Agrigento, campagna olearia.I Carabinieri controllano oltre 40 frantoi, 5 denunce per illecita gestione rifiuti

 

Campagna olearia 2020: viaggio nell'Italia dell'olio estravergine d'oliva

Agrigento,
Con l’avvio della campagna olearia, le Compagnie del Comando Provinciale di Agrigento, supportate dal Centro Carabinieri Anticrimine Natura e dal personale dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente, hanno condotto un’incisiva attività di monitoraggio eseguita nei confronti di oltre 40 frantoi ubicati nell’intera provincia. L’attività di controllo ha determinato la denuncia in stato di libertà a carico di 5 titolari di impianti, ubicati nei Comuni di Favara, Sciacca, Menfi, Caltabellotta e Ribera, ritenuti responsabili, all’esito degli accertamenti eseguiti, di attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Nel corso dell’attività sono state verificate sia le certificazioni autorizzative, necessarie per svolgere l’attività di molitura delle olive, sia la corretta assunzione di manodopera da destinare a tale attività.
Particolare attenzione è stata rivolta inoltre al giusto stoccaggio e successivo smaltimento delle acque di vegetazione, quale scarto della lavorazione delle olive, considerato rifiuto speciale in quanto altamente inquinante.
Nella circostanza, è stato accertato che le attività perseguite hanno sversato tali rifiuti nel corpo idrico superficiale, quali fiumi e corsi d’acqua circostanti, con alto rischio di inquinamento delle falde e del mare. Sono state inoltre ispezionate 8 autocisterne dedicate al trasporto delle acque di molitura ed inflitte sanzioni per oltre 45 mila euro per illecito utilizzo in campo agricolo delle acque di vegetazione. I soggetti deferiti inoltre hanno l’obbligo di ripristinare e bonificare i siti contaminati

SERGIO COSTA: FRA POCO LA SVOLTA VERDE PER LE FAMIGLIE E LE IMPRESE

 

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Con la nascita del Conte-bis, una delle riconferme della squadra di governo è quella di Sergio Costa, generale di brigata dei Carabinieri Sergio Costa che resta al timone del ministero dell’Ambiente. Napoletano, nato il 22 aprile 1959, all’inizio degli anni Duemila -ha condotto  l’inchiesta sulla Terra dei Fuochi, individuando per primo, nel Casertano, una discarica abusiva e dando così il via al primo filone d’indagine.

Costa, laureato in Scienze agrarie,  ha condotto indagini sul traffico internazionale dei rifiuti, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia.

Durante il precedente mandato ha lottato per una campagna contro la plastica monouso: il ministero dell’Ambiente è divenuto “plastic free” e l’esempio è stato poi seguito da diverse altre istituzioni. Poi il successo per il  bando per progetti sull’educazione ambientale nelle scuole per i quali è stato stanziato un fondo di 330 mila euro. Ancora, fra gli impegni mantenuti c’è la nuova commissione Via-Vas. In prima linea sulla tutela del mare, ha anche preparato la legge Salvamare. Costa ha pure  promosso la battaglia ai rifiuti spingendo per il riciclo e ha preteso il rispetto delle prescrizioni ambientali per l’Ilva di Taranto. 

Questa la dichiarazione resa pubblica da Sergio Costa dilatata dai pentastellati ” Dobbiamo osare, non abbiamo alternative.Questo governo ha messo al centro l’ambiente e su questa linea sono concordi tutte e tre le compagini di governo. Bene, ora i fatti.

Dobbiamo costruire la strada per abbandonare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti. Un sistema basato sull’incenerimento, un sistema costruito sulla quantità, un sistema stressato e al collasso. Continuare in questa direzione è fallimentare sia economicamente che socialmente.

Durante lo scorso anno abbiamo strutturato la filiera dell’economia circolare, creando una specifica competenza nel ministero: oggi nel mio dicastero c’è un gruppo di persone che se ne occupa, ieri no. Non basta, chiaramente, ma dobbiamo fare in modo che l’intero sistema funzioni. Ho già firmato alcuni decreti end of waste (penso a quello dei pannolini), ora l’obiettivo è andare avanti come treni.

Abbiamo lavorato tantissimo per il contrasto alla Terra dei Fuochi, ma questa estate ci dice che ancora non basta. Ieri mentre ero al Quirinale per il giuramento, al ministero c’è stata una riunione tecnica con i comuni della terra dei fuochi, le province, la regione e i dirigenti del Mattm. È stato un momento importante perché ha individuato una serie di problematiche da risolvere, alcune di competenza dei comuni, altre della regione e del ministero. Insieme ce la faremo.

Il Ministero c’è. Ma ognuno deve fare la propria parte. Ieri la prima cosa che ho fatto è parlare con il neoministro dell’Interno e gli ho chiesto di aiutarci. Mi ha risposto “io ci sto”.

Voglio portare al primo Consiglio dei ministri un decreto legge sui cambiamenti climatici, sarà il primo decreto di questo tipo europeo. Non è più il tempo di dire “possiamo farlo” ma “dobbiamo farlo”. Con questo decreto imporremo la svolta verde a imprese, famiglie e consumatori.

Un’altra priorità è quella delle bonifiche. Non è accettabile che le bonifiche in Italia si trasferiscano di generazione in generazione. Ci sono bonifiche tramandate da padre a figlio. 30/40 anni per una bonifica non è solo un’ingiustizia, ma una vergogna. Chiaramente ci sono bonifiche più complesse di altre, penso a Napoli est, al fiume Sarno, alla Valle del Sacco, o Brescia… ma i tempi devono essere più brevi, di almeno un terzo.

Se remiamo tutti verso questa direzione, si può fare e si farà. È il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ad maiora semper”