Beni confiscati alla Mafia , aggiudicata la riqualificazione della masseria Verbumcaudo del valore di 5,3 milioni di euro

 

 

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La Regione ha aggiudicato i lavori di riqualificazione della masseria Verbumcaudo, bene confiscato alla mafia a Polizzi Generosa, nel Palermitano. L’opera, dal valore di 5,3 milioni di euro, rientra tra gli interventi regionali finanziati attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza con l’obiettivo di un riutilizzo virtuoso del patrimonio sottratto alla criminalità organizzata in Sicilia. L’appalto, in via provvisoria, è stato assegnato all’ati Icored-Scancarello di Bagheria (Pa), grazie a un ribasso del 30,75 per cento.

L’avvio dei lavori è previsto per l’inizio di aprile 2024. «Sottrarre i beni acquisiti illecitamente dalle mafie e restituirli alla collettività per fini sociali – sottolinea il presidente della Regione, Renato Schifani – rappresenta un grande esempio di civiltà. E ha un duplice scopo: da un lato, colpire la mafia al cuore con il sequestro e la confisca dei patrimoni e, dall’altro, riconsegnare gli stessi alla comunità, affinché i cittadini trovino un ristoro ai danni subiti dalla criminalità organizzata. L’aggiudicazione della gara per la riqualificazione della masseria di Verbumcaudo è un traguardo importante nella valorizzazione dei beni confiscati ed è stato possibile grazie a un’estesa rete di collaborazione istituzionale tra soggetti pubblici e privati. Questo dà il senso della forza dello Stato contro la mafia. Proprio qualche mese fa, abbiamo firmato in prefettura a Palermo un accordo con l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, rappresentata dal prefetto Bruno Corda, che va proprio in questa direzione. I siciliani devono sapere che le istituzioni ci sono e si impegnano al loro fianco: la criminalità va combattuta senza se e senza ma».

«Prosegue spedito l’iter di un’opera che darà nuovo slancio alla rigenerazione di Verbumcaudo – afferma l’assessore all’Economia, Marco Falcone – attraverso il miglioramento infrastrutturale della masseria e della viabilità di accesso. La Regione è attore protagonista della gestione efficace e trasparente dei beni sottratti alla mafia e diventati patrimonio di tutti, oggi utile veicolo del principio di legalità nel nostro tessuto sociale. Merito al dipartimento Finanze e ai tecnici del Drt per l’impegno finora profuso e che proseguirà anche nei prossimi mesi».

Il progetto di riqualificazione di Verbumcaudo prevede la ristrutturazione dell’ala nord-est della masseria, testimonianza dell’architettura feudale siciliana del Cinquecento, estesa per 960 metri quadrati; l’intera azienda agricola ha una grandezza complessiva di circa 150 ettari in territorio madonita. Gli interventi in programma saranno utili a sostenere le attività produttive, ma anche le finalità di promozione sociale e di diffusione della cultura della legalità attuate dalla cooperativa “Verbumcaudo”, fra cui laboratori per le scuole e i giovani, e l’inserimento socio-lavorativo di soggetti fragili. Prevista la rifunzionalizzazione della masseria mediante la creazione di spazi multimediali e l’acquisto di attrezzature agricole, la riqualificazione energetica della struttura e la sistemazione di alcuni tratti delle strade provinciali di accesso.

