NAPOLI: Lotta al contrabbando – Sottratte al mercato nero 1,2 tonnellate di T.L.E. e arrestato un responsabile

 

 

 

Napoli,

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno sottoposto a sequestro in Villa Literno (CE) 1,2 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando e contraffatti, arrestando in flagranza di reato un soggetto di nazionalità italiana per i reati di contraffazione e ricettazione.

In particolare, Fiamme Gialle del Gruppo di Frattamaggiore, nel corso del controllo economico del territorio, notavano un furgone dirigersi in un’area insolita del Comune casertano.

L’anomala circostanza induceva i finanzieri a eseguire un controllo di rito che permetteva di rinvenire e sottoporre a sequestro l’ingente quantitativo di sigarette di contrabbando.

Oltre al carico illegale, veniva sequestrato un autocarro tipo Ford Transit con targa italiana. Le immediate verifiche consentivano di verificare che i pacchetti di sigarette riportavano tutti il medesimo codice univoco (qr-code), che dovrebbe in realtà corrispondere soltanto a un singolo pacchetto.

Qualora immesse nel mercato illegale, le 1,2 tonnellate di sigarette complessivamente sequestrate avrebbero consentito di realizzare un illecito guadagno di oltre 200.000 euro. Le indagini proseguono sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord.

Il fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati esteri è in crescita.

 

 

Droga e armi a Catania, eseguite oggi 31 misure cautelari con 200 poliziotti. elicotteri anche nei cieli. Il rifornimento al gruppo criminale proveniva dal Clan mafioso Cappello- Bonaccorsi

 

Associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, associazione di tipo mafioso e detenzione di armi da guerra, nonché porto illegale di armi comuni da sparo.

Sono questi i reati di cui sono accusate, con differenti profili di responsabilità, le 31 persone nei confronti delle quali è stata eseguita un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Catania. Si tratta di 23 custodie cautelari in carcere e 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, 7 dei quali cumulati all’obbligo di dimora.

Il provvedimento è stato emesso sulla base delle indagini eseguite dagli investigatori della Squadra mobile di Catania e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, a partire dal dicembre 2021.

L’indagine “Terzo capitolo”, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e videoregistrazioni, ha fatto luce sull’attività illecita di un gruppo criminale dedito al traffico e allo spaccio di cocaina, crack, marijuana e skunk, che alimentava lo smercio della droga nella principale piazza di spaccio del quartiere Librino e della città, storicamente di pertinenza del clan mafioso Arena.

Il gruppo criminale era organizzato con un sistema di pusher, vedette, custodi delle sostanze stupefacenti e responsabili di piazza, mentre le dosi venivano confezionate all’interno dell’abitazione di uno degli indagati, per poi essere venduta nell’androne di un palazzo del quartiere.

L’indagine ha anche evidenziato che il gruppo criminale si riforniva di cocaina e marijuana attraverso articolazioni del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. Nel corso dell’attività sono stati effettuati diversi sequestri di droga, in particolare 470 grammi di cocaina, 130 di crack e 3 chili di marijuana.

Per le attività connesse al rintraccio e alla cattura dei destinatari delle misure cautelari, la Squadra mobile di Catania ha operato con la collaborazione della Squadra mobile di Messina e del Servizio centrale operativo, sotto il diretto coordinamento della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, che ha inviato nel capoluogo etneo numerosi equipaggi del Reparto prevenzione crimine.

Alle operazioni hanno partecipato anche agenti della Questura, unità della Polizia scientifica, del Reparto mobile e un elicottero del Reparto volo.Ad alcuni destinatari dei provvedimenti, già in carcere per altri motivi, la notifica è stata effettuata dal personale della Polizia penitenziaria.

In totale, per l’operazione odierna, sono stati impiegati circa 200 operatori della Polizia di Stato.

 

Arrestato -questa mattina a Roma – un membro dell’Isis con nazionalità diverse

La Polizia ha arrestato questa mattina I. S., 32 anni, cittadino del Tagikistan colpito da mandato di arresto internazionale a fini estradizionali “per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014”.

