«5G, IPERCONNESSI E ULTRAVELOCI: RIVOLUZIONE NEL BUSINESS E NEL MONDO PROFESSIONALE»

Catania, Ingegneri a confronto su nuove tecnologie

 

 

Intervento del segretario dell’Ordine Giuseppe Marano e del presidente della Fondazione etnea Mauro Scaccianoce

CATANIA –

 Un mondo in evoluzione, tra entusiasmo per il futuro, nuove opportunità di sviluppo e dubbi sulla sicurezza e sull’affidabilità. Tutto questo è racchiuso dentro la sfida del 5G, la nuova rete mobile attualmente in fase di sperimentazione a livello globale. Quali saranno i reali vantaggi? Come approcciarsi agli standard di nuova generazione?  «Non potevamo esimerci dall’analizzare un tema come il 5G, importante dal punto di vista professionale e sociale per l’impatto rilevante che potrà avere nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni», hanno commentato il segretario dell’Ordine Giuseppe Marano e il presidente della Fondazione degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce.

«Ancora pervasa da luci e ombre, si tratta di una tecnologia in fase di installazione che cambierà il modo di vivere – ha esordito Marano durante il seminario tecnico “5G: aspetti tecnici e normativi” – Insieme all’intelligenza artificiale, all’internet delle cose (IoT) e alla stampa 3D rivoluzionerà i settori produttivi e la società». Come? «La sua capacità di trasferire i dati in modo rapido porterà molteplici vantaggi alle aziende e non solo – prosegue – perché sarà in grado di collegare tutto e tutti, offrendo maggiori opportunità di value creation. In 5 anni è prevista una crescita di dispositivi collegati a internet del 145%, per un numero complessivo di circa 75 miliardi. Di fatto, si darà il via a una nuova era, quella del Massive IoT». Trasferimento massiccio di dati e interconnessione «apriranno la strada a nuove opportunità di business, che porteranno a un cambiamento positivo in molti settori – ha aggiunto Marano – Il controllo da remoto di infrastrutture critiche, droni, robot e veicoli a guida autonoma saranno protagonisti nei prossimi anni grazie al 5G, che permetterà non solo un trasferimento più veloce rispetto alle attuali connessioni, ma anche una maggiore stabilità con bassa latenza».

«Diamo ampio spazio a un tema che riguarda tutti indistintamente e che vedrà mercati verticali e telecomunicazioni sempre più integrati. La rete mobile di quinta generazione avvierà una rivoluzione tecnologica che toccherà, settore dopo settore, tutti i segmenti dell’economia – ha commentato il presidente della Fondazione Mauro Scaccianoce – Nostro obiettivo è quello di abbracciare trasversalmente le tre macroaree dell’ingegneria, garantendo formazione e aggiornamento a tutti gli iscritti. Un dialogo e un’azione sinergica che consente di stare sempre sul pezzo, con focus e riflettori puntati sulle tematiche più attuali e rilevanti. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione: vede sì scomparire alcune figure, ma offre anche nuovi varchi legati al cambiamento e alle nuove competenze. La formazione deve dare l’opportunità di rimanere competitivi, garantire qualità e anticipare i tempi, così da aprire nuove prospettive occupazionali». 

SUPERBONUS 110%, DUBBI DA CHIARIRE- E’ DAVVERO GRATUITO?- E TRAPPOLE DA EVITARE: PARCELLE TRUFFA E SPESE POCO CHIARE”»

 

Superbonus 110% anche per i castelli e i palazzi storici. Condomini,  basterà un terzo per l'ok ai lavori

Ordine di Architetti e Ingegneri Catania su nuovo Decreto Rilancio

 

Appello ai cittadini: «Diffidate dalle società che non sono ben inquadrate  in materia»

CATANIA

«Ormai è noto che il patrimonio edilizio delle nostre città non ha una vita eterna, specialmente per quelle costruzioni in cemento armato (e non solo), che – come richiesto dalla normativa sismica – hanno già superato la vita nominale di 50 anni prevista per l’edilizia residenziale, con requisiti strutturali scadenti e livelli prestazionali non performanti. Potrà il Superbonus 110% rappresentare la vera salvezza per le nostre città?».

