Si discute a Catania: “Il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”

Venerdì 24 e sabato 25 gennaio 2020, Monastero dei Benedettini

  LA RIFORMA CAMBIA L’ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI

 A Catania una “due giorni” in cui interverrà, tra gli altri, Renato Rordorf,

presidente della Commissione ministeriale che ha firmato il nuovo Codice

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CATANIA

Quali saranno gli assetti organizzativi degli uffici alla luce del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza? Un interrogativo necessario a cui daranno risposta, con un’iniziativa congiunta, istituzioni e professionisti catanesi nel corso della “due giorni” che si svolgerà il 24 e il 25 gennaio 2020 nell’Auditorium De Carlo dell’Ex Monastero dei Benedettini di Catania (Piazza Dante 32).

Venerdì 24 apriranno i lavori, alle 9.00, il presidente della Corte d’Appello di Catania Giuseppe Meliadò, il rettore dell’Università Francesco Priolo, i presidenti degli Ordini etnei Rosario Pizzino (Avvocati) e Giorgio Sangiorgio (Commercialisti), il presidente del Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone Andrea Grasso, il formatore della Scuola Superiore della Magistratura Claudia Cottini, il direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali -Unict Aurelio Mirone, il presidente della Sezione Imprese e procedure concorsuali presso Tribunale di Catania Mariano Sciacca. La relazione introduttiva sarà affidata a colui che ha dato il nome alla riforma, Renato Rordorf, presidente della Commissione ministeriale chiamata a rinnovare il diritto fallimentare e la disciplina delle procedure concorsuali.

Seguiranno – nel corso della mattina, del pomeriggio e successivamente nella giornata di sabato 25 – cinque sessioni tematiche per approfondire i diversi aspetti che riguardano il cambiamento epocale introdotto dal nuovo Codice nella gestione amministrativa delle imprese. Alle tavole rotonde si confronteranno e interverranno numerosi accademici, magistrati, giuristi e professionisti esperti provenienti da diverse città italiane.

Liberi e Uguali: “cambieremo l’Italia”,intanto un Codice etico e poi via le tasse universitarie: parola di Pietro Grasso

 

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Pietro Grasso vuol cambiare l’ Italia ed inizia dal partito di cui è leader -L’ex magistrato parte dalla sua lunga esperienza nella Magistratura e introduce una Regolamentazione, un Codice etico: “Abbiamo voluto inserire un codice etico che non consideri solo l’aspetto giudiziario. Vogliamo portare in Parlamento donne e uomini rispettabili e rispettati”.

“Ci aspettano alcune settimane di intensissimo lavoro- spiega Pietro Grasso –  è solo l’inizio del percorso per cambiare l’Italia – – La crisi economica ha tolto opportunità ai nostri figli e ai nostri nipoti. I populismi soffiano sulle paure, indeboliscono la nostra comunità e noi abbiamo il coraggio di reagire e porre rimedio. Siamo gli eredi degli uomini e delle donne che 70 anni fa ci liberarono del fascismo“.

“Siamo pronti a lottare fino in fondo per realizzare i principi della nostra Costituzione – ha scandito – Dobbiamo partire da quel meraviglioso articolo 3: quei valori sono condivisi dalla maggioranza del nostro Paese, pure da Papa Francesco. Devono essere il cuore pulsante del nostro progetto politico”.

– “Batteremo il territorio da Nord a Sud per parlare delle nostre proposte per cambiare l’Italia. Faremo proposte serie e concrete a differenza delle irrealizzabili favole degli altri partiti” ha sottolineato Grasso.

“Renzi vuole abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta. Berlusconi ne ha dette troppe in 25 anni, non riesco a pensare alla più clamorosa. Salvini se la prende con lo ius soli negando la cittadinanza a ragazzi che per noi sono già italiani. I 5 stelle cambiano idea in base alla convenienza del momento. Noi – ha aggiunto – siamo l’unica alternativa credibile”.

“Aboliamo le tasse universitarie” è la proposta lanciata da Grasso durante l’assemblea nazionale di Liberi e Uguali. “Avere una università gratuita significa credere davvero nei giovani con fatti concreti, ne beneficerà tutto il Paese. Significa allargare il nostro orizzonte e rendere l’Italia più competitiva”, ha aggiunto il leader di LeU.

