Il Tribunale di Palermo sequestra beni ai boss Bacchi e Nania

 

Sequestro di  beni per sei milioni di euro agli imprenditori palermitani Benedetto Bacchi, 46 anni e Francesco Nania, 49 anni  (nelle foto della Polizia) finiti nell’inchiesta Game Over che ha portato in carcere 31 persone  accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti,riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione..

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su proposta del questore di Palermo Renato Cortese.

 

La Procura di Catania a Salvini: “I minori devono sbarcare, grave violazione dei loro diritti”- Anche l’Unicef protesta

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L’incubo migranti pare senza fine. Un’Odissea …La Procura per i minorenni di Catania,  ha chiesto alle Autorità competenti nonchè al Ministro

Salvini lo sbarco dei minori dalla nave Sea Watch, ferma a Siracusa,”per essere collocati in apposite strutture”

La Giudice Caterina Ajello rende noto in una missiva inviata ai ministri dell’Interno e dei Trasporti, Matteo Salvini e Danilo Toninelli, al presidente del Tribunale per i minorenni di Catania e alla Procura generale etnea, la necessità immediata di tutelare almeno i i bambini. «I diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali e dalla normativa italiana – scrive il magistrato – impongono il divieto di respingimento, di espulsione, riconoscendo invece il diretto ad esser accolti in strutture idonee, ad avere nominato un tutore, ad essere accolti e ad avere un permesso di soggiorno». Diritti che, sottolinea la procuratrice, «vengono elusi a causa della permanenza a bordo della nave» dove sono «costretti a situazione di disagio fino a quando la situazione politica internazionale non sarà risolta” con «grave violazione dei loro diritti».

 

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La missiva non spiega cosa possa avvenire sotto il profilo giudiziario al Ministro Salvini in particolare in caso di inadempimento delle “osservazioni/ordini”  della Procura.   Un pò di ragionevolezza dovrebbe indurre tuttavia ad obbedire al contenuto della missiva della Procura etnea.

Anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza – si apprende –  ha chiesto al Comandante generale della Guardia Costiera chiarimenti sull’età dei migranti a bordo richiamando il principio secondo il quale, per legge, «i minorenni non possono essere respinti e devono essere adeguatamente accolti».

Si fa sentire anche l’Unicef .”I bambini devono scendere subito da queste navi, non possono essere ostaggi in mare della nostra indifferenza, ostaggi dei governi europei che non riescono a mettersi d’accordo”.  Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, in merito alla situazione dei migranti che si trovano a bordo della nave  tra cui ci sono anche molti minori non accompagnati. “Ci troviamo di fronte a un problema di paralisi umanitaria dell’Europa: ogni tre giorni ci sono queste navi, su cui ci sono anche bambini, minori non accompagnati – sottolinea il portavoce dell’Unicef -. Quello che colpisce è che la procura lancia l’appello ma che poi manca la risposta strutturale a questo fenomeno”.

Non è nemmeno più un problema di governi – spiega Iacomini – Juncker nell’ultimo incontro alla Commissione non ha fatto nessun riferimento a questo problema. I bambini sono bambini da 0 a 18 anni perché tutti i Paesi hanno ratificato la convenzione del 1989 dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la convezione più ratificata al mondo e allo stesso tempo più violata“.

Questi bambini hanno un diritto alla protezione che viene violato da tutti, da Salvini a Juncker – dice ancora il portavoce dell’Unicef -. Questo per noi è inaccettabile, come è inaccettabile che vengano rimandati in Libia, un Paese dove c’è un problema di diritti umani violati, abusi su donne e bambini in centri disumani”.

Nessun essere umano ma soprattutto nessun bambino deve essere riportato in Libia – sottolinea -. Non possiamo giraci dall’altra parte, nell’ultimo anno sono morte oltre 2.300 persone in mare, inclusi bambini, nonostante siano diminuiti gli sbarchi. Ci siamo assuefatti al concetto che questo possa accadere“.