A chiederselo sono i presidenti dell’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri di Catania, rispettivamente Alessandro Amaro e Giuseppe Platania, in un periodo caratterizzato dal nuovo approccio normativo che prevede agevolazioni e detrazioni fiscali per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici. Un fermento generalizzato che si muove tra molteplici dubbi in riferimento alle modalità di cessione del credito, agli interventi ammessi, alle parti comuni degli immobili, alla differenza tra i vari criteri regionali adottati sulle opere di miglioramento e riqualificazione.

Demolizione e ricostruzione con il Superbonus - La mia casa dolce casa

«Certamente molto si potrà fare con il decreto Rilancio – continuano i presidenti – ma altrettante sono le domande che ci poniamo. Prima fra tutte, ha senso adeguare sismicamente ed energeticamente una struttura ormai in fin di vita? Non sarebbe meglio demolirla e ricostruirla? Rifare il cappotto termico, cambiare gli infissi, sostituire la caldaia in edifici sismicamente a rischio, ci sembra come finanziare un intervento di chirurgia estetica a un malato terminale. Sarà questo l’effetto dell’Ecobonus applicato sugli edifici costruiti più di mezzo secolo fa, se non si pensa anche agli interventi strutturali. Forse bisognerebbe guardare le città in modo diverso, come accade in altri Stati: pianificare in modo nuovo per salvaguardare il vero patrimonio architettonico e artistico, altrimenti ci penserà il tempo a demolire tutto e noi saremo costretti a ricostruire falsi storici, trasformando le nostre Città in nuovi outlet».

Altro punto di fondamentale importanza è quello relativo all’equo compenso dei professionisti: «Sono in atto pratiche che rischiano di alterare il mercato del lavoro e l’etica professionale – continuano Amaro e Platania – nell’iter già complesso del Decreto Rilancio, si stanno inserendo operatori economici – si tratta di società commerciali non ancora ben inquadrate – che nulla hanno a che vedere con studi di ingegneria e architettura. Inoltre, ci sono istituti bancari che propongono pratiche che includono prestazioni professionali tecniche tra i servizi a listino. Anche in questo caso senza precisa indicazione sulle professionalità tecniche coinvolte e competenti in materia. Proprio per questo facciamo un appello alla popolazione, rendendoci disponibili per eventuali segnalazioni, per poter, da un lato, tutelare la categoria; dall’altro, mettere in guardia tutti quei committenti che si ritroverebbero coinvolti in procedure poco chiare, con rischio di contestazioni, incongruità delle spese, risvolti civili e penali, e cosa prioritaria, dubbi interventi sul fronte qualitativo delle prestazioni».

Nasce oggi la figura dell'”Ingegnere 4.0″, upgrade che modifica e migliora le competenze

Catania, l’impatto del Coronavirus sul mondo del lavoro

Mauro Scaccianoce-  Presidente Fondazione Ingegneri Ct

Fondazione Catania: oltre 30 corsi e 4000 iscritti per affrontare i cambiamenti attraverso innovazione e nuove competenze

 

CATANIA –

Stare al passo con i tempi e rivoluzionare abitudini e modus operandi. Il 2020 sarà di certo ricordato come l’anno del Covid-19. Il virus e la pandemia hanno infatti rimodulato radicalmente stili di vita, nella quotidianità e soprattutto nell’ambito professionale. Molti hanno riconsiderato gli spazi degli uffici dopo il lockdown, altri hanno potenziato lo smartworking: dall’imprenditore al dipendente, passando per il libero professionista, tutti sono stati chiamati al cambiamento. «Anche la figura dell’ingegnere si è dovuta reinventare e ha fatto i conti con il Coronavirus, aggiornandosi sulle nuove misure di sicurezza, lavorando a distanza e prendendo nota di tutte le iniziative e i decreti governativi emanati sul fronte dell’edilizia», commenta il presidente della Fondazione degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce, l’Ente preposto alla formazione della categoria.

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«Inutile dire – spiega – che la pandemia ha colto tutti di sorpresa: i cambiamenti hanno portato la nostra categoria ad adeguarsi a una realtà diversa: lavorativa, privata, urbana, ambientale e sanitaria. Come Fondazione non potevamo esimerci dall’affrontare il problema e metterci in prima linea. I mezzi migliori per il cambiamento sono stati il confronto, la capacità di trovare soluzioni e ovviamente la formazione e l’aggiornamento». Tra le novità ci sono stati i molteplici provvedimenti e strumenti operativi messi a disposizione dal Governo, tra i quali il recente Superbonus. Ammodernare gli edifici e puntare sull’efficientamento energetico sono aspetti fondamentali per fronteggiare la crisi, cambiare le proprie abitudini e avere un futuro più sostenibile: «L’Ecosismabonus – prosegue Scaccianoce – rappresenta una vera rivoluzione nel settore dell’edilizia. Può fare da volano per il rilancio dell’economia e offrire nuove opportunità di lavoro per i professionisti. Bisogna saper cogliere questa opportunità, dove ognuno deve giocare il proprio ruolo, dai professionisti alle banche».

