Catania si candida a Capitale della Cultura del 2028

 

 

 

Catania,

Catania presenterà la manifestazione d’interesse per la Capitale della Cultura 2028. La Giunta, presieduta dal Sindaco Enrico Trantino, ha approvato l’atto di indirizzo che avvia il percorso per la presentazione della candidatura della Città a Capitale della Cultura nel 2028, secondo le modalità indicate dal decreto del Ministero.

Ci sarà tempo fino al 25 settembre per costruire il dossier, che dovrà descrivere la strategia, le partnership, le iniziative da mettere in campo per convincere la giuria.

Nell’atto di indirizzo ci sono gli elementi per un percorso partecipato e condiviso, al quale dovrà lavorare anche un team di professionisti, con esperienza specifica, per <<accompagnare>> Catania anzitutto verso la rosa delle dieci Città finaliste e le audizioni finali; l’atto individua, inoltre, la cabina di regia che seguirà e coordinerà ogni aspetto della costruzione del dossier.

Il Sindaco Trantino ha spiegato le ragioni della scelta: “Abbiamo voluto scommetterci, con largo anticipo, per costruire una candidatura forte, nella quale coinvolgere tutte le forze migliori di questa Città e non solo in ambito culturale. La nostra idea di Catania Capitale della Cultura è certamente legata a quanto la storia, la cultura e la natura ci hanno generosamente donato, compresi uomini e donne che hanno onorato il loro essere Catanesi, ma dovrà essere proiettata nel futuro, puntando su innovazione, rivoluzione digitale, mobilità sostenibile. La nostra “Capitale” dovrà essere identitaria, inclusiva, aperta, moderna e dinamica: abbiamo tutti i requisiti per farcela.

Tutto questo -ha aggiunto Trantino- è nel patrimonio genetico, millenario, della Città e della Sicilia, tanto quanto musei, teatri, segni e presenze del passato, voglia di guardare al futuro, dovremo solo dimostrare di esserne degni. Sappiamo di avere la storia, le potenzialità e le risorse umane per attraversare gli ostacoli che si frappongono, compreso qualche tenace pregiudizio, ma dobbiamo avere la maturità e la lungimiranza per correre, sopravanzando un traguardo per volta.

Da oggi inizia una fase di ascolto e di attività finalizzate all’obiettivo -ha proseguito il primo cittadino- e tutti i progetti di questa nostra Amministrazione, in un’ottica interdisciplinare saranno rivolti principalmente a rafforzare questa nostra candidatura, consapevoli quanto la strada sia lunga e valga la pena percorrerla. Conosciamo a fondo le criticità della nostra città per cui siamo impegnati minuto per minuto per migliorarla.  A prescindere da come andrà e faremo di tutto perché vada bene, sono certo che ne usciremo migliori e più consapevoli, come Città e come cittadini di questa nostra terra d’origine tutti insieme dobbiamo fare un salto di qualità e remare nella stessa direzione, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Essere scelti, tuttavia, determinerebbe un forte incremento di flussi turistici, oltre a consentirci una rigenerazione dei nostri tanti spazi culturali e il rafforzamento della nostra immagine a livello nazionale e internazionale, con importanti ricadute economiche per il nostro territorio”.

Il processo di selezione delle candidature prenderà avvio con la presentazione delle manifestazioni di interesse entro il 3 luglio 2025, per poi entrare nel vivo con l’elaborazione del dossier di candidatura, da inviare entro il 25 settembre dello stesso anno. Il documento dovrà contenere il titolo, la visione culturale e progettuale che sostiene la candidatura, una valutazione di sostenibilità economico-finanziaria, l’individuazione dell’organo responsabile e una serie di obiettivi misurabili, coerenti con il programma complessivo.

A valutare le proposte sarà una Giuria nazionale composta da sette esperti indipendenti, figure di rilievo nel campo delle arti, della cultura e della valorizzazione territoriale e turistica.

 

Agrigento Capitale della Cultura,il governatore Schifani: «Da qui parte un nuovo cammino, nel segno del dialogo e del confronto»