La nave Sea Watch 3 ferma a Siracusa chiede aiuto per i migranti in gravi condizioni- Rituale diniego dei governanti

 

La nave Sea Watch 3, che sabato 19 gennaio 2019 ha salvato dal mare 47 persone chiede di fermarsi in un porto sicuro.

Nei giorni scorsi la nave, che si trovava nei pressi di Lampedusa,anche per l’imminente peggioramento delle condizioni meteorologiche,intendeva sbarcare in Sicilia ma era stata respinta dal rituale diniego del Ministro dell’Interno che aveva suggerito soluzioni impraticabili per la nave in questo momento delicato..     Ora vi è la solita Via Crucis per gli ospiti della nave.  In atto è ferma a Siracusa.

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Il governo della Repubblica italiana – ha comunicato il ministro Salvini  in una nota verbale trasmessa all’Olanda – invita il governo del Regno dei Paesi Bassi a predisporre con urgenza gli adempimenti relativi all’organizzazione della presa in carico e del trasferimento in territorio olandese dei 47 migranti a bordo della nave olandese Sea Watch”. “Il governo della Repubblica italiana chiede, inoltre, di poter disporre di ogni informazione in merito alla Ong Sea Watch, con particolare riferimento alla conformità alla legislazione dello Stato di bandiera dell’organizzazione e delle attività della predetta Ong, nonché delle relative imbarcazioni ed equipaggio”
La Commissione Europea “segue attentamente” la vicenda ed è “in contatto con gli Stati membri”. “La nostra posizione è chiara-afferma  il portavoce  della Commissione Margaritis Schinas, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.  La sicurezza delle persone a bordo deve essere la nostra priorità e la nostra prima preoccupazione. Nel Mediterraneo servono con urgenza sistemi prevedibili per far sì che gli sbarchi delle persone salvate possano avvenire in sicurezza”.
Il Ministro Danilo  Toninelli da cui dipende la guardia costiera, ha continuato a ribadire che la nave dovrebbe far rotta verso la Francia. “Non hanno rispettato la legge del mare, avrebbero dovuto attendere la guardia costiera libica . Adesso si  dirigano verso la Francia, verso Marsiglia anche se potrebbe esserci l’alternativa olandese”.

Dal canto suo Luigi Di Maio ha dichiarato: “Sea Watch 3 avrà dal governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità, ma la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Ritengo opportuno convocare immediatamente l’ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo governo. Noi siamo disponibili alla massima collaborazione ma la nostra linea sulle Ong non cambia”.

Il Tribunale di Catania confisca i beni del boss Andrea Luca Nizza del Clan “Nizza” su proposta della DIA

 

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Confiscati i beni stimati  in 800 mila euro dal parte della Dia di Catania del boss Andrea Luca Nizza, 33 anni, esponente di spicco del clan catanese ‘Nizza’.

Si apprende che il boss  trentatreenne figura già come condannato per estorsione, omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e violazioni alla normativa in materia di armi.

 

LA CORTE DI CASSAZIONE RESPINGE IL RICORSO DI “ARRESTI DOMICILIARI” DI ZAMPARINI, EX PATRON DEL PALERMO

 

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La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso contro il provvedimento di arresti domiciliari  disposto dai giudici di Palermo per Maurizio Zamparini,  (nella foto) ex patron del Palermo calcio  accusato tra l’altro di falso in bilancio e autoriciclaggio.

Il provvedimento giudiziario reca la firma dei  Pm Dario Scaletta e Francesca Dessì, dell’aggiunto Salvo de Luca e del Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.

La richiesta di domiciliari fatta dai pm venne respinta dal gip che sostenne non necessario procedere con  gli arresti domiciliari. Una decisione condizionata dalla scelta di Zamparini di lasciare le cariche ricoperte nella società rosanero.

