Operazione “Charon “- Ordinanza di applicazione di misure restrittive della libertà nei confronti di 10 persone

 

Operazione Charon - Eseguita ordinanza di applicazione di misure restrittive della libertà nei confronti di 10 persone

Agrigento,

 

Immigrazione clandestina – operazione “Charon” : eseguita un’ordinanza di applicazione di misure restrittive della libertà nei confronti di dieci persone gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I militari dei Comandi Provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Siena hanno proceduto all’individuazione sul territorio regionale e nazionale e all’arresto dei componenti di una pericolosa compagine criminale transazionale, composta da cittadini italiani ed extracomunitari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con collegamenti, almeno di alcuni degli indagati, con ambienti del terrorismo internazionale.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano.

A tutti gli arrestati vengono contestati il delitto previsto dall’art. 416 commi 1,2,3,5 e 6 del codice penale (associazione per delinquere), nonché l’art. 4, comma 1 della legge 146/2006 e reiterate ipotesi di reato di cui art. 12, commi 3, 3 bis e 3 ter del D.lgs. 286/1998 (favoreggiamento dell’immigrazione clandestina).

Le indagini hanno dimostrato la capacità delle organizzazioni criminali a carattere transnazionale di offrire, nel settore dei traffici di esseri umani, nuovi “servizi” volti a rendere le traversate più sicure, ovviamente in cambio di retribuzioni maggiorate con lauti guadagni, ma anche e soprattutto a garantire la non identificazione dei soggetti sbarcati da parte delle autorità nazionali; ciò sia per assicurare una loro maggiore libertà di movimento una volta giunti a destinazione sia per consentire ai ricercati di sfuggire alle forze di polizia o per assicurare l’anonimato a quei soggetti che si recano in Europa con finalità illecite.

Nel corso delle attività investigative è stato raccolto un corposo compendio indiziario utile a dimostrare come la disvelata associazione criminale fosse particolarmente attiva nell’organizzare sistematicamente trasporti marittimi tra la Tunisia e le coste trapanesi e/o agrigentine della Sicilia di gruppi di soggetti nord africani in grado di sostenere l’elevato costo dell’esclusivo transito a bordo di veloci e funzionali gommoni, spesso, intenzionati a sottrarsi alle ricerche delle autorità di polizia tunisina.

Si è, altresì, accertato che il servizio offerto dall’organizzazione criminale non si concludeva con lo sbarco, ma ricomprendeva anche successive forme di assistenza volte a garantire la permanenza illegale dei migranti nel territorio dello Stato, quali la sottrazione ai controlli delle forze di polizia, l’avvio verso le località di destinazione, il trasporto e l’accoglienza presso abitazioni sicure, fino al farli scappare dai centri di accoglienza.

In una circostanza, è stato anche accertato che il principale responsabile dell’organizzazione ed alcuni suoi accoliti hanno ospitato in provincia di Trapani e poi aiutato a fuggire in Tunisia, un soggetto, con collegamenti con ambienti terroristici, destinatario di mandato di cattura europeo, spiccato dall’Autorità Giudiziaria della Repubblica Federale di Germania, perché responsabile del delitto di tentato omicidio, commesso in Lipsia nel 2020, consentendogli di sottrarsi alle ricerche delle competenti autorità tedesche ed italiane.

Le attività d’indagine condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Agrigento si sono articolate in servizi di ascolto di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, concreta osservazione dei soggetti d’interesse investigativo anche tramite riprese video, monitoraggio degli spostamenti degli indagati, oltreché tutta una serie di attività finalizzate a reperire elementi di riscontro e suffragio alle ipotesi investigative, quali controlli in mare, con l’ausilio di unità navali del Corpo, sequestri ed acquisizione di documenti.

Tutto ciò ha consentito di documentare il continuo contatto telefonico tra gli indagati, l’acquisto reiterato di schede telefoniche, la messa a disposizione di natanti, autovetture, dispositivi telefonici (spesso intestati a terzi), abitazioni per ospitare i migranti e capanni per occultare i gommoni, l’uso di un consolidato linguaggio criptico volto a eludere le investigazioni, la disponibilità di mezzi navali di elevata rilevanza economica, un circuito di stabili contatti con organizzazioni tunisine che procurano soggetti che vivono in condizione di clandestinità in Tunisia e che hanno la necessità di allontanarsi.

