Proporzionata risposta di Israele contro Teheran: (per ora) colpita una base militare

 

 

Colpita una base militare nell’area di Isfahan. Teheran: siti nucleari intatti. Usa: nessun ok a Israele. Il raid nel giorno del compleanno di Khamenei

Israele, attacco contro Iran: colpita base militare

La tanto attesa risposta israeliana contro l’Iran è arrivata. E gli Stati Uniti ne prendono le distanze.. . Colpita una base militare nell’area di Isfahan. Le difese aeree iraniane sono entrate in azione e tre droni sono stati abbattuti. Nessun danno è stato causato nell’attacco notturno, ha detto alla tv di stato iraniana Siavosh Mihandoust, comandante dell’esercito iraniano, aggiungendo che il rumore sentito durante la notte a Isfahan era dovuto ai sistemi di difesa aerea che avevano preso di mira un “oggetto sospetto”. I media iraniani hanno diffuso immagini di questa mattina di Ifshan minimizzando i danni.

I due principali aeroporti di Teheran hanno ripreso i voli che erano stati sospesi dopo le esplosioni.

Mini droni pilotati da infiltrati in Iran

Secondo un’analista iraniano citato dalla televisione di Stato di Teheran, i “mini droni abbattuti dalle difese aeree a Isfahan” sarebbero stati ”pilotati da infiltrati all’interno dell’Iran”. ”

Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben Gvir ha definito ”debole”, ”zoppo”. Ovvero per indicare che la reazione israeliana al lancio di missili e droni da parte dell’Iran è stata limitata.

 Washington non ha autorizzato ma Israele aveva rassicurato gli Usa

La Cnn riferisce che Israele ha garantito agli Stati Uniti che l’offensiva non avrebbe interessato impianti legati al nucleare. Secondo l’emittente NBC News, gli Stati Uniti non sono coinvolti nell’operazione. Fonti militari citate da Bloomberg evidenziano che Washington, nella giornata di giovedì, avrebbe ricevuto informazioni da Israele su un attacco previsto nelle successive 24-48 ore. “Non abbiamo dato l’ok alla risposta”, la frase di una fonte americana alla Cnn.

Siti nucleari intatti

Gli impianti nucleari nella provincia di Isfahan sono completamente sicuri“,

Anche l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha confermato che non si sono registrati danni. Su ‘X’ l’Aiea ha quindi rivolto un appello alla ”moderazione estrema” e spiegando che sta ”monitorando la situazione da vicino”.

A Isfahan sono localizzate strutture collegate al programma nucleare iraniano, in particolare il sito sotterraneo di Natanz, dove si procede all’arricchimento dell’uranio. La tv di stato iraniana, in maniera generica, definisce i siti “totalmente integri”. La base, secondo il quotidiano britannico Guardian, per molti anni ha ospitato i caccia F-14 Tomcat che l’Iran ha acquistato dagli Stati Uniti prima della rivoluzione islamica del 1979. Dalla base di Isfahan sono partiti i missili lanciati verso Israele.

Lo scenario di guerra si allarga, intervento dell’Iran contro Israele che intercetta bene droni e missili ma gli Usa guardano, non fanno più deterrenza

 

 

Attacco continui dell’Iran e il ministro del Gabinetto di guerra d’Israele, Benny Gantz, lancia questa affermazione: “Di fronte alla minaccia dell’Iran, costruiremo una coalizione regionale e esigeremo un prezzo dall’Iran nel mondo e nel momento opportuno. E soprattutto, di fronte al desiderio dei nostri nemici di farci del male, noi ci uniremo e diventeremo più forti”. “.

Benjamin Netayahu - Afp
Aggiunge il ministro israeliano: “L’Iran è un problema globale, una sfida regionale e anche un pericolo per Israele e ieri il mondo è stato chiaramente unito con Israele di fronte a questo pericolo. Israele è contro l’Iran, il mondo è contro l’Iran e questo è il risultato, questo successo strategico che dobbiamo usare in favore della sicurezza di Israele”

“Il sistema di alleanza strategica e cooperazione regionale che abbiamo costruito e che ha passato un test significativo ora deve essere rafforzato – ha concluso – Israele ha provato ieri che un’ancora di potere militare e tecnologico ed un’ancora di sicurezza in Medio Oriente”.

