Il Presidente Ance Giuseppe Piana chiede alla Regione la “sicurezza del patrimonio edilizio”

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#CATANIASICURA – Giuseppe Piana: «NESSUN PASSO AVANTI VERSO LA MESSA IN SICUREZZA

DELLA CITTÀ. SUBITO RICLASSIFICAZIONE IN ZONA SISMICA 1»

Con l’obiettivo di attivare immediatamente nella città etnea il processo di messa in sicurezza del patrimonio edilizio, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana – a nome di tutte le istituzioni rappresentate nel tavolo tecnico #Cataniasicura – ha scritto al presidente dellaRegione Siciliana Nello Musumeci la seguente lettera aperta:

«Egregio Presidente, il Tavolo #Cataniasicura, istituito da Ance Catania con l’obiettivo di promuovere la sicurezza sismica degli immobili e delle infrastrutture della città, riunisce periodicamente i tecnici e gli specialisti che fanno parte della filiera edile per analizzare lo stato dell’arte, avanzare proposte, scuotere coscienze e diventare motore di meccanismi propositivi di prevenzione.

Fino a oggi non siamo riusciti a ottenere niente di concreto, neanche il più scontato e banale degli interventi: la riclassificazione del capoluogo etneo da zona sismica 2 a zona 1. L’ultima mappatura risale al 2003 e necessita di aggiornamento, frattanto le scosse avanzano e sprigionano energia, generando paura, danni, allarmismo, emergenze. L’amarezza nel constatare che la situazione rimane impantanata nell’immobilismo burocratico è generalizzata: cosa sarebbe successo se l’epicentro del terremoto del 26 dicembre avesse colpito il centro di Catania?

Lei stesso ha recentemente dichiarato che “una infelice catalogazione del rischio ha considerato addirittura Catania e Siracusa come città a rischio due” e che “serva rivedere questa mappatura delle zone maggiormente vulnerabili”.

La riflessione è comune: la revisione della classificazione sismica non solo è possibile ma è un atto dovuto e improcrastinabile. Un segnale di presa di coscienza del rischio esistente necessario per intervenire con urgenza sul costruito utilizzando tutti gli strumenti e incentivi attualmente disponibili.

Abbiamo toccato con mano il reale pericolo che incombe sulla nostra città, la sua Giunta ha adottato iniziative essenziali per superare l’emergenza e per effettuare una ricognizione degli edifici strategici, ma per una reale azione di prevenzione e mitigazione del rischio è urgente avviare gli interventi di riqualificazione volti a salvaguardare le abitazioni e le vite umane.

In rappresentanza del Tavolo #Cataniasicura, le chiedo urgentemente un incontro per illustrare le nostre proposte».

SUD : Sempre più alto il rischio idrogeologico e sismico

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L’appello della task force etnea che riunisce le forze istituzionali della filiera edile

 PROPOSTE DI #CATANIASICURA

«La regione è in continua emergenza, agire subito è atto dovuto delle Amministrazioni»

CATANIA – «L’Oasi del Simeto, il quartiere di Santa Maria Goretti e il centro di Catania: queste le priorità da cui partire con la programmazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Un’azione improrogabile che ha bisogno anche della riorganizzazione degli uffici per implementare il controllo del territorio, e di importanti semplificazioni procedurali, come quelle nell’ambito delle demolizioni. Occorrono passi concreti come questi, e come quello di classificare la città etnea in zona a rischio sismico 1 (e non più 2), per poter consentire un recupero reale del nostro territorio». Quella della task force#CataniaSicura non è una dichiarazione politica che si aggiunge ai già numerosi commenti sulle tragedie che hanno colpito la Sicilia, ma è un appello super partes sull’impellenza di mettere in sicurezza la vita e i beni dei cittadini. È un invito, rivolto al presidente della Regione Siciliana e al sindaco metropolitano di Catania, a considerare fattivamente le proposte avanzate dalle forze istituzionali che compongono il tavolo tecnico; ed è un’esortazione ai cittadini, che per primi devono pretendere e rispettare le buone prassi che realmente tutelano il loro patrimonio paesaggistico e immobiliare.

Sulla Sicilia incombe quel rischio sismico e idrogeologico che sfocia poi in disastri. Si assiste a un continuo susseguirsi di frane e smottamenti della rete stradale e delle strutture abitative. Eppure, in Sicilia operano migliaia di professionisti disposti a mettere le proprie competenze a servizio della collettività. Un capitale professionale, rappresentato da Ordini, associazioni di categoria, mondo accademico, che non vuole discutere su “ciò che andava fatto” all’indomani dei danni dovuti a calamità naturali, ma che è pronto da sempre a ragionare in modo propositivo su “ciò che si può e si deve fare”, adesso.