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La Procura di Palermo

 

Il Tribunale della Libertà e Riesame ribaltò la decisione giudiziaria.. Le indagini, avviate quasi due anni fa coinvolgono anche il figlio di Zamparini, la segretaria Alessandra Bonometti, cinque professionisti e l’ex presidente della società calcistica Giovanni Giammarva accusati, a vario titolo, di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.So.C., sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Secondo gli inquirenti il  Palermo..”fino al 2018 avrebbe ottenuto le certificazioni sui bilanci grazie a comunicazioni inesatte. Di questo risponderebbe Giammarva, che, per la Procura, avrebbe ostacolato l’esercizio delle funzioni dell’autorità pubblica di vigilanza.

Alla U.s. città di Palermo S.p.a., persona giuridica, è stato contestato l’illecito amministrativo che deriva dal reato di autoriciclaggio che sarebbe stato commesso da Zamparini che utilizzò la Mepal S.r.l., società nata per la commercializzazione dei prodotti rosanero di cui era l’ amministratore di fatto, come di una sorte di ‘cassaforte’, per mettere al riparo le disponibilità correnti della società dalle procedure esecutive dell’Erario..”

(Ag.)

 

PAPA FRANCESCO: “E’ L’AMORE DI CRISTO CHE TIENE UNITI I GIOVANI, AMORE DI LIBERTA’ E PER LA LIBERTA’, AMORE CHE ELEVA E GUARISCE..”

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Nessuno al mondo come Papa Francesco riesce a radunare 250 mila giovani come ieri all’appuntamento di Panama    Sono i giovani i veri maestri  e artigiani della cultura dell’incontro”.

“Veniamo da culture e popoli diversi,- ha esordito subito Papa Francesco – parliamo lingue diverse, usiamo vestiti diversi. Ognuno dei nostri popoli ha vissuto storie e circostanze diverse. Quante cose ci possono differenziare. Ma nulla di tutto ciò ha impedito che potessimo incontraci ed essere felici di stare insieme. Questo è possibile perché sappiamo che c’è qualcosa che ci unisce, c’è Qualcuno che ci fa fratelli”.

IL  VERO AMORE NON ANNULLA LE LEGITTIME DIFFERENZE MA LE ARMONIZZA…..”

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L’Arcivescovo di Panama, José Domingo Ulloa,  ricorda che questa “è la gioventù di Cristo”. E poi quella di alcuni ragazzi di Ele Salvador, Peru, Haiti e Messico, che presentano al Papa i santi patroni della Gmg: Giovanni Paolo II, don Bosco, san Martino de Porres, Santa Rosa da Lima, san Juan Diego e san Oscar Arnulfo Romero.

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“Il vero amore non annulla legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità”. Questa è una citazione di Benedetto XVI. E il Papa non perde l’occasione per mandare, insieme con i giovani, un gioioso saluto al suo predecessore. “Ci sta guardando e lo salutiamo”… “Con i vostri gesti voi smentite e screditate tutti quei discorsi che si concentrano e si impegnano nel creare divisione”, in un certo senso obbedendo al “padre della menzogna che preferisce un popolo diviso e litigioso”. Tuttavia, prosegue Papa Bergoglio, «incontrarsi non significa mimetizzarsi, Né pensare tutti la stessa cosa o vivere tutti uguali facendo e ripetendo le stesse cose, ascoltando la stessa musica o portando la maglia della stessa squadra di calcio”. La cultura dell’incontro, “è un appello e un invito ad avere il coraggio di mantenere vivo un sogno comune capace di coinvolgere tutti”. Il sogno per il quale Gesù ha dato la vita.