Aspetti analizzati durante gli oltre trenta corsi e seminari organizzati dalla Fondazione a partire da marzo – con la partecipazione di oltre 4mila iscritti all’Ordine etneo – che hanno trattato anche altre fondamentali tematiche: dalle agevolazioni fiscali, alla salute sul lavoro, all’ambiente: «Durante gli incontri – continua Scaccianoce – abbiamo ritagliato uno spazio al “nuovo” ingegnere e al suo ruolo determinante della sicurezza nelle aziende e nei cantieri. Quindi, abbiamo approfondito le disposizioni ministeriale e le nuove misure di prevenzione, senza tralasciare le operazioni di sanificazione».

Tra il 2020 e il 2025 il 50% dei profili professionali non saranno quelli di oggi, e la loro evoluzione dipenderà da come lo sviluppo delle tecnologie cambierà il mondo del lavoro: «L’ingegnere 4.0 è un upgrade di quello che è stato fino a oggi. Una figura che sta al passo con i tempi, integrando, migliorando e modificando le proprie competenze in base al progresso e in base alle esigenze sociali e culturali. L’ingegnere ha ricoperto un ruolo fondamentale nella società e deve continuare a farlo. E noi saremo sempre presenti per condividere e migliorare la qualità della nostra professione attraverso il continuo aggiornamento».

Catania : riprogettiamo gli spazi pubblici e affidiamoci al trasporto pubblico e la soft mobility

UN WORKSHOP PER RIPROGETTARE IN CHIAVE ACCESSIBILE LA CITTÀ

PUBBLICATO IL BANDO DI “INSUPERABILE CATANIA

CATANIA –

“Catania, città accessibile a tutti”: un obiettivo indispensabile, un diritto e un dovere, e da oggi anche il nome significativo di un workshop di progettazione che promuove l’abbattimento delle barriere architettoniche e sociali nel capoluogo etneo. A partecipare saranno studenti universitari e professionisti, chiamati a individuare, in determinate aree del centro urbano, una rete di percorsi protetti e accessibili per i soggetti più deboli, nonché a riprogettare in quest’ottica alcuni luoghi pubblici.

Il bando è ufficialmente aperto: c’è tempo fino al 17 aprile 2019 per inviare la propria candidatura secondo i requisiti richiesti e le modalità pubblicate nei siti web degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Catania, e delle loro rispettive Fondazioni, che hanno organizzato l’iniziativa insieme al Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania e al Centro Nazionale di Studi Urbanistici. Il workshop vanta la partnership dell’Inu Sicilia (Istituto nazionale Urbanistica), il patrocinio della Delegazione Sicilia Adi (Associazione Disegno Industriale), e la collaborazione delle associazioni: Controvento, Guide Turistiche Catania, Legambiente Catania, Mobilità Sostenibile Catania, Mobilita Catania e Officine Culturali.

L’attività – che rientra nell’ambito del progetto “inSUPERabile Catania”, ideato e curato da Gaetano Manuele – si svolgerà da giovedì 2 a sabato 4 maggio coinvolgendo i partecipanti nel lavoro di squadra. Ad ogni gruppo – coordinato da un tutor degli Ordini e da un “resident designer” – verrà assegnata la riprogettazione di uno spazio di grandi dimensioni e di uno di medie/piccole dimensioni, all’interno della vasta area delimitata a nord dal Corso Italia, ad ovest da Via Lago di Nicito, a sud da una parte di Via Plebiscito, e a est dalle aree portuali e ferroviarie.

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«Catania si presenta come una città non sicura per chi si sposta all’interno di essa, basti pensare a come, secondo l’Istat, nelle strade urbane catanesi nel 2017 si siano registrati ben 1.109 incidenti con 11 morti» si legge nell’art. 2 del bando, dove è citata anche la “Carta europea dei diritti del pedone”.

