INFERNO LIBIA

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       ARDUO IL COMPITO DI PACE DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE

La Noc (National Oil Company) della Libia ha dovuto annunciare la chiusura  perchè il generale Khalifa Haftar ha disposto il blocco dei terminal petroliferi. “E’ una mossa che preoccupa e che agita gli animi” a poche ore dall’avvio della Conferenza di Berlino, le cui posizioni sono contrastanti  con i Paesi schierati con l’una o con l’altra delle due parti ..

Si prevede intanto nella preconferenza di Berlino  “la formazione di un unico governo libico unificato, inclusivo ed efficace approvato dalla Camera dei rappresentanti”, “sanzioni per chi viola l’embargo delle Nazioni Unite sulle armi“, “la ripresa del processo politico guidato dai libici e intralibico…per aprire la strada a elezioni parlamentari e presidenziali libere, eque, inclusive e credibili”.

In un documento si prevede pure la fine delle ostilità militari . I  partecipanti alla conferenza di Berlino “chiedono la fine dei movimenti militari da parte o in diretto sostegno delle parti in conflitto, cominciando con il cessate il fuoco”.

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Fine delle ostilità che solo Serraj ha firmato, mentre Haftar esprime incertezze pensando di perdere il potere.

. La chiusura dei terminal petroliferi a Brega, Ras Lanuf, Hariga, Zueitina e Es Sider “-comunica la parte di Haftar -serve per creare pressione sulla conferenza, per fare dire al Presidente francese Emmanuel Macron, sponsor di Haftar, che è arrivato il momento di prendere atto che in Libia non c’è un solo governo“,. “”.

Che l’attesa sia tesa lo confermano anche i pensieri esternati da Erdogan  che , ha avvertito l’Europa: “Lasciare la Libia alla mercè di un signore della guerra sarebbe un errore di proporzioni storiche, mentre se il governo di Tripoli dovesse cadere  l’Europa dovrà affrontare un nuovo tipo di terrorismo e minacce  dall’Isis ad al Qaeda ai flussi migratori.

Sulla Libia il premier Giuseppe Conte è perennamente  impegnato da giorni a “tessere la tela per la pace”, ha avuto oggi un colloquio telefonico con la Merkel per un ultimo aggiornamento in vista della conferenza, ma l’accordo non sarà facile di fronte ad uomini che intendono detenere il potere assoluto.

LIBIA: FENOMENO TERRORISTICO, RISCHI IN SICILIA -OGGI-ALLE 21- RIUNIONE ALL’ONU SULLA LIBIA

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foto archivio Sud Libertà_ Haftar Khalifa, l’uomo che sta bombardando Tripoli

Palcoscenico di guerra in Libia .Il rischio è che il fenomeno terroristico della Libia possa entrare e svilupparsi nella vicina Sicilia ,molto preoccupata dal tentativo di golpe del generale Haftar  .Ogni giorno Tripoli viene bombardata. Non si contano più i morti.”Non ci sono interessi economici o geopolitici che possano giustificare scorciatoie militari ed in ultima analisi il rischio di una nuova guerra civile in Libia”, comunica il prof. G.Conte :oggi gli scontri hanno spinto circa 18.000 persone ad abbandonare le proprie abitazioni e gli sfollati interni sarebbero ancora in rapido aumento”. “La situazione di caos e violenza accresce fortemente anche il rischio di una recrudescenza del fenomeno terroristico, del resto ancora ben presente in Libia”, ha affermato ancora Conte nell’informativa al Senato.

Questa sera alle 21 ora italiana (le 15 ora di New York) è stata organizzata una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Libia, dopo che ieri è stata respinta una bozza emendata della risoluzione che la Gran Bretagna ha iniziato a far circolare lunedì scorso. La riunione nasce per valutare “il percorso da seguire”. Secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro, la bozza – che chiede il cessate il fuoco immediato e l’accesso umanitario incondizionato alle zone dei combattimenti intorno a Tripoli – è stata respinta dalla Guinea Equatoriale, a nome dei tre Paesi africani (oltre alla Guinea, Costa d’Avorio e Sudafrica) che siedono in Consiglio. Ma anche la Russia ha bocciato il testo, nella parte in cui l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar veniva indicato come la forza responsabile dell’attacco contro la capitale. Tiepidi anche gli Stati Uniti.

Si apprende che  il governo di concordia nazionale libico ha annunciato la sospensione di tutti gli accordi bilaterali nel campo della sicurezza tra il ministero degli Interni libico e la controparte francese. Il comunicato è a firma del  ministro degli Interni di Tripoli, Fathi Bashagha.  La Francia respinge come “completamente infondate” le accuse formulate dal governo di concordia nazionale libico secondo cui Parigi sostiene Haftar.

Onu : “fermare tutti i movimenti militari” in Libia– L’ENI decide di evacuare il personale italiano

Libia ad alta tensione. L”Eni ha deciso di evacuare il personale italiano dal Paese dopo che, da due giorni, si registrano scontri seguiti alla manifestata volontà del generale Haftar di andare avanti a Tripoli.. Il personale italiano dell’Eni è presente nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel a sud. L’evacuazione della compagnia petrolifera è avvenuta in sintonia con la diplomazia della  Farnesina.