 

 

v i d e o –

 

 

Messina: senza sosta l’attività dei volontari della Protezione civile per l’assistenza negli incendi divampati

 

Nel corso della giornata di ieri, domenica 15 agosto, non si è fermata l’attività dei volontari della Protezione Civile che hanno fornito il loro supporto alle autorità competenti quali Vigili del Fuoco e Corpo Forestale. A seguito dell’incendio che ha colpito le colline di Campo Italia, nella tarda serata di ieri è stata inoltre predisposta l’evacuazione della Cooperativa Faro con il trasferimento degli ospiti da Campo Italia alla struttura di San Jachiddu. La Protezione civile comunale, immediatamente attivatasi alle ore 21.30, su indicazione dell’Assessore al ramo Massimiliano Minutoli, ha concluso le operazioni due ore dopo, intorno alle 23.30, con la consegna delle brandine per rendere il più confortevole possibile il nuovo alloggio agli ospiti della Cooperativa Faro.

La Protezione Civile comunale ha fornito la propria assistenza anche nelle prime ore di ieri nell’incendio divampato in contrada Luce a Camaro e nel pomeriggio con l’attività svolta, oltre che a Campo Italia, anche a Castanea e sui Monti Peloritani.

La Libia non perde il vizio: spara ai pescherecci italiani e ferisce il comandante dell’Aliseo

Libia, la guardia costiera spara contro pescherecci italiani: ferito il  comandante dell'Aliseo - la Repubblica

Con riferimento all’aggressione che ha coinvolto al largo delle coste libiche il motopeschereccio italiano ‘Aliseo’, la Farnesina ha diffuso un comunicato secondo il quale il  comandante italiano ha riportato solo lievi ferite che non destano preoccupazione. Sono in corso accertamenti sulla dinamica di quanto avvenuto.

L’incidente odierno conferma nondimeno la pericolosità della zona prospiciente le coste della Libia dove non si può pescare: la zona è stata del resto definita “ad alto rischio” per tutte le imbarcazioni già nel maggio 2019 dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti”.

Il motopeschereccio Aliseo è intanto in navigazione verso Mazara del Vallo, dove arriverà oggi anche il figlio del comandante.

Il comandante dell’Aliseo è stato “sottoposto a controllo sanitario e cure mediche da parte del personale medico a bordo di nave Libeccio” e  “a pochi giorni di distanza dell’intervento di nave Alpino in Cirenaica, nave Libeccio è intervenuta in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) all’interno della Zona di Protezione di Pesca (ZPP) libica, nelle acque della Tripolitania”. I motopesca Artemide e Nuovo Cosimo “si trovano in navigazione verso nord ed in sicurezza”.         L’ Aliseo, insieme agli altri due motopesca, che fanno parte di un gruppo di sette pescherecci, “tre giorni fa era stato oggetto di tentativo di sequestro nella ZPP libica in area Cirenaica, sequestro scongiurato dal tempestivo intervento di nave Alpino”.

La fregata Libeccio, impegnata nell’Operazione Mare Sicuro, ha comunicato la Marina, “è intervenuta nelle prime ore pomeridiane di oggi in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture “ad alto rischio” (a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums)”. La Marina Militare ha sottolineato poi che “l’intervento si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani”.

Nave Libeccio, che al momento della segnalazione “si trovava a circa 60 miglia dalla scena d’azione, ha diretto verso i motopesca alla massima velocità ed ha mandato in volo l’elicottero di bordo, il quale giunto in area ha preso contatto radio con il personale della motovedetta. Per verificare la situazione, è stato inoltre immediatamente dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina Militare P-72, il quale riporta d’aver assistito ad alcuni colpi d’arma da fuoco “di avvertimento” da parte della motovedetta libica”.

Angeli della Croce Rossa: una bandiera sventola -in loro onore- dal Palazzo comunale di Aci Sant’Antonio

Esposta la bandiera in Municipio.

