Emergenza crack, la Regione Sicilia promuove un progetto pilota ed inaugura a Palermo Centro di accoglienza contro disagio..

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Palermo,

Una nuova struttura ed un nuovo servizio in grado di offrire assistenza diretta, immediato e tempestivo trattamento, supporto medico-sanitario e sociale alle persone con dipendenza da sostanze, in particolare crack e cocaina. E’ il “Centro di pronta accoglienza” realizzato da Regione siciliana e Asp di Palermo all’interno dell’edificio 13 del presidio Pisani di via La Loggia.

Il progetto pilota (è il primo in Sicilia e tra i primi in Italia a gestione diretta di un’Azienda sanitaria) è stato finanziato con poco più di 2 milioni di euro per 2 anni (per metà dell’area Salute mentale del Piano sanitario nazionale 2022), messe a disposizione dall’assessorato regionale della Salute e per la restante parte dall’Asp di Palermo.

La struttura, che si estende su una superficie di 800 mq., è stata inaugurata dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, del prefetto Massimo Mariani, del questore Vito Calvino, del comandante provinciale dei Carabinieri, Luciano Magrini, del comandante provinciale della Guardia di finanza, Domenico Napolitano, del presidente del Tribunale di sorveglianza, Nicola Mazzamuto, del procuratore regionale della Corte dei conti, Pino Zingale, del vicepresidente della Commissione regionale Antimafia, Ismaele La Vardera, e del commissario straordinario dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni.

«Questo è un primo passo molto importante – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – frutto della collaborazione di numerose istituzioni. In casi come questi occorre fare squadra. La dipendenza dalle droghe, quelle pesanti in particolare, è un’emergenza sociale che colpisce le famiglie e tutta la comunità. Siamo contenti di aver realizzato in breve tempo questa struttura di accoglienza, alla quale abbiamo dato un contributo istituzionale ed economico. Mi auguro che il disegno di legge per la prevenzione e la cura delle dipendenze patologiche abbia un iter veloce all’Ars, colmando un vuoto normativo. Sono convinto che ci sarà il contributo di tutte le forze politiche. Come governo regionale daremo il nostro sostegno istituzionale e finanziario».

Il presidente Schifani si è fermato a parlare a lungo con Francesco Zavatteri, farmacista che ha perso il figlio diciannovenne, Giulio, proprio a causa di un’overdose di crack.

Il “Centro di pronta accoglienza” di via La Loggia, nel quale lavorerà una equipe multi-professionale di 23 operatori, si pone come una struttura “intermedia” tra la strada, le aree di emergenza e le strutture terapeutiche maggiormente specializzate, con una proposta che non si limita alla gestione dell’urgenza, ma prevede un accompagnamento “motivazionale” verso il prendersi cura di se stessi.

«Questo centro – spiega il commissario straordinario dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – offre la possibilità di un accesso immediato e di permanenza residenziale fino alla riduzione dello stato di crisi o del trasferimento in un’altra struttura. Il personale coinvolto e, già reclutato, comprende professionisti dell’aerea medica, infermieristica, piscologica, educativa e riabilitativa».

In 2 mesi di lavori, realizzati nel rispetto delle indicazioni della soprintendenza ai Beni culturali, sono state realizzate stanze di degenza, spazi ricreativi e per le attività riabilitative, stanza medici, infermeria, sala mensa, servizi igienici e spazi per colloqui con i familiari.

 

Tragedia a Palermo, muore a 7 anni una bimba che “aveva solo febbre alta. “

Morto bambino di 10 anni: unico sintomo, febbre alta da più giorni

Archivi-Sud Libertà

Palermo,

 Palermo, una bimba di 7 anni è morta ieri all’ospedale Buccheri La Ferla. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la piccola, che pare avesse dal giorno precedente la febbre alta, sarebbe arrivata al nosocomio già in arresto cardiaco. Prova inutile la rianimazione dei medici 

Le condizioni della bambina ieri mattina si sarebbero rapidamente aggravate, a tal punto da spingere i genitori a portarla in auto da Casteldaccia (una zona dell’area metropolitana di Palermo) all’ospedale di via Messina Marine. Nel nosocomio, però, la tragedia,per la bimba non c’è stato nulla da fare: il suo cuore aveva smesso di battere. Saranno adesso gli esami diagnostici e le relazioni medico-specialistiche a chiarire probabilmente le cause del decesso della sfortunata bambina.

