La Finanza di Catania paralizza e disarticola consorterie criminali internazionali dedite al traffico di droga

 

Nell’ambito di articolate attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto dello SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) e del “Cuerpo Nacional de Policia” spagnolo, hanno individuato e tratto in arresto a Valencia (Spagna) J. C. H. R., narcotrafficante di origine colombiana, latitante, su cui pendeva un mandato di arresto europeo per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Nel dettaglio, le informazioni acquisite nel tempo e la collaborazione internazionale hanno permesso di individuare a Valencia il citato H., che è stato tratto in arresto dalla polizia spagnola ed è in attesa di estradizione.

H. era infatti tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, con cui, lo scorso 25 maggio, sono state disposte misure restrittive nei confronti 13 persone, sottoposte a indagine, a vario titolo, per associazione a delinquere e spaccio di sostanze stupefacenti.

Si apprende anche che l’attività investigativa – svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania – ha consentito di porre in luce e disarticolare due consorterie criminali operanti nel capoluogo etneo, dedite alla commercializzazione di elevati quantitativi di sostanze stupefacenti, e di sottoporre a sequestro, in più occasioni, oltre 367 kg di marijuana e cocaina.

In particolare, la prima associazione, promossa da due fratelli colombiani, coadiuvati da altri due cittadini del medesimo paese sudamericano, era dedita al traffico di cocaina.

La seconda associazione criminale era a sua volta articolata in due gruppi.

Il primo, costituito da cittadini albanesi, ed è risultato attivo nell’importazione di importanti quantitativi di droga dall’Albania, poi rivenduti a organizzazioni operanti sul territorio siciliano.

Il secondo gruppo si riforniva di stupefacente del tipo marijuana dal primo sodalizio, per poi rivenderlo a Catania.

Le investigazioni, condotte dalle unità specializzate antidroga del GICO del Nucleo di PEF della Guardia di finanza di Catania, hanno consentito, nel tempo, di effettuare sei interventi repressivi del traffico di stupefacente. In particolare, gli interventi, operati in provincia di Catania (Belpasso e Misterbianco) e a Messina, hanno consentito di pervenire al sequestro di 367 kg tra marijuana e cocaina, destinate al mercato catanese.

SPORT E TURISMO, RIECCO LA NUOVA EDIZIONE DEL RAID DELL’ETNA 2021

 

Conferenza di presentazione della XXIII edizione della manifestazione

 


Dal 26 settembre al 2 ottobre la gara per auto storiche torna in scena tra le vie dell’Isola, con prove a cronometro e visite nei luoghi più suggestivi

CATANIA –

 Passione per i motori, adrenalina, cultura, turismo e promozione del territorio. Nel 2021 riparte il Raid dell’Etna: un’edizione ricca come sempre, che farà tappa nelle principali località della Sicilia. Da Palermo a Siracusa, passando per Enna, fino al capoluogo etneo, dove si svolgerà la premiazione finale. Settanta equipaggi, 140 partecipanti35 gare cronometrate, mille chilometri alla scoperta delle residenze nobiliari e dei borghi dell’Isola: questi i numeri della manifestazione, presentata questa mattina (venerdì 24 settembre) nella sala Giunta del Comune di Catania.

«Si tratta della ventitreesima edizione di un evento annoverato fra i sette più importanti d’Italia nel campo dei motori, che gode della considerazione delle più prestigiose riviste di settore – ha esordito il sindaco di Catania Salvo Pogliese – Il Raid contribuirà senz’altro nel processo di ripresa post-Covid, dando particolare impulso al turismo nella nostra città e in Sicilia. Una valorizzazione del territorio che passerà anche da una forte attenzione mediatica, che darà spazio allo splendore delle auto storiche, ma anche a scenari mozzafiato». Un impegno riconosciuto anche dall’assessore comunale allo Sport Sergio Parisi: «Mettere in piedi una manifestazione che coinvolge equipaggi internazionali non è cosa da poco, soprattutto dopo le criticità legate alla pandemia che hanno caratterizzato l’ultimo anno e mezzo. Questo evento, che coniuga passione sportiva e promozione della nostra terra, non può che essere motivo di grande orgoglio. Da qui il sostegno della nostra Amministrazione, oggi più che mai impegnata a incentivare le manifestazioni che spingono il turismo sportivo, congressuale e scolastico».

 

Impegno, passione e dedizione da sempre caratterizzano il Raid, evento di successo organizzato da Giovanni Spina e Stefano Consoli: «Registrare una così alta adesione non è stato semplice, a causa delle limitazioni e delle problematiche connesse alla pandemia – hanno spiegato durante la conferenza – Abbiamo dovuto limitare il numero a 70 equipaggi, con la promessa di allargare la famiglia il prossimo anno. Ringraziamo i nostri sponsor, che ci supportano da sempre e che quest’anno hanno fatto sentire ulteriormente la loro vicinanza, con l’obiettivo di mostrare le bellezze dell’Isola, anche quelle più nascoste».

Svezia, Svizzera, Germania, Austria, Polonia e Colombia: queste le nazionalità dei concorrenti, a cui si uniscono alcuni italiani. Si parte ufficialmente il 26 settembre da Palermo, con l’arrivo dei partecipanti e un giorno dedicato alla scoperta della città.

L’indomani sosta a Bagheria e visite guidate a Villa Palagonia, Palazzo Butera e Museo del Giocattolo. Poi, spazio alla prima corsa nello storico Circuito delle Madonie – teatro della Targa Florio – con partenza e arrivo da Floriopoli, passando per Cerda e il bivio Sclafani. Il 28 settembre ampio spazio al rombo dei motori nell’autodromo di Pergusa (Enna), con due prove cronometrate. Successivamente, partenza per Siracusa, il cui centro storico sarà palcoscenico per le vetture del Raid. Il 29 mattina a prendersi la scena saranno architettura e cultura, con sosta a Ortigia e pranzo nelle sale di Palazzo San Zosimo. Nel pomeriggio, invece, le auto d’epoca animeranno la cronometrata Eureka.