GIORNATA EUROPEA DEL NUMERO UNICO DI EMERGENZA EUROPEO 1 1 2

I numeri del 112 toscano: un servizio cresciuto molto negli ultimi anni -  Giglionews
 Roma –
Oggi 11 febbraio ricorre la Giornata Europea celebrativa del Numero Unico di Emergenza europeo 1.1.2..
L’1.1.2. Day è stato istituito nel 2009 con l’adozione di una dichiarazione congiunta del Parlamento Europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea, al fine di incrementare la conoscenza del servizio e dei suoi vantaggi da parte dei cittadini europei.
Il Numero Unico Europeo delle Emergenze- comunica l’Ufficio Stampa – è oggi operativo in 13 Regioni italiane, con 18 Centrali Uniche di Risposta (CUR) che garantiscono la copertura del servizio ad oltre 38 milioni di abitanti, pari a circa il 65% della popolazione nazionale.
Il Servizio permette ad ogni cittadino, digitando l’1.1.2. da rete fissa o da rete mobile, di richiedere il tipo di soccorso di cui necessita (sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco e soccorso in mare). La chiamata viene raccolta dalla Centrale Unica di Risposta che, svolte le opportune verifiche, la inoltra con i dati di localizzazione del chiamante e del tipo di soccorso, alla sala operativa competente per l’intervento immediato.
Il sistema dell’1.1.2., in piena coerenza con i requisiti del Servizio previsti dalla normativa europea e recepiti in quella nazionale, presenta dei rilevanti punti di forza che lo rendono prezioso per tutti i cittadini. Questi ultimi, infatti, possono raggiungere gratuitamente attraverso un solo numero tutti i servizi di emergenza con la garanzia di un accesso multilingue.
Tutte le chiamate sono localizzate; questa funzione, in particolare, certamente utile in città, risulta indispensabile per le chiamate provenienti da aree extra urbane dove risulta difficile fornire indicazioni precise e tempestive per essere raggiunti dai soccorsi. Proprio per garantire maggiore accuratezza in questi casi, dal 2022 l’Italia si è adeguata ai migliori standard tecnologici aggiungendo ai dati di localizzazione provenienti dalla rete telefonica quelli generati dallo smartphone.
Le Centrali uniche di risposta, inoltre, effettuano una rilevante azione di filtro delle chiamate improprie (non di emergenza) pari – nel 2023 – a quasi il 45% del totale delle richieste. Questo consente di liberare le centrali operative degli enti di pronto intervento da una significativa mole di lavoro, consentendo di concentrare le risorse sugli effettivi soccorsi richiesti.
In Italia, ogni chiamata di emergenza riceve normalmente una risposta in poco più di 7 secondi, con tempi complessivi di gestione della chiamata in linea con il disciplinare tecnico. Nel caso in cui il contatto con la centrale non avvenga per qualsivoglia ragione, l’utente viene immediatamente richiamato.
Per comprendere le dimensioni del servizio assicurato è sufficiente evidenziare che, nel corso del 2023, le Centrali Uniche di Risposta operanti sul territorio hanno gestito oltre 21 milioni di telefonate, assicurando la ricezione anche delle chiamate di emergenza generate direttamente dalle autovetture in caso di incidente automobilistico grazie al sistema e-Call. Nel 2023, le segnalazioni gestite con tale modalità sono state oltre 120.000, con l’inoltro di 7084 chiamate per interventi riconosciuti dalla C.U.R. come effettivamente necessari.
L’Italia ha sempre avuto una particolare attenzione a garantire l’accesso delle persone non udenti al servizio di emergenza. Già dal 2021 è attivo il servizio “112Sordi” erogato su tutto il territorio nazionale con un sistema completamente gratuito che consente l’utilizzo di una chat testuale in tempo reale, la condivisione della posizione geografica, la possibilità di ricevere immagini utili in attesa dei soccorsi e di rispondere a domande interattive estremamente semplici e veloci. Lo scorso anno 482 persone non udenti sono state soccorse con questo speciale sistema a loro dedicato.
Il modello di Numero Unico di Emergenza Europeo sviluppato in Italia, fortemente permeato da tecnologie sempre più sofisticate, messe gratuitamente al servizio della sicurezza dei cittadini, esprime una forte collaborazione istituzionale che vede il governo del sistema affidato ad una regia integrata tra Stato e Regioni. 
Espressione operativa di questo modello è la Commissione consultiva del Ministero dell’Interno nella quale sono rappresentate tutte le componenti del NUE 1.1.2. (Ministero dell’Interno, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero della Difesa, Ministero dell’Economia e Finanze, Dipartimento delle Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero della Salute e Conferenza Stato Regioni). A livello territoriale sono, invece, le Prefetture Capoluogo di Regione a coordinare i Gruppi di monitoraggio nel cui ambito sono rappresentate tutte le componenti istituzionali coinvolte.
Si tratta di un modello organizzativo che costituisce un unicum per complessità di composizione e vastità di impatto sulla sicurezza dei cittadini europei, che è riuscito a coniugare la storia pluridecennale dei numeri di pronto intervento con l’orizzonte di un servizio universale di livello europeo.

