Quella chiarezza sulla morte di Navalny che ancora non c’è

 

Fare chiarezza sulla morte di Alexei Navalny – “ucciso con un pugno al cuore -e stop alla persecuzione del dissenso politico. Su indicazione del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia è stato convocato oggi alla Farnesina in relazione alla tragica morte in carcere del dissidente russo.

Un'immagine di Alexei Navalny (Afp)

Una nota del ministero degli Esteri è stata inviata all’ambasciatore Alexey Paramonov   In essa è stata esposta l’aspettativa dell’Italia di fare piena chiarezza sulle circostanze del decesso di Navalny, che era stato condannato a scontare una detenzione in condizioni durissime per la sua attività politica e per la sua lotta contro la corruzione, si legge in una nota del ministero degli Esteri.

In linea con gli altri partner europei, l’Italia, che difende i valori irrinunciabili di libertà e democrazia, continuerà a invitare la Federazione Russa a porre fine all’inaccettabile persecuzione del dissenso politico e a garantire il diritto alla piena libertà di espressione, senza alcuna limitazione dei diritti civili e politici.

Ambasciata: ”  morte Navalny questione interna” non bisogna strumentalizzare

La morte di Alexei Navalny “è una questione interna russa” e sono in corso le indagini necessarie “per individuare le cause reali dell’incidente”. E’ quello che l’ambasciatore Alexey Paramonov ha detto alla Farnesina, dove è stato convocato nel pomeriggio.

In una nota, l’ambasciata russa a Roma definisce “inaccettabili i tentativi dei Paesi occidentali di strumentalizzare la morte” di Navalny.

La Libia non perde il vizio: spara ai pescherecci italiani e ferisce il comandante dell’Aliseo

Libia, la guardia costiera spara contro pescherecci italiani: ferito il  comandante dell'Aliseo - la Repubblica

Con riferimento all’aggressione che ha coinvolto al largo delle coste libiche il motopeschereccio italiano ‘Aliseo’, la Farnesina ha diffuso un comunicato secondo il quale il  comandante italiano ha riportato solo lievi ferite che non destano preoccupazione. Sono in corso accertamenti sulla dinamica di quanto avvenuto.

L’incidente odierno conferma nondimeno la pericolosità della zona prospiciente le coste della Libia dove non si può pescare: la zona è stata del resto definita “ad alto rischio” per tutte le imbarcazioni già nel maggio 2019 dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti”.

Il motopeschereccio Aliseo è intanto in navigazione verso Mazara del Vallo, dove arriverà oggi anche il figlio del comandante.

Il comandante dell’Aliseo è stato “sottoposto a controllo sanitario e cure mediche da parte del personale medico a bordo di nave Libeccio” e  “a pochi giorni di distanza dell’intervento di nave Alpino in Cirenaica, nave Libeccio è intervenuta in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) all’interno della Zona di Protezione di Pesca (ZPP) libica, nelle acque della Tripolitania”. I motopesca Artemide e Nuovo Cosimo “si trovano in navigazione verso nord ed in sicurezza”.         L’ Aliseo, insieme agli altri due motopesca, che fanno parte di un gruppo di sette pescherecci, “tre giorni fa era stato oggetto di tentativo di sequestro nella ZPP libica in area Cirenaica, sequestro scongiurato dal tempestivo intervento di nave Alpino”.

La fregata Libeccio, impegnata nell’Operazione Mare Sicuro, ha comunicato la Marina, “è intervenuta nelle prime ore pomeridiane di oggi in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture “ad alto rischio” (a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums)”. La Marina Militare ha sottolineato poi che “l’intervento si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani”.

Nave Libeccio, che al momento della segnalazione “si trovava a circa 60 miglia dalla scena d’azione, ha diretto verso i motopesca alla massima velocità ed ha mandato in volo l’elicottero di bordo, il quale giunto in area ha preso contatto radio con il personale della motovedetta. Per verificare la situazione, è stato inoltre immediatamente dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina Militare P-72, il quale riporta d’aver assistito ad alcuni colpi d’arma da fuoco “di avvertimento” da parte della motovedetta libica”.

Liberato Calogero Valenza Nicolas, il gelese fermato in Egitto per droga

Egitto, 27enne italiano fermato dalla polizia al Cairo: Sto bene, torno a casa

 

Calogero Nicolas Valenza, il gelese fermato in Egitto, è stato liberato oggi  per la mediazione  dell’ambasciata italiana al Cairo e alla collaborazione delle autorità egiziane. La Farnesina conferma la liberazione del siciliano.
Originario di Gela,il giovane 27 enne era stato fermato la sera del 23 agosto all’aeroporto del Cairo dalla polizia egiziana con l’accusa di traffico di stupefacenti. A tre giorni dal fermo, il ventisettenne siciliano aveva telefonato alla famiglia per far sapere che stava bene e che il suo rilascio era solo questione di tempo. Valenza era stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto internazionale del Cairo dopo un volo proveniente da Barcellona,in Spagna, dove il giovane vive e lavora da quattro anni.

Le accuse partivano, dopo un interrogatorio condotto dalla polizia egiziana, da uno straniero, componente di un gruppo di amici arrestati alcuni giorni prima per traffico di stupefacenti

Comune di Gela - CALOGERO VALENZA TORNA A CASA. GRECO: "SIAMO SOLLEVATI. GRAZIE A CHI SI E' SPESO PER RISOLVERE IL PROBLEMA"

Il gelese Calogero Nicolas Valenza liberato per la mediazione dell’ambasciata italiana

Il giovane- si apprende -, è arrivato all’aeroporto di Roma e dovrebbe rientrare- la famiglia conferma – a casa domani. 

La Francia scarica di nascosto i migranti in Italia- L’ambasciata italiana chiede chiarimenti

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Migranti di origine africana sono stati fatti scendere da un furgone della gendarmeria francese dalla Polizia italiana a Claviere, Torino.. E’ quanto ricostruito da fonti del Viminale. Il mezzo è poi tornato oltreconfine. E’ stata annotata la targa e sono in corso le indagini. “Non voglio credere che la Francia di Macron utilizzi la propria polizia per scaricare di nascosto gli immigrati in Italia“, tuona il ministro dell’Interno Matteo Salvini precisando di essere “in attesa di sviluppi”.    “Se qualcuno pensa davvero di usarci come il campo profughi d’Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso. Siamo pronti a difendere l’onore e la dignità del nostro Paese in ogni sede e a tutti i livelli – assicura -. Pretendiamo chiarezza, soprattutto da chi – sottolinea – ci fa la predica ogni giorno, e non guarderemo in faccia a nessuno!”. Salvini invita quindi “il collega Moavero a chiedere chiarimenti all’ambasciatore” francese.

SALVINI: STIAMO DIVENTANDO IL CAMPO PROFUGHI D’EUROPA..”

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