 

 

La casa del “Commissario Montalbano” sarà l’attrazione di giovedì 30, a cui seguirà la sosta a Chiaramonte Gulfi e la prova a Valcorrente, che guiderà i partecipanti verso Catania. La città etnea sarà protagonista negli ultimi 2 giorni (1 e 2 ottobre): il venerdì con la cronometrata Etna, che abbraccerà diversi paesi alle pendici del Vulcano; il sabato con la visita al centro storico, che vedrà quale atto conclusivo la premiazione a Palazzo Platamone.

Processo “Trattativa Stato-Mafia”: il fatto non sussiste, tutti assolti

 

 

Processo trattativa Stato-mafia: assolto Marcello Dell'Utri |  VirgilioNotizie

Il senatore Marcello Dell’Utri: “Mi sono tolto un peso dal cuore”

PALERMO

 

E’ uscita la Sentenza storica che ha rovinato tante vite e l’esistenza agli ” (ex) imputati assolti Occorre urgentemente una riforma della Giustizia e della Magistratura e fondamentale e di vitale importanza dovrà essere la clausola che anche in Magistratura “chi sbaglia paga”   Smontati nel caso in esame tutti i teoremi dei Pm sulla trattativa “Stato-Mafia”

Tutti assolti gli ex ufficiali dei carabinieri nel processo d’appello sulla trattativa tra Stato e mafia. La Corte d’assise d’appello di Palermo ha smontato ogni teorema , ogni tesi dei Pm,riformato la sentenza di primo grado e assolto i generali Mario Mori e Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno. Erano stati condannati a 12 anni. Assolto anche Marcello Dell’Utri, condannato anche lui a 12 anni di carcere. La sentenza è stata emessa dopo tre giorni di camera di consiglio.

Trattativa Stato-mafia, Berlusconi "scarica" Dell'Utri. In aula si rifiuta  di testimoniare - la Repubblica

                                                                    – LA SENTENZA –

In parziale riforma della sentenza emessa dalla Corte di assise di Palermo in data 20 aprile 2018 assolve De Donno Giuseppe, Mori Mario e Subranni Antonio dalla residua imputazione a loro ascritta per il reato di cui al capo A, perché il fatto non costituisce reato”. Inizia così il dispositivo della sentenza del processo di Appello sulla trattativa Stato-mafia. “Dichiara – si legge ancora – non doversi procedere nei riguardi di Bagarella Leoluca Biagio, per il reato di cui al capo A, limitatamente alle condotte commesse in pregiudizio del governo presieduto da Silvio Berlusconi, previa riqualificazione del fatto… come tentata minaccia pluriaggravata a corpo politico dello stato, per essere il reato cosi’ riqualificato estinto per intervenuta prescrizione. E per l’effetto ridetermina la pena nei riguardi di Bagarella in anni 27 di reclusione”. “Assolve Dell’Utri Marcello dalla residua imputazione per il reato di cui al capo A, come sopra riqualificato, per non avere commesso il fatto e dichiara cessata l’efficacia della misura cautelare del divieto di espatrio già applicata nei suoi riguardi”.

La Corte ha revocato le statuizioni civili nei riguardi degli imputati De Donno, Mori, Subranni e Dell’Utri e rideterminato in 5 milioni di euro l’importo complessivo del risarcimento dovuto alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La Corte d’assise “conferma nel resto l’impugnata sentenza anche nei confronti di Giovanni Brusca e condanna gli imputati Bagarella Cin alla rifusione delle ulteriori spese processuali in favore delle parti civili (Presidenza del Consiglio dei ministri, Presidenza della Regione siciliana, comune di Palermo, associazione tra familiari contro le mafie, centro Pio La Torre”.

La Corte ha fissato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni.

Draghi al Senato: “Un Sud più forte è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa”

Mario Draghi presidente del Consiglio, parte la petizione | Il Friuli

Riportiamo il discorso integrale di Mario Draghi al Senato Eccolo: ”

 

“L’Italia vive oggi un periodo di forte ripresa – migliore di quello che avevamo immaginato solo qualche mese fa.

Le previsioni del Governo, che presenteremo tra pochi giorni, stimano una crescita intorno al 6% per quest’anno – a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera.

La produzione industriale ha superato a luglio il valore registrato prima dell’inizio della pandemia.

Le esportazioni nel secondo trimestre di quest’anno sono state del 4,8% più alte che nello stesso periodo del 2019, prima della crisi sanitaria.

L’indice di fiducia delle imprese negli ultimi due mesi è il più alto dal 2005, quando sono iniziate le rilevazioni.

Al rafforzamento dell’economia si accompagna un miglioramento dell’occupazione.

A luglio il numero di occupati è cresciuto di 440mila unità rispetto a un anno prima, e c’erano 170mila disoccupati e 484mila inattivi in meno.

Il mercato del lavoro è ripartito, ma ci sono ancora aspetti che destano preoccupazione.

Tra i dipendenti, tre quarti dei nuovi occupati hanno ricevuto un contratto a tempo determinato.

Nel 2020, più di due milioni di famiglie erano in condizione di povertà assoluta.

La crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del prodotto interno lordo registrata l’anno scorso.Nel 2020, l’economia italiana si è contratta dell’8,9%, una delle recessioni più profonde d’Europa

Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell’attività.

La sfida per il Governo – e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali – è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile.

Dobbiamo evitare i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo;

preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale;

e accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell’economia italiana.

Per assicurare la sostenibilità della ripresa dobbiamo prima di tutto impedire che ci siano altre significative ondate di contagio.Il governo sta agendo con la massima determinazione per evitare nuove chiusure.

Voglio quindi ringraziare ancora una volta gli italiani per la convinzione con cui hanno aderito alla campagna vaccinale, e le imprese per l’impegno dimostrato nel cooperare alla sua organizzazione.

A oggi, oltre 41 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, quasi il 77% della popolazione con più di 12 anni.