Esecuzione di abbattimento, da parte di un insensibile ed inutile “Corpo Forestale”, dell’Orso M90,condannato a morte da un decreto tenebroso ( e “velocissimo”) dal Presidente Fugatti della provincia di Trento

L'orso M90 - (Fotogramma)

L’Orso M90 ucciso dalle Istituzioni italiane, Presidente della Provincia di Trento e Corpo Forestale

 

di   RAFFAELE LANZA

 

L’orso M90 è stato ucciso. Nel corso del pomeriggio di ieri, martedì 6 febbraio, è stata data esecuzione al decreto firmato  dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che prevedeva il prelievo dell’esemplare tramite abbattimento. Lo comunica- con molta fretta prima della ipotizzabile pioggia di critiche – la Provincia autonoma di Trento.  

Cosa dire?   Siamo in un Paese in cui tanti Stati e persone invidiano la nostra democrazia e civiltà. Poi episodi come questi proiettano le istituzioni italiane -Provincia di Trento e Corpo Forestale esecutrice – al periodo buio del Medioevo e della legge della giungla.    Possibile che il Presidente Fugatti , persona che deve incontrare il consenso della popolazione per ricoprire la carica che occupa, non abbia aperto un democratico dibattito sull’ipotesi di abbattimento dell’Orso M90?          Possibile che una persona del genere  non abbia immaginato o pensato di trovare un’altra soluzione alternativa all’uccisione del plantigrado?
Ma esiste anche una precisa corresponsabilità: quella del Corpo Forestale.       Si sa che il Corpo Forestale tra le sue prerogative e peculiarità annovera la tutela dell’ambiente e , quindi anche degli animali che vi popolano.  I vertici del Corpo Forestale non hanno pensato ad un altro rimedio al barbaro abbattimento?   Non possono rifiutare di eseguire quei “decreti”  discutibili se non illeciti, certamente immorali di fronte alla legge di Dio e del tutto contrastante – se non il contrario dei loro compiti istituzionali-  con le loro mansioni di “vigilantes dell’ambiente?     Non si professano loro gli “angeli custodi” degli animali dei parchi?      Ma non fateci ridere …..      Facile sbrigare il lavoro premendo il grilletto di una carabina alla pari di un killer appostato nell’ombra. Vergogna!
Questa uccisione rivela ancora una volta l’insensibilità e la mancata autonomia decisionale di un organismo che avrebbe potuto – e , secondo noi, anche dovuto- rifiutare l’ingrato compito di uccidere l’orso
Non si poteva rifiutare di fronte ad una Ordinanza?   Non scherziamo, il Corpo Forestale è fatto di uomini pensanti e non di robot artificiali.   Che vergogna, Presidente Fugatti e vertici Corpo Forestale.
Questo il comunicato : ”Una squadra del Corpo forestale trentino è entrata in azione in una zona di montagna della Bassa Val di Sole: l’animale è stato identificato mediante l’osservazione del radiocollare e delle marche auricolari. M90 era un animale pericoloso, secondo la scala di problematicità riportata nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace), alla luce della sua eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e periurbane”.

Più volte aveva seguito intenzionalmente le persone. Episodio culmine lo scorso 28 gennaio, quando aveva seguito una coppia di escursionisti per oltre mezzo chilometro lungo una strada forestale nel comune di Mezzana. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) aveva confermato la necessità di rimuovere l’orso M90 al più presto”.

IL  MINISTRO PICHETTO FRATIN: “LA SOPPRESSIONE NON DOVEVA ESSERE L’UNICA ALTERNATIVA MA UNA SOLUZIONE ESTREMA”
Pichetto Fratin a Ecomondo spiega le linee guida del governo sull'ambiente - la Repubblica
Ministro dell’Ambiente Fratin

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin- ( nella foto ) -si sa- ha commentato l’abbattimento dichiarando che “la soppressione non può essere l’unica alternativa”, ma piuttosto “una soluzione estrema”.

Afferma inoltre di aver  “mobilitato tutte le strutture che fanno capo al ministero per definire una strategia tempestiva”, così che in futuro si possano individuare soluzioni che garantiscano “una convivenza pacifica nei territori”.