BANDERA DE CRUZ ROJA 150x100CM


Caruso: “Lieto di poter mettere in evidenza la loro presenza”

In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa, che si celebra l’8 maggio, alcuni volontari del Comitato di Acireale della Croce Rossa Italiana hanno consegnato, come ogni anno, la bandiera da esporre dal balcone del Palazzo Comunale di Aci Sant’Antonio: fino a domenica 9 il simbolo della Croce Rossa sventolerà al centro della Città del Carretto Siciliano per mostrare simbolicamente la presenza sul territorio, fatta di assistenza, supporto, aiuto alla popolazione come è stato per i due eventi che hanno caratterizzato questi ultimi anni, cioè il sisma del 26 dicembre del 2018 e l’emergenza, ancora in atto, per la pandemia da Covid-19.
Alla presenza del Sindaco, Santo Caruso, nel rispetto delle norme anticontagio è stata consegnata la bandiera ed è stata letta la lettera, a firma del Presidente del Comitato di Acireale, Concetta Epifania Di Mauro, che ricorda come l’anno trascorso e quello presente sono ‘Il tempo della Gentilezza’ e dell’azione, e questo è dimostrato dall’impegno dei 17 milioni di volontari sparsi per il mondo (di cui 160 mila in Italia) uniti sotto i Sette Principi base quali umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità.
Come ho avuto modo di sottolineare in diverse occasioni, la presenza della Croce Rossa nel nostro territorio è tangibile – ha dichiarato il primo cittadino santantonese – e per questo ringrazio ancora una volta i volontari, a nome di tutta la comunità, per il preziosissimo lavoro che svolgono. Loro, come anche i volontari di altre associazioni del territorio, in questi mesi sono stati determinanti per l’assistenza alla comunità santantonese, affiancandoci nelle iniziative e offrendo tutto l’apporto necessario. Questa di oggi, con la bandiera che rimarrà esposta per diversi giorni, è un’occasione per promuovere la cultura della solidarietà, quella ‘meritoria azione’ citata nella lettera che gli stessi volontari hanno letto oggi, con orgoglio e abnegazione. Sono davvero lieto di poter mettere in evidenza la loro presenza”.

Esplode la protesta degli infermieri. Il NurSind Sicilia: nessun aumento del personale, si arriva a un infermiere per 20 pazienti.

Medici ospedalieri: 'La situazione è gravissima' - Sanità - ANSA.it

NurSind: in Sicilia si  rischia un boom di contenziosi, rivedere i parametri.
Esplode la protesta degli infermieri siciliani. Secondo il sindacato NurSind le nuove dotazioni organiche in corso di approvazione da parte delle aziende non stanno garantendo aumenti reali di personale. Ci sono sale operatorie attivate con un solo infermiere, in Sicilia il rapporto infermiere-paziente a volte arriva a uno su venti quando il rapporto ottimale dovrebbe essere di uno su sei, e si verifica lo sforamento sistematico di reperibilità e straordinari per carenza di personale.
Per questo motivo il sindacato ha chiesto un incontro urgente a governo e commissione Salute all’Ars evidenziando tutte le criticità del settore. Secondo alcune stime del Nursind, con gli attuali parametri in Sicilia mancherebbero circa 2 mila infermieri in servizio e 2 mila tra Oss e personale di supporto. 
Il NurSind ha segnalato ad esempio che nelle dotazioni organiche talvolta non vengono calcolati i parametri per i reparti covid. Inoltre “il personale con gli incarichi di funzione, cioè i coordinatori, viene calcolato all’interno delle dotazioni organiche di assistenza quando andrebbe calcolato a parte”. 
E ancora, “non viene considerato, nel calcolo del fabbisogno, l’attività ambulatoriale dove sono impiegati molti infermieri, cosa che viene fatta regolarmente per il personale della dirigenza medica con un dirigente medico ogni 5 mila prestazioni. È inaccettabile che in molte unità operative l’attività ambulatoriale utilizzi risorse umane che sono calcolate sul numero dei posti letto, rendendo quindi deficitaria l’assistenza dove più necessita”.
Secondo il NurSind di fatto sta avvenendo un progressivo svuotamento delle risorse assistenziali nelle Degenze e nelle Terapie intensive. Il NurSind solleva anche il caso degli infermieri pediatrici che in molti casi non sono previsti nelle dotazioni organiche. 
Altro aspetto grave è “la determinazione ridicola del personale di supporto Oss e personale sanitario. Percentuali così esigue aggravano il demansionamento infermieristico causando contenziosi che vedono soccombere le aziende”.