 E’ l’amore di Cristo a tenere uniti i giovani. Un amore che non si impone e non schiaccia, un amore che non emargina e non mette a tacere, un amore che non umilia e non soggioga. E’ l’amore del Signore, amore quotidiano, discreto e rispettoso, amore di libertà e per la libertà, amore che guarisce ed eleva. Un amore che sa più di riconciliazione che di proibizione, più di dare nuova opportunità, che di condannare”. Ed è in definitiva lo stesso amore al quale Maria ha detto il suo sì. Francesco indica la Madonna, un cui ritratto campeggia alle sue spalle, sul fondale del palco, e sottolinea: “Vuoi che questo sogno abbia vita? Vuoi dargli carne con le tue mani, i tuoi piedi, il tuo sguardo, il tuo cuore? Vuoi che sia l’amore del Padre ad aprirti nuovi orizzonti e a portarti per sentieri mai immaginati e pensati, sognati o attesi, che rallegrino e facciano cantare e danzare il cuore?”.

“Panama non sia solo un canale che unisce solo due mari, – sono le parole del cuore di Papa Francesco -ma anche la via attraverso cui il sogno di Dio trovi altri piccoli canali per irradiarsi in tutto il mondo”.

 

 

TAV: PIOGGIA DI POLEMICHE IN ATTESA DELL’ESITO DELL’ANALISI COSTI-BENEFICI

 

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Sulla Tav una pioggia di polemiche, il problema è fermarsi o andare avanti .     Il governo Conte afferma di “non avere alcun pregiudizio     sull’esecuzione delle grandi opere, in attesa dell’esito dell’analisi costi-benefici perché “costa più fermarsi, con qualche variazione…   Un’analisi che solleva il governo dalle contestazioni e critiche che sono piovute sulla tematica: sarà quindi una risposta tecnica più che politica.  Ma anche i sindacati, una volta tanto, fanno sentire la loro voce.

Nel corso della conferenza Stampa sull’elezione del nuovo segretario della Cgil interviene Landini  che ha spiegato quale deve essere oggi il ruolo di un sindacato, mostrare interesse cioè anche verso la società ,ha  rivelato  quale sarà la strategia della Cgil : “La Cgil ha sulla Tav, sulle grandi opere, una posizione precisa: andare verso il blocco di tutti cantieri non credo sia una cosa grandemente intelligente. Ma allo stesso tempo c’è anche un problema relativo ad un piano straordinario di investimenti in infrastrutture non solo materiali ma anche sociali che non viene realizzato”.
A favore della Tav anche il presidente del Veneto Luca Zaia: “Si deve fare, punto. Questa analisi costi benefici sta diventando una leggenda metropolitana, non l’ha vista nessuno. Serve visione. Se all’epoca avessero fatto l’analisi costi benefici non avremmo neanche l’Autostrada del Sole“.

Tribunale dei Ministri: “Processate e condannate Matteo Salvini, impediva lo sbarco dei migranti e aveva l’obbligo di salvare la vita in mare, dovere che prevale su tutte le norme”

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Sembrava conclusa la vicenda di Salvini, ministro dell’Interno, sul caso Diciotti dopo che la Procura di Catania aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo. Invece eccoti la sorpresa. Il Tribunale dei ministri di Catania – si apprende – ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini    Appresa la notizia il Ministro ha comunicato di essere indifferente alle accuse del Tribunale  e proseguirà ancora  nella sua linea rigida di chiudere i porti e impedire qualsiasi sbarco sia in Sicilia che nel resto del Paese..

. La richiesta del Tribunale è stata ricevuta dalla Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari.Dovrà esprimersi sull’autorizzazione a procedere. Salvini è accusato del reato di sequestro di persona aggravato per avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell’unità navale di soccorso ”U.Diciotti” della Guardia Costiera italiana alle ore 23:49 del 20 agosto 2018″,afferma il decreto del Tribunale dei Ministri etneo.

