La Procura di Augusta ricostruisce l’omicidio di Lentini

 

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Lentini,

Si è costituito il presunto autore dell’ omicidio del 38enne di Lentini accoltellato poco prima della mezzanotte nella cittadina del Siracusano. Antonio Montalto, 23 anni, di Lentini era ricercato dai carabinieri nelle ore successive al delitto ma il sospettato si è presentato pochi minuti fa nella caserma della stazione dei carabinieri di Lentini difeso dal suo avvocato Julio Celesti   Non è chiara del tutto la dinamica del brutale evento. I successivi interrogatori consentiranno agli inquirenti di ricostruire l’accaduto in via Silvio Pellico

L’omicidio in Via Silvio Pellico

La vittima del delitto è Roberto Raso 38 anni, rimasto vittima dell’accoltellamento avvenuto poco prima della mezzanotte a LentiniIl fatto di sangue si è consumato in via Silvio Pellico, scaturito da una lite con altra persona che avrebbe utilizzato un coltello per colpire la vittima

Secondo una prima ricostruzione della Procura di Augusta , Montalto avrebbe estratto, , un coltello e sferrato un fendente che avrebbe colpito a morte Raso. Il 38enne era stato subito trasferito d’urgenza  al Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I dove però i medici non hanno potuto più far nulla per lui, deceduto poco dopo.

Siracusa:decreto di fermo per duplice omicidio e occultamento di cadavere

Vendesi resurrezione: già 200 i corpi in ibernazione

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 Siracusa
Su disposizione della Procura della Repubblica di Siracusa, i Carabinieri del Comando Provinciale aretuseo hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di un lentinese classe ‘83 per i reati di omicidio e occultamento di cadavere.
I fatti che hanno portato all’esecuzione del provvedimento si riferiscono al rinvenimento, nell’arco di poche ore ed in due differenti luoghi, dei cadaveri di due donne, madre e figlia, rispettivamente di 89 e 56 anni, conviventi in un’abitazione di Lentini.
Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore, dott.ssa Maria Chiara VEDOVATO e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, della Compagnia di Augusta e della Stazione di Lentini, sono iniziate la sera di giovedì 8 luglio u.s., allorquando personale medico del 118, intervenuto su chiamata di alcuni vicini allarmati dal forte odore, ha segnalato al numero unico d’emergenza 112 di aver rinvenuto il cadavere della cinquantaseienne, riverso in avanzato stato di decomposizione su un divano della sua abitazione.
Nell’appartamento non era presente l’anziana madre, risultata irreperibile anche nei giorni successivi ed attivamente ricercata.
Sono state quindi immediatamente avviate serrate indagini e ricerche per stabilire cosa fosse avvenuto alla donna deceduta e dove si trovasse l’anziana madre, riuscendo così a stabilire che quest’ultima, in quelle che probabilmente erano state le ultime ore di vita della figlia, era stata ripresa da alcuni sistemi di videosorveglianza prossimi all’abitazione di famiglia, mentre si allontanava dalla stessa unitamente all’uomo che successivamente è stato sottoposto al provvedimento di fermo.
Lo stesso, dopo diverse ore di ininterrotti accertamenti, ha fornito agli inquirenti indicazioni rivelatesi utili al rinvenimento della salma dell’anziana all’interno di un garage ubicato nel centro di Lentini. Il corpo della donna, come è stato rilevato nel corso del sopralluogo operato dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, intervenuti sul posto, era stato occultato in una bara, avvolto in una pellicola di plastica.
Il sospettato ha continuato a negare ogni coinvolgimento attivo nella morte delle donne, fornendo una serie di versioni ritenute dall’Autorità Giudiziaria non attendibili sulla scorta degli elementi raccolti e che hanno indotto il Pubblico Ministero ad emettere il provvedimento di fermo.
L’uomo è già stato coinvolto in passato in un’inchiesta relativa all’occultamento del cadavere di un anziano di Lentini rinvenuto in un sacco mortuario deposto nelle campagne circostanti al paese.
Le salme delle donne saranno sottoposte ad esame autoptico, in quanto non si esclude che le cause della morte possano essere state di natura violenta.
I militari dell’Arma, sotto la direzione della Procura aretusea, stanno anche valutando l’eventuale coinvolgimento di terzi nella soppressione delle donne e nell’occultamento del cadavere dell’anziana
Al fine di permettere al Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina di effettuare i necessari accertamenti tecnici, sono stati sottoposti a sequestro gli immobili ove sono stati rinvenuti i cadaveri, quelli nella disponibilità dell’indagato, nonché le autovetture in uso a quest’ultimo.

