Catanzaro, I Carabinieri arrestano, con l’aiuto delle telecamere, l’autore di una tentata rapina ad un negozio

Sorpresa: 'boom' di furti e rapine in casa prima delle 21

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Catanzaro
I Carabinieri della Stazione di Catanzaro Santa Maria hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura, nei confronti di un soggetto che in data 15 aprile 2023 si è reso responsabile del reato di tentata rapina previsto dagli artt. 56 e 628 c.p. Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria scaturisce dalla denuncia presentata da una dipendente di un negozio di abbigliamento nella zona sud del capoluogo, che, nella serata del 15 aprile 2023, mentre si trovava all’interno del negozio, veniva avvicinata da un uomo che, mantenendo una mano nella tasca del giubbino e lasciando intendere che disponesse di un’arma, le intimava di consegnargli tutto l’incasso.
La rapina non veniva portata a termine per la veemente opposizione della vittima e l’arrivo di ulteriori avventori. La solerte attività info investigativa nonché l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, consentiva ai militari della compagnia carabinieri di Catanzaro di ricostruire l’intera dinamica criminale, addivenendo all’individuazione dell’autore del reato, circoscrivendo specifiche responsabilità penali nei confronti dello stesso. Così come disposto, l’uomo è stato tratto in arresto e sottoposto a regime degli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.

Comando Carabinieri: identificate 685 persone, controllate 422 veicoli e 32 persone sottoposte ai domiciliari, eseguite 6 perquisizioni

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Catanzaro,

Vasta operazione di controllo nel fine settimana di Pasqua dei carabinieri della Compagnia di Soverato, tesa a prevenire i reati connessi durante la movida e a vigilare sulla corretta attuazione della normativa sul Green pass e sulle misure di contenimento del Covid-19. Alle attività hanno preso parte pattuglie delle Sezioni Radiomobile ed Operativa, integrata dei comandi Stazioni, che hanno rivolto massima attenzione alle principali arterie stradali ed ai locali pubblici di tutto il litorale jonico di competenza, da Copanello a Guardavalle, passando per Soverato, con il centro affollato da centinaia di giovani del luogo e dei paesi limitrofi.

Nel corso di una fitta rete di predisposti posti di controllo stradali, i Carabinieri hanno poi sanzionato 26 conducenti per infrazioni varie al Codice della Strada, tra cui guida senza far uso delle cinture di sicurezza e con telefono cellulare senza far uso di auricolari, per un importo complessivo di quasi tremila mila euro – decurtando un totale di 50 punti dalle patenti.

I controlli hanno consentito di identificare 685 persone, controllare 422 veicoli e 32 persone sottoposte agli arresti domiciliari, eseguire 6 perquisizioni, ritirare una patente di guida, 20 esercizi pubblici ispezionati al fine di verificare anche il rispetto delle norme di contenimento del Covid-19.

Nell’ambito di tali attività:

  • la Sezione Radiomobile del NOR a Montepaone (CZ) ha controllato alla guida un 25enne che è stato trovato in possesso di 2 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana; in altra circostanza, la Sezione Operativa del NOR a Soverato (CZ) ha controllato a piedi un 17enne trovato in possesso di 1,5 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish; ad entrambi i giovani è stato contestato l’illecito amministrativo previsto dall’art. 75 DPR 309/90;
  • in Satriano marina, località Ravaschiera, militari della locale Stazione Carabinieri hanno controllato alla guida un 24enne risultato positivo alla verifica con etilometro in dotazione alla pattuglia. Nello specifico l’automobilista è stato accertato con un tasso alcolico pari a 1,47 g/l, quindi è stato sanzionato ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada (guida sotto l’influenza dell’alcool) per cui è prevista l’ammenda da euro 800 a euro 3.200 e l’arresto fino a sei mesi, nonché la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno;
  • in Montauro (Cz), i Carabinieri di Chiaravalle Centrale hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura, nei confronti di un 45enne indagato per il reato di atti persecutori. Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari;
  • militari del dipendente N.O.R. hanno controllato un 20enne della zona alla guida di un veicolo e sottoposto a perquisizione personale e veicolare è stato trovato in possesso di 1,58 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish, celati negli slip indossati, nonché di due involucri in cellophane contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di 645 grammi, occultati in un doppiofondo ricavato sotto il sedile anteriore lato passeggero ed al di sotto del supporto in plastica copri tergicristallo. Nell’ambito dei controlli, i suddetti militari, anche con il supporto dei Carabinieri di Serra San Bruno, hanno effettuato una perquisizione locale di un fabbricato, ove sono stati rinvenuti nella disponibilità di due giovani 21enni, sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso lordo complessivo di 143 chilogrammi, oltre a 2,8 chilogrammi di polvere di hashish, una pressa meccanica per il confezionamento dello stupefacente, vario materiale per il confezionamento, tutto sequestrato.