 

 

Potenziamento rete ospedaliera: la Giunta Regione Sicilia approva la delibera,competenza ad Asp, coordinerà la Pianificazione strategica con 237 milioni di euro

 

 

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Palermo,

Nuova fase per i lavori di potenziamento della rete ospedaliera siciliana con i fondi del Pnrr: chiusa la stagione commissariale, dovuta all’emergenza sanitaria da Covid-19, si rientra nell’amministrazione ordinaria e le competenze verranno gestite dall’assessorato regionale della Salute. Nello specifico, con la delibera approvata ieri dalla giunta, la titolarità degli interventi passa alle aziende del Servizio sanitario regionale, assieme alla responsabilità della gestione tecnica e finanziaria e al monitoraggio dei cantieri; mentre il coordinamento e la rimodulazione della spesa vengono assegnati al dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato.

«La gestione con un unico soggetto attuatore – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – è stata utile per affrontare una fase delicata e fuori dall’ordinario, in cui era necessario intervenire tempestivamente. Oggi, invece, abbiamo la necessità di coinvolgere le aziende sanitarie territoriali e fare il punto sulla spesa dei fondi entro la scadenza del 30 giugno 2026».

Finora, stando ai dati a disposizione dell’assessorato, dei 237 milioni di euro programmati per i lavori di potenziamento della rete ospedaliera siciliana, soprattutto per interventi nei reparti di terapia intensiva, sub-intensiva e di emergenza-urgenza, ne sono stati spesi 118 milioni, dei quali 24 per l’acquisto di attrezzature e 16 ambulanze. Mentre, di 71 interventi previsti, sono stati avviati i cantieri di 57 opere.

Spetterà al dipartimento per la Pianificazione strategica il compito di monitorare l’attuazione generale del piano e verificare che i fondi, nazionali e previsti con il cofinanziamento della Regione, siano sufficienti per il completamento delle opere. «La giunta ha dato mandato al dipartimento – dicono l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, e il dirigente generale, Salvatore Iacolino – di rimodulare la spesa in relazione alle necessità assistenziali rilevate negli ospedali e negli enti del Servizio sanitario regionale. Lavoreremo per raggiungere l’obiettivo nei tempi previsti».

All’interno del dipartimento, inoltre, verrà istituita una “Struttura tecnica di supporto alle attività di potenziamento della rete ospedaliera” con funzioni di coordinamento, monitoraggio della situazione economico-finanziaria e relativa rendicontazione, informazione nei confronti del ministero della Salute, aggiornamento delle piattaforme e gestione degli affari legali.

 

 

 

Sanità, scongiurata la chiusura del reparto di Ortopedia di Villa Sofia a Palermo : il nuovo piano prevede ora cinque nuove medici

 

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Palermo

Scongiurata la chiusura del reparto di Ortopedia e del trauma center degli Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo. La soluzione è stata trovata oggi al termine della riunione che si è svolta nella sede dell’assessorato regionale alla Salute, guidato dall’assessore Giovanna Volo, alla quale hanno preso parte i dirigenti generali Salvatore Iacolino e Salvatore Requirez, e i responsabili delle strutture sanitarie pubbliche e private dell’area metropolitana di Palermo: Asp, Policlinico, Civico, Villa Sofia, Buccheri La Ferla, Fondazione Istituto Giglio di Cefalù e i rappresentanti dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata).

