Dissesto idrogeologico in Sicilia, al via bando per gestione telematica delle gare, la nuova disciplina che regola gli appalti

immagine

 

La Struttura commissariale di contrasto al dissesto idrogeologico ha pubblicato la gara per l’affidamento del servizio di e-procurement che permetterà un ulteriore potenziamento della gestione telematica delle procedure. La nuova piattaforma dovrà rispondere a standard ancora più elevati rispetto a quelli di alto livello già garantiti dall’ufficio e l’investimento previsto è di 400 mila euro.

«Continuiamo a innovare e rendere ancora più trasparenti le procedure di affidamento e gestione degli interventi – commenta il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al vertice della struttura – allo scopo di garantire il pieno rispetto della normativa europea e del Codice dei contratti pubblici nella gestione delle diverse tipologie di negoziazione».

Un’esigenza prettamente operativa, quella degli uffici di piazza Ignazio Florio, diretti da Maurizio Croce, che già dieci anni fa si sono dotati, primi in Sicilia, di una piattaforma telematica con ottimi risultati. Il nuovo affidamento si è reso necessario alla luce della nuova disciplina che regola gli appalti, del sensibile ampliamento degli interventi di competenza e della necessità di far ricorso a sistemi di e-procurement per assicurare la piena semplificazione e digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici.

La piattaforma, oltre a consentire una più rapida attuazione degli interventi, ridurrà il margine di errore nella predisposizione delle offerte da parte degli operatori economici con la conseguente diminuzione della mole di potenziali ricorsi e, oltre a garantire la massima trasparenza dei processi, consentirà di perfezionare la valutazione delle offerte. Da considerare anche la riduzione del costo di partecipazione alle procedure di gara dovuta alla totale informatizzazione dei percorsi e il miglioramento dell’efficienza del processo di e-procurement.

Il termine per il ricevimento delle domande di partecipazione è stato fissato al 22 gennaio 2024. La relativa  procedura di gara non sarà gestita per via telematica al fine di garantire il rispetto dei principi di libera concorrenza, non discriminazione e trasparenza tra i diversi operatori interessati ed evitare situazioni di vantaggio competitivo potenzialmente derivanti dall’attuale gestione informatica della piattaforma telematica. La modalità di presentazione dell’offerta prevede la consegna a mano presso l’ufficio di Palermo o la spedizione a mezzo del servizio postale o tramite corriere. La documentazione di gara è disponibile sul sito istituzionale del Commissario a questo indirizzo: https://www.ucomidrogeosicilia.it/2023/11/02/bando-affidamento-servizio-eprocurement/

Dissesto idrogeologico a Catania, in corso piano interventi per deflusso acque nella zona Sud

Forcile

 

Catania

Il Comune di Catania informa che un vasto intervento interistituzionale per la disostruzione degli alvei dei numerosi torrenti che confluiscono nella zona Sud di Catania, è in fase di esecuzione con carattere di somma urgenza, nel capoluogo etneo.

Il contrasto al rischio idrogeologico ed idraulico, sollecitato agli enti interessati durante una riunione lo scorso 28 settembre dalla Prefettura, che sovrintende alle azioni che si stanno mettendo in campo con il coordinamento operativo del Comune di Catania, è già in piena fase esecutiva. In dirittura d’arrivo sono già i lavori sui torrenti Acquasanta (sottopasso semaforo via Zia Lisa), Forcile (sottopasso rotatoria aeroplanino Santa Maria Goretti) e Acquicella (ponte via Fossa Creta e sbocco a mare) per mettere in sicurezza il territorio urbano più esposto a rischio allagamento in previsione delle piogge autunnali e consentire il libero e regolare deflusso delle acque. Un impegno che il Commissario Straordinario Federico Portoghese ha assunto una ventina di giorni addietro in Prefettura, realizzando l’apertura dei cantieri, avvenuta appena una settimana dopo l’incontro.

Grazie a un intervento finanziario di 300 mila euro reso disponibile dal Comune, infatti, è in corso un incisivo lavoro, ormai in fase di completamento, di liberazione dalle ostruzioni, a monte e a valle dei torrenti e dei canali, con mezzi meccanici e l’impiego di operatori specializzati. Il Comune è in campo con le Direzioni Ambiente, Manutenzioni, Protezione civile e Gabinetto del Sindaco, in concorso con altri Enti istituzionali che si apprestano ad attuare altri importanti opere di sistemazione degli alvei dei torrenti e dei loro affluenti. Tra questi, la Sac che interverrà per sistemare il corso d’acque del Forcile dall’Aeroporto fino alla Sac, RFI per l’ampia zona della stazione di Bicocca attraversata da altri corsi d’acqua fino alla confluenza con il Forcile, ma anche la Protezione civile regionale, la Città Metropolitana, il Consorzio di Bonifica, l’Ispettorato per le Foreste, l’Autorità di Bacino per il distretto idrografico della Sicilia.