Su disposizione della Procura della Repubblica, i giovani sono stati tradotti rispettivamente in carcere ed agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio di convalida, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

Applicazione del Codice Antimafia per tre imprenditori con sequestro di 22 complessi aziendali e 800 milioni di euro

Sequestro di beni per oltre 800 milioni di euro a tre imprenditori
Codice Antimafia per tre imprenditori e sequestrati beni di oltre 800 milioni di euro

Catanzaro,

 Collaborati dal  Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma, i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro ,coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale di Catanzaro – Ufficio Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di oltre 800 milioni di euro, riconducibili a tre fratelli, imprenditori lametini nel settore della grande distribuzione alimentare e proprietari di uno dei centri commerciali più grandi della Calabria.

Il sequestro di prevenzione ha riguardato: • n. 22 complessi aziendali, comprendenti:– un centro commerciale tra i più grandi della Calabria; – n. 19 ipermercati; – attività di commercio di autoveicoli e di rivendita di motocicli e ciclomotori;

– attività operanti nei settori: costruzione di edifici residenziali e non residenziali; intermediazione finanziaria; recupero e riciclaggio di cascami e rottami metallici; produzione di gelati; gestione di impianti polivalenti; locazioni immobiliari;

• partecipazioni, anche in forma totalitaria, in n. 34 società, attive nei settori della grande distribuzione alimentare, rivendita di autovetture, ottica, commercio al dettaglio di generi alimentari, ristorazione, immobiliare, ed anche le quote di partecipazione nella squadra di calcio “Vigor Lamezia” e nella squadra di volley “Pallavolo Lamezia”;

• n. 26 fabbricati e n. 2 ville di lusso; • n. 42 terreni; • n. 19 autoveicoli (tra i quali una Ferrari);• n. 4 motoveicoli di lusso;

• n. 1 ditta individuale, operante nel settore della ristorazione;• tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai proposti e ai loro familiari.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte, anche con l’ausilio di sofisticati software, ad opera degli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo calabrese, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.

Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.

Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali della famiglia di origine dei tre imprenditori, fin dagli anni ‘80, e si sono avvalse anche delle risultanze investigative del p.p. n. 1002/2014 RGNR (già N. 1110/2009 RGNR), convenzionalmente denominato “ANDROMEDA”, ancora pendente in fase di giudizio anche nei confronti di uno dei tre imprenditori interessati dal provvedimento di sequestro di prevenzione, al quale è contestato anche il delitto di cui all’art. 416bis c.p.

Parte dei beni oggetto del sequestro di prevenzione era stata già interessata, nell’ambito del richiamato procedimento penale, dal sequestro preventivo, successivamente revocato.

 

Operazione Antimafia dei Carabinieri in lotta contro le cosche di indrangheta

LE 5 ORGANIZZAZIONI CRIMINALI PIÙ POTENTI DEL MONDO - YouTube
Lotta alle cosche di indrangheta

 

 

La Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Catanzaro, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili nella disponibilità di un imprenditore di origini calabresi stabilitosi da oltre 20 anni in provincia di Padova ed attualmente in regime di detenzione domiciliare.

Lo stesso era stato già colpito nell’ambito di una precedente operazione antimafia poiché ritenuto uomo di fiducia sul territorio padovano dell’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetista della quale sarebbe stata partecipe e per la quale avrebbe fornito in via continuativa supporto logistico, economico ed investimenti imprenditoriali in provincia di Padova.

Il provvedimento trae origine dalle indagini coordinate dalle DDA di Catanzaro e Venezia, che hanno consentito di acclarare elementi relativi ad una pericolosità sociale sia generica che qualificata.