Secondo le ricerche della Polizia il 32enne risulta essere membro attivo dell’organizzazione terroristica Isis. Il latitante, caratterizzato da numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse, in particolare degli stati Uzbekistan, Kirghizistan e Ucraina, è atterrato all’aeroporto di Fiumicino con volo proveniente da Eindhoven (Paesi Bassi) alle ore 11.4

L’operazione, svolta dalla Digos capitolina con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e il contributo della Polizia di Frontiera di Fiumicino, si inquadra in un più ampio scenario di attività preventive a largo raggio condotte dalla Polizia e dalla Digos di Roma, in considerazione della estrema delicatezza dell’attuale scenario internazionale.

L’arresto di un cittadino del Tagikistan avvenuto oggi grazie all’attività della Polizia di Stato rappresenta un risultato molto importante, il frutto dell’efficace attività di prevenzione svolta dai nostri apparati sul territorio nazionale per contrastare la minaccia terroristica”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha aggiunto: “Questo arresto conferma la proficua cooperazione con le Forze di polizia di altri Paesi. Con i nostri partner internazionali, infatti, esiste una costante condivisione sia del patrimonio informativo sia delle strategie operative per fronteggiare efficacemente i profili di rischio”.

 

Siracusa: arrestato mentre preparava il crack

bottiglia di plastica viola e nera

Archivi -Sud Libertà

 – Siracusa,
I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Siracusa hanno arrestato un 44enne del luogo gravemente indiziato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A seguito di perquisizione personale e domiciliare, l’uomo è stato trovato in possesso di circa 7 grammi tra cocaina e crack, oltre a materiale per il confezionamento e 380 euro ritenuti provento di spaccio. Parte dello stupefacente, confezionato in 21 dosi, è stato rinvenuto sul tavolo all’ingresso dell’abitazione mentre, all’interno di un pentolino posto sul piano cottura è stata rinvenuta altra sostanza in fase di lavorazione per ottenere il crack.
Lo stupefacente è stato sequestrato per i successivi esami di laboratorio. Dopo le formalità di rito, il 44enne è stato posto ai domiciliari presso la propria abitazione, come disposto dall’Autorità giudiziaria aretusea.

Traffico internazionale di cocaina, contestato dai Carabinieri il metodo di interposizione del pagamento in contante ad un intermediario in Italia Venti arresti

Foto una mano tagliata che prende cocaina con una carta di credito sul tavolo.

Archivi -SUD LIBERTA’

Salva la presunzione di innocenza – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede, il Comando  Carabinieri  comunica che nelle prime ore della mattinata odierna, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di Genova, Como e Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama; Colombia e Venezuela finalizzata:
– alla importazione dall’America Latina di ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, grazie all’illecita collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi, oppure,
– al recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, grazie alla possibilità dell’associazione di Assicurare anche tali servizi, in tal caso facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), variabile, ma aggirantesi attorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico presso il porto.
L’associazione era diretta da Gabriele PULEO. Questi ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7.10.2015 a seguito del sequestro di un rilevante quantitativo di cocaina, (mentre cercava di recuperare un carico di Kg. 147, 970 di cocaina, in concorso con il latitante BELLOCCO GIUSEPPE) PULEO, pur essendo detenuto, comunicava con gli altri associati (tra questi Marco Cuoco, Vincenzo Puleo) per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.
Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti.
Agli indagati vengono contestati
– nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, connotati dalla transnazionalità, complessivamente per circa 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro;
– 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività della cosca di ndrangheta BELLOCCO); le condotte erano compiute in autonomia sia da appartenenti all’organizzazione che da soggetti legati ai membri di questa che, a loro volta, distribuivano stupefacente di varia tipologia (cocaina, hashish e marijuana) alle proprie filiere di spaccio;
– la detenzione di armi quali due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65.
I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale da settembre 2014 a dicembre 2022.
L’indagine ha beneficiato – del prezioso contributo informativo di Europol, che ha tempestivamente veicolato le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi SkyEcc;       – della preziosa collaborazione di Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat e SkyEcc.
Su richiesta della DDA sono stati sottoposti a sequestro alcuni beni riconducibili all’indagato Cuoco ed in particolare quote nominali di una società, una polizza assicurativa, due veicoli, un conto corrente ed un anello in oro bianco con diamante.
Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale documentale, dispositivi informatici, armi bianche ed una pistola semiautomatica.