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Foto d’Archivio -Sud Libertà

 

I Paesi del G7 “intanto esprimono la più forte preoccupazione per le operazioni militari” e “ribadiscono  che non c’è soluzione militare al conflitto” secondo gli intenti dei ministri degli Esteri dei sette Paesi più industrializzati del mondo (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada, Giappone e Germania) che si è tenuta a Dinard, sotto presidenza francese. I capi delle diplomazie del G7 riaffermano “il loro fermo sostegno al piano dell’Onu presentato nel settembre del 2017 e rivisto nel novembre del 2018, che prevede una Conferenza nazionale per preparare il terreno in vista di elezioni nazionali come convenuto alle riunioni di Parigi e di Palermo”.

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 – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto alle forze dell’Esercito nazionale libico di “fermare tutti i movimenti militari”, ha detto l’ambasciatore tedesco all’Onu, Christoph Heusgen, presidente di turno per il mese di aprile del Consiglio; che chiede “a tutte le forze di bloccare l’escalation e di fermare le attività militari”. 

Nel frattempo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres avrebbe proposto a Serraj e Haftar un incontro a Ginevra per fermare l’escalation militare……

La conferenza nazionale prevista per metà aprile in Libia, informa l’inviato Onu Salamé, resta ancora in programma nonostante l’assalto lanciato dal generale Haftar: “Siamo determinati ad organizzare” questa conferenza interlibica “nella data prevista”, ovvero dal 14 al 16 aprile, “a meno che circostanze rilevanti non ci impediscano di farlo”.

 – Sulla crisi libica, Conte ha avuto una conversazione telefonica con Guterres. Il presidente del Consiglio, riferisce una nota di Palazzo Chigi, ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Libia e ha ribadito il forte sostegno italiano al processo di transizione politica guidato dalle Nazioni Unite, considerato il percorso più efficace e sostenibile per giungere alla definitiva pacificazione e stabilizzazione del Paese a beneficio dell’intero popolo libico e dei Paesi vicini come l’Italia..

La Conferenza per la Libia una “pietra miliare” per la stabilizzazione e un futuro di pace

Libia, Haftar diserta il summit di Palermo e la Turchia va via

Un vertice distensivo indubbiamente positivo quello sulla Libia  organizzato dalla Presidenza del Consiglio. Anche se alla sessione plenaria della Conferenza, infatti, non ha partecipato il generale Haftar e la delegazione turca si è ritirata, tuttavia ,significativa però la lunga stretta di mano che è andata in scena a Villa Igiea tra i leader ‘rivali’, Haftar e il presidente del Consiglio Presidenziale della Libia Fāyez al-Sarraj, suggellata dal premier Giuseppe Conte. Certo il cammino è lungo ma importante era riunire i pezzi da novanta per migliorare la qualità di vita della Libia e i rapporti con i Paesi vicini Dobbiamo dare atto a Conte di esserci riuscito.

 – “Abbiamo voluto farci promotori di questa iniziativa nel pieno rispetto della ownership libica del processo. Le soluzioni non possono essere imposte dall’esterno” ha detto Conte. “Il contributo della comunità internazionale deve rispettare vivamente la sovranità libica evitando indebite interferenze – ha sottolineato – Spetta al popolo libico e ai suoi rappresentanti scegliere i tempi e le modalità con cui prendere le decisioni fondamentali per il futuro del Paese”. Il sostegno può favorire questa accelerazione del processo di stabilizzazione che può essere rimesso interamente agli attori libici”. 

 – Per l’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamé, la conferenza di Palermo è stata “un successo e una pietra miliare” nel percorso verso la stabilizzazione del Paese e “nello sforzo comune per aiutare i nostri amici libici a tracciare un futuro che porti via da questa situazione”. “

 Non si può pensare di risolvere la crisi in Libia coinvolgendo le persone che l’hanno causata ed escludendo la Turchia”, ha detto il vicepresidente turco, Fuat Oktay, abbandonando i lavori. “Il meeting informale di stamattina è stato presentato come un incontro tra i protagonisti del Mediterraneo: ma questa è un’immagine fuorviante che noi condanniamo. Per questo lasciamo questo incontro profondamente delusi”, aggiunge il vice- presidente di Ankara. “Qualcuno all’ultimo minuto ha abusato dell’ospitalità italiana”, ha aggiunto il braccio destro di Erdogan senza mai nominare il generale Khalifa Haftar. “Sfortunatamente la comunità internazionale non è stata capace di restare unita”.

La verità è che per organizzare almeno un incontro allargato con il generale Haftar (e non soltanto dei bilaterali), la presidenza italiana ha accettato di escludere dalla riunione del mattino Turchia e Qatar, ovvero i due avversari dichiarati del generale. C’erano i capi di governo e di Stato “del Mediterraneo” (il presidente egiziano Sisi, il tunisino Essebsi, il premier russo Medvedev e altri) assieme ad Haftar e al presidente libico Fayez Serraj.

Nella foto della stretta di mano tra Haftar e Sarraj, si vedono i leader politici sorridenti con Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, e Sarraj che si danno la mano e con il presidente del Consiglio che tiene le sue mani su quelle dei due libici. “Non è utile cambiare il cavallo mentre si attraversa ancora il fiume…” la metafora con cui Haftar si è rivolto, come si apprende da fonti diplomatiche, a Sarraj. Una metafora per spiegare al presidente del Consiglio Presidenziale che “non c’è bisogno di cambiare l’attuale presidente prima delle prossime elezioni”.

 Dopo l’incontro, Haftar è ripartito da Palermo: “Non parteciperemo alla conferenza neanche se durasse cento anni. Non ho nulla a fare con questo” evento, ha spiegato il generale in un’intervista rilasciata lunedì sera al suo arrivo a Palermo alla tv ‘al-Hadath’. “Tutta la mia partecipazione è con i ministri europei e dopo questi miei incontri con loro, partirò immediatamente”,