E siamo vicini a raggiungere e poi superare l’obiettivo che c’eravamo posti, ovvero immunizzare entro fine settembrel’80% della popolazione vaccinabile.

La “variante Delta”, molto più contagiosa del ceppo originario del virus, ci obbliga però a raggiungere tassi di vaccinazione ancora maggiori.

Anche per questo motivo abbiamo prima introdotto e poi allargato l’uso del cosiddetto “green pass”.

Il “green pass” è uno strumento di libertà e sicurezza, per difendere i cittadini e i lavoratori e tenere aperte le scuole e le attività economiche.

Voglio ringraziare Confindustria che ha da subito lavorato insieme al governo e ai sindacati per trovare un accordo sull’estensione del “green pass” ai luoghi di lavoro.

Se riusciremo a tenere sotto controllo la curva del contagio, potremo allentare ulteriormente le restrizioni che sono ancora in vigore – ad esempio nei luoghi di lavoro, nei cinema, nei teatri, negli stadi e negli altri spazi di sport e cultura.

L’altra incognita su cui dobbiamo vigilare riguarda l’aumento dei prezzi e la difficoltà nelle forniture in alcuni settori.

L’economia globale attraversa una fase di aumento dei prezzi, che riguarda anche i prodotti alimentari, i noli e tocca tutte le fasi del processo produttivo.

Non sappiamo ancora se questa ripresa dell’inflazione sia transitoria o permanente.

Se dovesse rivelarsi duratura, sarà particolarmente importante incrementare il tasso di crescita della produttività, per evitare il rischio di perdita di competitività internazionale.

Per le imprese sono particolarmente importanti i rincari sui materiali da costruzione, sul gas e sull’energia, e i problemi di approvvigionamento dei semiconduttori.

Il Governo è impegnato a trovare soluzioni immediate a questi problemi, e a disegnare strategie di lungo periodo per ridurre le nostre vulnerabilità.

Per quanto riguarda il prezzo delle materie prime, esso è in parte temporaneo perché legato alla forte ripresa dell’economia globale.

Già quest’estate abbiamo approvato un intervento per arginare i rincari e per aiutare le imprese di costruzione impegnate in opere pubbliche.

Anche l’aumento del prezzo del gas e dell’elettricità è legato a fenomeni in parte transitori.

In assenza di un intervento del governo, nel prossimo trimestre il prezzo dell’elettricità potrebbe salire del 40%, e quello del gas del 30%.

Per questo abbiamo deciso di eliminare per l’ultimo trimestre dell’anno gli oneri di sistema del gas per tutti, e quelli dell’elettricità per le famiglie e le piccole imprese.

Potenziamo il bonus luce e gas per proteggere soprattutto le fasce meno abbienti.

Si tratta complessivamente di un intervento di oltre 3 miliardi, che fa seguito a quello da 1,2 miliardi avvenuto a giugno.

E che ha una forte valenza sociale, per aiutare in particolare i più poveri e i più fragili.

A queste misure deve seguire un’azione, anche a livello europeo, per diversificare le forniture di energia e rafforzare il potere contrattuale dei Paesi acquirenti.

Dalla fine del 2020, la domanda di semiconduttori supera la capacità produttiva mondiale.

L’aumento delle vendite di elettronica e la crescente incidenza di queste componenti nell’industria automobilistica hanno provocato gravi carenze che non sono destinate a attenuarsi.

L’importanza dei semiconduttori aumenterà infatti con la digitalizzazione e la mobilità elettrica.

Il governo ha in programma importanti investimenti nella filiera microelettronica.

Proprio questo mese, il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione fondi alle imprese del settore per oltre 700 milioni, a cui si aggiungono quelli del PNRR.

Siamo impegnati a sostenere la ricerca e ad attrarre investimenti sul settore, perché le innovazioni sui semiconduttori possano provenire anche dall’Italia e dall’Europa.

L’Italia si sta rimettendo in piedi dopo una crisi profonda.Questa fase richiede una politica di bilancio equilibrata ed efficace.

Le conseguenze dello shock economico causato dalla pandemia, a partire dall’aumento dell’indebitamento privato, richiedono tempo per essere assorbite.

Misure straordinarie come la moratoria sul credito bancario hanno nascosto vulnerabilità del nostro sistema economico che sono destinate a riemergere nel tempo

La fiducia di famiglie e imprese è elevata ma fragile.

La priorità deve essere quella di preservare la loro capacità di spesa e la loro volontà di investire.

Se guardiamo oltre l’orizzonte congiunturale, il nostro obiettivo deve essere migliorare in modo significativo il tasso di crescita di lungo periodo dell’Italia.Nel 2019, il nostro reddito pro capite era fermo al livello diventi anni prima.

Nello stesso periodo, la produttività totale dei fattori è diminuita di più del 4%, mentre in Germania è aumentata di oltre il 10% e in Francia di quasi il 7%.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato dalla Commissione Europea a giugno, include le riforme e gli investimenti necessari per colmare questo divario.

Vogliamo favorire l’innovazione, la transizione ambientale e quella digitale.

E portare l’Italia su un percorso di crescita inclusiva, che migliori la mobilità sociale e consenta la piena realizzazione professionale dei giovani e delle donne, soprattutto al Sud.

La transizione ecologica non è una scelta ma una necessità.I cambiamenti climatici hanno già gravi conseguenze sulle nostre vite, il nostro pianeta e le nostre economie.

Se non interveniamo subito, i loro effetti rischiano di peggiorare e diventare irreversibili.

Dobbiamo prendere misure ambiziose per ridurre le emissioni e contenere l’aumento della temperatura.

Ma dobbiamo tenere conto della capacità di riconversione delle nostre strutture produttive.

Lo Stato deve fare la sua parte nell’aiutare cittadini e imprese a sostenere i costi di questa trasformazione

E prestare particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione.

Gli investimenti del PNRR riguardano l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, l’idrogeno.

Investiamo nello sviluppo di capacità industriali, per esempio nei pannelli solari e nelle batterie, per ridurre la dipendenza dai produttori stranieri.