 

 

Ragusa: 22 Daspo a tifosi del Licata che hanno fatto esplodere petardi

 

Ragusa: 22 Daspo a tifosi del Licata

 

A Ragusa, il Questore ha emesso 22 Daspo che sono stati notificati a un gruppo di tifosi della squadra di calcio del Licata, di età compresa tra i 16 e i 56 anni che, durante l’incontro di calcio tra il Ragusa e il Licata, hanno fatto esplodere petardi nel loro settore e, al termine della partita, hanno forzato i cancelli che li separavano dalla tifoseria locale.

L’intervento dei poliziotti in servizio di ordine pubblico ha impedito che le due tifoserie venissero a contatto.

Le indagini degli agenti della Digos, con il supporto delle immagini videoregistrate dai colleghi della Scientifica, hanno permesso di identificare e denunciare i 22 autori delle violenze.

Successivamente, il lavoro dei polizotti della Divisione anticrimine è stato indispensabile per l’erogazione dei Daspo da parte del Questore di Ragusa.

 

Truffa ai danni dell’Unione Europea. La Procura Europea e i Carabinieri sequestrano beni per 450mila euro – falsi contratti d’affitto e illeciti contributi- in provincia di Agrigento

Italia quarto contributore netto dell'UE. E i soldi non rientrano

Archivi -Sud Libertà

 

 Messina – Agrigento,
Il Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Messina ha notificato  un Decreto emesso dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Agrigento su richiesta della Procura Europea – Ufficio dei Procuratori Europei delegati per Sicilia e Calabria con sede in Palermo – che ha disposto il sequestro preventivo di denaro e disponibilità finanziarie o, anche per equivalente, di altri beni o utilità di proprietà degli indagati per 450 mila euro, profitto di reato commesso da quattro imprenditori agricoli operanti nella provincia di Agrigento e di 97 titoli di pagamento (c.d. diritti all’aiuto) del valore complessivo di 21.238,37 euro.
Le indagini, svolte dal Reparto Specializzato dell’Arma, storicamente impegnato a tutela degli interessi del consumatore e delle naturali dinamiche economico-finanziarie del mercato agricolo, hanno consentito di accertare la truffa aggravata finalizzata al conseguimento illecito di rilevanti contributi pubblici destinati al comparto agricolo ed erogati dall’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). La condotta fraudolenta si è sviluppata attraverso la presentazione, tra il 2015 e il 2022, di domande uniche di pagamento, nelle quali i predetti imprenditori agricoli hanno dichiarato in conduzione appezzamenti di terreno, in parte oggetto di confisca e in parte di proprietà dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), surrettiziamente accreditati nella propria disponibilità attraverso falsi contratti di affitto.
L’operazione testimonia il lavoro dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare impegnati su tutto il territorio nazionale nella lotta alle frodi in danno ai bilanci dello Stato e dell’Unione Europea. Essa rappresenta, inoltre, l’esito dell’efficace azione di contrasto posta in essere dalla Procura Europea, mediante un’incisiva ed efficace azione di coordinamento delle indagini che ha portato all’adozione del provvedimento volto sia ad impedire la prosecuzione dell’attività delittuosa che a consentire il recupero delle indebite somme percepite dagli indagati in spregio alle normative ed a discapito dei numerosi

Napoli, ragazzino in scooter ferito alla schiena da arma da taglio- Indagini dei Carabinieri

Violenza negli ospedali, tre denunciati per minacce al Vecchio Pellegrini

Archivi- SUD LIBERTA’  ( Pronto soccorso -Ospedale Pellegrini)

 

Un ragazzino di 14 anni  questa notte è stato ferito con arma da taglio alla schiena e trasferito subito al Pronto  soccorso dell’ospedale Pellegrini, a Napoli

Secondo le indagini preliminari svolte dai carabinieri , il giovane sarebbe stato colpito da uno sconosciuto mentre era in scooter, in vico lungo San Matteo. Refertato adesso con una prognosi di 10 giorni, è stato dimesso mentre sono in corso le ulteriori indagini in corso per chiarire la vicenda , individuare e risalire all’autore  dell’atto criminale..

Controlli pasquali in Sicilia: scoperti dai NAS IN 324 AZIENDE INGREDIENTI PER DOLCI SCADUTI INFESTATI DAI RODITORI (TOPI)-OLTRE 840 ISPEZIONI PRESSO LABORATORI -SEQUESTRATE DUE TONNELLATE DI ALIMENTI

 ANCHE UOVA DI CIOCCOLATO E COLOMBE VENDUTE  SPACCIATE COME PRODOTTI ARTIGIANALI E VENDUTE AD UN PREZZO SUPERIORE – IPOTESI DI REATO DI TENTATA FRODE IN COMMERCIO

Controlli dei Nas per Natale, ad Agrigento sequestrati quasi ...

