UNA CLASSE DIRIGENZIALE DELLA REGIONE “MUMMIFICATA” CHE SI MUOVE MAI IN DIFESA DI INTERESSI GENERALI E UN SUD DOVE L’OCCUPAZIONE NON C’E’ ANCORA E PERDE I SUOI GIOVANI

 

ANNO 2022:  CON LA SPERANZA DI UN INTERLOCUTORE NEI COMUNI E NELLA REGIONE SICILIANA

Vogliono giovani con esperienza ma non ce la fanno fare»
Non c’è una politica attiva nel Sud, in Sicilia, per l’impiego dei giovani

 

DI RAFFAELE   LANZA
Anche quest’anno sembra la riedizione quasi integrale del 2020   I servizi pubblici funzionano sempre peggio, in prima posizione le necessità pubbliche di strade e servizi annessi come l’illuminazione. Quando un lampione si guasta non si sa più chi sia il suo gestore. Una volta si telefonava al numero verde dell’Enel e, con  qualche giorno di ritardo ,il problema si chiudeva lì.  Oggi passano invece diversi giorni per indagare a chi il Comune – nel caso quello di Nicolosi – abbia affidato l’incarico di procedere alla sostituzione delle lampade.  Una volta scoperto neppure inefficienti vigili urbani rappresentano l’emergenza od informano l’utente.
Chi se ne frega delle proteste e lamentele pubbliche? Importante è conservare intatto lo “stipendio” e non finire nei guai come i  famosi vigili sanremesi che timbravano”in mutande”.      Nei comuni, specie quelli più piccoli,  ogni cosa invecchia entro gli scaffali municipali.  
Chi vuol risolvere i problemi di una strada o di un piano tecnico non fluido, “ha l’obbligo” di parlare con il Sindaco del Paese. Insomma la richiesta si traduce in altre parole in un”favore” da parte del primo cittadino       Puntigliosamente inapplicate le norme sulla trasparenza anche negli Uffici Tari/rifiuti/Imu di Comuni come quello -per documentarne uno chiarissimo ma indisciplinato- di Paternò , terra ancora del malaffare della burocrazia e degli uffici comunali. 
Avviene che tasse cioè inviate da un ufficio malfunzionante e, in palese malafede, a soggetti diversi da quelli dovuti non vengono mai corretti  dall inadeguato personale in servizio(due unità) nè da una dirigente nominata dalla Giunta comunale che preferisce non disturbare i propri “amici”, nè  si pensa di eliminare l’illegalità dagli uffici che essa dirige per l’incompatibilità di funzionari che di mattina lavorano nella stanza accanto alla dirigente comunale ed il pomeriggio in Caf  di natura pubblica     In sostanza,  l’atmosfera è quella biblica di una Torre di Babele quantunque la classe politica si sforzi di comunicare che tutto funziona a meraviglia nel loro ente.
Ed un altro cimitero dei bisogni inappagati è la Soprintendenza ai beni culturali con il Polo e strutture affini – specie a Catania e provincia – dove ,causa i pensionamenti anticipati e una inefficiente classe dirigenziale “invisibile” negli enti culturali e musei vari, ha ammainato per fallimento- da tempo oramai francamente – la bandiera.  Non una idea nuova ma solo ambizioni personali di dirigenti alla ricerca di incarichi remunerativi ed indennità di servizio e coordinamento. Marciume che andrebbe spazzato via da amministratori attenti e sensibili ma ,purtroppo, conniventi . 
   Anche la legge Antimafia, che prevedeva l’occupazione di un posto pubblico non più di cinque anni, è stata messa nella muffa. Così posti strategici come la segreteria della Soprintendenza-di Catania  occupata dalla dipendente funzionario D  signora Marletta Elvira da oltre quindici anni, che riesce a leggere,e ad “usare” il misterioso protocollo riservato,” segreto”, valgono una vita intera da dipendente al riparo dai problemi  d’ufficio con la complicità di una dirigente Soprintendente Donatella Aprilia appartenente – si sa già- al partito “Fratelli d’Italia” (ex candidata al Senato del partito) del governatore Musumeci.   Viva il potere.  Viva il malaffare.  Che volete? 
Questa è la Sicilia, questo è il Sud
Uffici della Regione ancora. Il rilancio del Genio civile di Catania è ancora in mente dei . Questo ente ha un organico di professionalità ridottissimo  Mancano progetti di opere pubbliche, il nuovo dirigente alla guida della struttura eredita una burocrazia micidiale che aveva messo in ginocchio per oltre quindici anni, allorchè la reggenza era tenuta dal dirigente Ragusa, l’intera popolazione  della città di Catania soffocata nei suoi bisogni di un semplice certificato di avvio lavori.  Il rilascio cioè del più semplice certificato che nelle altre città d’Italia è una bazzecola risolta a vista, in Sicilia e a Catania in particolare è un vero affare di Stato.Non parliamo della sicurezza del Genio civile ,ben mimetizzata da un suo funzionario incaricato- Domenico Contarino_ con le pratiche d’archivio riservate per anni sui pavimenti e mai messi in luce da “ispettori Asp compiacenti” contrari ovviamente a denunciare un collega ingegnere pur inadempiente e favorevoli  invece – coro unanime dei testimoni presenti -a chiaccherare con la tazzina del caffè in mano con l’ex capo del Genio civile Ragusa.     Gli unici segni di vitalità negli uffici regionali sono rappresentati dalla ricerca di progetti  per aumentare le risorse economiche del personale regionale anzichè migliorare i servizi pubblici. 
Dimissioni dei dirigenti incapaci come nel preriferito esempio del Genio civile di Catania?    A parole gli amministratori della Regione hanno comunicato di cacciare via i dirigenti che non assolvono ai loro doveri.   Poi nei fatti , i dirigenti “cacciati”, per un meccanismo perverso sempre presente nella Regione siciliana, vuoi anche per le amicizia consolidate in un decennio di insolito potere di guida, dove vanno a finire?    Non ci crederete ma quelli più criticati e presi a calci dal governatore, riescono a farsi trasferire all’ Urega, l’ente che in Sicilia paga più di tutti gli altri, funzionari e dirigenti. Buste paga qui molto pesanti. Anche per arrivarci, si dice, occorre la misericordia di Dio.  Un “premio” dunque, sorrideva un “sindacalista fallito o fuori causa ormai della Uil” nel  riferire ingenuamente questi movimenti a chi scrive
I disoccupati, i licenziamenti illegittimi e fantasiosi della Regione SIcilia all’Istituto autonomo Incremento ippico, le “sentenze” singolari di giudici amministrativi che sull’Istituto Incremento ippico hanno il sapore dell’inettitudine e della “stretta di mano con la Regione”, l’attesa per sei lavoratori, qualificati dal 2000 istruttori direttivi come una “condanna” anzichè come promozione generale      eguale ad altra topica regionale dei custodi, operatori A rilanciati a istruttori con tanto di diritto di scrivania ornamentale, libreria e telefono  con computer d’avanguardia.     
Potere arrogante che cancella anche la fierezza degli uomini migliori al servizio di Istituzioni mummificate.  
Disoccupati.    Tante chiacchiere dicono sull’occupazione giovanile al Sud . Ma non è mai cambiato nulla. Tutto il mondo si foggia sull’esempio dei capi” sentenziò Claudi o, poeta latino . E mai la Sicilia, il Sud  è l’esempio vivente di così pernicioso contagio.    I giovani ci lasciano, la Sicilia non piace a nessuno con questo modus vivendi, con questa politica e classe dirigente che privilegia soltanto i propri favoriti.  Che Dio li possa punire severamente là dove saranno destinati ad andare (Inferno)