Vediamo come dobbiamo comportarci a Pasqua al fine di evitare sanzioni

ATTENTI ALLE “SOFFIATE”  DEL VICINO INVIDIOSO

10 parchi di Londra da visitare assolutamente

 

Vediamo come dobbiamo comportarci  a Pasqua visto che, per la stretta anti-Covid decisa dal governo,il nostro Paese, Sicilia compresa, sarà tutta rossa nelle giornate di sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 aprile

Nelle giornate precedenti e successive bisognerà considerare il colore (rosso o arancione) di ciascuna regione per capire a quali regole attenersi. Nelle zone arancioni, ad esempio, fino al 2 aprile, e nella giornata del 6 aprile, le visite sono consentite solo all’interno del proprio comune. Lo spostamento è permesso a due persone, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata, fra le 5 e le 22. Mentre nello stesso arco temporale, nelle regioni rosse le visite sono vietate.

Gli spostamenti sono consentiti esclusivamente per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità. Resta garantita la possibilità di fare rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Per esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si ritrovano con lui/lei con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, possono spostarsi per raggiungere tale abitazione.

Punto discutibile per l’eventuale controllo al posto di  blocco. Si può uscire dal proprio Comune per fare acquisti se nel proprio Comune non ci sono punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio «presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica».

 

Possiamo andare in aeroporto  e uscire dai confini nazionali per turismo (oltre che per lavoro o motivi di salute) nei Paesi dell’Ue e dell’area Schengen (sono inclusi nell’elenco C dell’allegato 20 del Dpcm 2 marzo 2021 in vigore fino al 6 aprile): Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.

I passeggeri devono però attenersi a regole precise all’andata e ritorno. Per andare e tornare da quasi tutti i Paesi del’Ue finora era sufficiente un tampone obbligatorio all’andata e al ritorno. Ma il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il 30 marzo un’ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, tampone in partenza, quarantena di cinque  giorni più ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni.

La quarantena è già prevista per chi rientra dai Paesi extra Eu. Norme più stringenti sono già previste anche per chi rientra dall’Austria (tampone prima della partenza, test all’ingresso, isolamento fiduciario di 14 giorni indipendentemente dal risultato del secondo test, terzo test al termine dell’isolamento).

Disco verde al turismo anche nei paesi dell’allegato D (Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Thailandia) ma al rientro bisogna sottoporsi ad isolamento fiduciario per 14 giorni. Vietato invece recarsi per turismo in Gran Bretagna e nei paesi dell’allegato E come gli Stati Uniti.

Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore oppure per condurli presso di sé, sono sempre consentiti. Le uniche prescrizioni che i genitori separati o divorziati dovranno osservare in base alle Faq del governo, sono quella di scegliere il tragitto più breve, di rispettare tutte le prescrizioni di tipo sanitario e di attenersi alle modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di questi provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori.

Resta il coprifuoco tra le 22 e le 5, su tutto il territorio nazionale salvo che per motivi eccezionali..

Sono chiusi i mercati, i negozi di abbigliamento e calzature. Così come parrucchieri, barbieri e centri estetici. Sabato 3 aprile sono aperti supermercati ,ipermercati, discount. Come pure edicole, tabaccai, librerie, farmacie e parafarmacie, negozi di computer, elettronica, elettrodomestici, ferramenta, pompe di benzina, negozi di biancheria e di giocattoli, vivai.

Domenica 4 sono aperti solo farmacie, edicole e tabaccai. Chiusi anche i supermercati. Stessa cosa lunedì 5 aprile, ma alcune catene di supermercati sono aperte.

Unica deroga in queste tre giornate, rispetto alle regole delle zone rosse (nelle quali sono vietate tutte le visite, a parte quelle per assistere persone non autosufficienti), sarà la possibilità di effettuare uno spostamento all’interno della regione, una sola volta al giorno, per raggiungere una sola abitazione di amici o parenti, dalle 5 del mattino alle 22.