E miglioriamo l’efficienza del nostro sistema di autorizzazioni, che non può impedire la realizzazione degli ambiziosi obiettivi sulle energie rinnovabili.

La transizione digitale è l’altra grande sfida che il nostro Paese ha davanti.

Intendiamo migliorare la vita di cittadini e imprese e dotare soprattutto i giovani delle capacità necessarie per essere pronti per i lavori di domani.

Sul fronte delle infrastrutture, abbiamo concluso la consultazione pubblica sulla banda larga, che darà avvio al processo di cablatura del paese.

Attendiamo di ricevere le prime proposte di partnership per la creazione del Polo Strategico Nazionale, il cloud sicuro per la pubblica amministrazione.

In entrambe le iniziative il contributo dei privati sarà importante.

Un Sud più forte e meglio connesso con il resto del Paese è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

Le nostre politiche per il Mezzogiorno intendono superare le disparità che condannano milioni di cittadini a servizi pubblici inadeguati, e a godere di minori opportunità di crescita e affermazione professionale.

Gli investimenti infrastrutturali del PNRR destinano almeno il 40% delle risorse al Sud.

Particolare attenzione sarà dedicata alle aree interne.

La riforma delle Zone Economiche Speciali vuole renderle realmente attrattive per gli investimenti nazionali e internazionali, grazie a procedure semplificate e agevolazioni fiscali.

Gli importanti investimenti nei porti e nello sviluppo dell’economia del mare vogliono riportare di nuovo l’Italia al centro dei traffici marittimi intercontinentali.

Negli scorsi mesi abbiamo preso altri importanti provvedimenti per l’attuazione di tutto il PNRR.

Abbiamo creato la struttura per la gestione e il monitoraggio del Piano e approvato importanti semplificazioni del sistema normativo e degli appalti.

Abbiamo migliorato la gestione delle risorse umane della pubblica amministrazione e i processi di reclutamento e stabilito nuove regole per la mobilità nella PA.

Abbiamo portato avanti la riforma della giustizia penale, per accorciare i tempi dei processi, e lo stesso stiamo facendo ora per quella civile.

Nel Consiglio dei Ministri di oggi presenteremo il quadro del monitoraggio degli interventi del PNRR previsti per l’ultimo trimestre del 2021.

Dobbiamo mantenere la stessa ambizione e la stessa determinazione che abbiamo avuto negli scorsi mesi, soprattutto per quanto riguarda l’agenda di riforme.

In particolare, nel mese di ottobre, intendiamo approvare un provvedimento che dia impulso alla concorrenza.

A voi imprese chiedo di appoggiarlo con convinzione.

Il rafforzamento dell’economia passa attraverso l’apertura dei mercati e non la difesa delle rendite.

Intendiamo inoltre attuare in legge di bilancio la razionalizzazione e il potenziamento degli ammortizzatori sociali.

Vogliamo rafforzare gli strumenti di integrazione salariale per tutelare meglio chi perde il lavoro.

E avviare una riforma delle politiche attive del lavoro, per agevolare il reinserimento di chi è disoccupato o cassaintegrato con più efficacia di quanto non succeda oggi.

Il PNRR rappresenta un progetto decisivo per il futuro del nostro Paese.

Dobbiamo assicurarci che i soldi stanziati per gli investimenti siano spesi bene, con onestà, senza infiltrazioni criminali;

evitare i ritardi che hanno spesso rallentato o impedito l’uso dei fondi europei in Italia;

cogliere l’opportunità per sciogliere i nodi strutturali che legano da anni il nostro Paese;

e accompagnare le imprese in questa transizione, attraverso le riforme e gli investimenti.

Ne va del nostro benessere economico, e della nostra credibilità di fronte agli italiani e all’Europa.

Un governo che cerca di non far danni è molto, ma non basta per affrontare le sfide dei prossimi anni, in primis le tensioni geopolitiche, il protezionismo, ma anche il probabile mutare delle condizioni finanziarie, il graduale affievolirsi degli stimoli di bilancio.

È quando l’intero quadro di riferimento politico, economico e sociale cambia che più occorre essere uniti per non aggiungere incertezza interna a quella esterna.

Le buone relazioni industriali sono il pilastro di questa unità produttiva.

Il Governo da parte sua non ha intenzione di aumentare le tasse.

In questo momento i soldi si danno e non si prendono.

Ho avuto modo di ricordare che riacquistare il “gusto del futuro” è essenziale perché l’Italia torni alla crescita, alla prosperità, al rispetto dell’ambiente visto come opportunità, non come vincolo.

Le nostre imprese, voi, avete raccolto il messaggio e oggi abbiamo uno dei tassi di crescita più elevati dell’UE.

Il nostro compito, il compito del Governo, è far sì che il gusto del futuro continui a restare nelle vostre scelte di imprenditori.

La mia presenza oggi è un ringraziamento a tutte le imprese e ai loro lavoratori.

Per la vostra capacità di reagire e innovare, in anni molto difficili per la nostra società.

Lavoro, anche duro, investimenti e spazio ai giovani e alle donne.

Insieme ai vostri dipendenti, avete fatto la vostra parte.

Ma oggi vi chiedo di fare di più.

Ve lo chiedo pur essendo consapevole che la storia dell’imprenditoria italiana è già ricca di pagine nelle quali la responsabilità nazionale ha prevalso sugli interessi aziendali, familiari e di settore.

Vorrei che la pagina che state scrivendo oggi con il vostro impegno fosse ricordata come un momento storico.

Vorrei che oggi tutti noi condividessimo una prospettiva di sviluppo a beneficio anche dei più deboli e delle prossime generazioni.

Nessuno può chiamarsi fuori.

Sono certo, conoscendo le virtù dell’impresa, che sarà una pagina di cui l’Italia andrà fiera.

