Hamas respinge il piano Usa di “cessate il fuoco”

 

 

Gaza - Ipa

 

 

Hamas ha chiesto garanzie per un cessate il fuoco permanente ed un pieno ritiro israeliano. Non solo. Il governo palestinese vorrebbe che il rilascio degli ostaggi avvenisse in cinque fasi invece che in due fasi nella prima settimana di tregua. E questo per garantire che l’accordo resti in vigore per i 60 giorni proposti dall’inviato americano. Un cambiamento teso a impedire – ha spiegato a Times of Israel una fonte direttamente coinvolta nei negoziati – che il premier Benjamin Netanyahu abbandoni i colloqui per il cessate il fuoco permanente dopo i rilasci dei 10 ostaggi o si rifiuti del tutto di prendervi parte.

Hamas sarebbe pronto a rilasciare quattro ostaggi in vita il primo giorno della tregua di 60 giorni, altri due il 30esimo giorno e nell’ultimo giorno dell’accordo altri quattro. Mentre offre di consegnare i corpi degli ostaggi morti il 30esimo e il 50esimo giorno della tregua.

L’indignazione Usa

Condizioni che irritano profondamente il mediatore Usa che bolla come “totalmente inaccettabile. Ci riporta soltanto indietro”, afferma Witkoff. “Hamas dovrebbe accettare lo schema che abbiamo presentato come base dei colloqui che potrebbero iniziare immediatamente la prossima settimana”, ha insistito l’inviato di Trump.

Israele contro Hamas: “Un rifiuto per il rilascio dei nostri ostaggi””

 Israele punta ancora il dito sui rappresentanti del governo palestinese. “Mentre Israele ha accettato la cornice aggiornata di Witkoff per il rilascio dei nostri ostaggi, Hamas continua ad essere arroccata nel rifiuto”, si legge in una nota dell’ufficio del primo ministro Israeliano, Benjamin Netanyahu. “Israele continuerà nei suoi sforzi per portare gli ostaggi a casa e sconfiggere Hamas“, si aggiunge.

 

Trump sostiene che Israele ed Hamas sono molto vicini ad un “accordo temporaneo”

 

 

Nel corso della conferenza stampa congiunta con il patron di Tesla Elon Musk, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è soffermato sul  conflitto in Medio Oriente, sostenendo che Israele e Hamas “sono molto vicini a un accordo di tregua temporanea”.

L’ottimismo del tycoon arriva dopo che la Casa Bianca ha annunciato giovedì che Israele ha accettato una nuova proposta statunitense per un cessate il fuoco temporaneo con Hamas. Proprio ieri la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt aveva ribadito che Israele “appoggia e sostiene” la nuova proposta. I funzionari di Hamas hanno però risposto in maniera fredda alla bozza approvata da Israele, affermando di voler studiare tale proposta più attentamente prima di dare una risposta formale.

“Oggi parliamo di un uomo di nome Elon, uno dei più grandi leader e innovatori aziendali che il mondo abbia mai avuto. Si è fatto avanti per mettere il suo talento al servizio della nostra nazione e lo apprezziamo. Ha lavorato in modo instancabile, contribuendo a guidare il programma di riforma governativa più ampio e significativo”. A dirlo è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel corso di una conferenza stampa nello Studio Ovale insieme al patron di Tesla Elon Musk, che ha recentemente annunciato le sue dimissioni da funzionario governativo speciale dell’amministrazione. “Ci ricorderemo di te”, ha aggiunto Trump.

Musk ha recentemente affermato di aver preso questa scelta per allontanarsi dalla politica e dedicare più tempo alla gestione delle sue aziende. La sua iniziativa del Doge (Department of Government Efficiency), nata per ridurre gli sprechi e le spese federali è stata di gran lunga inferiore ai 2000 miliardi che il magnate della tecnologia aveva promesso prima della rielezione di Trump a presidente degli Stati Uniti. Nel corso del suo incarico Musk ha anche soppresso  l’USAID, il principale organo di aiuti esteri dagli Stati Uniti.