«Per migliorare la sicurezza urbana è necessario creare una mobilità cittadina meno dipendente dall’auto e che si affidi sempre di più al trasporto pubblico e alla soft mobility – si legge ancora – Deve essere incentivata la presenza di ciclisti e pedoni attraverso un ridisegno della città che garantisca la loro sicurezza e facilità di spostamento». Il tutto rivalutando il punto di vista dei soggetti deboli, come portatori di disabilità, anziani e bambini.

«Mancanza di scivoli negli attraversamenti pedonali, auto che invadono i marciapiedi, inaccessibilità di alcuni spazi ed edifici pubblici per chi si muove con la sedia a rotelle accessibile – sottolineano gli enti organizzatori – sono situazioni frequenti riscontrabili su tutto il territorio catanese». Motivo per cui i masterplan progettuali, in conclusione del workshop, saranno consegnati all’Amministrazione comunale, in linea con gli obiettivi principali dell’iniziativa: «creare consapevolezza nella comunità locale sull’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche e sociali, e stimolare l’avvio di politiche volte alla formazione di una città accessibile a tutti».

Ingegneri ed architetti catanesi disponibili ad effettuare sopralluoghi nelle case danneggiate dal sisma

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Terremoto di Santo Stefano

 I professionisti volontari, in possesso dei requisiti richiesti, dovranno far pervenire la domanda alle rispettive segreterie entro le 12.00 di domani (28 dicembre)

 

CATANIA –

È partita questa mattina la lettera rivolta a tutti gli iscritti agli Ordini di Ingegneri e Architetti della provincia di Catania, con la richiesta di disponibilità a effettuare sopralluoghi negli edifici colpiti dal sisma nei comuni della zona pedemontana etnea, ionico-etnea e dell’acese. «Dopo la convocazione straordinaria del consiglio direttivo, effettuata ieri pomeriggio in emergenza – spiega Giuseppe Platania (ingegneri) – abbiamo deciso preventivamente di allertare tutti gli iscritti  oltre 8mila professionisti, per dare un supporto concreto all’unità di crisi costituita presso la prefettura di Catania. Grazie alla disponibilità di volontari, costituiremo una task force per effettuare un’analisi degli immobili danneggiati, verificando con un’ispezione tecnica se nei palazzi ci sono danni e se i danni sono tali da mettere a rischio l’incolumità. Vista l’importanza delle operazioni, riteniamo che serva competenza specifica da parte dei colleghi, per questo abbiamo richiesto il possesso di requisiti tenici».

I professionisti, infatti, dovranno avere esperienza pregressa maturata eseguendo sopralluoghi nelle città italiane colpite da eventi sismici (L’Aquila, Santa Venerina, Italia centrale); attestazioni Aedes (Agibilità e danno nell’emergenza sismica) e altre certificazioni rilasciate da enti qualificati; esperienza di progettazione e direzione lavori per la ricostruzioni di edifici danneggiati da terremoti; funzionari del Genio Civile e della protezione Civile in quiescenza; competenza maturata lavorando negli “uffici sisma per la ricostruzione post terremoto costituiti presso le pubbliche amministrazioni”; attività eseguita nell’espletamento del progetto “Diamoci una scossa”.

Singolare “protesta” degli Ordini degli Architetti ed Ingegneri di Catania contro la Regione Sicilia

 

No degli Ordini di Catania all’Ufficio speciale per la progettazione regionale

LAVORI PUBBLICI IN SICILIA.

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CATANIA – «

Singolare questa sorta di protesta contro la Regione siciliana rea di aver creato un Ufficio speciale di progettazione,. Ancor più singolare diventa il comunicato degli Ordini i cui presidenti svolgono attività dipendente della Regione subordinata al Genio civile (di Catania), l’Ufficio cioè dove è avvenuta la “scoperta” di un dirigente lumaca alla guida dell’ente.    Sostanzialmente il Genio civile viene sostituito da questo Ufficio nuovo nella progettazione regionale delle opere più sensibili.   Ciò che il Genio civile di Catania – checchè ne dicano le parti interessati – non ha svolto nel momento cruciale della richiesta urgente del Presidente della Regione Musumeci….

r.l.