A quest’ultima Autorità e alla protezione civile regionale, il Commissario Straordinario Federico Portoghese, ha chiesto un contributo economico per intervenire con urgenza in altri punti del deflusso delle acque, tra cui il torrente Buttaceto e i canali Bruno e Politi che interessano anche la zona industriale spesso oggetto di allagamenti. Un intervento in quell’area fortemente a rischio idrogeologico, pianificata con una visione complessiva del problema, che si sta realizzando anche con l’aiuto di un Drone. Sono state verificate con immagini dall’alto, infatti, tutte le aree che necessitano dell’intervento delle ruspe per rendere fluido lo scorrimento delle acque che attraversano anche Fossa Creta, la zona di Acquicella, il quartiere Pigno, la strada statale 114 nei pressi dello stabilimento di STM.

L’obiettivo degli interventi disposti dal Commissario Straordinario Portoghese, è quello di neutralizzare lo stato di emergenza nell’area, anche alla luce dei fattori legati al cambiamento climatico come l’eccezionale della temperatura del mare, con azioni coordinate di vasta portata, liberando sistemi di deflusso delle acque piovane che si innestano su canali e torrenti, ripristinando così un carattere di ordinarietà.

La catastrofe degli Uffici tecnici ( e comunali) della Regione siciliana e una classe di dirigenti regionali lumaca e terra terra

Aumenti per i dirigenti regionali, arriva lo stop della Corte dei conti:  sindacati sul piede di guerra - Giornale di Sicilia

Afferma Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars che insieme con gli altri parlamentari del Partito Democratico (Giuseppe Arancio, Anthony Barbagallo, Michele Catanzaro, Antonello Cracolici, Nello Dipasquale e Baldo Gucciardi) autore di  una mozione sul dissesto idrogeologico regionale, rivolta al governo regionale.

“Il tema del dissesto idrogeologico, anche alla luce dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici, è divenuto ormai centrale. In Sicilia non è chiaro quali siano le iniziative messe in atto dal governo Musumeci. Chiediamo dunque un apposito dibattito d’aula durante il quale il governo regionale riferisca anche in merito ad alcuni rilievi della Corte dei conti dai quali risulterebbe, dal 2019, il mancato avvio di progetti e interventi che si sarebbero potuti adottare in Sicilia in base alle risorse disponibili”.

Nella mozione si impegna il governo a illustrare in dettaglio gli interventi realizzati – e da realizzare – sulla base delle dotazioni finanziarie e sulla base delle previsioni del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico ed il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, “ProteggItalia”. Il Pd chiede inoltre, con specifico riferimento al Pnrr ed alle misure strutturali destinate alla Sicilia, di adottare provvedimenti necessari a superare le criticità di natura procedurale nelle azioni di contrasto al dissesto idrogeologico.

I “burosauri” della Regione siciliana tra responsabilità politiche e luoghi  comuni | La Sicilia

Ecco come dirigenti regionali e “burosauri” tengono in archivio le pratiche tecniche

“Fondi nei cassetti”, 320 milioni non spesi- Le responsabilità del Genio civile ,in particolare di Catania all’epoca del dirigente-lumaca G.Ragusa

Un tesoretto da 320 milioni di euro per fronteggiare alluvioni e frane in Sicilia, rimasto a marcire nei cassetti della Regione. Mentre il presidente della Regione Nello Musumeci rivendica di aver speso la cifra record di 475 milioni per lavori e gare relative al dissesto idrogeologico nell’Isola, negli uffici guidati dall’ex assessore all’Ambiente Maurizio Croce si scopre che questi 475 milioni rappresentano solo il 60% del budget totale a disposizione, che è di 795 milioni di euro. Da qui, per differenza, si scopre che “in 7 anni per i restanti 320 milioni non è arrivato neppure un progetto, o almeno neppure uno definitivo”  Su deduce che gli Uffici pubblici, Genio civile compresi, non hanno funzionato negli anni scorsi ed attuali.  Il paradosso è che i dirigenti declassati come Gabriele Ragusa -ricordate? il dirigente lumaca che ha omesso una relazione urgente al Presidente Musumeci-  sono stati “promossi” da quel che appare la  “Mafia” del Dipartimento superiore- nei posti più prestigiosi , redditizi, e addirittura di controllo appalti, come l’UREGA di Catania.     Una vera indecenza.

Comuni senza tecnici

“Ci sono aree della Sicilia in cui si è investito poco o nulla sul fronte del contrasto alle frane e della prevenzione delle alluvioni. I 152 progetti in corso di realizzazione istruiti dal commissario riguardano per lo più il Messinese (sono 77), la provincia di Palermo e in parte quella di Catania. Altrove solo sporadici interventi, quasi nessuno nel Siracusano e Ragusano” colpite dal ciclone Apollo.