Il ministero degli Esteri israeliano ha chiesto che vengano imposte nuove sanzioni nei confronti dell’Iran dopo l’attacco di ieri contro Israele. ”L’Iran deve pagare per la sua aggressione”, si legge in una nota del ministero. ”Il prezzo iniziale”, prosegue, deve essere il riconoscimento dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, i Pasdaran, come una organizzazione terroristica. Le nuove sanzioni, aggiunge, devono colpire il programma missilistico balistico di Teheran.

La scorsa notte l’Iran ha lanciato un attacco su larga scala e senza precedenti, con centinaia di droni, missili da crociera e missili balistici, contro lo Stato di Israele”, afferma il ministero degli Esteri. ”Questo attacco dimostra ciò che Israele afferma da anni: l’Iran è il maggiore responsabile degli attacchi terroristici nella regione ed è anche la più grande minaccia alla stabilità regionale e all’ordine mondiale”, prosegue la nota. Inoltre, ”proprio come qualsiasi altro paese, Israele ha il diritto di difendersi di fronte al massiccio attacco dell’Iran. Israele si è difeso con successo dall’aggressione iraniana e continuerà a farlo in futuro”, si legge.

Pasdaran: “Attaccheremo Israele in qualsiasi luogo”

L’Iran “da ora in poi attaccherà qualsiasi luogo che verrà utilizzato da Israele per attaccare i nostri interessi“, ha dichiarato il comandante dei Pasdaran, i Pasdaran, Hossein Salami. “Abbiamo stabilito un nuovo paradigma con Israele”, afferma.

Lo stop di Biden

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annullato un attacco di ritorsione immediato a quello subito dall’Iran nella notte dopo essere stato dissuaso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden,  Ma la mancanza di gravi danni in Israele e il colloquio tra Biden e Netanyahu hanno fatto sì che la rappresaglia non avesse luogo nell’immediato.

Per la Casa Bianca comunque non c’è il rischio di una escalation. “Non credo che ci sia nessuna ragione perché sia così”, ha affermato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby a chi glielo domandava. “Il presidente Biden non crede che ci si debba muovere assolutamente in questa direzione – ha spiegato Kirby – il presidente è stato chiaro, non vogliamo vedere che questo porti ad un’escalation”. Kirby ha comunque riconosciuto che riguardo alla possibilità di un ampliamento del conflitto con l’Iran “le prossime ore e giorni ci diranno molto“.

” Biden non cerca un conflitto con Iran  ma gli Usa non fanno più da deterrente”

“Direi che il primo ministro Netanyahu sa bene che il presidente Biden non cerca un conflitto con l’Iran, che il presidente non vuole che le tensioni salgano ulteriormente e che il presidente sta facendo di tutto, e lo sta facendo dal 7 ottobre, per evitare che questa divenga una guerra regionale più ampia”    ….Il portavoce della Casa Bianca, di fronte alla domanda esplicita se l’amministrazione Biden stia consigliando ai vertici israeliani di evitare una ritorsione, Kirby ha però poi risposto: “Credo che dipenderà dagli israeliani decidere quale sarà il prossimo passo“.

“Il Presidente voleva congratularsi con il premier Netanyahu per un incredibile risultato militare, il primo ministro era molto grato per il supporto che il presidente ha offerto e dimostrato in sostegno di Israele”

Kirby  ribadito che l’amministrazione Biden “non crede” che dopo l’attacco dell’Iran a Israele un allargamento del conflitto sia inevitabile “né crede che debba essere”. “Quasi tutto quello che ha fatto il presidente dall’inizio, sin dal 7 ottobre, è stato favorire la de-escalation, cercare di limitare le opportunità di una più ampia guerra regionale”, ha aggiunto.

Riguardo al colloquio con Netanyahu, Kirby ha sottolineato che “il Presidente ha messo in chiaro che l’autodifesa di Israele è qualcosa che prendiamo seriamente e continueremo a prendere seriamente”.

“Israele ha dimostrato superiorità militare”

“Quello che Israele ha dimostrato la notte scorsa è stata un’incredibile capacità di difendersi, la sua superiorità militare”, ha sottolineato Kirby a Nbcnews, ricordando che la stragrande maggioranza di droni e missili sono stati intercettati e “i danni sono stati straordinariamente leggeri“.