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Agrigento,

«Agrigento, con l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia, ha assunto come ispirazione, riferimento tematico e obiettivo di questo anno la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, ponendo come fulcro l’accoglienza e la mobilità. Il programma delle iniziative presentato a un pubblico nazionale e internazionale è di grande interesse. Partendo dalla straordinaria eredità culturale del territorio, infatti, valorizza una variegata offerta culturale, nella quale tradizione, intersezioni e contaminazioni culturali consentono di definire una dimensione innovativa che guarda con fiducia allo sviluppo socio-economico che, con fatica ma con determinazione, la Sicilia ha già avviato».
È questo uno dei passaggi centrali del saluto del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nella cerimonia di apertura di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025, che si è svolta questa mattina al Teatro Pirandello, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, del sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, del commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Giovanni Bologna e di tutte le autorità locali.
«Di assoluto rilievo – ha aggiunto il presidente Schifani, interrotto più volte da applausi – è il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni, in una terra che troppe energie perde ancora a causa dell’emigrazione, affinché la cultura possa rappresentare un caposaldo della crescita personale e dell’intera comunità. Il titolo di Capitale della Cultura, che si è ormai consolidato dopo tante edizioni, offrirà ad Agrigento e all’intera Sicilia l’opportunità di rinsaldare e far conoscere le proprie radici, mostrandole agli italiani e agli stranieri che, siamo certi numerosi, verranno a visitarla».
«Da Agrigento, mentre nel Mediterraneo inizia a spirare un flebile vento di pace, la Capitale italiana della Cultura darà l’opportunità di far conoscere quell’incrocio di civiltà che è stato e che è – ha sottolineato – grazie alla capacità di comporre le differenze, di metterle a sistema, di ricondurre le antitesi a sintesi proprio attraverso la cultura e la sua bellezza senza tempo».
«Il governo della Regione – ha continuato il governatore – ha avviato un’azione preparatoria di questo anno particolare promuovendo il concerto natalizio trasmesso dalla Valle dei templi in televisione. Un evento che ha avuto un significativo successo a livello nazionale. Il rilevante sostegno finanziario offerto dalla Regione è giustificato dalla convinzione che questo importante investimento culturale sia una straordinaria opportunità per tutta la Sicilia, così come lo sarà Gibellina prima Capitale italiana dell’Arte contemporanea nel 2026».
«Ad Agrigento, di fronte a questo suggestivo “mare africano, immenso e geloso”, inizia oggi un nuovo cammino. E sarà intersecato da opportunità che occorre cogliere, da sogni operosi da trasformare in nuove iniziative culturali ed imprenditoriali, sorrette dall’impegno per realizzazioni concrete. Questa antica Città – ha proseguito Schifani – come la Sicilia intera, è culla della cultura, della civiltà, della filosofia, della letteratura, del diritto, pur se tra le tremende contraddizioni delle difficoltà economiche e del peso della criminalità mafiosa, i due angeli neri dai quali ci stiamo progressivamente affrancando con una scelta di popolo che si è alimentata col sacrificio di eroi che hanno offerto la loro vita. Pirandello diceva di esser nato in Sicilia e che qui “l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte”».
«Proprio partendo dalla consapevolezza di sé, del proprio retaggio storico, dell’immensa eredità culturale ricevuta, del prezioso ecosistema da preservare e tramandare alle future generazioni – ha concluso il presidente Schifani – ci si deve aprire all’altro, alla comunità, alla natura, al confronto, spesso misterioso, con la diversità (culturale, religiosa, etnica), alla natura. Una visione relazionale, di accoglienza, di dialogo che è l’antico retaggio di un’identità plurale condivisa. Noi in Sicilia facciamo così da secoli. Ed Agrigento potrà essere ancora una volta testimonianza ed emblema dalla cultura siciliana ed italiana».

Mattarella: “Agrigento espressione di cultura solidale, parla al resto del Paese”

L’intervento del presidente della Repubblica, che non poteva mancare nell’occasione,  è iniziato con “un saluto, e un augurio particolarmente intensi ai cittadini di Agrigento. Da oggi, protagonisti della Capitale italiana della Cultura per l’anno 2025″. “Saluti e auguri – ha poi continuato – che si estendono a quanti, sul territorio, saranno impegnati negli eventi in programma. Tra di essi, ai lampedusani. Concittadini, che le ferite del nostro tempo hanno reso avanguardia della civiltà europea. Espressione di cultura solidale“.

Sergio Mattarella ha proseguito ricordando le precedenti Capitali della Cultura: “Agrigento, raccoglie questo, prezioso, testimone da Pesaro, nel centro dell’Italia. Che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nord del nostro Paese: da Brescia e da Bergamo. Una catena, di straordinario valore. Valore da onorare quest’anno. Questa catena di anno dopo anno, evidenzia il legame fra i diversi centri italiani. Ne mostra radici e progetti per il futuro. Ne pone in evidenza l’amicizia. Mette, in rilievo, il valore, degli scambi, tra patrimoni culturali, il valore della conoscenza”.

L’Italia, è colma di luoghi carichi di storia, di arte, di bellezza. Un patrimonio che accumulato nei secoli – ha aggiunto il Capo dello Stat o- ne ha contrassegnato l’identità. Nel succedersi delle esperienze dei popoli che l’hanno abitata e arricchita. Nulla, più di, questa, parte della Sicilia. Nulla più di questa terra, è testimone del valore del succedersi delle civiltà”.

Natura, storia, cultura sono elementi del nostro patrimonio genetico. Le metropoli italiane, mete di turismo crescente, non sono i soli centri di gravità. La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità. Nella sua bellezza molteplice. A fornire pregio particolare all’Italia – ha detto ancora Mattarella – sono proprio le sue preziose diversità, le cento capitali che hanno agito, nell’arco di secoli, come luoghi capaci di esprimere comunità. Una grande ricchezza, per il nostro percorso nazionale. Eredità ricevuta dai nostri padri. E tesoro da investire per il domani dei nostri figli”.