Possibile dunque il pranzo di Pasqua con parenti o amici. A tavola il numero dei commensali dovrà essere ridotto. Ci si può spostare infatti in due con i figli i minori di 14 anni. Una eventuale trasgressione a riguardo potrà costare caro se teniamo conto che è sempre possibile la “soffiata”   del vicino invidioso..

Non si può organizzare il pic nic fuori porta a Pasquetta perché in zona rossa è vietato uscire dalla propria abitazione se non per «comprovate esigenze». E anche l’uscita al parco vicino casa è consentita per fare attività motoria o sportiva, non per un pic nic con amici o parenti.

Possiamo recarci  da soli, presso persone non autosufficienti che necessitino di aiuto o assistenza...

Lo spostamento nelle seconde case è sempre consentito, anche a Pasqua. Con alcune condizioni. Si può spostare solo il nucleo familiare convivente, senza l’aggiunta di parenti o amici. La seconda casa non deve essere abitata da altre persone. Ed è necessario provare che la casa sia di proprietà o in affitto a lungo termine (lo spostamento non è consentito in case in affitto breve), con contratto stipulato prima del 14 gennaio 2021. Ci sono regioni però che hanno optato per una stretta nel periodo pasquale. La Valle d’Aosta, la Sardegna, l’Alto Adige, la Toscana e le Marche hanno ordinato lo stop agli ingressi verso le seconde case ai non residenti. In Campania e Puglia, invece, sono stati vietati gli spostamenti dal Comune di residenza, domicilio o dimora abituale verso le seconde case in ambito regionale. La Liguria ha deciso lo stop sia in ambito regionale sia per i non residenti provenienti da fuori regione.

Chiusi gli stabilimenti balneari. E’ possibile passeggiare sulla spiaggia solo se vicino casa. Chiuse palestre, piscine e centri termali

Per i credenti una notizia positiva. Sarà possibile partecipare alla messa nella Chiesa vicino casa, mantenendo il distanziamento.

Orrore in una Casa di riposo-lager di Aci Sant’Antonio: legavano gli anziani ai letti e li umiliavano

 

Casa Soggiorno e Cura Villa San Camillo a Aci Sant'antonio (CT)

 

Completamente nudi, lasciati a terra assieme ai loro escrementi, incastrati tra le sbarre di protezione del letto, abbandonati a se stessi con dolorose ferite. Derisi e offesi. Nella casa di riposo Villa San Camillo di Aci Sant’Antonio, nel Catanese, gli anziani erano trattati in questo modo. Un inferno di urla e violenza nella struttura ridotta a lager. C’è una foto in cui è evidente una piaga da decubito in una paziente ultrasettantenne, non adeguatamente curata e notevolmente peggiorata nel tempo.

Precarie le condizioni igienico-sanitarie della struttura: avvistati dei roditori e gli anziani (30 a fronte di una capienza massima di 24) hanno contratto persino la malattia della  scabbia.     Un’inchiesta agghiacciante svelata dai carabinieri.

La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di Giovanni Pietro Marchese 60 anni, amministratore unico della Casa di Riposo “San Camillo s.r.l.”  di Giovanna Giuseppina Coco, 37anni, Rosaria Marianna Vasta e Alessandra Di Mauro, entrambe di 41 anni, dipendenti della citata casa di riposo, ha richiesto ed ottenuto dunque la misura del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale, per la durata di un anno, nei confronti dell’amministratore della struttura, nonché la misura del divieto temporaneo di esercitare la professione all’interno di case di riposo e strutture di assistenza per anziani, per la durata di 9 mesi, nei confronti delle tre dipendenti. I provvedimenti sono stati eseguiti dai Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio.

L’indagine è stata avviata dopo il sequestro di alcuni telefoni, avvenuto nel mese di luglio 2019: fra i cellulari sequestrati, in particolare, è stato controllato quello di una dipendente (Giovanna Giuseppina Coco)    e nella memoria c’erano numerose foto, scattate nella casa di riposo tra marzo e giugno 2019, in cui erano visibili maltrattamenti.