La marsalese Ausonia srl è tra le aziende vincitrici della terza edizione- Covid ed innovazione – di “Imprese Vincenti”

In 3500 per la terza edizione. Salvatore Ombra, vicepresidente Ausonia: “Premiata un’azienda orgogliosamente del Meridione come la nostra”

La marsalese Ausonia srl è tra le aziende vincitrici della terza edizione di “Imprese Vincenti”, programma promosso da Intesa Sanpaolo. È stata premiata nella sezione “Innovazione e R&S”, per gli investimenti fatti nell’industria 4.0 e, «per aver saputo affrontare al meglio il difficile contesto causato dall’emergenza sanitaria Covid-19, mantenendo e rafforzando requisiti di eccellenza anche attraverso iniziative di profonda trasformazione e adattamento a supporto del tessuto produttivo e alle comunità di riferimento».

 

Salvatore Ombra, vicepresidente di Ausonia

Su 3500 aziende che hanno partecipato al bando, rivolto ad imprese rappresentative dell’eccellenza italiana, con un fatturato (anno 2019) fra 2 e 130 milioni di euro, almeno 10 dipendenti e sede legale in Italia, solo 112 sono state selezionate. Il riconoscimento è stato attribuito in occasione di una cerimonia virtuale moderata dal giornalista Stefano Righi. Presente Stefano Barrese responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo e, per AusoniaSalvatore Ombra, vicepresidente e direttore finanziario.

«Questo premio – commenta Salvatore Ombra – è un riconoscimento ad una gestione familiare che da quattro generazioni porta avanti ricerca e sviluppo in un territorio non a vocazione metalmeccanica ma vitivinicola. Ringraziamo Intesa Sanpaolo per l’attenzione data ad un’impresa orgogliosamente del Meridione come la nostra».

 

Gruppo elettrogeno in media tensione installato in ambito Oil&Gas  (Nord Africa, 2020) 

 

 

Pannellatrice interamente automatizzata è parte degli investimenti in Industria 4.0 fatti da Ausonia

La storia dell’azienda e i requisiti che hanno determinato il premio

L’azienda Ausonia, nata nel 1925 per la produzione di macchinari destinati all’industria vinicola, dal 1932 opera nel settore della costruzione dei gruppi elettrogeni. A meritare il riconoscimento di Intesa Sanpaolo, il completo riassetto della produzione, incentrata ora su macchinari di ultima generazione tra cui magazzini verticali, robot di piegatura, impianto per taglio laser, pannellatrice, impianto di verniciatura a polveri e il potenziamento dei reparti.

Su una superficie totale di 32.000 m², Ausonia produce gruppi elettrogeni a corrente alternata, a corrente continua, sistemi di cogenerazione e trigenerazione (CHP/CCHP), gruppi elettrogeni ibridi integrati con pacchi batterie, soluzioni integrate con rinnovabili, centrali elettriche a bassa e media tensione, gruppi elettrogeni montati o integrati su mezzi mobili. Ausonia è scelta come partner da attori operanti nei settori della difesa, telecomunicazioni, trasporti, edilizia e infrastrutture.

IN GINOCCHIO A CATANIA IDEATORI DI TRUFFE ED EVASIONI FISCALI: DUE ARRESTI E 47 PERSONE DENUNCIATE

CATANIA

Un’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dalla Guardia di Finanza nei confronti di due professionisti (dottori commercialisti ed esperti contabili), sottoposti a indagini per aver ideato e commercializzato modelli di evasione fiscale attraverso cui sono state commesse più condotte di indebite compensazioni di debiti IVA. Nel complesso 47 sono i soggetti sottoposti a indagine, che ha permesso di evidenziare la creazione di crediti fittizi per oltre 105 milioni di euro.

Nel dettaglio, le indagini, originate da autonoma attività di analisi svolta dalle unità specializzate del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania e poi condotte dallo stesso Nucleo PEF anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che con accertamenti bancari, hanno permesso di mettere in luce un articolato sistema, finalizzato a consentire, in particolare, a 14 società, attive su tutto il territorio nazionale e operanti in diversi settori economici (trasporti, pulizie, consulenza alle imprese), l’evasione delle imposte sui redditi mediante il sistema della indebita compensazione dei debiti tributari.

La complessa attività delittuosa posta in essere dai sodali consisteva, in sintesi, nella strumentalizzazione della possibilità data ai contribuenti di portare a compensazione dei propri debiti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria crediti relativi alla medesima tipologia di imposta maturati o maturandi in relazione a un diverso periodo. I sodali, quindi, si adoperavano per consentire alle società o ai professionisti debitori dell’amministrazione finanziaria di effettuare l’acquisto, mediante accollo, di crediti vantati da parte di altre società nei confronti della medesima amministrazione, ma derivanti da operazioni in tutto o in parte inesistenti, verso il pagamento di una somma inferiore al loro valore nominale, in modo da consentire all’acquirente di compensare in tutto in parte il proprio debito nei confronti dell’amministrazione finanziaria.

Per quanto sopra, a seguito delle complesse indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania e svolte dal Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania: – sono stati denunciati, complessivamente, 47 soggetti, tra professionisti, intermediari e imprenditori, tutti sottoposti a indagine per il reato di cui all’articolo 10-quater del d.lgs. n. 74 del 2000; – sono stati evidenziati, nel complesso, 105 milioni di crediti IVA fittizi, dei quali 67 utilizzati per operare le indebite compensazioni; – 2 professionisti sono stati destinatari di misura cautelare personale (arresti domiciliari).

L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Guardia di finanza di Catania a tutela della finanza pubblica, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a contrastare le più insidiose forme di frode fiscale che ledono gli interessi finanziari della collettività e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione, da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico e sociali.

MESSINA: FUNZIONARI E ALTI DIRIGENTI PUBBLICI ASP GONFIAVANO I RIMBORSI PER TORNACONTO PERSONALE

MESSINA

Un’ordinanza emessa dal Tribunale peloritano è stata notificata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza  nei confronti di tre indagati, con la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell’ambito di imprese e persone giuridiche, per la durata di quattro mesi, nonché il sequestro di liquidità finanziarie per oltre 3 milioni di euro nei confronti di 7 strutture private convenzionate, provento del reato di truffa aggravata in danno del Servizio Sanitario pubblico. Attualmente sono 25 gli indagati, a vario titolo, tra funzionari pubblici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina e responsabili apicali e dipendenti delle nominate strutture private convenzionate, titolari delle più conosciute ed importanti case di cura operanti nella città dello Stretto.