Oipa: “una vera esecuzione la caccia all’orso. Le  carabine erano già fumanti mentre si pubblicava il decreto…”

“Quella della Provincia Autonoma di Trento è una politica miope e nemica degli animali, che non tutela la biodiversità. Il presidente Fugatti è sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali”. Lo sostengono i vertici dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che annunciano l’intenzione di presentare una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della vicenda “perchè nella scarna nota della Provincia non viene spiegato come abbiano eseguito la sentenza, se con armi da fuoco o con l’intervento di un veterinario”.

La denuncia arriva anche da Lav (Lega anti-vivisezione): “Mentre pubblicavano il decreto di uccisione erano già pronti con le carabine per impedirci di difendere l’orso”. Una “caccia all’orso”, l’ha definita Massimo Vitturi, responsabile area animali selvatici dell’associazione, iniziata con “una vera e propria esecuzione”.

I tempi ristretti tra pubblicazione del decreto e la notizia di esecuzione della condanna “ci fanno pensare che mentre Fugatti firmava l’uccisione, le carabine erano già fumanti – commenta Vitturi –. Tutto questo è stato studiato a tavolino per impedirci di intervenire in difesa di M90, un giovane orso di appena 3 anni, da poco indipendente dalla madre”

 

 

Oggi a Ginevra si è spento all’età di 86 anni Vittorio Emanuele di Savoia Coinvolto in diverse – e “strane”- vicende giudiziarie

Vittorio Emanuele di Savoia - RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Vittorio Emanuele di Savoia   si è spento oggi  a Ginevra all’età di 86 anni. La notizia è giunta con una nota della Real Casa di Savoia: “Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra”.

Nato nel 1937 a Napoli, Vittorio Emanuele era figlio di Umberto II, ultimo re d’Italia, e di Maria Josè del Belgio. Pur essendo nato dopo la sorella Maria Pia, divenne l’erede presunto al trono e fu principe ereditario durante il breve regno del padre Umberto nel maggio 1946 fino al referendum istituzionale del 2 giugno dello stesso anno che sancì la vittoria della Repubblica. A causa della nuova costituzione che proibiva l’ingresso in Italia ai discendenti maschi di Casa Savoia, seguì la famiglia in esilio.

Negli anni settanta sposò contro il volere del padre Marina Doria. Questo segnò una frattura con Umberto II la cui contrarietà alle nozze, secondo le leggi dinastiche di Casa Savoia, avrebbe comportato la decadenza dei diritti di Vittorio Emanuele al trono.

Dopo la morte di Umberto II nel 1983, questa tesi è stata assunta a sostegno delle rivendicazioni dei Savoia-Aosta, innescando la cosiddetta “crisi dinastica” tra i due rami della famiglia su chi sia il vero erede al trono. Dal matrimonio con Marina Doria, è nato nel 1972 Emanuele Filiberto.

Negli anni, Vittorio Emanuele è stato al centro di diverse vicende giudiziarie. La più nota riguarda l’accusa di omicidio nei confronti di Dirk Hamer nel 1978 in Corsica. La camera d’accusa di Parigi lo prosciolse nel 1991 dall’accusa di omicidio volontario e lo condannò a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco.

Nel 2006, nell’ambito di un’inchiesta sul casinò di Campione d’Italia, fu arrestato con l’accusa di di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Il 23 giugno dello stesso anno fu sottoposto agli arresti domiciliari, poi comminati in divieto di espatrio il 20 luglio. Il 22 settembre 2010 fu assolto dal GUP del Tribunale di Roma perché il fatto non sussiste.

L’esilio di Vittorio Emanuele e della famiglia ebbe termine nel 2002 dopo la modifica della XIII disposizione transitoria della Costituzione che portò alla cessazione del primo e secondo comma che proibivano ai discendenti maschi di Casa Savoia tanto il rientro in Italia quanto l’accesso a cariche pubbliche e lo status di elettori. Nello stesso anno assieme al figlio giurò fedeltà all’ordinamento repubblicano.