Il piano dell’assessorato prevede che a Villa Sofia siano provvisoriamente assegnati cinque nuovi medici, di cui quattro provenienti dall’Asp e uno dal Policlinico di Palermo. In più, saranno aperti 13 nuovi posti letto di ortopedia su tutto il territorio provinciale, di cui quattro presso le strutture dell’Asp, quattro al Civico e cinque al Policlinico. Fino a giovedì prossimo, 26 ottobre, Villa Sofia non accoglierà le urgenze ortopediche che, attraverso il Sues 118 (presente con il direttore della centrale operativa alle riunioni odierne), saranno dirottate invece presso l’ospedale Civico di Palermo. Nel caso in cui un paziente dovesse ugualmente recarsi presso il pronto soccorso di Villa Sofia, grazie all’accordo siglato con la Croce Rossa, sarà attivato il trasferimento secondario presso le strutture pubbliche o private indicate.

Anche le strutture sanitarie private, infatti, faranno la propria parte: l’Aiop ha dato piena disponibilità ad accettare pazienti ortopedici con traumi lievi nel caso in cui non dovessero esserci posti disponibili negli ospedali pubblici del capoluogo. Non cambia nulla invece per i pazienti politraumatizzati, che continueranno a ricevere l’assistenza necessaria presso i reparti del Civico e di Villa Sofia attraverso un piano coordinato di pronta reperibilità a cui parteciperanno gli ortopedici dell’intera provincia.

L’ultimo tassello di questo piano prevede, nelle prossime ore, la firma di un protocollo d’intesa tra l’assessorato regionale alla Salute, le strutture sanitarie pubbliche della provincia di Palermo e la Fondazione Istituto Giglio di Cefalù per stabilire procedure, modalità e tempi della cooperazione fra le istituzioni fino al 31 dicembre di quest’anno, quando si definiranno le procedure di reclutamento di ortopedici avviate dall’azienda Villa Sofia.

«Oggi – afferma l’assessore Volo – grazie all’impegno dell’assessorato e alla disponibilità di tutte le strutture sanitarie presenti sul territorio, che ringrazio, abbiamo assicurato continuità assistenziale a un reparto importante come quello di ortopedia e trauma center di Villa Sofia. Questo risultato testimonia, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia giusta la linea portata avanti dal governo Schifani che, in tema di sanità, punta sul gioco di squadra e sulla stretta collaborazione tra sistema pubblico e privato».

 

SANITA’ CORROTTA: MEDICI CHE A CATANIA -ED ALTRE CITTA’ -STRAVOLGEVANO LE LISTE D’ATTESA OMETTENDO PER GLI AMICI PERSINO DI FAR PAGARE IL TICKET COMPLICI INFERMIERI

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Catania   Milano Torino

Le verifiche ed ispezioni dei Nas sulla gestione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali per visite mediche specialistiche ed esami diagnostici relative al Servizio sanitario nazionale ha condotto alla denuncia di ventisei medici e d operatori professionali infermieristici.. Tra loro 9 medici che avevano favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa. Secondo gli accertamenti e le ispezioni dei Nas  i denunciati sono ritenuti responsabili dei reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato e interruzione di pubblico servizio.

In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte anche con procedure non consentite.

Un successo dei Nas che eseguono ispezioni   non solo a Catania e in Sicilia ma su  tutto il territorio nazionale presso 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Ssn.

I medici che stravolgevano le liste di attesa operavano a Milano, Torino, Perugia e Catania. Per quanto riguarda il professionista etneo denunciato, si tratta di un medico di ortopedia e traumatologia di un presidio ospedaliero che eseguiva visite ambulatoriali a vantaggio di pazienti privi della prescritta prenotazione al Cup, bypassando il sistema di lista d’attesa e omettendo di richiedere il versamento del previsto ticket contributivo, in danno del SSR.