Anche il Nucleo ispettivo Carabinieri -Sez.Lavoro dell’Ispettorato durante una visita ispettiva hanno  accertato e verbalizzato con sorpresa che in una delle camere da letto al primo piano, un ospite era letteralmente bloccato nel proprio letto, impossibilitato ad alzarsi a causa di alcune sedie ed un divano posizionati ai lati del letto, che ne impedivano i movimento. Ma gli illeciti sono stati scoperti anche nella gestione lavorativa. Oltre alle persone regolarmente assunte, lavoravano in nero undici dipendenti, tra cui due delle indagate, e alcune sono state denunciate per avere percepito illecitamente il reddito di cittadinanza.      I tre dipendenti ai quali  per ragioni di cura e assistenza avevano il dovere di seguire e gestire gli anziani ricoverati, li maltrattavano  con condotte reiterate ed abituali: non prestavano assistenza agli ospiti, anche a fronte delle loro ripetute richieste d’aiuto,. Peggio. Li lavavano con l’acqua fredda o, per punizione, non li cambiavano a seguito dell’espletamento dei loro bisogni fisiologici o li lasciavano nel letto con le lenzuola sporche;

Particolarmente pesanti, dunque, le violenze psicofisiche: “Schifoso, sporco, più schifo di te non ce n’e’, ora la lascio sulla sedia tutto sporco di pipì, come i porci”, erano le parole rivolte alle vittime, tra le quali una persona di 100 anni che poi per punizione era costretto a mettersi a letto da solo. Trattamenti orribili riservati a tutti, anche a una donna che tra le lacrime veniva legata e lasciata sporca.

Le microspie piazzate nella casa di riposo hanno rivelato che l’amministratore aveva omesso di vigilare sul personale dipendente così da non impedire loro di maltrattare gli anziani, in un clima abituale di vessazioni, umiliazioni e mortificazioni. Una storia piena di orrori in questo lager..

ANCE CATANIA SUL CROLLO : «NON SPRECHIAMO GLI INCENTIVI ESISTENTI PER RIQUALIFICARE LA CITTÀ»

La nota dei Costruttori etnei sul cedimento della palazzina a Catania

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CATANIA

«Indipendentemente dalle cause che hanno determinato il crollo della palazzina in via Castromarino, (aperta un’inchiesta giudiziaria)l’ultimo in città in ordine temporale, non possiamo che constatare come il patrimonio edilizio di Catania sia estremamente fragile e vetusto. I palazzi crollano in pieno centro, ma anche le periferie non godono di buona salute. Gli immobili vengono abbandonati perché non rispondono più ai nuovi standard abitativi. L’incertezza su cosa sia possibile fare e come fare, fa il resto». Così Giuseppe Piana, presidente dell’Ance Catania – l’associazione che riunisce i Costruttori edili – esordisce nella nota con cui commenta la notizia riportata anche all’attenzione delle cronache nazionali.

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«Eppure, sulla carta gli incentivi non mancano – continua Piana – basti pensare all’Eco-Sismabonus che, nel caso dei condomìni, consente una detrazione fiscale per ogni unità immobiliare fino all’85% del tetto massimo di spesa di 136mila euro. Inoltre, con il Sismabonus Acquisti è possibile comprare immobili sismicamente adeguati, scontando il credito fiscale fino a un massimo dell’85% su 96mila euro di spesa». Sono informazioni che il presidente dei Costruttori etnei s’impegna con forza a divulgare perché «la conoscenza degli incentivi possibili è la chiave di volta per l’avvio del processo di messa in sicurezza e sostituzione del patrimonio edilizio». Un edificio sicuro non ha soltanto un valore per chi lo abita, ma anche e soprattutto per l’incolumità pubblica.

Secondo il presidente Piana «occorre rendere strutturali gli strumenti fiscali, semplificandone l’utilizzo e le modalità applicative, e colmando le lacune normative che impediscono o rendono poco chiare le opportunità di intervento». In merito l’Ance ha presentato una serie di proposte per potenziare l’uso della leva fiscale, ad esempio, riguardo il Sismabonus Acquisti «sarebbe opportuno estenderne l’ambito anche all’acquisto di immobili riqualificati in chiave antisismica, senza necessità di preventiva demolizione. Ciò consentirebbe una riqualificazione di interi fabbricati prevalentemente ubicati nei centri storici, nei quali non sono possibili interventi di demolizione e ricostruzione».