La complessa attività d’indagine, sviluppata dagli investigatori in materia di spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, su delega del pool di magistrati della Procura della Repubblica di Messina responsabili del contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione, ruota intorno all’acronimo D.R.G. (Diagnosis Related Group): un dettagliato sistema che consente di classificare ogni singolo caso clinico in una determinata casella (il Ministero della Sanità ha previsto oltre 500 casistiche), variabile in relazione alla diagnosi, agli interventi subiti, alle cure prescritte ovvero alle caratteristiche personali del singolo paziente ricoverato in una struttura accreditata. Proprio sulla base del D.R.G. attribuito, quindi, in funzione delle risultanze della Scheda di Dimissione Ospedaliera (in sigla S.D.O.), parte integrante della cartella clinica, ogni singola Regione prevede la tariffa da rimborsare alla casa di cura privata convenzionata, gravante sul Servizio Sanitario Nazionale, così risultando centrale la relativa attività di verifica, per norma attribuita ad un Nucleo Operativo di Controllo interno all’ASP competente per territorio.

Orbene, all’esito dell’odierna attività investigativa, consistita in penetranti investigazioni documentali, accertamenti bancari, escussione di diverse persone a vario titolo informate sui fatti, oltre ad attività tipiche di polizia giudiziaria, corroborate da plurime attività tecniche di intercettazione, acquisizioni informatiche ed interpolazioni con gli esiti di una consulenza tecnica d’ufficio, è emerso un “articolato e collaudato meccanismo fraudolento, finalizzato a far lievitare artificiosamente l’entità dei rimborsi corrisposti dal sistema sanitario”, indicando nella Scheda di Dimissione Ospedaliera un D.R.G. difforme rispetto alle reali attività come risultanti dalle cartelle cliniche, così realizzando una conseguente truffa ai danni del Servizio Sanitario pubblico per oltre complessivi 3 milioni di euro, oggi sottoposti a sequestro. Un dato estremamente allarmante lì dove si consideri che sono state oggetto di puntuale disamina soltanto 723 cartelle cliniche: di queste ben 591 presentavano anomalie, con una percentuale d’incidenza pari all’81,74%, tanto da indurre il competente Giudice del Tribunale di Messina a ritenere l’esistenza di una forma “di radicata connivenza tra controllore e controllato”.

Anomalie che, alla luce del grave quadro indiziario, comunque basato su imputazioni provvisorie e che dovranno trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, non paiono potersi attribuire a casualità o superficialità dei controllori, bensì, proprio per la frequenza e metodicità, da ritenersi sintomatiche di un sistema rodato: “…la cartina al tornasole di un sistema illecito diffuso […] finalizzato a lucrare indebitamente sui rimborsi riconosciuti dalla Regione Siciliana per le prestazioni erogate dagli enti convenzionati…”, rafforzato “…dal contributo offerto dal soggetto controllore, nella specie l’Ufficio dell’ASP di Messina […] i cui funzionari, anch’essi sistematicamente, omettevano di rilevare le pur patenti irregolarità […] attestando falsamente nei verbali NOC la conformità della documentazione esaminata ai parametri previsti…”.

Questo il contesto in cui si sono sviluppate le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle peloritane e che hanno nel dettaglio documentato il ruolo nodale del Dirigente dell’ASP di Messina F.M. cl. 56 (di recente posta in quiescenza e per tale motivo non destinataria di provvedimento cautelare, indagata per plurime ipotesi di truffa aggravata ai danno dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico, falso e corruzione), già a capo del Nucleo Operativo di Controllo dell’ASP di Messina, prima e principale protagonista delle vicende oggetto d’indagine, descritta dal competente Giudice come soggetto che, “forte di una consolidata esperienza amministrativa e burocratica”, si è dimostrata “dotata di una pervasiva capacità di orientare l’impatto della macchina amministrativa” dalla medesima diretta, con “atteggiamento spregiudicato, piegandola a interessi di parte in funzione di un tornaconto personale”.

Nel merito, come peraltro emergente anche dalle intercettazioni telefoniche, si acquisiva come la donna vantasse un “rapporto privilegiato e di cointeressenza” con i vertici delle seguenti case di cura investigate:

  • il romano M.E. cl. 39, per la C.G. S.p.a. e la G. S.p.a., società destinatarie, complessivamente, di maggiori importi provento di truffa per € 423.934,00. In tale ambito, avvalendosi del prezioso supporto tecnico degli specialisti della Guardia Finanza appartenenti al Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, venivano effettuate mirate acquisizioni degli accessi al portale “Qualità Sicilia SSR”, sottosistema “Controllo qualità e appropriatezza cartelle cliniche e SDO”, predisposto dall’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, rilevando come la F.M. cl. 56 avesse fornito ad un medico, dipendente della G. S.p.a., oggi indagato per accesso abusivo a sistema informatico, le proprie credenziali riservate, al fine di consentire a quest’ultimo di inserire, indebitamente, in suo luogo, i dati relativi alle procedure di verifica sulle cartelle cliniche;
  • il calabrese C. D. F. cl. 58, direttore sanitario della Casa di cura gestita dalla C. O. T. S.p.a., destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 364.415,77, peraltro indagato anche per accesso abusivo al nominato sistema informatico;
  • il messinese B. G. cl. 70, socio accomandante della casa di cura V. S., destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 655.063,55;

soggetti nei cui confronti è stata disposta la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell’ambito di imprese e persone giuridiche, per la durata di quattro mesi.