La distanza del Sud in termini economici e anche “demografici” rispetto al resto del Paese  ricorre spesso quando si affronta la discussione sulla crisi causata dalla pandemia e sugli scenari di ripresa. La Sicilia ,il Sud, restano sempre più penalizzate insieme alla burocrazia, micro-illegalità diffusa, accessibilità insufficiente e comparativamente minore qualità del capitale umano …

Un fattore è essenziale : l tema della produttività, quello delle condizioni economiche e sociali di vita e, infine, quello della scelta di risiedere o piuttosto di emigrare, sono strettamente collegati. Negli ultimi 25 anni, la riduzione degli occupati, come conseguenza dello spopolamento (soprattutto giovanile, -1,6 milioni), e i deficit di lungo corso dei quelli abbiamo detto, hanno, di fatto, determinato un continuo e progressivo calo del Pil prodotto dal Sud ampliando ulteriormente i divari con le altre aree del Paese.

Secondo alcuni studi approfonditi t a il 1995 e il 2020,, il peso percentuale della ricchezza prodotta da quest’area sul totale Italia è passato da poco più del 24% al 22%, mentre il Pil pro capite è sempre rimasto intorno alla metà di quello del Nord; tuttavia, nel 2020, l’impatto della crisi da Covid-19 al Sud è stato più contenuto rispetto alle altre aree del Paese che hanno patito maggiormente il blocco delle attività produttive durante la pandemia (Pil -8,4% contro il -9,1% al Nord rispetto al 2019). 

 

 

PIL: peso percentuale del Sud rispetto al totale Italia

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

 

 

PIL pro capite per abitante

Migliaia di euro a prezzi costanti del 2020

1995

2007

2019

2020

Nord-ovest

34,2

38,9

37,6

34,3

Nord-est

32,7

37,5

36,1

32,9

Centro

31,1

36,6

32,9

30,2

Sud

18,8

21,6

19,8

18,2

Italia

27,7

32,1

30,3

27,8

Sud/Nord-ovest x 100

54,9

55,4

52,6

53,1

Elaborazioni USC su dati Istat.

Fonte: elaborazioni USC su dati Istat.

Disoccupazione , eterno problema: troppe chiacchere politiche

Tutta la fragilità dell’economia del Sud  emerge anche dall’andamento del mercato del lavoro con un tasso di variazione degli occupati cresciuto quattro volte meno rispetto alla media nazionale (4,1% contro il 16,4% tra il 1995 e il 2019), con distanze ancora maggiori rispetto alle regioni del Centro e del Nord; nemmeno la particolare vocazione turistica delle regioni meridionali  o la spinta di vedere i beni culturali , sembrerebbe essere di maggior peso a spingere l’economia di quest’area, visto che in un anno “normale” come il 2019 i consumi dei turisti stranieri al Sud sono risultati inferiori di quasi un terzo rispetto a quanto speso nelle regioni del Centro e del Nord-Est.

 

 

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