Alcuni  contratti  definiti “inutili” , annullati dal DOGE, citando le iniziative del Dipartimento dell’Istruzione per la diversità, l’equità e l’inclusione, gli alloggi temporanei per i migranti a New York e il “cambiamento sociale e comportamentale” in Uganda. “Siamo totalmente impegnati a mantenere i tagli del DOGE”, ha affermato Trump nel corso del suo intervento.

 

La Striscia di Gaza è diventata oggi un vero inferno, raid israeliani senza pietà anche sui civili

 

 

Disco rosso anche per i civili della Striscia di Gaza. I militari israeliani, che dal 7 ottobre 2023 portano avanti le operazioni militari contro Hamas in risposta all’attacco di quel giorno in Israele,   chiedono agli abitanti  di lasciare aree nel sud dell’enclave palestinese.qualificata come zona di combattimento

Tank israeliani (Afp)

Un comunicato appare sui social: “le Idf stanno lanciando un attacco senza precedenti per sconfiggere le capacità delle organizzazioni terroristiche”. “Il governatorato di Khan Yunis è considerata come una zona di combattimento pericolosa”, aggiungono i militari israeliani, con la sollecitazione ai gazawi a spostarsi “immediatamente verso ovest, nella zona di al-Mawasi” e la precisazione che le nuove disposizioni “non riguardano gli ospedali Al-Amal e Nasser”.

Raid israeliano bombarda un rifugio-scuola  Bilancio: 36 vittime

Un raid aereo israeliano è stato condotto questa notte contro la scuola Fahmi Al-Jarjawi a Gaza City trasformata in un rifugio per sfollati palestinesi. Il bilancio è salito ad almeno 36 mortiTra le vittime dell’attacco ci sono 18 bambini….

Idf: “Terroristi  chiave nella scuola attaccata a Gaza, centro comando di Hamas”

Per l’Idf c’erano ”terroristi chiave” nascosti all’interno della scuola ed è per questo che l’esercito israeliano l’ha colpita. Le Idf hanno affermato che la scuola veniva utilizzata da Hamas e dalla Jihad islamica palestinese come centro di comando. “Il centro di comando e controllo è stato utilizzato dai terroristi per pianificare e raccogliere informazioni al fine di compiere attacchi terroristici contro i civili israeliani e le truppe dell’Idf nella zona”, ha dichiarato l’esercito in una nota. L’esercito israeliano ha sostenuto di aver adottato “molte misure” per mitigare i danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione, sorveglianza aerea e forme di intelligence.

Altre 19 persone sono state uccise a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, dove un raid israeliano ha colpito l’abitazione di una famiglia palestinese.

Gli attacchi militari israeliani dall’inizio della guerra hanno ucciso almeno 53.977 palestinesi e ne hanno feriti altri 122.966, riferisce il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas.

 

 

 

La striscia di Gaza è di nuovo un inferno: 404 vittime oggi insieme a 562 feriti per i raid aerei

 

Macerie a Gaza - (Afp)

 

La Striscia di Gaza, è di nuovo un inferno dove i raid aerei sono ripresi nella notte su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha disposto “la ripresa della guerra” contro Hamas con l’operazione ‘Strenght and Sword’ (Forza e Spada).     Vittime: sarebbero almeno 404 i morti e 562 i feriti secondo quanto comunicato  dal  ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas.

Altro particolare agghiacciante: il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, afferma che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia.

Dall’ospedale Nasser Mohammad Qishta, medico di Medici Senza Frontiere, ha detto che “il pronto soccorso è in condizioni disastrose”. “Abbiamo corpi e parti di corpi, per lo più bambini e donne. C’è molta confusione nella popolazione – ha aggiunto – Alcuni sono corsi in ospedale solo per proteggersi. Noi medici abbiamo pianto per l’intensità e la difficoltà della situazione. Ci sono alcuni casi gravi: ustioni, amputazioni, ferite alla testa, ferite al petto“.