Archivi – SUD  LIBERTA
Comando Carabinieri per la Tutela della Salute  – Territorio nazionale,
Controlli quadruplicati nel  periodo pasquale, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, ha intensificato le attività di controllo sui prodotti tipici della Pasqua, con particolare riferimento a quelli dolciari, al fine di tutelare la salute dei cittadini e a garanzia degli imprenditori onesti che possono subire una concorrenza sleale da chi opera invece in modo illecito. Le verifiche sulla corretta applicazione delle procedure igieniche e l’impiego di ingredienti sicuri hanno così fatto emergere violazioni relative alla carente pulizia ed igiene degli ambienti di lavorazione e deposito, alla mancata applicazione delle procedute preventive di sicurezza alimentare, all’omessa tracciabilità dei prodotti ed etichettatura irregolare.
In alcuni casi sono stati scoperti ingredienti e semilavorati per dolci scaduti di validità e detenuti in ambienti umidi e con infestazioni di roditori. La campagna ha visto coinvolti a livello nazionale i 38 NAS Carabinieri con oltre 840 ispezioni presso laboratori di produzione ed esercizi di vendita dei tradizionali prodotti dolciari, quali uova di cioccolato e colombe, ma anche verificando la correttezza commerciale e igienica delle materie prime mediante la preventiva vigilanza alle fasi di produzione e fornitura.
 Gli esiti conseguiti documentano irregolarità accertate presso 324 strutture ed aziende oggetto di ispezione (pari al 38%), la contestazione di 574 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 425 mila euro, ed il sequestro di complessive 2 tonnellate di alimenti, per un valore stimato in oltre 267 mila euro. Nel corso degli interventi, sono state individuate, inoltre, anche colombe e uova di cioccolato prodotte industrialmente che, una volta scartate e riconfezionate, venivano vendute come produzione artigianale ad un prezzo superiore. Sono stati 6 i titolari di negozi deferiti all’Autorità giudiziaria per l’ipotesi di tentata frode in commercio, con contestuale sequestro di oltre 300 colombe e uova falsamente dichiarate di “propria produzione”. A causa di gravi situazioni igieniche e strutturali sono stati disposti 15 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività commerciali e produttive, stimate in un valore economico superiore a 5 milioni di euro.

Palermo: vampe di San Giuseppe, denunciate 18 persone, i poliziotti scesi in assetto antisommossa, 3 feriti insieme ad un carabiniere

 

Palermo,

A Palermo i poliziotti della Squadra mobile, hanno denunciato 18 persone per danneggiamento aggravato, getto pericoloso di cose, incendio, resistenza, accensione di fuochi pirotecnici, accensione di bombe carta e petardi.

I fatti risalgono al giorno di San Giuseppe dove nel capoluogo siciliano una tradizione popolare vuole che vengano accese delle “vampe”, cioè dei roghi all’interno dei quartieri cittadini ma che, naturalmente, sono fonte di pericolo per la cittadinanza.

In vista dell’evento era stato convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, durante il quale era stata pianificata la creazione di una sala operativa per il coordinamento delle Forze di polizia nella gestione dei festeggiamenti e nel preventivo controllo dell’accatastamento del materiale da incendiare.

Decine sono stati gli interventi preventivi effettuati che hanno interessato numerosi accatastamenti, scongiurando danni ancor più gravi, rispetto agli incidenti comunque avvenuti.

In particolare, il giorno della festa,  nei quartieri della Kalsa, Ballarò/Albergheria e in piazza Sant’Anna al Capo, i poliziotti in servizio hanno incontrato una violenta resistenza  e sono stati costretti a scendere in forza, anche in assetto antisommossa, visto che chi aveva accatastato la legna, era riuscito a dargli fuoco e aveva cercato di respingerli con un fitto lancio di sassi, bottiglie, ed in alcuni casi cassonetti e bombe carta, causando il ferimento di 3 poliziotti e 1 carabiniere, e il danneggiamento di diversi mezzi.