Israele ed Hamas non accettano accordi di tregua: ora si apre lo scenario del Ramadan

 

Le forze di difesa israeliane “pronte a ogni scenario”. Qatar: via vertici Hamas se non accettano accordo

Israele - Hamas, le immagini di oggi della guerra: i raid ...

Archivi – Sud Libertà

 

Inizia il Ramadan, non c’è accordo tra Israele e Hamas: l’operazione militare a Gaza continua. I vertici militari israeliani e lo Shin Bet hanno “approvato i piani per continuare la guerra”, è l’informazione che filtra dalle Forze di difesa israeliane (Idf) dopo una riunione tra il capo di Stato maggiore, Herzi Halevi, e il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, andata in scena presso il quartier generale del Comando meridionale a Beersheba. Secondo le Idf, all’incontro hanno partecipato anche il capo del Comando meridionale, il generale Yaron Finkelman, il vice capo dello Shin Bet ed altri ufficiali.

Israele si prepara allo ‘scenario Ramadan’

L’inizio del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, può coincidere con un momento di particolare tensione e le Forze di difesa israeliane (Idf) sono pronte “per ogni scenario possibile in tutti i teatri”, assicura il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, affermando che l’esercito sta “rafforzando” la sua preparazione.

“Hamas impedisce un accordo e agisce al contrario di quello che suggeriscono i mediatori“, dice Hagari in una conferenza stampa. Il portavoce aggiunge che secondo l’intelligence israeliana, “Hamas sta accumulando equipaggiamenti e cibo per i suoi membri, mentre la popolazione di Gaza ha difficoltà a ottenere rifornimenti”.

Hamas “sta rafforzando la sua posizione, come se non fosse interessato a un accordo, e cerca di infiammare le regione durante il Ramadan”, che inizia oggi, “a spese della popolazione palestinese della Striscia di Gaza”, è la valutazione del Mossad, secondo quanto reso noto dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Confermato incontro tra il direttore David Barnea e il capo della Cia, William Burns, un faccia a faccia avvenuto venerdì “nel quadro dell’impegno incessante per promuovere un altro accordo per il ritorno degli ostaggi”. “Continuano i colloqui e la cooperazione con i mediatori”, aggiungono da Israele.

Qatar, pressing su Hamas

Il Qatar, mediatore dall’inizio della crisi,si spinge  verso una posizione più intransigente nei confronti di Hamas. Doha, secondo il Wall Street Journal, starebbe minacciando di espellere i leader di Hamas, tra cui il capo dell’ufficio politico Ismail Haniyeh, che vivono in autoesilio nell’emirato qualora continuassero a non accettare un accordo sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi.

Husam Badran, esponente del gruppo palestinese che risiede a Doha, smentisce tuttavia la notizia, sottolineando che senza un accordo, la violenza aumenterà durante il mese sacro di Ramadan. “Non abbiamo dichiarato che i negoziati sono stati interrotti. Siamo la parte che più desidera fermare questa guerra”, dice, rimarcando che le condizioni poste da Hamas per un accordo sugli ostaggi includono un cessate il fuoco permanente, il ritorno dei civili sfollati nel nord di Gaza, l’aumento degli aiuti umanitari e il ritiro delle truppe

Israele avverte: Chiusura ora delle Moschee e Hamas replica: “Qualsiasi danno alla libertà di culto non passerà senza conseguenze”

 

La Spianata delle Moschee - (Fotogramma)

 

 

 ”Limitare l’accesso dei palestinesi nella moschea di Al-Aqsa durante il Ramadan”viene ritenuta da parte di Hamas un a “decisione criminale.” La chiusura della Spianata delle Moschee ai palestinesi promuove, sostiene Hamas in un comunicato, ”la criminalità sionista e la guerra religiosa condotta dal gruppo di coloni estremisti del governo di occupazione terroristico contro il nostro popolo palestinese e la violazione della libertà di culto nella benedetta Al-Aqsa Moschea”.

A tal fine Hamas chiede ”al nostro popolo palestinese nei Territori occupati, ad Al-Quds (Gerusalemme, ndr) e nella Cisgiordania occupata, di respingere questa decisione criminale, di resistere all’arroganza dell’occupazione” e di ”mobilitarsi, recarsi e stazionare nella benedetta Moschea di Al-Aqsa’‘.