Per favorire concretamente i processi di rigenerazione urbana, Giuseppe Piana ribadisce che «è fondamentale permettere che il Sismabonus Acquisti sia anche un “Sismabonus Vendita”, riconoscendo la stessa agevolazione a chi cede unità immobiliari da demolire, a condizione che, entro i 12 mesi successivi, riacquisti una nuova unità immobiliare».

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Continuando il percorso sancito con l’iniziativa #Cataniasicura, Ance Catania ha attivato uno sportello informativo, con accesso gratuito, dedicato alla divulgazione e all’assistenza in merito alle opportunità legate all’Eco-Sismabonus, alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e alla messa in sicurezza degli edifici. «Lo sportello – conclude Piana – ha come obiettivo quello di fornire alle aziende associate, ai proprietari e ai professionisti, informazione, formazione, consulenza e assistenza riguardo alle pratiche da espletare compreso l’accesso alla piattaforma Ance-Deloitte per la cessione e monetizzazione del credito da parte delle imprese iscritte al sistema Ance».

Giorgia Linardi ,portavoce di Sea Watch: “Siamo allo stremo, aiutateci……”

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E’ la disperazione. Il Papa lancia l’appello, la Chiesa chiede di intervenire in favore dei deboli e di chi ha bisogno di assistenza in mare.”Siamo al diciottesimo giorno in mare, queste persone non ce la fanno più. A bordo c’è grande frustrazione, siamo allo stremo. Fate sbarcare queste persone”. E’ l’appello di Giorgia Linardi, portavoce di  Sea Watch  che aggiorna sulla situazione dei migranti a bordo e su quella dei 17 che si trovano sulla ‘Sea Eye’, ancora in attesa di un porto sicuro dove sbarcare.

“Alcuni di loro rifiutano di mangiare. Ci stanno dando un aut aut. Guardano l’Europa dal binocolo, si sentono in prigione. Ad alcuni di loro la situazione ricorda le prigioni in Libia in cui hanno subito le vessazioni che ora si portano dentro”, afferma la portavoce. “Da cittadini europei a bordo è vergognoso guardarli in faccia e spiegare loro come mai nessuno in Europa li voglia. Per favore – aggiunge – che siano i nostri governanti a spiegare, a queste persone, una ad una, perché non possono arrivare in Europa”.

“Non riporteremo mai le persone soccorse in mare in un Paese in cui è illegale farlo, in un Paese in cui vengono sottoposte alle violazioni e agli orrori di cui le persone a bordo che abbiamo soccorso ci stanno raccontando” rimarca Giorgia Linardi,

Nave Mediterranea per assistere i pescherecci italiani sequestrati- la Libia non è un buon interlocutore per l’Italia

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Comunicazione di assistenza della nave Mare Jonio della missione  Mediterranea  disponibile a fornire assistenza agli italiani  dei due pescherecci mazaresi trattenuti in Libia. “Abbiamo appreso  dagli organi di stampa che alcune unità navali libiche, non è dato  sapere se con mezzi forniti dall’Italia, hanno sparato contro 2  pescherecci di Mazara del Vallo che si trovano ora in stato di fermo  al porto di Ras Al Hilal – spiega il comunicato diffuso da Mediterranea -. Questo  episodio conferma che la Libia, nelle sue diverse e contrapposte  milizie e forze che detengono il potere, non può essere considerata in nessun modo un interlocutore per l’Italia”.

“Il nostro Governo –  ha grandi responsabilità  nell’avere attrezzato e finanziato le autorità di un simile paese  delegando loro la gestione di migliaia di vite umane e contribuendo a  mettere in pericolo, come dimostra l’episodio di oggi, anche chi  lavora in questo tratto di mare”.

“Siamo vicini ai pescatori, alle loro famiglie e alla comunità di  Mazara del Vallo che in queste ore vivono in apprensione per le sorti  dei loro cari. La Mare Jonio si trova in questo momento davanti alle  coste libiche nell’ambito della missione di monitoraggio della  Piattaforma Mediterranea ed è disponibile a collaborare con il Governo italiano e con le autorità competenti per fornire assistenza ai due  pescherecci e ai nostri connazionali trattenuti in queste ore in  Libia”,