Pubblichiamo il Comunicato pervenutoci

L’unico sistema sostenibile che può rilanciare lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia, accelerando la costruzione delle opere pubbliche, consentendo un investimento trasparente delle risorse, e risollevando in generale le sorti economiche e sociali dell’Isola, è l’affidamento distinto delle competenze: la realizzazione dei progetti è prerogativa dei professionisti, mentre la pianificazione e il controllo sono compiti che spettano esclusivamente agli uffici amministrativi. Invertire questi ruoli o creare situazioni ibride fra controllori e controllati, come spesso è successo e succede, ha causato soltanto un ingolfamento cronico, sia della macchina burocratica che di quella giudiziaria, con la conseguente e desolante mancanza delle grandi opere necessarie per l’ammodernamento della nostra regione».

Gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Catania,  esprimono il proprio disappunto sull’istituzione dell’«Ufficio speciale per la progettazione regionale», avvenuta con la Delibera di Giunta della Regione Siciliana n. 426 del 4 novembre 2018. Si tratta di un organismo per gestire in modo centralizzato tutti i servizi di architettura e ingegneria a favore di Comuni, Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni.

«I nostri organismi sovraordinati si sono già fatti avanti su questo fronte – aggiungono i presidenti – gli Ordini etnei desiderano ribadire questa posizione, palesata anche in occasione delle recenti calamità idrogeologiche e sismiche che in Sicilia hanno causato vittime e danni. Conosciamo la disponibilità che i rappresentanti del governo regionale, a partire dal presidente, hanno finora sempre manifestato nei confronti delle nostre professioni, per tale motivo riteniamo che questo sia un campo fondamentale su cui stringere una sinergia operativa».

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SICILIA,CALABRIA: GIORNATA NAZIONALE RISCHIO SISMICO

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Rischio sismico, iniziativa nazionale di sensibilizzazione in 12 piazze del catanese

ARCHITETTI E INGEGNERI

«NON ASPETTIAMO IL TERREMOTO PER DARCI UNA SCOSSA: COSTI MINIMI E AGEVOLAZIONI PER METTERSI IN SICUREZZA»

 

CATANIA – «Diamoci una scossa!». L’imperativo degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, in sinergia con Inarcassa, non lascia spazio a esitazioni: prima che sia il terremoto a distruggere il patrimonio edilizio della città di Catania e del suo circondario, mietendo migliaia di vittime, occorre agire subito e concretamente per mettere in sicurezza le abitazioni dei cittadini, le strutture pubbliche, i beni culturali.

«Diamoci una scossa!». Si legge negli stand, nei grandi teloni, nelle magliette, negli adesivi e perfino nelle spille sulle giacche, quelle dei professionisti che oggi (30 settembre) si sono recati nelle piazze per incontrare i cittadini e informarli personalmente sul da farsi, per comunicare loro che la prevenzione sismica è la priorità di ciascuno se si vuole guardare al futuro senza timore, senza vedere la propria casa sgretolarsi in macerie.

«Il pericolo è reale perché Catania è la città con il più alto grado di rischio sismico in Europa» spiegano i presidenti degli Ordini etnei Alessandro Amaro (Architetti) e Giuseppe Platania (Ingegneri), lanciando l’allarme ma accompagnandolo subito con soluzioni fattibili. «I professionisti e lo Stato stanno già facendo la propria parte, adesso tocca ai cittadini. Devono prendere realmente coscienza del grave stato di vulnerabilità delle proprie case e devono essere informati sulle possibilità di potersi mettersi al sicuro con azioni semplici e per nulla costose».

Soluzioni che prendono il nome di Sismabonus ed Ecobonus, due agevolazioni fiscali oggettivamente convenienti perché consentono a privati e società di detrarre dall’Irpef o dall’Ires dal 50% all’85% delle spese sostenute per lavori di adeguamento sismico o di riqualificazione energetica degli edifici. Inoltre, per chi non possiede liquidità immediata è anche prevista, nel Sismabonus, la possibilità di cedere il credito Irpef alle imprese esecutrici o a soggetti privati. Un incentivo vantaggioso che permette di raggiungere massimi di livelli di sicurezza con il minimo dei costi.

A dimostrazione dell’importanza sociale e politica della tematica nelle 12 “Piazze della Prevenzione Sismica” allestite nel territorio (Catania, Acireale, Adrano, Bronte, Caltagirone, Giarre, Paternò, Piedimonte Etneo, Riposto, “Centro Sicilia” e “I Portali”) si sono recati in visita anche numerosi sindaci. «Non posso che esprimere un plauso agli architetti e agli ingegneri per questo impegno, che si colloca nel solco della proficua sinergia con il Comune di Catania – ha detto il primo cittadino Salvo Pogliese – Il nuovo Piano Regolatore Generale della città, di cui daremo le linee guida entro dicembre, non può prescindere dalla prevenzione sismica, e in generale dal contributo che gli Ordini professionali possono apportare».