«Intervento al fine di conoscere i piani e gli interventi realizzati dal Governo regionale finalizzati a contrastare il dissesto idrogeologico e porre in sicurezza il territorio».

Premesso che: i tragici accadimenti verificatisi nel territorio di Catania sono gli ultimi in ordine temporale tra i tantissimi gravi eventi che hanno causato e causano danni rilevanti e la perdita di vite umane; i fenomeni di dissesto idrogeologico nel nostro paese e non solo, come più volte affermato da diversi esperti, hanno assunto il carattere di ordinarietà in correlazione al consumo di suolo e alla crisi ambientale connessa al surriscaldamento globale; nell’area mediterranea si assiste ad un processo di desertificazione caratterizzato da una radicale mutazione climatica di segno tropicale le cui copiose precipitazioni, dal carattere alluvionale in frangenti temporali ristretti, devastano il territorio connotandosi come catastrofi naturali; le azioni di mitigazione del rischio idrogeologico alla luce degli ultimi fenomeni si manifestano nella loro insufficienza e in molti casi nella loro assoluta inadeguatezza rispetto alle proporzioni assunte dal fenomeno in questione.

Il piano “ProteggItalia”

Considerato che: la Corte dei Conti nel 2019 – Sezione Centrale di Controllo sulla Gestione delle Amministrazioni dello Stato – con la deliberazione del 31 ottobre 2019, n. 17/2019/G, trasmessa al Parlamento nazionale, esaminate le modalità di funzionamento, di gestione e di impatto del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico, aveva evidenziato numerose criticità insolute nel meccanismo di funzionamento e di monitoraggio degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, nella governance delle strutture, rilevando, in particolare, l’inefficacia delle misure adottate, la scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti e la natura prevalentemente emergenziale degli interventi.

Sempre la stessa Sezione, con la deliberazione del 18 ottobre 2021, n. 17/2021/G, appena una decina di giorni prima dei tragici eventi di Catania, esaminato lo stato di attuazione del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, “ProteggItalia” ha posto in luce quali punti dolenti del problema dissesto in Italia: la scarsa capacità di spesa e la lentezza nell’attuazione degli interventi, la vischiosità dei processi decisionali, la mancanza di una vera pianificazione del territorio, la carenza di profili tecnici adeguati all’interno degli enti territoriali; da una più attenta lettura della deliberazione sopracitata si rileva che secondo il citato Rapporto Rendis 2020 dell’Ispra, che fornisce per la prima volta i risultati di venti anni di monitoraggio dell’Istituto sugli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, la cifra stanziata in 20 anni dal Ministero dell’ambiente (oggi Ministero per la transizione ecologica) per far fronte al dissesto idrogeologico in Italia ammonta a quasi 7 miliardi di euro per un totale di oltre 6.000 progetti finanziati su un totale di richieste che superano i 26 miliardi di euro, cifra quest’ultima che rappresenterebbe una stima del costo teorico per la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale;

Assegnati 789 Milioni alla Sicilia

Dall’esame di questi dati si rileva come la Sicilia sia la regione cui sono state assegnate le maggiori risorse con circa 789 milioni di euro con una durata media complessiva degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico di 4,7 anni tra fase progettuale, tempi amministrativi e materiale realizzazione delle opere in termini esecutivi; in atto per rispondere alla esigenza di coordinare in un unico Piano pluriennale i diversi programmi di contrasto al dissesto idrogeologico e le relative risorse, i1 DPCM del 20 febbraio 2019 ha adottato il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, c.d. ProteggItalia con una dotazione finanziaria complessiva nel triennio 2019-2021 pari a 10,383 miliardi di euro a favore delle Regioni ed Enti locali; il Proteggi Italia ha disposto risorse finanziarie, da destinare agli interventi in capo a più amministrazioni, provenienti dalle leggi di bilancio ma anche dall’FSC 2014/2020 che rappresentano circa la metà del totale generale; nella deliberazione della Corte dei Conti del 18 ottobre 2021, n. 17/2021/G, relativamente al piano di riparto dell’annualità 2020 del ProteggItalia, si legge che il piano della Sicilia non risulta approvato sia a fronte dell’assegnazione complessiva di 900 milioni di euro, così come per quella di 50 milioni; nel Piano stralcio del 2019, ai fini di un tempestivo avvio dei progetti e degli interventi immediatamente eseguibili per urgenza e indifferibilità, con il contributo e la partecipazione dei Commissari per l’emergenza, dei Commissari Straordinari per il dissesto, e delle Autorità di bacino distrettuale sono stati assegnati 315.119.117,19 di euro per n. 263 interventi di cui 20.776.438,01 alla Sicilia per 12 interventi.