Inoltre Hamas avverte Israele che ”qualsiasi danno alla Moschea di Al-Aqsa o alla libertà di culto in essa contenuta non passerà senza conseguenze” e annuncia una ”benedetta intifada ed esplosione di fronte all’ingiustizia, all’arroganza e all’aggressione”.

Media: 70 palestinesi uccisi in raid israeliani nel centro di Gaza

Si apprende intanto che sarebbero  almeno 70 civili palestinesi caduti in seguito ai raid aerei condotti nella notte nel centro della Striscia di Gaza.   Ad essere preso di mira in particolare il campo profughi di Nuseirat, la zona di Zuwaida e la città di Deir al-Balah.

Gli ultimi attacchi israeliani hanno anche causato la morte di 16 persone nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, mentre altri cinque palestinesi sono stati uccisi nel nord dell’enclave palestinese.

Oggi all’AIA la prima udienza della Corte internazionale di giustizia contro Israele

E oggi si apre all’Aia la prima udienza della Corte internazionale di giustizia (Cig) per fare luce sulla politica israeliana in Cisgiordania e nei Territori palestinesi occupati. I primi a testimoniare saranno proprio i palestinesi e in particolare il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Riyad al-Maliki. All’udienza, che durerà una settimana, parteciperanno 52 Stati e tre organizzazioni internazionali. Il mese scorso la Cig aveva chiesto a Israele di prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza e di fare tutto quanto era nelle sue possibilità per proteggere i civili palestinesi.

Era stata l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel dicembre del 2022, a chiedere alla più alta Corte dell’Onu un parere consultivo e non vincolante sulle conseguenze legali delle azioni di Israele nei confronti dei palestinesi nei territori occupati La richiesta era quindi arrivata prima dagli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele e della successiva rappresaglia sulla Striscia di Gaza.

Israele ha preso il controllo della Cisgiordania e di Gerusalemme Est nel 1967. Oggi in quei territori vivono circa 700mila coloni israeliani e tre milioni di palestinesi. I palestinesi rivendicano i territori per uno stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale.

 

Nuovo raid di Israele su Hamas. Uccise 81 persone più un ufficiale del controspionaggio

 

 

Nuovi raid di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza. Si apprende che sono  almeno 81 le persone rimaste uccise durante gli attacchi. La comunicazione proviene dal Ministero della Salute di Gaza, precisando che è stata colpita anche la città meridionale di Khan Yunis. Il bilancio tutale dei morti sale così a 24.448 vittime.

Bombe su Gaza - (Afp)
Striscia di Gaza bombardata- (Afp)

L’esercito israeliano ha reso noto inoltre di aver ucciso un ufficiale del controspionaggio di Hamas durante un attacco a Gaza. Il presunto membro di Hamas è Bilel Nofal e secondo l’Idf è il responsabile del gruppo islamico degli interrogatori di sospette spie nel sud di Gaza. Oltre a Nofal, l’esercito ha riferito di aver ucciso altri cinque combattenti palestinesi a Gaza: tre in raid aerei a Khan Younis e due alla periferia del quartiere di Sheikh Ejalin, nel sud della città di Gaza.

Tre palestinesi sono stati uccisi da un attacco sferrato dai droni israeliani vicino al campo di Balata, presso Nablus, nel nord della Cisgiordania. I tre viaggiavano a bordo di un veicolo quando sono stati colpiti, stando a quanto riporta l’agenzia palestinese Wafa citata da Times of Israel. Sull’attacco, le Forze di difesa israeliane hanno rilasciato una dichiarazione annunciando che una delle persone uccise era un leader terroristico in Cisgiordania che preparava un attacco giudicato imminente.

UN PIANO PER LA STRISCIA DI GAZA MA SUL FUTURO DELLA “PALESTINA” SCONTRI APERTI IN ISRAELE

 

Le divisioni interne al governo israeliano sul futuro della Palestina e del suo status non riconosciuto stanno diventando sempre più polemiche e divergenti .