Le investigazioni avrebbero documentato incontri e rapporti con esponenti di spicco delle cosche di ‘ndrangheta, lasciando ipotizzare la costituzione di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e all’autoriciclaggio di denaro, quest’ultimi sarebbero stati perpetrati attraverso un articolato sistema di emissione di fatture per operazioni inesistenti i cui pagamenti sarebbero stati schermati grazie alla compiacenza di funzionari di Banca.

Con il provvedimento odierno sono stati posti in sequestro beni mobili registrati, una società operante nel settore delle costruzioni con sede in MILANO e posizioni finanziarie per un valore complessivo di circa 19.000 euro.
Il risultato operativo si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.

DIRIGENTI E FUNZIONARI DELL’ASP DI CATANZARO “PROTAGONISTI DELL’ASSENTEISMO ED ANCHE ISTIGATORI”

Reati  contestati sono quelli di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio.

Il tasso di assenteismo nei ministeri | nextQuotidiano

OPERAZIONE CARTELLINO ROSSO: FENOMENO DIFFUSO A CATANZARO MA  ANCHE IN TUTTA LA SICILIA

Operazione ‘cartellino rosso‘ della Guardia di finanza del comando provinciale di Catanzaro contro l’assenteismo alla Asp e all’ospedale ‘Pugliese – Ciaccio’ di Catanzaro .. Cinquantasette indagati e 15 misure cautelari     Oggi circa cento finanzieri del comando provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione  a un’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, Claudio Paris, su richiesta della Procura. I delitti contestati sono quelli di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio.

 

Nel mirino delle indagini, dirette dal Pubblico ministero Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, sono finite le “condotte illecite di numerosi dirigenti, impiegati e dipendenti delle strutture amministrative dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e dell’ospedale ‘Pugliese – Ciaccio’ del capoluogo calabrese”.

 

Si apprende che  “nei confronti di 15 persone, (un dirigente e sei dipendenti dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e otto lavoratori dell’azienda ospedaliera ‘Pugliese – Ciaccio’) è scattata la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno”.

Disposto invece “nei confronti di 18 persone fisiche (oltre ai quindici sopra citati, altri due ex dipendenti dell’azienda ospedaliera e un ex dirigente dell’azienda sanitaria provinciale, tutti ora in quiescenza), il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, delle somme di denaro corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati durante i periodi di indebita assenza, per un importo totale di circa 20.000 euro“.

Complessivamente –  i pubblici dipendenti assenteisti coinvolti nell’indagine sono cinquantasette e a ciascuno di essi viene oggi notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari del pubblico ministero”.

Dettagli dell’indagine. Dalle telecamere installate negli uffici amministrativi dei due presidi sanitari dai finanzieri del nucleo di polizia economico – finanziaria/gruppo tutela spesa pubblica, che hanno poi proceduto a riscontrare minuziosamente gli episodi di assenteismo, sono emersi “oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate“.

Il fenomeno è spiegato dalla Procura di Catanzaro in una nota, “variegato e per certi versi fantasioso era il sistema illecito ideato per eludere gli obblighi di registrazione della presenza in servizio attraverso l’utilizzo dei badge”. “Ad esempio, in moltissimi casi gli indagati si allontanavano dall’ufficio senza alcuna valida ragione lavorativa: molto spesso per fare la spesa, per esigenze di carattere personale o addirittura per recarsi a giocare ai videopoker in un vicino esercizio commerciale – spiegano gli inquirenti – in altri casi, invece, alcuni indagati (anche di rango dirigenziale) consegnavano il badge a colleghi o dipendenti compiacenti, affinché lo utilizzassero al loro posto per far rilevare falsamente la presenza dell’interessato”.

Una curiosità ha colpito l’attenzione degli investigatori.E cioè :un “dipendente, evidentemente intento a strisciare il cartellino per conto di altri colleghi assenteisti” che “è arrivato a coprirsi aprendo l’ombrello all’interno della struttura, per evitare di essere ripreso da eventuali sistemi di videosorveglianza”.

Il colonnello Carmine Virno, comandante del Nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza di Catanzaro che ha condotto le indagini, ha chiarito che si tratta di dirigenti, ex dirigenti e funzionari amministrativi, non di medici o infermieri.

Gli assenteisti erano tutti d’accordo, si coprivano a vicenda, anche i dirigenti erano compiacenti e anziché reprimere tali condotte ne erano protagonisti e in alcuni casi istigatori. Un atteggiamento diffuso, definito nell’ordinanza di custodia cautelare ‘corporativo’. L’indagine che si è conclusa oggi con queste misure ha messo a nudo un diffuso assenteismo, non circoscritto a pochi dipendenti”.

