Papa Francesco: “trovate la forza per rifiutare le comodità, il piacere,il benessere, le ricchezze”

1607252634817.JPG

 

Papa Francesco si sofferma oggi sulla  “conversione”, il rifiuto del peccato e della mondanità e insieme la disponibilità a cambiare vita e ad aprirsi “alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio”. La conversione scandisce il cammino di Avvento, plasmato sulla vicenda di Giovanni Battista, “uomo austero, che rinuncia al superfluo e ricerca l’essenziale”, al centro del Vangelo di oggi. (

La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita. Per escludere il peccato, bisogna rifiutare anche tutto ciò che è legato ad esso, le cose che sono legate al peccato e cioè bisogna rifiutare: la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, la stima eccessiva del piacere, del benessere, delle ricchezze. 

Una conversione che implica “l’abbandono delle comodità e della mentalità mondana” – non “un’ascesi solo per fare penitenza: il cristiano non fa il fachiro – ma per raggiungere “il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio”. Un cammino, anche questo, non facile “perché sono tanti i legami che ci tengono vicini al peccato: l’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi”.

A volte è troppo debole la spinta che sentiamo verso il Signore e sembra quasi che Dio taccia; ci sembrano lontane e irreali le sue promesse di consolazione, come l’immagine del pastore premuroso e sollecito, che risuona oggi nella lettura di Isaia.  E allora si è tentati di dire che è impossibile convertirsi veramente. Quante volte abbiamo sentito questo scoraggiamento? “No, non ce la faccio! Io incomincio un po’ e poi, torno indietro”, e questo è brutto. E’ possibile, è possibile. Ma quando ti viene questo pensiero di scoraggiarti, non rimanere lì, perché questo è sabbia mobile: è sabbia mobile; la sabbia mobile proprio di un’esistenza mediocre. La mediocrità è questo. 

Prima di tutto ricordarci che la conversione è una grazia: nessuno può convertirsi con le proprie forze. È una grazia che ti dà il Signore, e pertanto da chiedere a Dio con forza, chiedere a Dio che Lui ci converta, che davvero noi possiamo convertirci, nella misura in cui ci apriamo alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio. Pensate alla tenerezza di Dio. Dio non è un padre brutto, un padre cattivo, no. È tenero, ci ama tanto, come il buon Pastore, che cerca l’ultima del suo gregge. È amore, e la conversione è questo: una grazia di Dio. Tu incomincia a camminare, perché è Lui che ti muove a camminare, e tu vedrai come Lui arriverà. Prega, cammina e sempre si farà un passo in avanti.

Il Pontefice infine  chiede l’intercessione di Maria, l’Immacolata, perché “ci aiuti a staccarci sempre più dal peccato e dalle mondanità, per aprirci a Dio, alla sua parola, al suo amore che rigenera e salva”.

Papa Francesco ricorda la conversione di Zaccheo, l’esattore delle tasse “che chiedeva la tangente”

            VIDEO DELL’ANGELUS DI OGGI DI PAPA FRANCESCO-  VATICANO

 

Ricordiamo nel Vangelo Zaccheo, l’esattore delle tasse di Gerico- Tangenti sulle tasse . Allora come oggi. Non è un caso se il Papa rievoca l’episodio evangelico-Lo sguardo misericordioso di Gesù ci raggiunge prima che noi stessi ci rendiamo conto di averne bisogno per la nostra salvezza. Lui infatti non giudica o isola chi ha peccato, ma lo “cerca” per “riportarlo sulla retta via”. E riuscire a “sentire su di noi” questo sguardo misericordioso, trasforma profondamente la nostra mentalità e il nostro modo di fare.

E’ quanto accaduto a Zaccheo, il giorno in cui Gesù fa tappa in città mentre sta andando a Gerusalemme. L’episodio è narrato dal Vangelo di Luca, nell’odierna XXXI domenica del tempo ordinario, e Papa Francesco lo ripercorre prima di recitare l’Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Gesù arriva circondato da una grande folla. E tra la gente c’è anche il capo dei “pubblicani” che non solo riscuoteva le tasse per i romani, ma chiedeva anche una tangente arricchendosi sui sacrifici altrui e dunque era ancora più disprezzato. Non si conosce il motivo, ma Zaccheo, si legge nel Vangelo, è curioso di vedere Gesù di cui ha sentito dire cose straordinarie, e pur di riuscirci, essendo piccolo di statura non trova altra soluzione che salire su un albero, un sicomoro. 

Eppure quando arriva il momento, è Gesù ad alzare lo sguardo per primo, a cercarlo e a vederlo.

Il primo sguardo non è di Zaccheo, ma di Gesù, che tra tanti volti che lo circondavano – la folla – cerca proprio quello. Lo sguardo misericordioso del Signore ci raggiunge prima che noi stessi ci rendiamo conto di averne bisogno per essere salvati. E con questo sguardo del divino Maestro comincia il miracolo della conversione del peccatore. Infatti Gesù lo chiama, e lo chiama per nome: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» dice Gesù.