Sempre in Sicilia, dalle verifiche in 14 presidi ospedalieri e sanitari delle province di Palermo e Agrigento è stata riscontrata, in 23 distinte unità operative e ambulatoriali, la sospensione delle prenotazioni per l’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e strumentali (cosiddette agende chiuse). Inoltre, è stato accertato che alcune prenotazioni non venivano fatte confluire nel sistema informatico del Cup, ma inserite in un registro cartaceo. Relativamente al blocco delle prenotazioni in un ospedale palermitano sono stati denunciati tre medici per interruzione di pubblico servizio, per aver sospeso le prestazioni di gastroenterologia, ma, contemporaneamente, aver svolto attività libero professionale.

Altri tre medici di aziende sanitarie a Reggio Calabria sono stati denunciati per l’ipotesi di peculato per aver prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche. Mentre a Perugia i Nas hanno scoperto un medico radiologo che svolgeva attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, e due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri.

SANITA’ A PEZZI, 50 SEGNALAZIONI DI DISSERVIZI AL SITO “SOS SANITA’SICILIANA” IDEATO DA M5S

 

 

Foto  M5S- Comunicazione stampa

“Quasi 50 (48 per la precisione) le segnalazioni di disservizi arrivate dal mondo sanitario siciliano in meno di 24 ore. Parte in quarta “SOSsanitasiciliana.it”, il sito web ideato dal Movimento 5 stelle per raccogliere le lamentele e gli sfoghi sui disservizi negli ospedali e nei pronto soccorso dell’isola e per le lunghissime attese per le visite specialistiche e gli esami strumentali.

A fare la parte del leone le grandi città, con Palermo e Catania in testa, non mancano però le segnalazioni dai piccoli centri.

È una notizia – commenta il coordinatore regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola – agrodolce, perché se da una lato certifica, come prevedevamo, che lo strumento funziona, dall’altra è la plastica dimostrazione che la sanità siciliana è, purtroppo, a pezzi. Se si considera, infatti, che il sito è stato appena messo on line e che è praticamente sconosciuto alla massa, quasi 50 segnalazioni di disservizi possono essere la punta di un iceberg grosso come una montagna. Il sito deve essere ancora pubblicizzato per bene, cosa che faremo prossimamente con locandine e volantini nei pronto soccorso e negli ospedali. Contiamo anche sul passaparola e nella condivisione dell’informazione nei profili social dei cittadini, oltre che, è ovvio, sui nostri canali comunicativi”.

“SOSsanitàsiciliana – precisa Di Paola – non vuole essere un atto d’accusa contro i medici e il personale sanitario, tutt’altro. Punta ad essere uno strumento nelle loro mani. Le denunce, infatti, possono solo aiutare a rendere pubblici disservizi che spesso rimangono sotto traccia e aiutarci a cercare, assieme alle istituzioni, le possibili soluzioni. E il fatto che le segnalazioni possano essere fatte anche in maniera anonima aiuta. Medici e infermieri, sia chiaro, sono, assieme ai cittadini, le vittime di una sanità che sta collassando per carenza di organici e risorse. Se il sistema è ancora in piedi si deve solo e soltanto al loro stakanovistico attaccamento al lavoro e alla professione”.

Le segnalazioni arrivate via web verranno vagliate e verificate dallo staff del M5S per produrre atti parlamentari, solleciti al governo regionale e, nei casi più gravi, anche ispezioni a sorpresa.

Non potevamo stare a guardare – dice Di Paola – la sanità che affonda, mentre l’orchestra governativa, come sul Titanic, continua a suonare la solita musica totalmente improduttiva. Noi cercheremo di dare il nostro contributo, sperando che il governo collabori. Cittadini e medici, siamo sicuri, che lo faranno”.

Sanità, presentato il Piano operativo della Regione per l’abbattimento delle liste d’attesa negli ospedali.

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Da sinistra: Requirez, Volo, Schifani e Iacolino

 

 

Un Piano operativo per l’abbattimento delle liste d’attesa negli ospedali siciliani. La giunta regionale ha approvato il documento predisposto dall’assessorato della Salute che delinea una strategia di intervento per smaltire nel più breve tempo possibile le prestazioni in sospeso. Le risorse finanziarie messe a disposizione ammontano complessivamente a 48,5 milioni di euro. Previsto il coinvolgimento anche delle strutture specialistiche private convenzionate a supporto del sistema sanitario pubblico.