A quasi tre mesi dall’inizio della guerra ad Hamas nella Striscia di Gaza, le divergenze di opinioni e le divisioni interne al governo israeliano sul futuro dell’enclave palestinese stanno diventando sempre più evidenti e, soprattutto, pubbliche.

Case del campo di Jabaliya distrutte da bombardamenti israeliani nel 2012 foto wikipedia
Archivi-Sud Libertà

Giovedì scorso il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha infatti delineato un programma che non prevede sia il controllo di Hamas sull’enclave sia tantomeno la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il piano è stato criticato duramente dal ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, che ha invece sostenuto con forza l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Il ministro, in particolare, ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei suoi civili al termine del conflitto.

Nella giornata di ieri si è consumato lo scontro aperto tra alcuni dei principali politici israeliani dopo quella che una fonte ha descritto come una ‘lotta’ in una riunione del gabinetto di sicurezza su come gestire le indagini sugli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre scorso. Ma forti disaccordi pubblici si sono registrati anche sul piano postbellico per Gaza.

 Estrema destra contro il piano per Gaza

Giovedì scorso – si apprende -il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha infatti delineato un programma che non prevede sia il controllo di Hamas sull’enclave sia tantomeno la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il piano è stato respinto dal ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, che ha invece sostenuto con forza l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Il ministro, in particolare, ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei suoi civili al termine del conflitto.

Tregua di 4 giorni nel conflitto tra Hamas(Gruppo terroristico) e Israele. Segnali di serenità che lasciano ben sperare nella pace prossima

Chi sono gli ostaggi di Hamas? 220 prigionieri, più della metà hanno  passaporti stranieri

Qatar: “Tregua di 4 giorni, ma c’è possibilità che duri di più”. Hamas: “150 i prigionieri palestinesi che saranno rilasciati dalle carceri israeliane”

I bambini prigionieri di Hamas e i parenti col fiato sospeso: «Verranno  tutti rilasciati?»- Corriere.it
Il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l’elenco dei 300 prigionieri palestinesi candidati al rilascio nell’ambito dell’accordo sugli ostaggi approvato dal governo di Tel Aviv. Partono da questo momento le 24 ore in cui sarà possibile presentare ricorso presso l’Alta Corte.

 Israele si è impegnata a rilasciare circa 150 prigionieri in cambio del rilascio di cinquanta ostaggi israeliani ma secondo l’accordo con Hamas l’organizzazione cercherà di individuare e rilasciare fino a cinquanta ostaggi aggiuntivi durante i giorni del cessate il fuoco. In tal caso, Israele rilascerà in cambio altrettanti prigionieri.  Manifestazioni per sollecitare il rilascio dei prigionieri vengono fatte dinanzi al Ministero della difesa israeliano

Si apprende infine che il  primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il membro del gabinetto di sicurezza Benny Gantz sono stati autorizzati a decidere ogni volta sull’identità dei prigionieri da rilasciare. Un terrorista di mestiere infatti può sconvolgere non solo Israele ma il mondo intero. E’ bene fare attenzione massima a chi si rilascia.Sono stati inoltre autorizzati a determinare la data finale del cessate il fuoco – in vista della possibilità che Hamas rilasci altri ostaggi – a condizione che la durata totale non superi i dieci giorni.

Israele adesso “vuol chiudere la partita” con i terroristi di Hamas

L'ospedale bombardato a Gaza, cosa sappiamo dell'attacco. Israele: «È stato  un razzo palestinese»- Corriere.it

Nelle scorse ore l‘esercito israeliano ha circondato nel complesso tre ospedali a Gaza City e l’ospedale indonesiano nel nord della Striscia. Si ritiene che i terroristi di Hamas siano nascosti sotto gli ospedali o nei pressi.   Con  carri armati e veicoli blindati, hanno chiuso un perimetro di circa 100 metri intorno a questi ospedali, dove sono rifugiati migliaia di feriti e di sfollati.

Secondo altre fonti, cecchini israeliani hanno sparato contro l’ospedale di al-Quds uccidendo una persona e ferendone altre 20. Due delle persone ferite versano in gravi condizioni. ”Sono in atto scontri feroci e cecchini dell’occupazione che sparano contro l’ospedale al-Quds, ci sono vittime tra gli sfollati” palestinesi che si rifugiano nella struttura ..”.