 

 

 

 

 

Vecchio eletto presidente di Confindustria Sicilia, gli auguri di Schifani e Falcone e la speranza di nuove occupazioni

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Auguri e complimenti di buon lavoro a Gaetano Vecchio per l’elezione a presidente di Confindustria Sicilia.
Il mio governo continuerà ad avere un confronto aperto e libero nei riguardi dell’organizzazione rappresentativa delle imprese che, nell’ultimo anno, si è contraddistinta per un rapporto di idee proficuo e leale con la Regione in tema di politiche imprenditoriali. Un percorso che ha prodotto risultati positivi per lo sviluppo della nostra Isola, sia per l’aumento dell’occupazione sia per il notevole aumento del gettito erariale legato soprattutto alle imposte provenienti dalle società giuridiche».
Lo afferma il presidente della Regione, Renato Schifani, commentando l’elezione del neo presidente di Confindustria Sicilia, Gaetano Vecchio. Anche l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone si congratula per l’elezione di Vecchio: «Conosciamo bene le capacità e le qualità umane e professionali indiscusse di Gaetano Vecchio, nuovo presidente di Confindustria Sicilia, a cui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro. Siamo certi saprà lavorare proficuamente nell’interesse non solo dell’imprenditoria isolana, ma anche dell’economia e della società della nostra regione. Industria, capitale umano, ambiente e infrastrutture sono le sfide che la Sicilia deve saper cogliere, per poter finalmente colmare il gap con le regioni più virtuose d’Italia e d’Europa ed è un bene che siano al centro dei programmi della nuova governance di Confindustria. Il governo Schifani è pronto a fare la propria parte, proseguendo nel dialogo con il comparto industriale e imprenditoriale della Sicilia».

Episodio di violenza a Menfi(Agrigento),automobilista scende dall’auto e colpisce una persona

WONCA 2023 – Come gestire il paziente aggressivo o violento | Univadis

Archivi -Sud Libertà

Menfi  (Agrigento)

Episodio di violenza a Menfi, in Agrigento. Automobilista scende dal veicolo dopo aver investito il vicino e lo colpisce ripetutamente alla testa.

. Secondo una prima ricostruzione, un uomo, che avrebbe avuto un diverbio con un altro individuo, poi identificato nel vicino di casa, con la propria vettura si sarebbe scontrato con l’auto sull’uomo che a sua volta stava salendo a bordo della propria auto.

La vittima è caduta a terra e l’aggressore sarebbe sceso e lo avrebbe colpito ripetutamente alla testa, per poi fuggire. Non sono noti ancora i motivi dell’aggressione..

Alcuni passanti -si apprende – avrebbero  allertato i soccorsi. Sul posto è giunta un’ambulanza e i carabinieri della stazione di Menfi. La vittima è stata soccorsa e trasferita all’ospedale di Sciacca: ha riportato la frattura del bacino e gravi traumi sparsi sul corpo… L’uomo si trova attualmente ricoverato. Indagini dei militari..

Oggi a Napoli, Palazzo San Giacomo l’incontro “PNRR tra Legalità e Sviluppo – L’efficacia della cooperazione istituzionale”

Napoli,

Si è tenuto a Palazzo San Giacomo, organizzato dalla Segretaria Generale dell’Ente nella qualità di Responsabile della Prevenzione della Corruzione, un momento di riflessione dal titolo “PNRR tra Legalità e Sviluppo – L’efficacia della cooperazione istituzionale”.

Ad introduzione degli interventi, moderati da Monica Cinque, ha parlato il Sindaco Manfredi che ha offerto importanti spunti di confronto sulla genesi e lo svolgimento degli investimenti effettuati con i fondi del PNRR. I lavori si sono articolati in due momenti. Nel primo, Raffaele Cantone, attuale Procuratore della Repubblica di Perugia, ha esaminato gli aspetti della normativa sull’anticorruzione stigmatizzando, tra l’altro, l’importanza della trasparenza come primo baluardo per la prevenzione della corruzione.

A seguire l’intervento di Pasquale Granata, Direttore Generale del Comune che ha illustrato gli effetti della riforma della macchina comunale anche alla luce del notevole aumento del personale in servizio grazie al programma di assunzioni che ha avuto inizio nel 2023. A conclusione del primo momento di analisi ha parlato il Vice Procuratore della Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti, Raffaella Miranda, che si è soffermata sul ruolo della Corte dei Conti a garanzia delle risorse pubbliche.