«L’azzeramento delle liste d’attesa – ha detto il presidente della Regione Renato Schifani – è uno dei capisaldi del mio programma di governo, per quanto attiene alla sanità, insieme al tema delle emergenze, sul quale stiamo già intervenendo con incisività per ridurre i disagi nelle aree più periferiche. Superata la fase dello sfoltimento, proseguiremo con un sistema più efficiente per le prenotazioni e le erogazioni, per garantire ai siciliani l’inalienabile diritto alla tutela della salute e soprattutto in tempi ragionevoli. Il Piano, tra l’altro, valorizza la cooperazione tra pubblico e privato per aumentare l’efficienza della rete assistenziale».

Il documento è stato presentato oggi a Palazzo d’Orléans nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche l’assessore alla Salute, Giovanna Volo, e i dirigenti generali dei dipartimenti per la Pianificazione strategica e per le Attività sanitarie dell’assessorato, Salvatore Iacolino e Salvatore Requirez.

«Grazie al lavoro metodico degli uffici dell’assessorato – ha spiegato Volo – abbiamo costruito un Piano che ci consente di utilizzare al meglio le risorse a disposizione, che arrivano alla Sicilia anche dalla legislazione nazionale. Riusciremo, così, non solo, a rimetterci al passo con l’erogazione delle prestazioni, che hanno subito un consistente rallentamento negli anni della pandemia di Covid-19, ma anche, a regime, a implementare un sistema che consentirà di non ritrovarci più in situazioni di disagio di cui fanno le spese soprattutto i cittadini».

Tra i “pilastri” portanti del Piano la condivisione delle liste d’attesa all’interno degli ambiti territoriali di garanzia, che hanno dimensione provinciale, coinvolgendo anche i soggetti privati con l’introduzione del meccanismo della “mobilità dei pazienti” a livello sovra-aziendale, una volta ottenuto il loro consenso; e l’utilizzo di strumenti informatici innovativi ad hoc per la bonifica e la gestione delle liste d’attesa. Infine, la definizione di una nuova struttura organizzativa basata su tre livelli: il primo, è la costituzione di reti aziendali per il recupero delle prestazioni; il secondo è l’istituzione di Osservatori per il recupero delle prestazioni di area metropolitana, uno ciascuno per le province di Palermo, Catania e Messina; e, la creazione di un Osservatorio regionale di recupero delle prestazioni, che monitorerà l’avanzamento del Piano e che sarà guidato dal dirigente della Pianificazione strategica.

«Il nostro obiettivo di lungo termine – ha detto Iacolino – è quello di organizzare un sistema performante che valorizzi tutti i soggetti che fanno parte del sistema sanitario dell’Isola. Grazie alla nostra interlocuzione con le associazioni di categoria della sanità privata, intanto abbiamo già trovato un accordo che abbatte del 10 per cento le tariffe relative ai rimborsi per i ricoveri chirurgici. Un primo passo per lo sfoltimento delle liste d’attesa e un tassello fondamentale per la realizzazione di una nuova sanità».

San Luigi : ” Abbattere le liste d’attesa e migliorare gli aspetti delle emergenze”

 

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IL COMMISSARIO STRAORDINARIO DELL’ASP DI  CATANIA ,MAURIZIO  LANZA :” CATANIA SI CONFERMA ALL’AVANGUARDIA PER LA CAPACITA’ DI FARE RETE..”

