napoli, la Compagnia Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Aversa ha dato esecuzione, nella giornata odierna, a un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di persona ritenuta gravemente indiziata dei seguenti delitti di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio.

In particolare l’indagato, quale amministratore di fatto di una impresa edile, avrebbe posto in essere un’operazione fraudolenta finalizzata alla maturazione di inesistenti crediti di imposta collegati alla realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e antisismica rientranti nel cd. Superbonus 110% da eseguirsi su fabbricati risultati di fatto inesistenti, per un importo pari a € 3.796.320,00.

Superbonus, la stretta mette in crisi il settore edile - ilGiornale.it

Tale somma sarebbe stata poi trasferita su conti correnti intestati a prestanomi, in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza del denaro dall’ipotizzata truffa.

Con la suddetta ordinanza è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca del denaro costituente il profitto del reato ovvero di beni di valore equivalente nella disponibilità dell’indagato.

Arrestati per finalità di terrorismo due indiziati per aver fatto esplodere un ordigno di elevata potenzialità esplosiva

Disinnesco bomba (foto di repertorio)

Archivi -Sud Libertù
Oggi  , il ROS unitamente al Comando Provinciale Carabinieri di Avellino ha eseguito 2 misure cautelari in carcere, emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di due indagati gravemente indiziati di aver fabbricato, portato in luogo pubblico e fatto esplodere, in concorso fra loro, per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, un ordigno artigianale di “importante potenziale esplosivo” che causava un significativo danneggiamento al portone blindato del Centro per l’Impiego di Avellino. 
L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli, è stata avviata nel maggio 2020, a seguito della deflagrazione del menzionato ordigno artigianale. 
Le investigazioni, quanto alla matrice eversiva dell’attentato, hanno evidenziato come gli indagati fossero simpatizzanti dell’ampia ed eterogenea realtà nazionale avversa ai provvedimenti restrittivi adottati dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID -19.
L’evento delittuoso si colloca quindi in un periodo storico di forti tensioni sociali caratterizzate da proteste di piazza e iniziative di contestazione al potere statuale tanto a livello centrale quanto regionale. A conferma di ciò, è stato accertato che gli indagati avevano aderito all’iniziativa, ascrivibile all’epoca al contesto dei “movimenti spontanei popolari” ed avente dimensione nazionale, di querelare il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempre per i reati di “attentato contro la costituzione dello stato, abuso d’ufficio e violenza privata”, con riferimento all’adozione dei provvedimenti restrittivi in materia di emergenza pandemica. 
Le investigazioni, particolarmente complesse e delicate, oltre ad evidenziare intenti “rivoluzionari” palesati dagli indagati nel corso di manifestazioni pubbliche organizzate nel territorio del Comune di Avellino, hanno dimostrato che gli stessi, nonostante alcune attività di perquisizione avessero disvelato l’esistenza dell’indagine, avevano pianificato un’ulteriore azione violenta, nei loro intenti ancora più pericolosa, che tuttavia non portavano a compimento.