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Nella foto il Tribunale di Catania

Nella condotta posta in essere dal ministro dell’Interno nell’arco temporale dal 20 al 25 agosto 2018, con riguardo alla permanenza a bordo della nave Diciotti attraccata al porto di Catania di 177 migranti, tra cui alcuni minori non accompagnati, è opinione di questo collegio – si spiega – che siano ravvisabili gli estremi del reato di sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per avete commesso il fatto anche in danno di soggetti minori di età“.

L’obbligo di salvare la vita in mare – decreta il Tribunale – costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare. Le Convenzioni internazionali in materia, cui l’Italia ha aderito, costituiscono un limite alla potestà legislativa dello Stato e, in base agli art.10, 11 e 117 della Costituzione, non possono costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell’autorità politica, assumendo un rango gerarchico superiore rispetto alla disciplina interna”.

Ma non è tutto, “Salvini, nella sua qualità di Ministro, violando le Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali (Convenzione SAR, RisoluzioneMSC167-78, Direttiva SOP009/15), non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le Libertà Civili per l’Immigrazione – costituente articolazione del Ministero dell’Interno- di esitare tempestivamente la richiesta di POS (place of safety) presentata formalmente da IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center) alle ore 22:30 del 17 agosto 2018, bloccava – si sottolinea – la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ”U.Diciotti” ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23:49 del 20 agosto e fino alla tarda serata del 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco. Fatto aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché – si aggiunge – per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età”.

Giuseppe Conte: “Sogniamo un’Europa del Popolo”- Vi spiego perchè la disciplina del bilancio ha bloccato il Pil

 

Le molte sfide internazionali di fronte a noi, come il protezionismo, i flussi migratori, il cambiamento climatico, le persistenti crisi internazionali, ci spingono a concentrarci sulle complesse dinamiche che coinvolgono le relazioni fra i principali attori globali.

L’opinione pubblica europea ha considerato per anni il progetto europeo come uno strumento per affrontare queste sfide e come uno scudo contro i loro effetti avversi, ma oggi si interroga sulla sua validità e credibilità. Senza ignorare i meriti storici di quest’ultimo, l’opinione pubblica si aspetta che esso diventi più appropriato per fronteggiare le sfide presenti e future.

Oggi ho l’opportunità di mostrare come daremo attuazione a questa istanza di cambiamento. Mi concentrerò principalmente su aspetti economici e sociali interni al nostro Paese, ma sono sicuro che sarà di interesse per voi, in quanto la nostra esperienza può essere un precursore dell’aspetto che assumerà l’Europa domani.

C’è una parola chiave attorno alla quale abbiamo costruito la nostra visione politica e la nostra attività quotidiana: questa parola è POPOLO.

Il popolo italiano è stato paziente e disciplinato per molti anni. Ha avuto fiducia nelle istituzioni italiane ed europee, politiche e tecniche.

Per anni, gli italiani hanno fatto propri i principi economici fondamentali predicati dal cosiddetto ordine liberal-democratico: l’integrazione nel mercato globale, la libera circolazione di persone e capitali, la disciplina di bilancio, l’adozione incontrollata di nuove tecnologie e la crescita senza limiti della finanza globale.

Hanno creduto che l’euro sarebbe stato in grado di risolvere tutti i loro problemi cronici: l’alta inflazione, una moneta debole, il debito pubblico. Così, hanno adottato in maniera entusiasta la nuova moneta.

Ma la realtà si è rivelata molto diversa.

Il prezzo da pagare per avere una moneta stabile e una bassa inflazione è stato un debito pubblico crescente, nonostante si richiedesse continuamente di stringere la cinghia per mantenere la spesa pubblica primaria (al netto della spesa per interessi) costantemente al di sotto delle entrate fiscali.

La disciplina di bilancio ha frenato la crescita del PIL. Nel terzo trimestre del 2018, il PIL è ancora 5 punti percentuali al di sotto del picco massimo di questi anni, registrato nel 2008.

L’apertura globale dei mercati, la libera circolazione dei capitali e la rivoluzione tecnologica hanno prodotto grandi risultati come promesso, ma di questi benefici hanno goduto in pochi, e non in molti.