Analogamente, emergevano rapporti privilegiati anche con altre case di cura operanti a Messina:

  • la Casa di cura C. R., per il tramite dell’amministratore delegato M. A. F. cl. ‘51, destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 259.866,47; Anche per tale Casa di cura si documentavano accessi abusivi al sistema informatico predisposto dall’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, eseguiti da due dipendenti della società, oggi indagati;
  • la Casa di cura S. C., amministrata dalla P. S. C. R. M. I., destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 400.594,40;
  • la Casa di Cura amministrata dalla C. S.r.l., per il tramite dell’amministratrice pro tempore F. C. cl. ‘60, destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 899.215,35, soggetti tutti indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Nella materiale concretizzazione degli illeciti emergeva, poi, come la F.M. cl. 56 si sia servita di ben 14 consapevoli addetti al suo ufficio, tutti indagati per reati di falso, relativamente ai verbali redatti quali componenti/ispettori del Nucleo Operativo di Controllo.

A tale riguardo, la donna giungeva persino a dare indicazioni ai suoi collaboratori circa cosa scrivere, ovvero non far rilevare in sede di ispezione delle case di cura, come ad esempio allorquando disponeva di non verbalizzare carenze di personale in orario notturno “…no, non scriverla come criticità…non la…non la scrivere…”, ovvero ancora in ordine alle modalità di intervista dei pazienti circa la qualità del servizio offerto, allorquando suggeriva che tale attività venisse svolta in presenza del direttore sanitario, così da condizionare i pazienti nelle risposte che avrebbero fornito “…fate delle interviste ai pazienti…insieme al direttore sanitario …[…]…però fallo col direttore sanitario così hanno una remora nel ….ok ci siamo capiti!…”. Per tale circostanza risulta indagato, per reati di falso, insieme alla F.M. cl. 56 ed agli appartenenti al N.O.C., anche il direttore sanitario della C. G. S.p.a.

Da ultimo, la F.M. cl. 56 si è resa protagonista anche di ulteriori gravi ipotesi di reato, che il competente Giudice ha valorizzato parlando di “mercimonio della funzione pubblica”, in funzione del perseguimento di indebite utilità:

  • per aver sollecitato il citato M. E.cl. ‘39, in ordine ad un miglioramento del trattamento economico del figlio, dipendente della G. S.p.a.. In tale contesto, emergeva, peraltro, come la medesima società avesse “omaggiato” la donna di gioielli acquistati e pagati dalla stessa casa di cura presso una gioielleria cittadina; per aver richiesto ed ottenuto dal C. D. F. cl. ‘58, l’assunzione presso la Casa di cura gestita dalla C. O. T. S.p.a. del compagno di una sua collaboratrice amministrativa;
  • per aver richiesto ed ottenuto dal B. G. cl. ‘70, l’assunzione presso la casa di cura V. S. di una donna di suo interesse.

Un quadro generale fortemente preoccupante e che l’odierna operazione ha consentito di far emergere, a testimonianza del costante impegno profuso dal Tribunale, dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Messina, affinché le risorse pubbliche destinate a curare persone ammalate e bisognose non siano sottratte per essere destinate a finalità illecite e di arricchimento personale, vieppiù in un periodo in cui la sanità pubblica è così bisognosa di una corretta spesa delle risorse a disposizione.

Siracusa: in manette i componenti di una banda specializzata in raggiri ad Istituti religiosi

Caserma dei carabinieri di Piacenza: i sintomi di una malattia mortale

I Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del Procuratore Aggiunto Dottor Fabio SCAVONE e del sostituto Procuratore Dott. Salvatore GRILLO, hanno sottoposto all’obbligo di dimora 7 soggetti (4 residenti nel siracusano e 3 nel torinese) ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti religiosi e case di riposo. Sono in corso le ricerche di un ulteriore soggetto destinatario della citata misura.
L’attività concerne 148 truffe perpetrate dal 5 settembre 2014 al 5 febbraio 2019 da un gruppo organizzato e caratterizzate da modalità operative serialmente riproposte:
− gli istituti religiosi, molti dei quali ricomprendenti scuole paritarie o case di cura/assistenza convenzionate, venivano contattati da soggetti che asserivano di essere impiegati regionali, provinciali o comunali, direttori e impiegati di banca o di uffici postali e preannunciavano l’avvenuto stanziamento, in favore degli stessi istituti, di somme variabili di denaro, nell’ordine di qualche decina di migliaia di euro, a titolo di contributo per le attività scolastiche e/o sportive svolte, rimborsi di vario genere, donazioni di benefattori contributi pensionistici;
− carpita la fiducia dell’interlocutore, gli indagati riferivano che l’Ente erogatore aveva erroneamente stanziato una somma maggiore rispetto a quella spettante, motivo per il quale veniva chiesta l’immediata restituzione delle somme eccedenti (in genere da 1.000 a 3.000 euro) precisando che si trattasse dell’unica modalità per ricevere il contributo nel suo esatto e completo corrispettivo;
− il più delle volte, gli indagati sembravano disporre di elementi informativi veritieri sulla comunità religiosa contattata (nominativi, banca ove i religiosi erano titolari di conto corrente, causale della sovvenzione spettante ecc.) generando piena fiducia negli interlocutori che si adoperavano nella restituzione delle somme “ricevute in eccesso”;
− le vittime, seguendo in maniera scrupolosa le indicazioni ricevute, restituivano le predette somme di denaro tramite vaglia postali veloci o mediante ricariche postepay intestati a complici;
− dopo la “restituzione” del denaro, le persone offese, recandosi presso i rispettivi istituti di credito per la riscossione delle sovvenzioni, si rendevano conto della truffa. 
Con questo metodo, i malfattori sono riusciti a truffare decine e decine di vittime accumulando un illecito profitto stimato in 254.000 €.
Oltre agli 8 indagati, destinatari dell’obbligo di dimora, sono stati denunciati in stato di libertà 69 soggetti, che dietro compenso (generalmente variabile dai 200 ai 400 €), procuravano carte ricaricabili, schede telefoniche per contattare le vittime e notizie utili per guadagnarne la fiducia.
L’indagine ha preso le mosse dalla constatazione del significativo aumento, a partire dai primi mesi del 2017, delle truffe in danno di istituti religiosi su tutto il territorio nazionale e ha portato al riconoscimento di una associazione per delinquere operante nel territorio siracusano finalizzata alla commissione di truffe in tutt’Italia.
La Procura di Siracusa e i Carabinieri del Comando Provinciale sono riusciti a collegare gli episodi delittuosi a soggetti residenti nella provincia aretusea, organizzati secondo ruoli ben precisi e ciascuno con mansioni connesse al ruolo nonostante una precisa strategia degli indagati per ostacolare la loro identificazione
Nel corso dell’attività è stato disposto anche il sequestro di 21 conti correnti riconducibili agli indagati. Durante le perquisizioni sono state sequestrate 10 carte di credito/debito in uso agli indagati, ulteriori 8 carte “vergini” per la clonazione provviste di microchip e 16.000 euro in contanti. 
Tre dei soggetti coinvolti nell’operazione sono risultati percettori di reddito di cittadinanza, per i quali è stata proposta la revoca del beneficio. 