 

 

 

«Dobbiamo guardare a una Sanità più moderna, più agile e meglio organizzata. Oggi è un giorno importante perché inauguriamo questo prototipo di Casa di comunità, un “modello” che è figlio del Pnrr. Siamo sempre stati d’accordo alla Sanità di prossimità, cioè a quel cuscinetto tra il medico di base e il ricovero ospedaliero. Queste realtà, infatti, sono destinate a filtrare ed evitare l’intasamento delle strutture sanitarie. Sulla Rete ospedaliera, in generale, abbiamo grandi progetti con centinaia di milioni di euro destinati a ristrutturare i grandi complessi sanitari. La priorità del mio governo, al di là del potenziamento della Rete ospedaliera, è abbattere le liste d’attesa e migliorare l’aspetto relativo alle emergenze».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che stamattina, accompagnato dall’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, e dal dirigente generale della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, si è recato in visita alla Cittadella della Salute “San Luigi” per verificare lo stato di implementazione del modello sperimentale della Casa di comunità (Cdc), già avviato nel presidio. È stata l’occasione per fare il punto sull’avanzamento dei lavori in corso, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per l’ampliamento della struttura e la realizzazione delle nuove Centrali operative territoriali (Cot).
Il governatore è stato accolto dal commissario straordinario dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza, dal direttore sanitario, Antonino Rapisarda, e dal direttore amministrativo, Giuseppe Di Bella. «Devo ringraziare coloro che lavorano qui – ha aggiunto l’assessore Volo – per la grande capacità e per avere intuito che bisognava ammodernare il concetto di semplice poliambulatorio, portandolo ad avere una struttura in grado di costituire non solo una forte integrazione tra territorio e ospedale, ma sostanzialmente la possibilità di assorbire la domanda di assistenza che viene da parte dei cittadini con problemi di cronicità e di fragilità. Quello di oggi, qui a Catania, è il primo esempio, la migliore risposta ai grandi disagi che registriamo quotidianamente negli ospedali.
In tutta l’Isola sono previsti 156 di questi centri e il prossimo, spero entro fine mese, sarà inaugurato in provincia di Caltanissetta». «Catania – ha detto il commissario straordinario dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza – si conferma all’avanguardia, soprattutto per la capacità di fare rete. Qui c’è un ambulatorio in cui i medici di medicina generale faranno squadra con i colleghi dell’Asp e con tutte le professionalità che lavorano in questa struttura eccezionale. Sarà un presidio medico attivo h24 nel quale i cittadini potranno trovare anche i propri medici curanti. Un modello evoluto, che consente un’assistenza specifica per alcune patologie, con accesso alle cure più facilitato perché non c’è bisogno di passare attraverso il Cup. Infine, è già operativa una tac di ultimissima generazione che consentirà di abbreviare enormemente i tempi di attesa». L’attuale Cittadella della Salute situata nell’ex ospedale San Luigi è stata inaugurata il 27 febbraio 2016 ed è sede del Distretto di Catania e del Presidio territoriale di assistenza (Pta).
Il progetto assistenziale, integrato e multidisciplinare, ruota attorno al cittadino, organizzando i percorsi in modo nuovo, semplice e veloce. Fra i punti di forza della “Cittadella” ci sono sia la collaborazione con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e la medicina specialistica sia quella fra Asp e Arnas “Garibaldi” per i servizi di radiologia. A seguito delle nuove indicazioni contenute nel Decreto ministeriale n. 77 del 2022 sui nuovi modelli standard per lo sviluppo del l’assistenza territoriale del Servizio sanitario nazionale, in attesa del completamento dei lavori di ampliamento finanziati con i fondi del Pnrr, nel Pta “San Luigi” si dà l’avvio sperimentale a una Casa di comunità, che vede la realizzazione di modelli organizzativi che potranno essere adottati nelle altre Case di comunità regionali. Al suo interno sono già attivi i cantieri per la realizzazione di due Centrali operative territoriali (Cot) delle 10 previste in tutta la provincia etnea.
Saranno realizzati anche nuovi spazi ambulatoriali e un Ospedale di comunità (in entrambi i casi a settembre verranno aggiudicati i lavori da Invitalia, incaricata dalla Regione Siciliana della procedura di gara). Le Case di comunità rappresentano il fulcro della nuova rete territoriale a cui il cittadino può accedere per entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. In provincia di Catania sono previste 29 Case di comunità, 3 delle quali nel capoluogo etneo, nell’ambito di uno stanziamento complessivo per la stessa provincia pari a 65,7 milioni di euro, che comprende anche gli Ospedali di comunità e le Centrali operative territoriali. Lo stanziamento complessivo dei lavori e delle forniture finanziate dal Pnrr Salute, per l’intera Regione, ammonta invece a 800 milioni di euro.
I profili di cura assicurati dal Pta, dunque, si potenziano integrando il Presidio di continuità assistenziale (ex Guardia medica) e rinnovando, in forma più ampia e organizzata, l’integrazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta: nella nuova Casa di comunità un’intera area, infatti, sarà a loro dedicata. Inoltre, grazie ai fondi del Pnrr, all’interno della struttura sanitaria attiva è già operativa una TAC, alla quale si aggiungerà a breve anche un Telecomandato, per offrire ai cittadini del territorio servizi pubblici di radiologia territoriale unici in ambito regionale. Le scadenze imposte dal Ministero sono state fin qui rispettate ed, in ogni caso, l’attivazione delle strutture è prevista entro il 2026, solo per Cot è anticipata al 30 giugno 2024.