Perciò, l’entusiasmo sul futuro è stato rimpiazzato da una visione più cupa. Si è diffuso un sentimento di disperazione; persino la classe media, che si sentiva emancipata dalle necessità economiche di base, ora teme la povertà. Tutti, con poche eccezioni, tendono a ritenere che il domani sarà peggiore dell’oggi. Chi può permetterselo incoraggia i propri figli a trasferirsi e cercare migliori opportunità altrove.

La storia ci insegna che può accadere di tutto quando le persone si sentono ingannate e trattate ingiustamente.

Nonostante questi pericoli, i miei concittadini italiani si sono dimostrati molto maturi e profondamente legati alle loro istituzioni democratiche; non hanno occupato le piazze né hanno espresso il loro malcontento e la loro rabbia in maniera violenta.

Al contrario, hanno utilizzato il voto democratico per sconfiggere le vecchie élite e sostenere coloro i quali suggeriscono strade alternative per tornare su un sentiero di prosperità.

Il mio governo costituisce la risposta istituzionale al desiderio degli italiani di trovare una nuova prospettiva per il futuro.

Il mio compito e la mia priorità come Presidente del Consiglio è preservare questo prezioso patrimonio di fiducia che mi è stato affidato, mettendo in campo soluzioni immediate per le necessità più urgenti del mio popolo.

Solo continuando ad occuparmi delle necessità dei miei cittadini, sarò in grado di fare affidamento sulla loro fiducia per affrontare i problemi di lungo termine che hanno frenato la nostra economia per così tanto tempo.

Lo ritengo un tema politico cruciale. Per troppi anni, i politici italiani hanno interpretato questa sequenza al contrario: dando priorità all’utilizzo della fiducia di cui disponevano invece che al mantenimento della stessa.

Nel passato, hanno chiesto al popolo di fare sacrifici in nome di un futuro brillante. Hanno smantellato la regolamentazione del mercato del lavoro nel nome di una maggiore e migliore occupazione. Hanno accettato una ritirata dello Stato dal suo ruolo di produttore diretto di beni e servizi, in cambio di una presunta migliore qualità dei servizi, di prezzi inferiori e una maggiore soddisfazione dei consumatori. Temendo i “fallimenti dello Stato”, hanno chiesto al popolo di tollerare i “fallimenti del mercato”. La cura degli interessi di lungo termine è stata rimpiazzata dalla dipendenza dal breve termine.

Le persone hanno già pagato il costo di questi cambiamenti, mentre i benefici si devono ancora vedere.

I cittadini sono ora consapevoli del fatto che tutti i cambiamenti che hanno dovuto sopportare abbiano prodotto una società peggiore in termini di opportunità, distribuzione del reddito, giustizia sociale, condizioni del welfare, sicurezza del lavoro e prospettive di crescita per loro e i propri figli.

Dobbiamo dare risposte a tutto questo. Non sarà facile e non succederà tutto domani. Ciononostante, mentre progettiamo e implementiamo le soluzioni, dobbiamo alleviare i problemi.

Le due principali misure contenute nella nostra Legge di Bilancio, il Reddito di Cittadinanza e la cosiddetta Quota 100, sono le nostre risposte immediate alle urgenze del Paese.

Il Reddito di Cittadinanza fornisce un sostegno al reddito a circa 1,7 milioni di famiglie povere, che corrispondono a 5 milioni di persone, in cambio della loro disponibilità a lavorare o ad acquisire le competenze necessarie per essere in grado di farlo in futuro. Le imprese hanno un incentivo ad offrire un lavoro alle persone coinvolte nel programma perché beneficeranno di sgravi sui contributi previdenziali e assistenziali.

Il programma è orientato alle persone più povere, ma al contempo fornisce un meccanismo di assicurazione implicito per le famiglie della classe lavoratrice vulnerabili rispetto a shock inaspettati a causa della loro fragile situazione finanziaria.