Il secondo momento, introdotto dal Capo di Gabinetto, Maria Grazia Falciatore, è stato incentrato sul modello di governance che il Comune di Napoli ha scelto per affrontare la sfida del PNRR e sui rapporti instaurati e mantenuti con le istituzioni territoriali proprio per coniugare legalità e sviluppo, esigenze di trasparenza ed esigenze derogatorie e acceleratorie.

Sono intervenuti il Comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, Paolo Consiglio, che ha illustrato l’efficacia del Protocollo di Intesa stipulato con il Comune di Napoli per il rafforzamento delle attività di prevenzione, controllo e tutela delle misure di finanziamento pubblico e di investimento ai fini dell’attuazione del PNRR; il Dirigente della Banca d’Italia, Italo Borrello, che ha illustrato i doveri antiriciclaggio delle pubbliche amministrazioni e si e’ soffermato sulla recente direttiva del Segretario Generale per la gestione delle comunicazioni su operazioni di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo.

I lavori si sono conclusi con alcune riflessioni sul tema dell’Assessore alla Legalità, Antonio De Iesu.

Catania, 1500 nuovi cestini gettacarte adatti a contenere anche le deiezioni degli animali d’affezione

 

Catania

Sono in fase di installazione, in tutte le zone del lotto Centro Catania, comunica il Comune di Catania, , 1500 nuovi cestini gettacarte per favorire condotte virtuose dei cittadini e dei tanti turisti che affollano la città. La fornitura dei cestini, la cui installazione verrà completata nell’arco di due mesi, rientra nella più ampia azione di strutturazione e programmazione degli interventi finalizzati ad un miglior decoro e pulizia della Città. L’Assessore all’ambiente ed ecologia, Salvo Tomarchio e il Direttore Generale del Consorzio GEMA, Fabrizio Patania, hanno congiuntamente stabilito il loro posizionamento con un cronoprogramma che anzitutto copra l’intero percorso del fercolo di Sant’Agata e successivamente tutte le altre vie del lotto Centro.

Particolare attenzione nel numero  maggiore di posizionamento  dei gettacarte verrà data alle zone attraversate dai flussi turistici; il Comune ha inoltre stabilito che i cestini vengano svuotati anche tre volte al giorno.

Stiamo compiendo un altro passo in avanti per evitare di sporcare la città –ha detto l’assessore Tomarchio- E’ indispensabile che i cittadini e i turisti utilizzano i cestini per la finalità per cui vengono installati, cioè raccogliere le cartacce dai passanti e non certo per accogliere sacchi interi di rifiuti”.

Nei parchi comunali dove esistono le aree di sgambamento per i cani, i cestini che verranno posizionati saranno adatti a contenere anche le deiezioni degli animali d’affezione.

 

 

2023: la Polizia stradale comunica i numeri della sua attività

 

stradale

 

 

È un bilancio positivo quello presentato dalla Polizia stradale a consuntivo dell’attività svolta nel 2023. I dati hanno evidenziato che l’attività della Stradale ha portato a una riduzione degli incidenti stradali rilevati, passati da 45.387 dello scorso anno a 44.778.

Ma il dato più importante è la riduzione degli incidenti con persone decedute, passati da 521 a 449, con una riduzione del 17,1 per cento del numero delle persone morte (495).

Positivo anche il dato della riduzione del 3,9 per cento degli incidenti con feriti, passati da 16.402 dello scorso anno, a 15.760, con una riduzione del 2,7 per cento delle persone che hanno riportato lesioni, scese da 25.374 a 24.701.

Tutto questo grazie ai costanti controlli effettuati dalle pattuglie della Polizia stradale su strade e autostrade in tutto il Paese.Nel 2023 sono state impiegate 425.261 pattuglie, che hanno controllato 1.934.385 persone, contestando 1.791.320 infrazioni, il 26 per cento in più rispetto al 2022.

Vigilata speciale è l’eccessiva velocità, responsabile di numerosi incidenti, che ha fatto registrare 739.704 violazioni (421.973 lo scorso anno).