 

 

 

Appalti truccati a Napoli: nei guai il presidente della Regione Calabria Olivierio

Obbligo di dimora per il governatore della Calabria Mario Oliverio

Mario Oliverio
 Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio (Pd) nei guai: il gip distrettuale di Catanzaro ha emesso un provvedimento di obbligo di dimora nel comune di residenza Il provvedimento è stato emesso nell’ambito dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza in materia di appalti pubblici. 

Sono sedici le misure cautelari emesse nei confronti di esponenti politici, dirigenti pubblici, funzionari e un imprenditore legato alla cosca Muto nell’ambito di un’inchiesta su falso, corruzione, abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture in Calabria. 
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(F.Archivio)
Il vizietto è sempre quello: -Irregolarità nell’ammodernamento dello scalo aereo di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica e anche nella successiva fase di erogazione di finanziamenti pubblici”.   
L’inchiesta denominata “Lande Desolate” e condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza e che vede coinvolto anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.

Le indagini sono state condotte con particolari strumentazioni e rilevamenti aerofotografici, che hanno consentito di ricostruire e riscontrare documentalmente le irregolarità.

Gli investigatori – si apprende – hanno scoperto ” il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la Regione Calabria, alle esigenze di un privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti”

CATANZARO: PROVVEDIMENTI ED ARRESTI DI DUE GRUPPI DELL’ INDRANGHETA CON FINALITA’ MAFIOSE

 

 

CATANZARO

Ventiquattro ordinanze di misure cautelari sono state notificate oggi, dal nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza, nei confronti di alcune persone residenti a Catanzaro e Lamezia Terme. Si tratta di esponenti della cosca di ’ndrangheta dei Iannazzo di Lamezia Terme e di pubblici amministratori. Complessivamente sono 12 le persone in carcere e 12 agli arresti domiciliari.

Nella sua militanza politica, Galati è stato eletto prima con l’Udc, poi passato con Forza Italia e, successivamente, con Ala. Alle ultime elezioni politiche del marzo scorso Galati si era candidato al Senato con la lista “Noi con l’Italia”, in Campania, ma non era stato eletto. Galati ha anche ricoperto in passato l’incarico di sottosegretario di Stato alle Attività produttive. Nel passato ha avuto guai giudiziari per la gestione dei fondi dell’associazione “Calabresi nel mondo”…..

                         OPERAZIONE “QUINTA BOLGIA”

Coinvolti due ex direttori generali dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Gerardo Mancuso e Giuseppe Perri. Mancuso, di Catanzaro, è attualmente primario del reparto medicina dell’ospedale di Lamezia e risulta solo indagato, mentre Perri è stato posto ai domiciliari. Nell’intreccio tra ‘ndrangheta, politica e mondo della sanità si inserisce anche l’imprenditore Pietro Putrino, anch’egli coinvolto, gestore di attività di pompe funebri e di servizi alla sanità.

10 milioni di euro.sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza. L’operazione “Quinta Bolgia” è stata portata a termine dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, con il supporto dello Scico di Roma.

Nelle indagini sono finiti gli interessi della ‘ndrangheta nel settore della sanità, ed in particolare nella gestione del servizio sostitutivo di autoambulanze dell’Asp di Catanzaro. Gi inquirenti, in particolare, avrebbero individuato due gruppi imprenditoriali legati alla cosca Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte di Lamezia Terme. Si tratta della ditta Putrino  che avrebbe esercitato un dominio nel mercato dal 2009  in particolare sull’ospedale di Lamezia Terme, estromettendo la concorrenza dalla fornitura di ambulanze per il servizio di pronto soccorso delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue.Gruppo che “dal 2010 e sino al 2017 ha continuato a operare in assenza di una gara formale” attraverso proroghe “ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell’Asp di Catanzaro” nei confronti dei quali vengono contestati “plurimi episodi di abuso d’ufficio”. L’altro gruppo coinvolto dall’inchiesta è ‘Rocca’.