Risultati immagini per immagine di papa francesco

Foto Archivio Sud Libertà

Dio  cerca di salvare il peccatore per riportarlo sulla retta via

Gesù chiama per nome quel “pubblicano” “peccatore” e lo fa non per rimproverarlo o per fargli una “predica” – ma perchè è “volontà del Padre” che vada da lui, che entri nella sua casa. Quanto scandalo, quante mormorazioni tra la gente! Anche “noi saremmo rimasti scandalizzati” da questo comportamento di Gesù, riflette Francesco, che  a questo proposito mette a confronto l’atteggiamento dell’uomo e quello di Dio:

Ma il disprezzo e la chiusura verso il peccatore non fanno che isolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso e contro la comunità. Invece Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il peccatore, lo va a cercare per riportarlo sulla retta via. Chi non si è mai sentito cercato dalla misericordia di Dio, fa fatica a cogliere la straordinaria grandezza dei gesti e delle parole con cui Gesù si accosta a Zaccheo.

La conversione di Zaccheo

Il miracolo della conversione. L’ “attenzione e l’accoglienza” mostrate da Gesù nei suoi confronti lo portano ad un “cambiamento di mentalità” e ad un capovolgimento del “modo di vedere e di usare il denaro”.  “In un attimo  – rimarca il Papa –  Zaccheo “si rende conto di quanto è meschina una vita tutta presa dal denaro” fatta di furti e disprezzo. Ed è la presenza del Signore al suo fianco, a casa, a fargli “vedere tutto con occhi diversi”, anche con un pò di quella tenerezza che ha ricevuto proprio da Gesù:

E cambia anche il suo modo di vedere e di usare il denaro: al gesto dell’arraffare si sostituisce quello di donare. Infatti, decide di dare la metà di ciò che possiede ai poveri e di restituire il quadruplo a quanti ha derubato. Zaccheo scopre da Gesù che è possibile amare gratuitamente: finora era avaro, adesso diventa generoso; aveva il gusto di ammassare, ora gioisce nel distribuire. Incontrando l’Amore, scoprendo di essere amato nonostante i suoi peccati, diventa capace di amare gli altri, facendo del denaro un segno di solidarietà e di comunione.

Alla luce di questa pagina evangelica è una “grazia” quella che il Papa invoca per intercessione della Vergine Maria, al termine della sua riflessione. E’ la grazia di “sentire sempre su di noi lo sguardo misericordioso di Gesù” per saper andare noi stessi, con misericordia, incontro agli altri che sbagliano cosicchè anche loro scoprano la potenza salvifica di Gesù venuto a cercare proprio chi è perduto.

Al termine della preghiera dell’Angelus, il Papa  chiede a tutti di pregare per le vittime della violenza in Etiopia. In particolare Francesco esprime il suo dolore per quanto subisce la Chiesa ortodossa Tewahedo e la sua vicinanza a tutta la comunità a partire dal patriarca Abuna Matthias.

PAPA FRANCESCO: NO ALLA MENTALITA’ -DENARO, SESSO, POTERE, EGOISMO- DEL MONDO MODERNO – SEGUITE LA LUCE E L’AMORE

 

Risultati immagini per immagine di papa francesco

All’Angelus  di questa seconda domenica di Avvento , Papa Francesco indica “le esigenze della conversione” 

Per preparare la via al Signore che viene siamo chiamati a bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza e dall’indifferenza, aprendoci con gli stessi sentimenti di Gesù (…) occorre abbassare tante asprezze della superbia, compiendo gesti concreti di riconciliazione con i nostri fratelli, di richiesta di perdono delle nostre colpe. Non è facile riconciliarsi. 

Il senso dell’essere credenti

Essere credenti, prosegue il Pontefice, è prossimità con i fratelli per aprire, come il Battista, “prospettive di speranza” anche in “contesti esistenziali impervi segnati dalla sconfitta”. 

“ Non possiamo arrenderci di fronte alle situazioni negative di chiusura e di rifiuto, non dobbiamo lasciarci assoggettare dalla mentalità del mondo, perché il centro della nostra vita è Gesù e la sua parola di luce, di amore, di consolazione. E’ Lui! ”

Il Battista invitava alla conversione la gente del suo tempo con forza, con vigore e con severità. Tuttavia sapeva ascoltare, sapeva compiere gesti di tenerezza e di perdono.

E’ sulla scia della testimonianza di vita data da Giovanni che Francesco invita tutti i discepoli di Gesù di oggi ad essere “umili ma coraggiosi testimoni”:

Anche oggi, i discepoli di Gesù sono chiamati ad essere suoi umili ma coraggiosi testimoni per riaccendere la speranza, per far comprendere che, nonostante tutto, il regno di Dio continua a costruirsi giorno per giorno con la potenza dello Spirito Santo. Pensiamo come possiamo cambiare qualcosa del nostro atteggiamento.