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Attorno al tavolo di #CataniaSicura siedono Ance, Architetti, Ingegneri, Geologi, Geometri, esperti e professori dell’Università di Catania, Protezione Civile, Direzione Urbanistica comunale, e altri attori della filiera edile, a cui si aggiungono forze politiche che credono nel progetto. È una molteplicità di punti di vista e competenze specifiche, che tuttavia converge verso un unico obiettivo: la pianificazione del territorio che ha come corollario la “prevenzione”, quella che è mancata dalla strage di Giampilieri al dramma di Casteldaccia, e che continua a mancare in previsione di un forte e atteso terremoto nella Sicilia Orientale. Una prevenzione necessaria in tutte le aree: dalle coste all’entroterra, perché nessuna provincia è immune dai rischi.

Se esiste una consapevolezza del pericolo perché non seguono azioni concrete? Può un tema così cruciale trovare il punto di chiusura nella mancanza di fondi pubblici o nella scarsa capacità di utilizzarli? Perché arrivano le risorse solo per le urgenze, se la Sicilia vive in uno stato costante di emergenza? La maggior parte dei Comuni siciliani non è dotata di piani regolatori generali aggiornati, eppure la programmazione urbanistica è lo strumento migliore per tutelare le vite dei cittadini. Investire in adeguate strategie per il territorio è una scelta che denota una politica lungimirante, che sappia guardare al di là dei termini di mandato. Occorre adottare regole certe su come trasformare il nostro territorio, accettate e condivise da imprese, proprietari, enti di controllo e amministrazioni.

Non consumare ulteriore suolo ma rigenerare l’esistente, perché la misura dello sviluppo non è la quantità del patrimonio edilizio, ma la capacità di saperlo costruire, collocare, integrarlo alla natura e alle esigenze della comunità. Pianificare non significa agire successivamente, bensì lavorare fin da subito per il futuro, individuare con continuità risorse congrue e bastevoli nei capitoli di spesa, e non con interventi sporadici che riparino i danni solo dopo che il maltempo e il terremoto hanno inghiottito vittime umane.

Allarme dell’Ance: “Urgente sollecitare la politica per aprire i cantieri”

Adozione del nuovo Prg e prevenzione antisismica tra gli argomenti affrontati

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CATANIA – Lo start dei cantieri per le opere pubbliche previste dal Patto per Catania, l’adozione del nuovo Prg e i progetti per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio cittadino sono stati gli argomenti al centro del primo incontro ufficiale tra il presidente dell’Ance Catania Giuseppe Piana e il nuovo assessore comunale ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture Giuseppe Arcidiacono. Presente anche il direttore del relativo ufficio del Comune Corrado Persico.

«La Cassa Edile della nostra provincia, negli ultimi nove anni, ha registrato una riduzione della massa salari di oltre il 60%, è quindi di vitale importanza per le imprese etnee di costruzioni e per l’intera città avviare il prima possibile i lavori finanziati dal Patto per Catania» ha affermato il presidente Piana, manifestando all’assessore la piena disponibilità dell’Ance a individuare le soluzioni migliori per poter aprire i cantieri in tempi brevi e portare a compimento le opere secondo le scadenze previste.

«Inoltre – ha continuato Piana – invitiamo l’assessore Arcidiacono a partecipare, con il proprio contributo, al tavolo tecnico #CataniaSicura, voluto dall’Ance e dagli altri attori della filiera edile per sostenere concretamente l’urgente piano d’azione di prevenzione antisismica che occorre alla città. Un impegno già esposto al governo nazionale e a quello regionale affinché il grave rischio sismico di Catania sia riconosciuto e affrontato con la dovuta attenzione».

Alla programmazione dei lavori pubblici e al rinnovamento del patrimonio edilizio è strettamente legato anche il tema del Piano Regolatore Generale, la cui adozione – secondo le parole dell’assessore – «è un obiettivo da raggiungere entro due anni».

Arcidiacono ha assicurato che «nonostante la difficile situazione finanziaria del Comune, i progetti e i cantieri previsti dal Patto per Catania e dalle altre fonti di finanziamento europee non subiranno rallentamenti poiché il loro cofinanziamento è già stato garantito. Le risorse disponibili – ha continuato l’assessore – sono di un’entità tale da far ripartire il settore edile catanese e dare un nuovo volto urbanistico alle diverse aree della città. Inoltre, altri finanziamenti in arrivo dalla Regione consentiranno di realizzare parcheggi e di costruire opere per contrastare il rischio idrogeologico. Partiremo dalla zona industriale, perché è obiettivo primario dell’Amministrazione comunale renderla finalmente attrattiva per il sistema delle imprese».