L’Idf afferma che l’esercito israeliano e lo Shin Bet continuano a colpire obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad islamica palestinese…

Liberazione di ostaggi nella mattinata di oggi Altri 602 prigionieri palestinesi usciranno dalle carceri di Israele

 

Quattro bare e la foto di Netanyahu come vampiro. Hamas consegna i corpi degli ostaggi

 

 

 

 

Liberati 5 ostaggi nella mattinata di oggi, sabato 22 febbraio. Tal Shoham e Abera Mengistu, dopo essere saliti sul palco allestito da Hamas per la loro liberazione, sono stati consegnati alla Croce rossa internazionale che a loro volta li ha affidati alle Idf a Gaza.

Altri tre ostaggi – Eliya Cohen, Omer Shem Tov e Omer Wenkert – sono stati consegnati alla Croce rossa internazionale dopo essere saliti sul palco a Nuseirat, nel centro di Gaza, prima del rilascio da parte di Hamas. Anche loro sono stati affidati all’Idf.

Hamas ha intanto dichiarato di essere pronto a “uno scambio totale di prigionieri con Israele”, ovvero a liberare tutti gli ostaggi ancora trattenuti, in cambio della fine permanente della guerra, del ritiro delle Idf dall’enclave palestinese e della ricostruzione della Striscia di Gaza.

Il sesto e ultimo ostaggio, Hisham al-Sayed, rapito nel 2015, verrà liberato in un altro luogo e senza una cerimonia pubblica. E questo per ”rispetto alla comunità beduina”, ha denunciato l’Idf. Al-Sayed è trattenuto a Gaza dal 2015 e dove essere rilasciato a Nuseirat insieme ad altri tre ostaggi, ma all’ultimo minuto Hamas ha fatto sapere che verrà liberato separatamente ”senza cerimonie”. In una nota l’Idf ha scritto che “Hamas non terrà la sua ‘cerimonia’ per l’ostaggio Hisham al-Sayed nel rispetto della comunità beduina-israeliana, non esponendolo a questa esperienza disumanizzante e traumatica”. Le Idf si sono chieste: “Dov’era questo ‘rispetto’ per la comunità arabo-israeliana quando hanno tenuto Hisham in ostaggio per oltre un decennio?”.

Omer Shem Tov ha baciato sulla testa due miliziani di Hamas in segno di gratitudine mentre era sul palco durante la liberazione. La scena è stata ripresa in diretta dalle telecamere presenti e condivisa sui media. Rapito dal festival Nova e tenuto prigioniero insieme ai suoi amici Mia e Itai Regev, Omer Shem Tov ha salutato sorridente e alzato il pollice durante le operazioni di rilascio.

Dalle prigioni di Israele usciranno oggi  602 prigionieri palestinesi

La giornata odierna prevede la liberazione di sei ostaggi.  In cambio Israele libererà 602 prigionieri palestinesi dalle sue carceri. Tra questi, 60 prigionieri erano stati condannati a lunghe pene detentive, 50 a ergastolo.

Questa è l’ultima tornata di rilasci previsti dalla fase iniziale di sei settimane dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio. Il passo finale della prima fase dell’accordo sarà la consegna di altri quattro corpi di ostaggi la prossima settimana.

Sul palco preparato da Hamas a Rafah ci sono i soliti cartelli con messaggi tra cui “Noi siamo il diluvio”, così come armi e attrezzature militari che il gruppo sostiene siano state rubate alle Idf il 7 ottobre 2023. Una delle armi è una pistola su cui il gruppo ha scritto ‘Ravshatz’, l’acronimo ebraico del capo della squadra di sicurezza locale di una comunità, a indicare che è stata presa a un individuo ucciso dai terroristi durante l’attacco del 7 ottobre.

Gaza, “raggiunto accordo Israele-Hamas”

Le foto degli ostaggi israeliani tratenuti a Gaza - Afp

Foto degli ostaggi

 

 

Stop alle incertezze sul rilascio degli ostaggi nel conflitto in Medio oriente.

Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà quindi domani mattina alle 11, le 10 in Italia, per approvare l’accordo,

Ministro Esteri Israele: “Domani voto”

Israele è “molto vicino” a raggiungere un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza, aveva detto poco prima dirlo il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar , prima di tornare a Tel Aviv. “Nella nostra regione niente è definitivo fino a che non lo è. Ma ci sono pochissime discrepanze. La mia speranza è che nel giro di qualche ora saremo in grado di concludere. Se succederà, domani ci sarà una riunione di governo per votare sull’accordo“, ha spiegato.

Sa’ar non esclude che in una fase successiva alla liberazione degli ostaggi e alla tregua ci sarà a Gaza una “presenza internazionale, con la presenza degli Stati arabi moderati, alcune componenti palestinesi che si possono accettare”. Ma, precisa, “non bisogna mai andare troppo lontano: la prima cosa che serve ora è la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco”.

“Noi siamo costruttivi con un solo obiettivo che è quello di mantenere la nostra sicurezza che non sarà raggiunto fino a che sarà Hamas a governare Gaza“. Sa’ar ha anche espresso scetticismo sulla possibilità che l’Anp “sia in grado di governare Gaza”, considerati i problemi che ha a “governare il suo territorio”.

“A Gaza, servirà un interlocutore affidabile, non terroristi o chi incita al terrorismo, non importa chi, pur che rispetti queste condizioni”, ha precisato il ministro. “Non riconosco nella società palestinese un leader con un approccio diverso nei confronti di Israele”, ha aggiunto ribadendo la sua posizione contraria all’obiettivo dei ‘due popoli, due Stati’. “Al momento noi non dobbiamo basare le nostre politiche su illusioni e auspici, ma sulla realtà e la realtà è che i palestinesi non possono essere una garanzia per la nostra sicurezza”, ha precisato.

Intesa è pronta

La delegazione di Hamas a Doha, guidata da Khalil Al-Hayya, ha consegnato nel pomeriggio ai mediatori di Qatar ed Egitto l’approvazione da parte del gruppo palestinese dell’accordo, ha confermato la stessa fazione palestinese ad al-Jazeera.

Il premier israeliano terrà questa sera una riunione di emergenza con la delegazione del Qatar e con i leader dell’establishment della sicurezza e dell’esercito…

Una fonte israeliana, giudicata ‘affidabile’ da Haaretz, ha spiegato che il governo israeliano si sta preparando a riunirsi stasera o domani mattina per ratificare l’accordo di cessate il fuoco, insieme all’elenco degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi da liberare. La fonte ha aggiunto che Israele spera che i primi ostaggi vengano liberati all’inizio della prossima settimana, prima dell’insediamento del Presidente eletto Donald Trump del 20 gennaio.

Probabilmente l’accordo sarà firmato domani.     Il passo avanti decisivo è maturato in un incontro tra i leader di Hamas che si è svolto stamane, durante il quale sono state risolte quasi tutte le questioni, compresa quella delle mappe che definiscono il ritiro delle Idf dalla Striscia. La fonte ha aggiunto di aspettarsi che l’attuazione dell’intesa possa iniziare 24-48 ore dopo la firma.

Il bilancio delle vittime della guerra

Il ministero della Salute della Striscia di Gaza ha dichiarato che nelle ultime 24 ore sono state uccise 62 persone nell’enclave palestinese, portando il bilancio complessivo delle vittime della guerra a 46.707. In una nota, il ministero ha aggiunto che almeno 110.265 persone sono rimaste ferite in oltre 15 mesi di guerra tra Israele e Hamas.

Biden proroga sanzioni contro coloni estremisti

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato formalmente che prorogherà di altri 12 mesi l’ordine esecutivo di sanzioni contro i coloni israeliani estremisti, oltre la data di scadenza che era stata fissata al primo febbraio 2025. La situazione in Cisgiordania – in particolare gli alti livelli di violenza dei coloni estremisti, gli sfollamenti forzati di persone e villaggi e la distruzione di proprietà – ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e della più ampia regione del Medio Oriente”, ha scritto Biden in una nota.

 

Accordo vicino sul rilascio degli ostaggi di Hamas

 

 

Adesso l’accordo  sugli ostaggi è vicino, in attesa dell’approvazione di Hamas.     In atto c’è un potenziale accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi  I dettagli di un potenziale accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi sono stati concordati, con i mediatori in attesa dell’approvazione finale dal gruppo terroristico palestinese.

I colloqui hanno ruotato in gran parte attorno a una proposta di accordo in tre fasi in cui i casi “umanitari”, tra cui donne, bambini, uomini over 50 e infermi, verrebbero rilasciati per primi.
Poi, il 16° giorno del cessate il fuoco, inizieranno i colloqui per garantire il rilascio degli uomini in età militare, seguiti da una terza fase che vedrà discussioni sulla governance e la ricostruzione della Striscia.
Il mediatore del Qatar ha consegnato a Israele e Hamas una bozza “definitiva” di un accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi progettato per porre fine alla guerra a Gaza.

Una svolta è stata raggiunta a Doha dopo mezzanotte in seguito ai colloqui tra il team negoziale di Israele, l’inviato per il Medio Oriente del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro del Qatar Novantaquattro dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza, compresi i corpi di almeno 34 morti confermati dall’IDF. Hamas ha rilasciato 105 civili durante una tregua di una settimana a fine novembre e quattro ostaggi sono stati rilasciati prima di allora.

Il gruppo palestinese di Hamas conferma che sono stati compiuti progressi verso un accordo per il cessate il fuoco con gli ostaggi. “Rinnoviamo il nostro impegno con il nostro popolo fermo e paziente e con i nostri eroici prigionieri nelle prigioni, e affermiamo che la loro libertà è vicina”, afferma il gruppo.

La dichiarazione arriva dopo che è stata apparentemente raggiunta una svolta nei colloqui a Doha durante la notte. . Si prevede che un potenziale accordo vedrà centinaia di prigionieri palestinesi, tra cui detenuti per terrorismo, rilasciati per garantire la libertà degli ostaggi detenuti nella Striscia.

Il destino degli ostaggi è nelle mani di Dio: la proposta più recente prevede un mese di tregua del conflitto

 

 

Manifestanti in piedi con i ritratti degli ostaggi israeliani - (Afp)

Aft_ Ostaggi rapiti nelle foto dei manifesti tenuti dai familiari

 

 

Sono state 215 le persone rapite in Israele durante l’assalto del 7 ottobre sferrato da Hamas. Quasi la metà di loro sono stati rilasciati grazie ad accordi o a operazioni delle Idf. Hamas ha annunciato più volte che alcuni ostaggi sono stati uccisi nei raid condotti da Israele sulla Striscia di Gaza.

Israele non crede ad un accordo sugli ostaggi

Israele dal canto suo non crede alla  possibilità di  un accordo sugli ostaggi . “Hamas insiste sulla fine completa della guerra e quindi non è pronto ad accordi  di passaggio – spiegano le fonti – questo non va nella direzione buona. I mediatori non sono ancora tornati con una risposta ufficiale così che i negoziati non collassino completamente“.

Un mese di tregua per 11 ostaggi: la proposta più recente

Un mese di tregua in cambio della liberazione di 11-14 ostaggi è quanto prevede  l’ultima proposta  presentata ai mediatori del Qatar dal capo del Mossad David Barnea, che lunedì è tornato da Doha in Israele. In particolare, l’accordo prevede il rilascio delle donne e degli anziani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza oltre alla scarcerazione di detenuti palestinesi.

 Israele colpirà in Iraq se continuano attacchi milizie filo Iran

Israele nel frattempo- secondo alcune fonti – ha individuato gli obiettivi da colpire in Iraq nel caso in cui dovessero continuare gli attacchi sferrati dalle milizie sciite filoiraniane presenti nel Paese. .

Gaza, raid Israele su Khan Younis.Strage di persone

Khan Younis, Gaza - Fotogramma /Ipa

 

 

Un attacco israeliano avvenuto nella notte contro una zona umanitaria nei pressi di Khan Younis, creata per dare rifugio agli sfollati nel sud di Gaza, ha provocato una strage di persone Almeno 40 si afferma da più parti.. 

Secondo la Protezione civile di Gaza, nell’attacco sarebbero rimaste ferite anche oltre 60 persone, con i soccorritori che starebbero affrontando “grandi difficoltà” nel recuperare le vittime – molte delle quali si ritiene dormissero al momento degli attacchi – a causa della mancanza di risorse e “dell’assenza di una fonte di luce”.

L’attacco ha colpito Al-Mawasi, una regione costiera vicino a Khan Younis dove sono fuggiti decine di migliaia di palestinesi sfollati, molti dei quali vivono nelle tende in un’area con scarse infrastrutture, scarso accesso a rifugi o aiuti umanitari spiega la Cnn.

Secondo le Forze di Difesa Israeliane, l’attacco ha “colpito importanti terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo incorporato all’interno dell’area umanitaria”, ma l’organizzazione palestinese ha negato di aver schierato combattenti nella zona. .

Hamas ha quindi affermato che “decine di civili disarmati, la maggior parte dei quali erano bambini e donne” sono stati uccisi nell’attacco. Il portavoce della difesa civile di Gaza, Mahmoud Bassal, ha detto inoltre che i palestinesi della zona non sono stati avvertiti in anticipo dell’attacco.

Escalation del conflitto tra Israele ed Hamas, altri 100 morti in un raid israeliano contro scuola di Gaza

 

 

Escalation del conflitto tra Hamas ed Israele     Si apprende che sono almeno  100 persone  uccise e altre decine sono rimaste ferite in un attacco aereo israeliano contro una scuola di Gaza City, secondo quanto dichiarato da fonti mediche e di sicurezza nel territorio palestinese. L’ufficio stampa del governo controllato da Hamas a Gaza ha dichiarato che l’esercito israeliano ha attaccato la scuola, utilizzata come rifugio per gli sfollati, durante le preghiere del mattino. 

Macerie a Gaza - (Afp)

L’esercito israeliano (Idf)  sostiene che la scuola     era diventata u n obiettivo militare e ha dunque  colpito i militanti di Hamas che “operavano nella scuola Al-Taba’een e vicino a una moschea a Daraj Tuffah, che serve come rifugio per i residenti di Gaza City” e che il centro “serviva come nascondiglio per i terroristi e i comandanti di Hamas”.

L’esercito israeliano  ha affermato che “sono state prese numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili”, mentre ha accusato l’organizzazione militante palestinese Hamas di “sfruttare brutalmente la popolazione civile e le istituzioni come scudi umani per le loro attività di terrore”.

Nelle ultime settimane, gli attacchi alle scuole da parte di Israele sono diventati molto più frequenti, con Israele che ha preso di mira sette plessi scolastici, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani. In un rapporto di questa settimana, le Nazioni Unite affermano di essere “inorridite” dall’escalation. I gruppi per i diritti umani affermano che ci sono prove che Israele non sta facendo abbastanza per distinguere i civili dai combattenti a Gaza, dove la guerra, che dura da mesi, ha ucciso almeno 39.699 persone (secondo un bilancio fornito venerdì), secondo i funzionari sanitari locali.

Il ministero della Sanità di Gaza non fa distinzioni tra civili e combattenti nel bilancio, ma afferma che la maggior parte dei morti sono donne e bambini.