 

 

NICOLA COLOMBRITA: “LA LAUREA E’ L’INIZIO DI UN PERCORSO VOLTO ALLA PROFESSIONALIZZAZIONE”

Ance Catania, “Premio allo Studio 2021” per i figli dei lavoratori edili delle imprese associate

IL PRESIDENTE FRESTA: «OCCASIONE PER RICONOSCERE AI GIOVANI IMPEGNO E RISULTATI»

Il promotore dell’iniziativa: il past president Nicola Colombrita

 

CATANIA 

Un premio all’impegno, alla dedizione e ai sacrifici profusi per perseguire i propri obiettivi. Da qui l’iniziativa “Premio allo Studio” di Ance Catania, che ha visto la conclusione dell’edizione 2021, con l’assegnazione del riconoscimento ai 5 vincitori. «Il premio in denaro, rivolto ai figli dei lavoratori edili delle imprese associate, ha tenuto conto dei traguardi raggiunti nell’ultimo triennio in laurea magistrale o triennale – ha spiegato il presidente dei Costruttori etnei Rosario Fresta – molti studenti, sostenuti dalle famiglie, affrontano spese non indifferenti, andando anche fuori dalla propria terra per rincorrere i propri sogni».

Il concorso è frutto dell’idea del past president Nicola Colombrita: «Completare il percorso di studi per molti non è così semplice – ha commentato Colombrita – E non tutti hanno la disponibilità economica per fronteggiare le spese. Tra i figli dei dipendenti delle nostre imprese edili, la percentuale di chi raggiunge il traguardo della laurea è purtroppo molto bassa: un dato che abbiamo riscontrato negli ultimi anni. Un fenomeno che è specchio di un sistema d’istruzione che andrebbe perfezionato, a favore di tutte le classi sociali. È certo che i laureati hanno maggiore accesso al mercato del lavoro, ma la laurea non deve certo rappresentare un punto d’arrivo, bensì l’inizio di un percorso volto alla professionalizzazione».

I 5 vincitori tra coloro che hanno partecipato sono: Andrea Longhitano, laureato alla triennale di Ingegneria Informatica (Catania); Chiara Longhitano, laureata alla magistrale in Automation Engineering and Control Of Complex System (Catania); Davide Previtera, laureato alla triennale di Economia Aziendale (Catania); Regina Finocchiaro, laureata alla magistrale di Ingegneria delle Costruzioni (Chieti/Pescara); Maria Jessica Nicotra, laureata alla magistrale di Fisica Nucleare (Catania).

«Ringraziamo Ance Catania per questa lodevole iniziativa, che dovrebbe essere presa a modello anche da altre associazioni e che per noi rappresenta una grande opportunità, quella di poter proseguire il percorso guidato dalle nostre ambizioni. Alcuni hanno studiato e si sono avvicinati al mondo del lavoro lontani da casa. La speranza è che aumentino le posizioni occupazionali in Sicilia, così da poter tornare e dare un contributo alla nostra terra, nella nostra terra», hanno commentato i premiati. «L’impegno allo studio e il conseguimento di risultati rappresentano un segnale di serietà, che va riconosciuto sia al giovane che alla famiglia che lo ha sostenuto», ha concluso Fresta.

L’artista Giuseppina Mammino dona al Comune di Aci Sant’Antonio una tela raffigurante Sant’Antonio Abate

Una tela di oltre due metri raffigurante Sant’Antonio Abate donata al
Comune.

 

 

Il Sindaco: “Encomiabile gesto di un’apprezzata artista”

Un olio su tela di due metri e mezzo per due, raffigurante i due momenti cruciali della vita di sant’Antonio Abate, cioè il momento in cui lascia i beni materiali e quello in cui si dedica al lavoro e alla preghiera.
Si tratta dell’opera d’arte donata dalla pittrice Giuseppina Mammino al Comune di Aci Sant’Antonio e ai santantonesi tutti: la Giunta ha deliberato l’approvazione della proposta del Sindaco, Santo Caruso, e nella mattinata di oggi ha avuto luogo la consegna ufficiale nel palazzo Comunale, presso la stanza del Sindaco, fuori dalla quale il grande quadro è stato apposto per essere fruito da tutti i visitatori.

 

Ricca di simbolismi (dai fiori, che rappresentano le preghiere, al serpente, che è immagine delle tentazioni), l’opera è stata ultimata nel 1995 ed è stata esposta, in questi anni, in diversi luoghi, come il convento dei Cappuccini di Gangi.
Adesso sarà possibile ammirarla al secondo piano del Palazzo Comunale, dove campeggia subito prima della stanza del primo cittadino. Si tratta dell’encomiabile gesto di una artista molto nota e apprezzata, quale è Giuseppina Mammino – ha dichiarato Caruso – e sono davvero felice di questa donazione. È un’opera nella quale l’arte si fonde con la tradizione e la devozione, e rappresenta in qualche modo l’anima della nostra cittadina, che sulle tradizioni e sugli artisti, come sulla devozione al nostro Santo Patrono, fonda parte della sua memoria”.