Israele in ogni caso ha sotto controllo l’intera città e punta casa per casa, quartiere dopo quartiere, all’individuazione e all’uccisione dei terroristi

Israele prosegue l’assedio, “non ci sarà il cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi”

 

Contestatissimo governo: se oggi si votasse in Israele, Netanyahu non  avrebbe la maggioranza

 

 

 Gaza City è sotto assedio d’Israele che non  si fermerà fino alla distruzione di Hamas. Gli Stati Uniti avvisano il premier Benjamin Netanyahu  esprimendo contrarietà alla rioccupazione della Striscia di Gaza.

Netanyahu : “Mi rivolgo ai cittadini di Gaza, per favore spostatevi a sud. Lo so che lo state già facendo, continuate, perché Israele non si fermerà. “Non ci saranno ingressi di lavoratori, non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi”

Rincara il premier israeliano: “A sud, la guerra procede con una forza che Hamas non ha mai visto. Gaza City è circondata, stiamo operando all’interno. Stiamo aumentando la pressione su Hamas di ora in ora”affermando che tantissimi tunnel e bunker dell’organizzazione sono stati distrutti. “Arriviamo in punti che Hamas riteneva irraggiungibili”, aggiunge. A nord, al confine con il Libano, Israele risponderà ad ogni eventuale azione di Hezbollah: “Risponderemo con forza a ogni attacco. Se Hezbollah entra in guerra, commette il più grande errore della propria vita”.

 Biden nel corso di una telefonata recentissima ha invitato Netanyahu ad una pausa di tre giorni nei combattimenti a Gaza. Stati Uniti, Israele e Qatar stanno discutendo una proposta in base alla quale “Hamas rilascerebbe 10-15 ostaggi e utilizzerebbe la pausa di tre giorni per verificare l’identità di tutti gli ostaggi e fornire un elenco dei nomi degli ostaggi”, . Due funzionari statunitensi e israeliani hanno inoltre affermato che “Netanyahu ha detto a Biden di non fidarsi delle intenzioni di Hamas e di non credere che siano pronti ad accettare un accordo sugli ostaggi”.

Israele insiste sulla richiesta di dimissioni del segretario Onu- Guterres replica, necessario ristabilire i fatti nel rispetto delle vittime..”

Israele chiede le dimissioni di Guterres: "le sue posizioni sono immorali"  | Euronews

 

Guterres (nella foto) non ci sta a essere linciato da Gerusalemme.”Sono scioccato dal travisamento di alcune mie dichiarazioni, come se io stessi giustificando gli atti di terrorismo di Hamas. Questo è falso, era il contrario”. Così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, replica ai durissimi attacchi di Israele che ha chiesto le sue dimissioni. “Credo che sia necessario ristabilire i fatti, specialmente nel rispetto delle vittime e delle loro famiglie”

Guterres ha affermato che nel suo discorso all’Onu ha condannato in modo inequivocabile “gli orribili e senza precedenti atti di terrorismo di Hamas in Israele“. Ed ha detto che “nulla può giustificare l’uccisione deliberata, il ferimento e il rapimento di civili, o il lancio di razzi contro obiettivi civili”.

Ma ho parlato dei torti nei confronti del popolo palestinese – ha aggiunto – e nel farlo ho detto ‘ma nessun torto del popolo palestinese può giustificare gli sconvolgenti attacchi di Hamas”.

Il segretario generale dell’Onu ha poi affermato sui social  che “per alleggerire le sofferenze, rendere la consegna degli aiuti più facile e sicura e facilitare il rilascio degli ostaggi, torno a lanciare un appello per un immediato cessate il fuoco umanitario“.  Anche la Russia assume la posizione del “cessate il fuoco” al Consiglio di sicurezza

Il discorso di Guterres che ha creato scintille con Israele

Aprendo le discussioni della riunione speciale del Consiglio di Sicurezza Onu sulla crisi in Medio oriente il vertice Onu aveva sottolineato che per quanto nulla possa giustificare gli attacchi di Hamas “è importante riconoscere che non sono venuti dal nulla, i palestinesi sono soggetti da 56 anni ad una soffocante occupazione”. Guterres aveva poi sottolineato che le rivendicazioni dei palestinesi “non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas, così come questi spaventosi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.