L’ex deputato Giuseppe Galati e l’ex consigliere comunale di Lamezia Terme Luigi Muraca sarebbero stati “l’anello di congiunzione tra il contesto ‘ndranghetistico e la dirigenza dell’Asp coinvolta”. Le ditte Putrino e Rocca, legate alla ‘ndrangheta, con i buoni uffici dei due politici e con la complicità di dirigenti dell’Azienda sanitaria, avrebbero ottenuto l’affidamento del servizio di fornitura delle autoambulanze destinate agli operatori del 118. 

L’indagine, precisano gli inquirenti, rappresenta il culmine di due diversi filoni investigativi strettamente connessi. Il “gruppo Putrino” sarebbe riuscito dal 2009 ad acquisire una posizione di dominio nel mercato, aggiudicandosi la gara d’appalto relativa alla gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118 bandita dall’Asp di Catanzaro. Dal 2010 al 2017, il gruppo imprenditoriale coinvolto avrebbe operato in assenza di una gara formale, a seguito di proroghe illecite, “in alcuni casi – scrivono gli inquirenti – addirittura tacite, ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell’Asp di Catanzaro all’epoca in servizio, tra i quali Giuseppe Perri, commissario straordinario e poi direttore generale fino all’agosto 2018, Giuseppe Pugliese, direttore amministrativo fino all’ottobre 2017 ed Eliseo Ciccone, all’epoca dei fatti contestati responsabile del 118 prima di essere destinato ad altro incarico, nei cui confronti vengono indicati diversi episodi di abuso d’ufficio.

Condotta con  finalità mafiosa, vengono contestate a Galati e Muraca. Nel 2017 la ditta Putrino era stata colpita da un provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla Prefettura di Catanzaro. Ne aveva approfittato il “Gruppo Rocca” che, a sua volta forte dell’illecita concorrenza con cui era stato conquistato il mercato con il Gruppo Putrino, aveva iniziato la sua attività nel servizio pubblico come capofila di una associazione temporanea di scopo.

Il dominio esercitato sull’ospedale di Lamezia Terme, specie all’interno del reparto di pronto soccorso, era tale che i due gruppi criminali avevano imposto un controllo totale occupando “manu militari” i reparti, assoggettando il personale al punto da avere la disponibilità delle chiavi di alcuni reparti dell’ospedale, la possibilità di consultare i computer dell’Asp per rilevare dati sulle condizioni dei degenti, l’ingresso al deposito farmaci dedicato alle urgenze del pronto soccorso. Una situazione “ben nota”, secondo la Dda, alla dirigenza dell’azienda sanitaria.

Due gruppi imprenditoriali ‘ndranghetistici” avevano realizzato negli anni “un assoluto monopolio nel redditizio settore delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue e altro ancora”, secondo quanto emerso dall’operazione ‘Quinta bolgia’..

Le ambulanze, secondo le Fiamme gialle  e magistrati della Dda catanzarese, erano inadeguate non solo da un punto di vista meccanico, ma anche per ciò che riguarda le dotazioni elettromedicali: mancavano termoculle per il trasporto di neonati, l’ossigeno era scaduto o addirittura mancava. Anche l’impiego del personale, non qualificato e non provvisto delle adeguate abilitazioni professionali, era un altro settore volutamente trascurato. 

 

 

 

 

LA FURIA DEL MALTEMPO COLPISCE ANCHE LA CALABRIA (DUE VITTIME) E LA CAMPANIA- CROLLA IL PONTE DELLE GRAZIE

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Il maltempo in Calabria registra già due vittime.  Mentre scriviamo le forze dell’ordine stanno ricercando un altro figlio della donna travolta dal torrente con l’automobile.. La donna, Stefania Signore, dispersa da giovedì sera insieme ai suoi due figli , di 7 e due anni, nella zona di Lamezia Terme, colpita dal maltempo, è stata trovata morta insieme a uno dei due bimbi. I corpi delle due vittime sono stati trovati in un torrente tra i comuni di San Pietro a Maida e San Pietro Lametino. Si sta utilizzando  anche  un cane molecolare del Soccorso Alpino nella speranza che il miracolo avvenga.a distanza di 18 ore dall’evento. Un’altra donna è stata portata in ospedale con l’elisoccorso dei vigili del fuoco.  Disperato il marito che si è precipitato nella ricerca dei familiari.

Critica, in particolare nella zona jonica, nel Vibonese e nel Lametino, e “nelle prossime ore avanzeremo la richiesta dello stato di emergenza” avverte  il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.