Polizia stradale: attività di prevenzione incidenti

 

Ritirate 34.315 patenti di guida, 43.187 carte di circolazione e 2.992.834 i punti patente decurtati.

Sono diventate 176 le tratte autostradali, pari a 1.670 chilometri, sulle quali la Polizia stradale controlla la velocità media attraverso il Tutor che, dal 1° gennaio al 27 dicembre, ha rilevato 372.532 infrazioni per superamento dei limiti di velocità.

Nell’ambito di questi controlli anche l’attività svolta nel settore del trasporto professionale, con 22.254 veicoli pesanti sottoposti a verifica, con 17.089 infrazioni accertate e 269 patenti e 616 carte di circolazione ritirate.

I conducenti controllati con etilometri e precursori sono stati 640.044, di cui 13.594 sanzionati per guida in stato di ebbrezza alcolica, mentre quelli denunciati per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sono stati 1.300. I veicoli sequestrati per la confisca sono stati 831.

Rilevante l’attività di polizia giudiziaria svolta da uomini e donne della Polizia stradale, che ha portato all’arresto di 642 persone e alla denuncia in stato di libertà di altre 14.933.

Sequestrati oltre tre tonnellate e mezzo di sostanze stupefacenti e 446 veicoli oggetto di riciclaggio.

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Gli esercizi pubblici controllati sono stati 4.193 di cui 1.404 autofficine, 996 concessionari, 526 autoscuole, 472 carrozzerie, 412 agenzie di pratiche automobilistiche, 79 autodemolizioni e 304 altri esercizi, con 1.989 infrazioni rilevate.

Anche sul fronte della prevenzione, la Polizia stradale è costantemente impegnata con iniziative volte ad accrescere la consapevolezza del pericolo che si corre sulle strade a causa di condotte scorrette o azzardate.

L’attività di prevenzione è la via privilegiata per contrastare l’incidentalità stradale che, per i giovani fino a 30 anni, rappresenta la prima causa di morte. Prevenzione da attuarsi non solo, attraverso un’azione di controllo capillare, ma anche attraverso la modifica dei comportamenti dei conducenti.

Per questo, progetti di sensibilizzazione come Icaro, Biciscuola, Chirone ed Ania Cares, Guida e basta, Inverno in sicurezza e Vacanze sicure, Incroci, ma anche mezzi quali il Camper e il Pullman Azzurro, con le loro particolari dotazioni, rappresentano gli strumenti con i quali la Polizia stradale promuove la cultura della legalità.

Complessivamente sono stati oltre 200mila i ragazzi che la Polizia stradale ha incontrato in occasione dei numerosi interventi di educazione stradale, e che sono stati coinvolti in attività formative sempre nuove ed efficaci.

Tenta il suicidio; i Carabinieri di Frosinone lo salvano consentendo ai sanitari di effettuare un primo intervento

 

Stop Child Suicidio

 Frosinone – Cassino 
I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Cassino sono intervenuti all’interno dell’abitazione di un 45enne del luogo, già noto alle forze dell’ordine, per un tentativo di suicidio segnalato al N.U.E. 112 dai propri familiari e dal personale sanitario del 118 già intervenuto.
All’arrivo i Carabinieri hanno trovato l’uomo con una siringa nel braccio che in evidente stato di agitazione, causato da una crisi di astinenza, pronunciava frasi sconnesse minacciando di uccidersi. Dopo diversi tentativi, i militari sono riusciti, comunque, a far desistere l’uomo dall’insano gesto togliendoli la siringa dal braccio e consentendo ai sanitari di effettuare un primo intervento. Il 45enne però, repentinamente, riusciva a divincolarsi cercando di raggiungere il balcone per lanciarsi nel vuoto, venendo prontamente bloccato dai Carabinieri ed affidato nuovamente al personale del 118 che lo trasportava con ambulanza presso il pronto soccorso di Cassino per le cure del caso. Continua ininterrottamente l’impegno dei Carabinieri della Compagnia di Cassino sia nel controllo del territorio sia nell’assicurare risposta alle numerose richieste di soccorso che giungono alla Centrale Operativa attraverso il Numero Unico di Emergenza 112.
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