Ragusa,inverosimile, morire a 44 anni al pronto soccorso per l’esame di una Tac

Archivi -Sud Libertà

 

Ragusa

Si può morire anche per l’ esecuzione di una Tac .Dopo il decesso di una donna di 44 anni, avvenuto la scorsa notte al pronto soccorso dell’ospedale ‘Giovanni Paolo II’ di Ragusa, il direttore sanitario aziendale, Raffaele Elia, ha avviato un’indagine interna.

La 44enne aveva eseguito una Tac con l’utilizzo del mezzo di contrasto. Venerdì prossimo, come richiesto dal primario di Pronto soccorso, sarà verificata la sussistenza di eventuale shock anafilattico attraverso un riscontro diagnostico sulla salma.      Ricorderemo che il l Pronto Soccorso di Ragusa –è costituito da una sala di emergenza – in un locale della Radiologia – e nei casi estremi ha recentemente attivato il piano di Emergenza intraospedaliera con l’arrivo in PS della squadra di emergenza….

Cultura delle donazioni: dottoressa siciliana deceduta a Milano dopo un intervento chirurgico dona gli organi, impiantati su cinque pazienti

Volo Giovanna

Nella foto L’Assessore alla Sanità Giovanna Volo

 

 

Palermo

«Atto di grande generosità di una dottoressa siciliana che deve essere da stimolo affinché la cultura della donazione degli organi si diffonda sempre di più nella nostra regione». Lo dice l’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, commentando la notizia del trapianto degli organi di una nefrologa siciliana di poco più di 50 anni andata in morte cerebrale dopo un intervento chirurgico a Milano.

La dottoressa, che lavorava in un ospedale dell’Isola, era una donatrice e, in ossequio alle indicazioni che aveva lasciato, sono stati prelevati gli organi, nello specifico reni, fegato e cornee, che sono stati poi impiantati su cinque pazienti nel Nord Italia.

«Il dolore e la commozione per la scomparsa della dottoressa – aggiunge l’assessore – si uniscono a un senso di profonda gratitudine per la sua scelta. È un gesto che giunge da chi, per la sua professione, toccava con mano ogni giorno l’importanza della donazione degli organi per salvare vite. Tutti noi siamo chiamati a seguirne l’esempio così da consentire a tanti pazienti di sperare, attraverso il trapianto, in una migliore qualità della vita. La nostra regione sta recuperando moltissimo terreno in questo settore, grazie al grande lavoro compiuto in questi mesi attraverso il Centro regionale dei trapianti, ma tanto cammino resta ancora da fare. Ognuno di noi può dare il suo contributo, può compiere una scelta di grande umanità».

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