Catanzaro- Sulla strada provinciale 19, nel comune di Curinga (Catanzaro), è crollato il ponte delle Grazie. La zona è stata colpita duramente dal maltempo la notte scorsa.

CRITICITA’ – Situazioni difficili  in molti comuni della Calabria dove continuano gli interventi dei vigili del fuoco a causa del maltempo. Nel catanzarese problemi permangono nel lametino. Nel comune di San Vito sullo Ionio proseguono le operazioni di messa in sicurezza del torrente Scorzone. E’ stata evacuata una famiglia di quattro persone perché l’abitazione era invasa da fango e detriti, dunque inagibile. Nel crotonese, invece, criticità ci sono nei comuni di Cirò Marina, Torretta di Crucoli, Strongoli, Crotone, Melissa, Petilia, Cotronei, Isola Capo Rizzato. Su Isola Capo Rizzato, all’altezza della località Le Castella, si sta ancora lavorando per il ripristino della viabilità sulla ss106 che attualmente risulta chiusa al transito. Su Cotronei sono ancora in atto le operazioni per il controllo della diga per l’abbassamento del livello dell’invaso.

Nel vibonese i comuni che presentano delle criticità sono Monterosso, Polia, S. Nicola da Crissa, Filadenfia, Vallelonga Simbario, Serra San Bruno, Pizzoni. E’ stato richiesto l’intervento dell’elicottero dei vigili del fuoco per il trasferimento di una persona in dialisi da Polia a Catanzaro a causa di una frana sulla strada provinciale che di fatto ha interrotto la viabilità. Nel reggino criticità ci sono a Siderno, Palmi, Gioia Tauro, Reggio Calabria. A Siderno le forti raffiche di vento hanno divelto il tetto di un’abitazione mentre a Reggio Calabria, a causa del forte vento, si sono registrati interventi per alberi divelti e cornicioni pericolanti.

 

CAMPANIA La Protezione civile della Regione Campania ha diramato un nuovo avviso di criticità meteo di colore giallo per temporali valido a partire dalle 21 e per le successive 24 ore. L’allerta riguarda l’intero territorio regionale tranne Alta Irpinia, Sannio e Tanagro. Si prevedono precipitazioni anche a carattere di rovescio o temporale che potranno essere intense con la presenza di raffiche di vento. Uno scenario che potrebbe dare luogo a fenomeni di dissesto idrogeologico con possibili fenomeni franosi anche rapidi, allagamenti, ruscellamenti superficiali, rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche con tracimazioni e coinvolgimento delle aree urbane depresse.

Day After a Catanzaro

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VIDEO DELLA TROMBA D’ARIA

Bilancio triste dopo la paurosa tromba d’aria sul quartiere Lido del comune di Catanzaro e la località Roccelletta nel comune di Borgia. Sono ingenti i danni nei diversi stabilimenti balneari dell lungomare di Catanzaro Lido .    Alberi      strappati dalla terra, tetti volati in aria, un gran da fare per i vigili del fuoco in questo periodo di agosto.

Il flagello del maltempo imperversa oltre la Calabria anche in Sicilia.Palermo ieri è stata la città più colpita. La Protezione Civile ha diramato un avviso di criticità meteo di colore giallo per temporali sull’intero territorio.         Gli esperti avvertono che la fragilità del suolo dovuta alle piogge  potrebbe essere pure la causa di eventuali  fenomeni di dissesto idrogeologico con possibili fenomeni franosi anche rapidi, allagamenti, con tracimazioni e coinvolgimento delle aree urbane depresse.

Fine della latitanza per il boss Abbruzzese, capo della cosca di Cosenza

E’ un successo investigativo della Polizia di Cosenza e Catanzaro insieme al Reparto di Polizia scientifica e il Procuratore di Cosenza e Catanzaro

Abbruzzese è il capo dell’omonima cosca, egemone nella Sibaritide ed è noto per una condanna  in appello a 20 anni per traffico internazionale di droga – era fuggito anche in Germania -e destinatario di una misura cautelare inerente il traffico di stupefacenti  Al momento della cattura Abbruzzese deteneva  2 pistole, munizioni e un documento falso.La Polizia ha trasmesso il fascicolo alla Procura locale che ritiene il malvivente un boss di spessore nonostante la giovane età