È opportuno chiarire alcune errate convinzioni riguardo alle nuove regole che si applicano all’età pensionabile. Questa misura rappresenta una soluzione riparatrice per un’intera generazione che, dall’oggi al domani, si è vista aumentare l’età pensionabile di molti anni. Crediamo che questa sia stata una seria violazione del patto sociale, alla quale si doveva porre rimedio.

Inoltre, vorrei rassicurare tutti coloro che sono preoccupati della sostenibilità di lungo periodo del nostro sistema pensionistico. Il sistema rimane completamente sostenibile perché coloro che scelgono di andare in pensione prima finiranno per ricevere una somma inferiore e perché questa riforma si applica solo per tre anni.

Lasciatemi inoltre sottolineare che chi sceglie di andare in pensione prima lascerà posti di lavoro vacanti che saranno occupati dai giovani. Nel settore pubblico, questo potrebbe innescare inoltre un ringiovanimento indispensabile del personale ed un aumento significativo della produttività.

Siamo orgogliosi di essere riusciti a trovare il modo di introdurre questo programma nonostante lo stretto spazio disponibile per le nostre finanze pubbliche.

Si tratta di interventi estremamente importanti e urgenti, necessari a guarire delle gravi ferite sociali. In ogni caso, difficilmente essi possono fornire di per sé una soluzione a problemi profondamente radicati nella nostra società, che è percepita come disuguale nelle opportunità che offre, ingiusta nella distribuzione della ricchezza prodotta, e incapace di generarne abbastanza per tutti.

Per affrontare questi problemi, abbiamo bisogno di ampi correttivi alle regole che governano la nostra economia e la nostra società.

Dobbiamo predisporre delle regole del gioco capaci di sostenere le persone comuni e di preservare l’ambiente; di generare una redistribuzione del reddito più equa, migliori opportunità per ognuno, condizioni di lavoro dignitose, sicure e stabili per tutti e non soltanto per una minoranza fortunata.

In una parola, abbiamo bisogno di regole che mettano al centro gli esseri umani, le famiglie e la comunità. Dobbiamo smetterla di confondere i mezzi con i fini, come abbiamo fatto per tanti anni. Abbiamo bisogno di un nuovo “umanesimo”.

Questa visione è radicalmente nuova.

È una visione nuova perché non è costruita in termini di una contrapposizione tra statalismo e liberismo, come ha fatto la tradizionale divisione tra sinistra e destra per più di un secolo. Piuttosto, pensiamo che la vera divisione risieda tra coloro che hanno e coloro che non hanno il potere di cambiare le sorti della propria nazione. Pensiamo che questo diritto non possa essere concesso solo a una piccola minoranza di cittadini.

Siamo radicali perché vogliamo riportare questo potere dove fin dall’inizio lo aveva collocato la nostra Carta Costituzionale: al popolo, che lo esercita nelle forme e nei limiti della legge.

Si tratta di un programma vasto e multiforme, guidato da un concetto semplice: sostenere il merito mentre si combattono i monopoli e le rendite di posizione.

Una sequenza infinita di riforme può scaturire dal perseguimento di questa idea fondamentale.

Il sostegno del merito porterà la nostra attenzione sull’istruzione, e in particolare su quella della prima infanzia, che molti scienziati sociali ora considerano come la fase cruciale della vita in cui si decide il destino di una persona. La qualità dell’istruzione primaria per tutti, sebbene questa sia relativamente economica, è uno degli strumenti più potenti per creare uguaglianza nelle opportunità e uno degli investimenti di maggior rendimento a disposizione di una società.

La lotta alle rendite di posizione e al comportamento monopolistico implica una revisione radicale delle regole per accedere ai mercati, per entrare negli ordini professionali; più in generale, una revisione di tutte le norme burocratiche che non perseguono altri obiettivi se non proteggere gli insider.

