Una denuncia del direttore generale Welfare Marco Trivelli: “Nell’emergenza si sono verificati livelli straordinari di assenteismo del personale di asssitenza….”

L’ASSENTEISMO HA CREATO PARTICOLARE CRITICITA’ NELLA GESTIONE DEL COVID -19   MA IL PERSONALE INFERMIERISTICO PRESENTE  E’ STATO AMMIREVOLE E COSCIENZIOSO

 

Il direttore generale Welfare della Regione Lombardia, Marco Trivelli denuncia e rivela un fenomeno ormai conosciuto e collaudato in quasi tutte le regioni d’Italia. “”Un elemento grave, importante, che emerge è l’assenteismo che si è verificato” tra il personale del Pio Albergo Trivulzio di Milano, che appare anomalo rispetto alla media delle altre strutture e spiegabile solo in piccola parte con ragioni di malattia. “Il dato che emerge dalla relazione è distonico e pone il problema di chi è il Pat, dell’identità”

Aggiunge: “E’ la partecipazione di chi lavora che fa la qualità e la differenza nella risposta a un’emergenza. Non bastano le regole. Se c’è stato un assenteismo del 60% è molto difficile che si potesse dare una risposta sostanziale a bisogni di assistenza così grandi” come quelli degli ospiti fragili di una Rsa, ragiona Trivelli facendo riferimento a un passaggio della relazione trasmessa dalla Commissione alla Procura di Milano.

Ospedale Garibaldi, medici e infermieri realizzano reparto di ...
(archivi Sud Libertà)

Passaggio in cui si fa presente che “particolare criticità nella gestione dell’emergenza è stata apportata dal marcato assenteismo del personale di assistenza che ha assunto dimensioni  superiori all’atteso e che, sommato alla contestuale momentanea difficoltà di reperire risorse suppletive, ha ridotto le presenze in servizio e limitato la possibilità di organizzare turni di personale dedicato in modo esclusivo ai vari nuclei”, si legge nella sintesi.

Secondo i dati rilevati nella relazione, che parla di “livelli straordinari” di assenteismo su 900 operatori del Pat, la media delle assenze in tempi normali è del 30%. In emergenza Covid-19 è arrivata “al 57%, con picchi fino al 65% in alcune figure professionali (in particolare gli operatori sociosanitari che sono la parte più numerosa del personale)”, ha elencato Demicheli. “Solo una parte piccola di queste assenze può essere giustificata con la malattia, visto che solo il 9% erano le assenze per infortunio Covid segnalate all’Inail”.

. “Sicuramente la differenza di tutela spiega una parte del problema. La paura di prendere la malattia è una cosa che in quel momento avevamo tutti. Ci saranno molte giustificazioni. Ma la media dei comportamenti”, dell’assenteismo “del Pat è anomala rispetto alla media delle altre strutture”. L’esperto fa notare che in generale, indipendentemente dalla fase della pandemia, il Pat ha una media più alta di assenze.

 

Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – spiega Trivelli – alla luce dell’esperienza di queste settimane bisogna proseguire il percorso di revisione dell’assetto delle cure intermedie nel loro complesso, così come dobbiamo nelle prossime settimane rispondere al fatto che le Rsa, così come anche le strutture per disabili e altre tipologie, necessitano di un supporto sanitario che non è possibile affidare interamente come compito ad esse, ma in qualche modo devono essere supplite dalla rete sanitaria. Quindi dobbiamo in qualche modo riflettere, nell’ipotesi di una eventuale ripresa del Covid, su come organizzare questo supporto sanitario. Questo è il tema secondo me importante sul quale ci miglioreremo“.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *