Anniversario Piersanti Mattarella,simbolo Antimafia : «Trasparenza,legalità, efficienza Pubblica amministrazione, Mattarella indicò una nuova direzione per la Sicilia” Assassinato a Palermo nel 1980

 

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Palermo,

«Celebrare la memoria di Piersanti Mattarella, che ha combattuto la mafia attraverso scelte politiche e azioni di governo, significa onorare ogni giorno l’impegno per l’affermazione della trasparenza, della legalità, dell’efficienza nella pubblica amministrazione. I suoi valori segnarono una nuova direzione per portare avanti il cambiamento della Sicilia e abbiamo l’impegno di continuare a camminare in questo solco». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella, assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980.

Domani il governo regionale sarà alle 9 alla cerimonia di commemorazione sul luogo dell’omicidio, in via Libertà. Alla deposizione della corona d’alloro sarà presente l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, delegato dal presidente Schifani che sarà fuori sede.

Messaggio del Presidente Mattarella in occasione della “Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali”

Foto di Sergio Mattarella

Archivi -SUD LIBERTA’

 

Roma,

Comunicato ella Presidenza Repubblica

“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il seguente messaggio:

«Nella ricorrenza della Giornata dedicata al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace rinnovo il mio deferente pensiero alla memoria di tutti gli italiani che hanno sacrificato la vita al servizio dell’Italia e della Comunità internazionale, per il raggiungimento di una pace stabile e condivisa.

I tanti concittadini, che continuano a operare all’estero con generosità e altruismo per la stabilizzazione delle crisi e la soluzione dei conflitti, sono espressione autentica di un Paese coeso e pronto a offrire il proprio contributo nelle più travagliate regioni del mondo a salvaguardia della stabilità e del rispetto dei diritti umani, valori fondanti la nostra Costituzione.

A loro la Repubblica guarda con affetto e profondo rispetto.

Il proliferare di conflitti in tante aree  coinvolge sempre più l’intera Comunità internazionale, affliggendo una molteplicità di popoli e regioni.

Si tratta di una crisi che interpella anche l’Europa e che va governata attraverso la coesione dell’intera Unione e la piena condivisione nel Paese.

Un impegno che dobbiamo mantenere con coerenza e continuità per sconfiggere la violenza e offrire un degno futuro all’umanità.

Con questi sentimenti oggi mi stringo, insieme al Paese, ai familiari dei caduti e mi unisco al loro dolore».

 

 

 Roma, 12/11/2022 (II mandato)

 

Mattarella: ” Dobbiamo rafforzare il valore della solidarietà nell’ordinamento internazionale”

 

 

Roma  –Comunicato-

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con S.E. il Signor Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica Francese, entrano nell’Auditorium della Nuvolain occasione dell’incontro internazionale per la Pace dal titolo “Il grido della Pace – Religioni e Culture in dialogo”
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Celebrazione della Festa del Lavoro

 

Video Quirinale-

 Palazzo del Quirinale, 01/05/2022 (II mandato)

Un saluto cordiale al Presidente della Camera e alla Vice Presidente del Senato.

Saluto e ringrazio per i loro interventi il Ministro del Lavoro, Orlando, i Presidenti Patriarca, Giovati e Sella, il Presidente dell’Inail, Bettoni, e il Direttore, Tardiola.

Un saluto speciale, insieme alle congratulazioni più vive, a quanti oggi – in Italia – vengono insigniti della Stella al Merito del lavoro.

Un saluto con vicinanza particolare ai familiari di coloro che l’hanno ricevuta alla memoria.

Si tratta di un segno di riconoscenza verso chi, mettendo passione, dedizione, professionalità nel lavoro di una vita, ha contribuito a far crescere il nostro Paese e a migliorarne la qualità.

È anche segno di un impegno che continua: la loro esperienza, la testimonianza manifestata parla ai più giovani e può aiutarli a costruire il futuro.

Buon Primo maggio a tutti! La festa del lavoro è festa per la Repubblica.

Rappresenta motivo di riflessione e di impegno.

Il primo articolo della Costituzione costituisce il fondamento su cui poggia l’architettura dei principi della nostra democrazia e della nostra civiltà.

Al tempo stesso è un pungolo, un senso di marcia, una sfida costante alle istituzioni, ai corpi sociali, alle forze produttive.

Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità.

È strumento di realizzazione di diritti sociali.

È motore di rimozione delle disuguaglianze, tema essenziale dopo la pandemia che le ha aggravate e ne ha create di nuove.

Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro.

È una battaglia che viene da lontano.

L’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale.

È stata ed è elemento qualificante della lotta del movimento dei lavoratori.

Ma non è un tema di parte, non appartiene soltanto a loro.

Vorremmo che intorno a questa necessità si mobilitasse il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta un’umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti.

Ogni incidente ha un costo: umano anzitutto, morale, sociale, economico.

Supera di gran lunga quello di ogni attività di prevenzione e tutela.

La caduta mortale di Fabio Palotti a Roma, la morte di Rosario Frisina a Gorgonzola, sono solo le ultime tragedie di una insopportabile catena che dobbiamo registrare con dolore e amarezza.

Tanti gli infortuni che causano conseguenze mortali o gravi menomazioni permanenti. Grande impegno va messo in campo, nell’applicazione di tecnologie moderne per proteggere il lavoro, consentire il recupero degli infortunati.

È uno sforzo, quello per la sicurezza, da veicolare anche attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rende disponibili risorse significative.

Unità di sforzi, quindi, per la sicurezza sui posti di lavoro.

È una responsabilità che appartiene a tutti.

Venerdì mattina, in Friuli, ho sottolineato la inaccettabilità, specialmente per i più giovani, di dover associare la prospettiva del lavoro con la dimensione della morte.

Vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che, come in quella Regione, si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo “Zero morti”.

Rappresenta una prova di maturità e di coesione sociale.

Eravamo avviati a uscire dalla crisi indotta dalla pandemia – anche se adesso purtroppo costretti ad affrontare nuovi rischi a causa delle conseguenze nefaste di una guerra inattesa e insensata – con risultati di crescita che si erano rivelati nel 2021 particolarmente lusinghieri.

Con l’economia e l’occupazione in crescita. Ma parallelamente sono cresciuti i rischi di infortuni sul lavoro. Ce lo ricorda l’Inail.

Il costo della ripresa non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro.

Così come, nei momenti di difficoltà, occorre che le aziende rifuggano dalla tentazione di ridurre le spese per la sicurezza.

Si tratta di un vincolo inderogabile.

Ci rendiamo certamente tutti conto che anche una sola morte rappresenta un costo umano e sociale inaccettabile.

Il lavoro è strumento di progresso e di affermazione delle persone, non un gioco d’azzardo potenzialmente letale.

Lo ha posto poc’anzi in rilievo il dottor Tardiola: l’obiettivo di più lavoro non può tradursi in più incidenti sul lavoro.

Per questo occorre porre in essere uno sforzo eccezionale.

L’impegno per la ripresa è, insieme, impegno per migliorare le condizioni produttive e per battere la tragedia delle morti sul lavoro.

Anche in questo ambito, come ha più volte posto in rilievo il Ministro Orlando – che ringrazio per l’indicazione di iniziative e strumenti di grande interesse messi in campo -, la promozione della legalità è fondamentale. Non mancano leggi appropriate, misure di prevenzione, norme di tutela. Sappiamo che a far le spese dove prevale l’illegalità nel mondo delle imprese è il segmento dei lavoratori meno tutelati e meno rappresentati.

La pandemia ha sconvolto gli ultimi due anni.

Ha portato morte, sofferenza, paure. Ci ha anche più largamente scoprire – forse dovremmo dire dire riscoprire – i valori della solidarietà, della responsabilità, anche delle istituzioni a servizio del bene comune.

Abbiamo dimostrato di saper affrontare la crisi.

La medesima determinazione occorre avere oggi di fronte al brusco stop alla ripresa economica indotto dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.

Scoraggiarci per le prove che i tornanti della storia propongono su diversi fronti, interno, dell’Unione Europea, internazionale, è atteggiamento sterile.

Non possiamo affidarci all’inerzia degli eventi.

Un’unità consapevole tra le forze sociali deve consentire al “Cantiere Italia” di realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un capitolo di relazioni sociali all’altezza di tempi moderni.

Non è tempo di slogan.

Non sono consentite pause nell’impegno: è indispensabile un dialogo consapevole e fruttuoso.

La nuova “fabbrica” del Paese deve saper tenere insieme funzione sociale dell’impresa, innovazione e produttività, crescita dell’economia e dell’occupazione nella dimensione nuova della sostenibilità, dignità del lavoro.

Ci ha soccorso in questo periodo la svolta che abbiamo concorso a realizzare nell’Unione Europea, che ha adottato politiche solidali ed espansive come non era accaduto in passato.

Ne è emersa l’idea di un’Europa sempre più credibile nel rappresentare l’ambito necessario della nostra rinnovata partecipazione alla dimensione globale e ad essere la chiave del nostro futuro.

Perché il domani non aspetta.

Come è avvenuto nel tempo della Ricostruzione favorita nel secondo dopoguerra dalla conseguita democrazia, come è stato per tutte le stagioni di sviluppo principali e quelle di ammodernamento del nostro Paese.

Vi è motivo di fiducia.

In questo 2022, contro ogni scetticismo, un segno positivo per la nostra economia è alla portata, malgrado le difficoltà.

Certo, sappiamo che sul terreno della condizione economica e sociale non mancano sfide come l’inflazione, indotta anzitutto dai rincari dell’energia e do molte materie prime.

Non possiamo permetterci di sbagliare: i due terzi della domanda dipendono in Italia dai consumi delle famiglie.

A loro dobbiamo guardare. Di certo, non possiamo arretrare.

E nel procedere dobbiamo tenere fermi i valori che devono accompagnare la rotta nella condizione di oggi.

Quindi: non lasciare indietro nessuno, costruire, con i nuovi lavori, anche un welfare rinnovato, sempre più vicino alla persona, al bisogno di sostegno, di cura e di assistenza. Procedere con decisione sulla strada degli investimenti nella formazione, nella scuola, nella ricerca, nella cultura.

Alla Repubblica serve il lavoro di tutte e di tutti. Di donne, di giovani, di energie di ogni parte d’Italia.

Ognuno deve fare la parte propria per allargare la base del lavoro: anzitutto le istituzioni, ma con loro le grandi aziende, le piccole e medie imprese, i sindacati, il Terzo settore, i professionisti, la vasta e articolata realtà del lavoro dipendente e di quello autonomo.

In questo Primo maggio, che ritrova le persone riunite per affermare il valore del lavoro, desidero inviare un saluto alle Confederazioni sindacali che si riuniscono questa mattina ad Assisi per testimoniare che lavoro, pace, sviluppo sono parti inscindibili di un medesimo insieme.

Saluto tutti i lavoratori e i sindacati che oggi celebrano questa giornata del lavoro.

Invio auguri calorosi ai giovani che oggi torneranno ad affollare il Concertone a piazza San Giovanni, dopo due anni di assenza.

Il Primo maggio è un buon giorno per celebrare i valori iscritti nella nostra Costituzione.

Valori che tocca a tutti noi far vivere ogni giorno.

Viva l’Italia del lavoro, viva la Repubblica.

 

Memoria della strage di Via D’Amelio: Mattarella ricorda l’impegno comune per sradicare mafie

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«L’attentato di via D’Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale.
Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone, sapevano bene che la lotta alla mafia richiede una forte collaborazione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia. Da magistrati hanno espresso altissime qualità professionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagini e nei processi. Hanno testimoniato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari possono essere assicurati alla giustizia.
Per questo sono stati uccisi. Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falcone.
La Repubblica è vicina ai familiari di Borsellino e ai familiari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spezzata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuovendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze».

 

Nuovo personale tecnico al Comune di Aci Sant’Antonio

”  Tre nuove firme per l’Ufficio Sisma e l’Ufficio Tecnico “.

 

Caruso: “Portiamo avanti uno dei punti sui quali da tempo concentriamo il nostro impegno

Ufficio Sisma e Ufficio Tecnico: sono queste i due settori professionali del Comune di Aci Sant’Antonio che si vedono rinforzati dopo le firme apposte lo scorso venerdì 30 aprile, con due contratti a tempo determinato, nel primo caso, e uno a tempo indeterminato nel secondo.
Alba Maria Pontorno, architetto, con la sigla di venerdì è diventata il quarto tecnico dell’Ufficio Sisma, Ufficio che per l’aspetto amministrativo e contabile ha visto invece l’apposizione della firma da parte di Maria Giovanna Prestipino. Entrambe le sigle hanno permesso di completare l’organico per quanto riguarda il delicato settore attivatosi
conseguentemente all’evento tellurico del 26 dicembre 2018.
L’architetto Ettore Mangione, invece, è stato assunto come Categoria D per l’Ufficio Tecnico, andando a rinforzare questa importante sezione dell’Ente.

 

Il Sindaco, Santo Caruso, in occasione del primo maggio, giorno della festa dedicata ai lavoratori e alle lotte votate alla rivendicazione dei diritti legati alla fatica e al salario, ha voluto sottolineare l’importanza di queste firme, “perché il lavoro in questa fase storica sta assumendo un significato determinante”, evidenziando come con costanza venga portato avanti uno dei principali obiettivi della sua seconda sindacatura: “Noi da par nostro, per coglierne i frutti e fare
in modo che ne giovi la collettività, proviamo a spingere il lavoro – ha dichiarato – portando avanti uno dei punti sui quali da tempo concentriamo il nostro impegno, cioè il rafforzamento dell’organico dell’Ente.
“Queste tre nuove firme sono il frutto degli sforzi di questi anni, e certamente contribuiranno a migliorare ancora l’efficienza dell’Ente.
Faccio le mie congratulazioni ad Alba Maria Pontorno, Maria Giovanna Prestipino ed Ettore Mangione, insieme ad un grande in bocca al lupo. Sono certo che onoreranno l’impegno di fronte al quale sono posti, rendendo un servizio all’intera collettività”.

Draghi ottiene la fiducia al Senato: dopo le parole adesso i fatti

 

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Il governo Draghi ottiene la fiducia ma non supera la soglia della maggioranza assoluta.            Alzano la scure i dissidenti pentastellati: sono 15 che votano ‘no’ a cui vanno aggiunti 6 assenti che non rispondono alla ‘chiama’. A questi si aggiungono i voti di Fdi, unica formazione all’opposizione, e poi i no dal gruppo Misto di Alfonso Ciampolillo, Elena Fattori, Michele Gianrusso, Carlo Martelli, Paola Nungnes e Luigi Paragone. Cinque i senatori in congedo: Umberto Bossi, Giorgio Napolitano, Salvatore Sciascia, Liliana Segre e Orietta Vanin dei 5 Stelle. Otto gli assenti e di questi 6 M5S: Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Nunzia Nocerino. In missione: Pier Ferdinando Casini, Eugenio Comincini di Iv e Francesco Castiello di M5S. Due gli astenuti: Tiziana Drago del Misto e Albert Laniece delle Autonomie.

 Ecco l’intervento del premier a palazzo Madama.

Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale – è l’esordio- Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno. Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole“.

Intorno alle 20.40 la replica in Senato. Replica breve “Gli interventi del dibattito hanno dimostrato – comclude il premier-la consapevolezza del disastro economico, sanitario, sociale, educativo e culturale. È con questa consapevolezza che questo governo costruirà nei fatti con sia la sua credibilità. Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti del governo da me presieduto”

Con una Circolare ministeriale arriva un’altro impegno-concordato- per medici di base e Pediatri

Covid, tamponi da medici famiglia e pediatri: c'è l'accordo

Immagine Archivi Sud Libertà

Per i medici di base e Pediatri un’altro impegno non indifferente richiesto dalle Autorità sanitarie nazionali. Una nota-circolare elaborata dal  Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Inail e Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri –  fornisce  i chiarimenti principali  per lo svolgimento in sicurezza dei test rapidi antigenici presso gli studi medici o le strutture individuate come idonee in collaborazione con le autorità locali sanitarie e civili.

Ricorderemo che l’esecuzione in modo rapido e in piena sicurezza dei test antigenici di accertamento del Covid , potenziato dal fondamentale contributo dei medici di medicina generale e con quelli dei pediatri era stato già concordato con le categorie interessate”. Il presidente del Comitato di Settore Regioni Sanità, Davide Caparini, ricorda infatti la recente sottoscrizioneto con le rappresentanze sindacali di categoria l’accordo collettivo nazionale stralcio per il rafforzamento delle attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione di Sars-Cov-2.

Nella nota che i medici di base e pediatri dovranno adesso assimilare bene, per l’esecuzione dei test in  sicurezza, si afferma: “Il rapido peggioramento della situazione epidemiologica a livello nazionale e i segnali di criticità dei servizi territoriali di numerose regioni e province autonome – – rendono necessaria l’implementazione della rete territoriale di sorveglianza e diagnostica per Covid-19, al fine di ridurre e contenere la diffusione del virus. A questo scopo occorre che anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta siano attivamente coinvolti nel percorso diagnostico“.

Test antigenici e strumento analizzatore

Da un lato misure generali di prevenzione e controllo dell’infezione (igiene delle mani, pulizia e disinfezione degli strumenti e degli ambienti, gestione dei rifiuti e organizzazione delle modalità di accesso) dall’altro la spiegazione delle procedure per l’esecuzione dei test rapidi antigenici che, analogamente a quelli molecolari, valutano direttamente la presenza del virus nel campione clinico. A differenza dei test molecolari, i test antigenici rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (RNA) ma attraverso le sue proteine (antigeni), con il risultato che può essere direttamente visibile a occhio nudo o letto mediante uno strumento analizzatore compatto e trasportabile.

Per l’esecuzione del test occorre attenersi alle istruzioni del produttore, sia per le modalità di prelievo che per le modalità di processamento del campione, con particolare attenzione al rispetto della tempistica tra il momento del prelievo e la lettura del risultato e al confronto con la banda di controllo. Processando il tampone nel più breve tempo possibile, generalmente entro un’ora dal prelievo, sarà possibile ottenere il risultato in 15-30 minuti. Proprio per tali caratteristiche questo tipo di test può essere eseguito in uno studio medico o in aree dedicate, senza la necessità di essere effettuato in un laboratorio.

Un locale dedicato all’esecuzione dei test

Per effettuare i test è necessario che lo studio medico disponga, al suo interno o nelle sue pertinenze, di un locale dedicato a tale attività, con modalità organizzative flessibili che tengano conto della necessità di avere percorsi separati, strutturalmente o funzionalmente, per l’accesso dei pazienti da testare, e quindi potenzialmente infetti. Bisogna quindi disporre in modo ottimale i percorsi di entrata e di uscita, di sala d’aspetto e di sala visite dedicate, oppure, in alternativa, differenziare gli orari di ricevimento degli assistiti in base al quadro anamnestico e sintomatologico, rilevato anche sulla base del triage telefonico.

I test rapidi, inoltre, possono essere programmati verso il termine dell’attività lavorativa ordinaria dello studio medico, in modo da evitare qualsiasi possibilità di incrocio tra un paziente e l’altro, prevedendo tempi adeguati per la sanificazione delle aree frequentate dai pazienti e utilizzate per l’esecuzione dei test.

I Dpi per la protezione del medico e respiratore facciale

I dispositivi di protezione individuale che devono essere utilizzati dal medico e dal personale di studio comprendono un camice monouso idrorepellente, calzari, guanti, schermo facciale (se non disponibile, occhiali protettivi) e respiratore facciale (FFP2/FFP3). Oltre a utilizzare i dpi adeguati, è inoltre necessario effettuare sempre l’igiene delle mani. I guanti vanno sostituiti dopo ogni paziente e tutti i dpi non riutilizzabili devono essere smaltiti in un contenitore per rifiuti appropriato, effettuando l’igiene delle mani prima di indossarli e dopo averli rimossi. Il respiratore facciale deve coprire bene il naso, la bocca e il mento e va sostituito immediatamente se danneggiato, contaminato o umido.

“Willy, non ti dimenticheremo mai”

 

Giustizia per Willy», la fiaccolata per il 21enne pestato e ucciso a  Colleferro - Le immagini - Open

Funerali di Willy Monteiro nel campo sportivo di Paliano: presente il premier Giuseppe Conte,in camicia bianca per rispettare le volontà della famiglia,  alle esequie sono presenti anche l’avvocato Domenico Marzi, legale della famiglia di Willy, seduto in prima fila davanti al palco dove è adagiata la bara. Accanto ai familiari, nelle panche alla loro destra, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini.

Conte, visibilmente commosso, dopo aver abbracciato i familiari del ragazzo: “Ci aspettiamo condanne severe e certe.

L’Omelia del vescovo Mauro Parmeggiani: “Una vita senza Dio, una vita senza la Verità con la V maiuscola che illumina scelte, stili di vita, mente, cuore, è una ‘vita non vita’ – continua – che anche se è rivestita di apparente forza in realtà è debolissima e in balia del nulla che si maschera dietro al culto del corpo, della forza, dello sballo, dell’indifferenza, della superficialità”. Invita a non dimenticare la lezione, il Vescovo. “Perché la morte barbara e ingiusta di Willy non cada nell’oblio – incalza – impegniamoci tutti, istituzioni, forze dell’ordine, uomini e donne della politica, della scuola, dello sport e del tempo libero, Chiesa, famiglie e quanti detengono le chiavi di un potere enorme: quello dei media e in particolare dei media digitali, a comprometterci insieme, al di là di ogni interesse personale e senza volgere lo sguardo fingendo di non vedere, a riallacciare un patto educativo a 360 gradi”.

 

“Affidiamo al Padre l’anima di Willy che in questi giorni tutti gli italiani e le italiane di buona volontà hanno sentito come uno di famiglia – ha continuato – Chiediamo a Dio anche la forza per saper un giorno perdonare chi ha compiuto l’irreparabile. Perdonare ma anche chiedendo che essi percorrano un cammino di rieducazione secondo quanto la giustizia vorrà disporre e in luoghi, come ad esempio le carceri, che devono essere sempre più ambienti di autentica riabilitazione dell’umano” ha concluso riferendosi ai quattro ragazzi arrestati per l’omicidio del 21enne capoverdiano.

Che Dio accolga l’anima di Willy, faccia fiorire i tanti germogli di bene che in questi giorni abbiamo visto in molti adolescenti e giovani che speriamo protagonisti di un mondo migliore del nostro, e perdoni tutti noi che davanti a questa bara ci sentiamo sconfitti – ha concluso monsignor Parmeggiani -perché non abbiamo saputo puntare, per l’ennesima volta, sull’Unico che salva e dobbiamo dolorosamente constatare che il nostro impegno per umanizzare il mondo, tanto spesso prescindendo da Dio, è fallito“.

 

VERTENZA “LA SICILIA”: MARIO CIANCIO RISPONDE AI GIORNALISTI IN SCIOPERO

MARIO  CIANCIO: “RESPINGO TUTTE LE AFFERMAZIONI, NON ABBIAMO DISATTESO ALCUN IMPEGNO, SI GUARDA SOLO AL FUTURO

«L’azienda, pur comprendendo il malessere di redattori e collaboratori – che ringrazia per l’abnegazione e la dedizione dimostrate – non ritiene di avere disatteso qualsivoglia impegno e sottolinea di operare in un momento storico particolarmente difficile per l’editoria tutta, adesso aggravato dall’emergenza Covid, che ha inciso gravemente sulla vendita delle copie. Si respingono, pertanto, tutte le affermazioni contenute nel documento dell’assemblea.

Mario Ciancio Sanfilippo

La direzione della Domenico Sanfilippo Editore spa si adopera ogni giorno facendo sacrifici economici enormi, basti pensare quanti milioni di euro sono stati immessi negli ultimi dieci anni per ripianare le perdite dei bilanci, per garantire ai lettori un’informazione libera e trasparente, senza alcun aiuto pubblico. Tutto ciò è dimostrato dai bilanci della società che sono pubblicati ogni anno sul giornale che, con trasparenza, dimostrano come sono state ripianate le perdite per svariati milioni di euro.
Tutti i giornalisti dovrebbero comprendere il momento che stiamo vivendo, anche nel rispetto dei lavoratori del comparto poligrafico che, anch’essi, si adoperano ogni giorno per la realizzazione del quotidiano più diffuso e letto in Sicilia e hanno fatto sacrifici ben maggiori. Naturalmente vi sono chiari e precisi piani di sviluppo, purtroppo non facili e rapidi da realizzare.
Non vi è quindi nessuna intenzione di smantellare alcunché, piuttosto c’è la volontà di portare avanti una storia lunga 75 anni, nel rispetto degli equilibri di bilancio, senza i quali non esiste un’impresa sana che vuole guardare al futuro. Si auspica quindi una sollecita ripresa del confronto sindacale, anche duro ma sempre leale, nell’interesse comune e di quello della libertà di stampa».

                                                                                                       M.Ciancio Sanfilippo  -Editore

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