I delegati di Inarcassa Angelo Buccheri (Architetti) e Marco Muratore (Ingegneri) hanno ricordato che «dopo la giornata odierna di sensibilizzazione si passerà alla fase di “prevenzione attiva” attraverso le visite gratuite nelle abitazioni dei cittadini che ne faranno richiesta».

«La prevenzione inizia all’interno delle case – aggiungono i delegati Inarcassa – mettersi a disposizione dei cittadini è il modo più incisivo per architetti e ingegneri di investire le proprie competenze professionali al servizio del Paese».

 

 

 

Catania presenta “la più grave vulnerabilità a rischio sismico dell’Europa”

 

Mercoledì 26 settembre ore 11.30 | Largo Paisiello 5

 

«PRIMA GIORNATA NAZIONALE PER LA PREVENZIONE SISMICA»

DOMANI PRESENTAZIONE A CATANIA

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Organizzata da Ordini di Architetti e Ingegneri in contemporanea con altre 300 città italiane 

CATANIA – Non più emergenza ma prevenzione, non più crolli infrastrutturali ma sicurezza edilizia, non più drammatici titoli da prima pagina ma un percorso di conoscenza dell’intera cittadinanza italiana. Questi gli obiettivi della Prima Giornata Nazionale per la Prevenzione sismica, che si svolgerà a Catania e in numerosi Comuni del suo territorio il prossimo 30 settembre, in contemporanea con altre 300 città italiane.

L’evento sarà presentato in conferenza stampa domani 26 settembre alle 11.30 nella sede dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catania (Largo Paisiello 5) che insieme all’Ordine degli Ingegneri hanno organizzato l’iniziativa a livello territoriale, concretizzando l’impegno della gran parte dei loro iscritti, ben ottomila professionisti.

Catania e il suo circondario non potevano mancare a questo importante appuntamento di sensibilizzazione, essendo il territorio con il più alto rischio sismico d’Europa, per la presenza del vulcano Etna, per il probabile alto grado di intensità – e dunque pericolosità – di un sisma atteso, per la grave vulnerabilità del patrimonio edilizio.

Durante la conferenza saranno annunciati i tredici punti informativi che verranno allestiti in altrettante piazze della provincia etnea dove architetti e ingegneri esperti in materia saranno a disposizione dei cittadini per spiegare in modo chiaro il rischio sismico, i fattori che possono incidere sulla sicurezza di un edificio e le agevolazioni finanziarie (SismaBonus ed EcoBonus) messe a disposizione dallo Stato per migliorare la sicurezza della propria abitazione.

Rapporti di lavoro in Sicilia: la dirigente generale Garoffolo risponde al presidente dell’Ordine Ingegneri di Catania

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Il Dipartimento  del Lavoro della Regione Sicilia  con una missiva , a firma del suo dirigente generale Francesca Garoffolo, riscontra le criticità espresse o dall’Ordine Ingegneri etneo e dal suo presidente Giuseppe Platania.

Il Dipartimento – si legge nella nota – «sta valutando la possibilità di apportare, nella fase della seconda e terza finestra del citato avviso, delle integrazioni che possano, nel rispetto delle finalità della misura e in coerenza con la natura delle risorse utilizzate, costruire elemento di superamento di quanto rappresentato da codesto Ordine. Nello specifico appare perseguibile, in quanto coerente, la possibilità di fruire del beneficio anche nell’ipotesi in cui il giovane acquisisca l’abilitazione e/o l’iscrizione all’Ordine nella fase del percorso; in tal caso comunque, non deve essere rilevata alcuna apertura di partita IVA né l’instaurazione di alcuna tipologia di rapporto di lavoro. Permane, di contro, la necessità che all’atto della richiesta e del fattivo inizio del percorso il giovane sia in possesso del requisito richiesto dall’avviso circa la mancata iscrizione ad ordini e professioni. Appare, altresì, condivisibile il richiesto alleggerimento degli oneri a carico dell’Ordine in quanto ricadenti sul tutor all’uopo titolato dalla preventiva identificazione e validazione dell’Ordine».