Mentre sul fronte del lavoro, occorre “far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato”, reintroducendo “le garanzie eliminate dal Jobs Act. Altri aboliscono le tasse, noi aboliamo il precariato”.

BERSANI – Arrivando all’assemblea di Liberi e Uguali Pier Luigi Bersani ha evidenziato che le priorità in tema di economia per LeU sono “gli investimenti per dare lavoro, basta bonus” e “ridurre la giungla dei contratti precari”. “Senza queste cose non facciamo niente con nessuno. Se ci sono queste due cose, più una roba sul fisco, il tema del welfare e la salute, allora noi parliamo con tutti tranne la destra” ha messo in chiaro.

“Posto che con la destra non ci andremo mai, a cominciare dalle forze del centrosinistra noi siamo pronti a discutere ma a queste condizioni, sennò vadano dove li porta il cuore”, ha aggiunto l’ex segretario dem.

BOLDRINI – “Vogliamo riportare al voto le persone deluse da quella sinistra che ha smesso di essere sinistra, che si è persa per strada. Recuperare i voti di chi non crede più nella politica” ha affermato Laura Boldrini nel corso del suo intervento.

“Il primo partito è quello delle schede bianche ma a sbagliare è stato chi con la propria politica ha deluso quelle persone. Persone spinte tra le braccia del populismo, una protesta miope, anacronistica e pericolosa. Non abbiamo bisogno di odio ma di buona politica. Una politica – ha rimarcato Boldrini – capace di combattere il male più profondo, quello delle diseguaglianze”.

Noi non faremo una campagna ‘contro’ perché non funzionerebbe e faremmo un torto a noi stessi se pensassimo che basta parlare male degli altri per avere consenso” ha poi spiegato, evidenziando che “il programma non è un elenco indistinto di cose da fare ma l’identità di una forza politica. Di promesse campate in aria ce ne sono tante ma italiani non sono sprovveduti e sanno capire la differenza tra chi la spara grossa e chi cerca voti ma per realizzare qualcosa di concreto“.

Poi lo ius soli. “La legislatura si è conclusa con un grande tradimento, il tramonto della legge sulla cittadinanza – ha scandito Boldrini – Sono stati traditi 800mila ragazzi e ragazze che ci avevano creduto perché glielo avevano promesso”, ragazzi che “sono italiani a tutti gli effetti”. Secondo la presidente della Camera “ha avuto la meglio una sconcertante subalternità politica: inseguire la destra sul proprio terreno vuol dire rafforzarla, è stata una decisione miope“.

Boldrini ha parlato anche di internet. “Penso che una forza progressista debba far proprio anche il tema dei diritti in internet. Penso – ha affermato – al diritto di accesso alla rete per tutti; alla riduzione del divario digitale, alla tutela dei dati personali; al diritto alla tutela della propria identità”.

– “Non possono essere candidati: coloro che ricoprono incarichi elettivi incompatibili col mandato parlamentare, salvo limitate e motivate eccezioni; coloro che hanno ricoperto la carica di parlamentare nazionale per la durata di due legislature complete, salvo un numero limitato e motivato di deroghe”, ha sottolineato Muroni. Non possono essere candidati ad ogni tipo di elezione “coloro nei cui confronti, al momento della selezione delle candidature e fino all’accettazione della stessa, sia stato emesso: per reati di mafia, terrorismo, criminalità organizzata, contro la libertà̀ personale e individuale: a) decreto che dispone il giudizio; b) misura cautelare personale confermata in sede di impugnazione; c) misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché́ non definitive, previste dal Codice antimafia; d) sentenza di condanna, ancorché́ non definitiva, o di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell’art. 444 C.P.P.”. Stesso discorso per i delitti “per cui sia previsto l’arresto obbligatorio in flagranza; delitti contro l’incolumità pubblica Capo I e II; delitti contro l’ambiente; delitti contro la libertà̀ sessuale; peculato, concussione, corruzione in tutte le forme previste: a) sentenza di condanna, ancorché́ non definitiva, o di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell’art. 444 C.P.P.”.

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