Combattere le rendite di posizione significa essere inflessibili con la corruzione, perché si tratta dell’abuso di potere più vergognoso, volto a estorcere un beneficio da coloro che stanno solo chiedendo di esercitare un legittimo diritto.

Il mio governo su questo fronte non ha avuto esitazioni. Abbiamo adottato una legge anticorruzione che al momento è tra le più severe al mondo. Abbiamo iniziato a rivedere la regolamentazione economica praticamente in qualsiasi materia: dalla normativa sulla crisi d’impresa, al codice degli appalti, alla riforma del codice e del processo civile.

La nostra ambizione è dimostrare che non ci sono scelte mutuamente esclusive da fare tra una società più eguale, inclusiva (e direi gentile) e un’economia robusta che genera più ricchezza per tutti in maniera sostenibile.

Quando l’equità è percepita da un ampio numero di persone, e la fiducia prevale sui comportamenti opportunistici, le persone tendono a guardare con maggiore speranza al futuro, e a rinunciare a qualcosa oggi per ottenere qualcosa di meglio domani.

Quando gli sforzi e i sacrifici vengono ricompensati, invece di essere sfruttati dai percettori di rendite e dai loro comportamenti predatori, è razionale per le persone investire di più nel capitale umano e nel capitale fisico, perché avranno rendimenti maggiori.

Quando il senso di inclusività è in grado di cementare le comunità, è razionale per le persone investire nel “capitale pubblico” e avere più fiducia nelle istituzioni, perché il frutto di questo investimento sarà condiviso equamente piuttosto che essere indirizzato esclusivamente ai più benestanti.

Infine, una società più giusta ed equa è più forte perché le persone hanno fiducia reciproca, ed è più efficiente perché meno risorse vengono sprecate nella difesa di privilegi ingiusti.

L’Italia oggi sta percorrendo questa strada. Noi vogliamo andare molto lontano, non so dire quanto tempo ci vorrà. Quello che so è che senz’altro la nostra battaglia per una società migliore sarebbe più facile se non fossimo soli lungo questo percorso.

Ogni comunità, se lasciata sola, faticherà a fronteggiare i venti contrari che provengono da chi mette una Nazione contro l’altra solo per il proprio vantaggio.

Se noi, come europei, fossimo più uniti in questi sforzi, saremmo molto più forti nel sostenere la visione originale che ha ispirato il sogno di un’Europa che protegge i suoi cittadini e i valori a noi cari: la libertà, la giustizia sociale, un trattamento equo per ciascuno, la solidarietà fra popoli e nazioni, lo Stato di diritto.

Questa è l’Europa che noi italiani sogniamo. Un’Europa del popolo, dal popolo, per il popolo.

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PARTINICO: VIOLENTO LITIGIO,DONNA UCCIDE A COLTELLATE IL MARITO E SI CONSEGNA ALLA POLIZIA.INDAGINI IN CORSO

donna uccide il marito, omicidio partinico, Filippo Mazzurco, Palermo, Cronaca

Dopo un violento litigio una donna ha ucciso a coltellate il marito  nell’abitazione  a Partinico, in via Edison.  La vittima, Filippo Mazzurco di 64 anni, aveva lavorato per diversi anni in Svizzera. Forse l’uomo è stato colto di sorpresa, gli inquirenti sono intenti alla ricostruzione del delitto

La donna, Antonella Cover, 55 anni,ha confessato subito l’omicidio  e si è presentata spontaneamente in commissariato, dove è tuttora in corso l’interrogatorio…

Dai primi accertamenti pare che  i due coniugi fossero separati da tempo anche se vivevano nella stessa abitazione. L’uomo era da poco tempo rientrato in Sicilia dalla Svizzera dove lavorava come elettricista…. Sono in corso indagini per sapere cosa ha fatto scattare nella donna l’intento omicida.