 

 

Lite a Lentini: anziano uccide una donna di 39 anni- Arrestato dai Carabinieri

Lentina, 82enne uccide donna di 39 anni anni che era andata a vivere in casa sua

 

SIRACUSA

Lentini  protagonista di cronaca nera.Una donna di 39 anni, Giuseppina Ponte, è stata uccisa questa mattina intorno alle 11 in un appartamento di via Sicilia a Lentini, in provincia di Siracusa. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del nucleo operativo, ad ucciderla con due colpi di pistola sarebbe stato un 82enne, Antonino Zocco, proprietario della casa dove i due da diversi giorni vivevano insieme. I vicini, che hanno avvertito gli spari, hanno avvertito le forze dell’ordine. I militari dell’Arma hanno trovato il corpo della vittima in una pozza di sangue.  

Il pensionato è stato  interrogato da parte del sostituto procuratore Marco Dragonetti che coordina le indagini dei carabinieri. 

Dopo l’interrogatorio, Zocco è stato fermato con l’accusa di omicidio. L’assassino avrebbe rivelato al giudice che era scoppiata i una lite culminata poi nella reazione dell’uomo che ha ucciso la donna

GRUPPO LEONARDI SETTORE RIFIUTI: ARRESTI, SEQUESTRI, ILLECITI ,”CORRUZIONE, ASSOCIAZIONE MAFIOSA”

– VIDEO   – g.di    finanza – Un ingente quantitativo di denaro è stato trovato sotterrato dai finanzieri: le banconote in mazzette erano contenute in sacchi di plastica neri inseriti in alcuni bidoni di plastica e poi sotterrati. 

Il  gruppo Leonardi di Lentini i cui interessi erano ormai su Catania, soprattutto nel settore dei rifiuti è sotto i riflettori della Giustizia. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania su richiesta della Procura etnea nei confronti di 9 persone, due delle quali sono finite in carcere, tre ai domiciliari e 4 sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo di presentazione alla P.G. e di dimora.

La contestazione verte su reati a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.

"Sicura Mazzette", ecco i nomi degli arrestati

La cronaca giudiziaria parte dagli anni 2018 e 2019 per la gestione della discarica di Lentini nel Siracusano, la più estesa della Sicilia e gestita dalla Sicula Trasporti nonché le “pressioni” del clan mafioso dei Nardo finalizzate ad ottenere l’affidamento di un chiosco presente all’interno dello stadio della Sicula Leonzio che disputa il campionato di serie C.

Sequestro preventivo anche di tutti i beni aziendali, quote e azioni sociali per un valore complessivo di 110 milioni di euro. I sigilli sono stati apposti sulla Sicula Trasporti che ha a Catania in Contrada San Giorgio e che si occupa di “trattamenti e smaltimenti di altri rifiuti non pericolosi” e cioè la gestione dei rifiuti solidi urbani, insieme all’impianto di trattamento meccanico biologico di Contrada San Giorgio e le vasche di abbancamento situate nel comune di Lentini. La società ha un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti;

Sequestrata anche la “Sicula Compost con sede a Catania che si occupa di “produzione di compost” e cioè la produzione di fertilizzanti agricoli derivanti dall’utilizzazione e trasformazione di scarti vegetali e agroalimentari; la società ha circa 20 dipendenti e ha un fatturato di 3,6 milioni di euro;

Non è finita qui l’attività della G.di Finanza: -sequestro anche per la “Gesac con sede a Catania in Contrada Coda Volpe che si occupa di estrazione di pomice e di altri minerali ed è inserita nella filiera della lavorazione dei rifiuti solidi urbani, forniva il materiale pietroso da cospargere (obbligatoriamente per legge) sulla “parte secca” del rifiuto, abbancato nelle vasche della discarica gestita dalla Sicula Trasporti. Ha un fatturato di circa 2 milioni di euro e ha oltre 20 dipendenti.

Sotto inchiesta la Edile Sud srl di Scordia che gestisce l’attività di gestione di un impianto di recupero, trasporto e produzione di rifiuti non pericolosi nel territorio di Lentini. La società, con 18 dipendenti, ha un volume d’affari di circa un milione di euro.

La Procura e la Gdf ipotizzano il traffico illecito di rifiuti in virtù anche ad un rodato circuito corruttivo con il pagamento di tangenti in contanti per decine di migliaia di euro per ammorbidire i controlli. Le indagini dei finanzieri del Gico di Catania si sono avvalse di di intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione amministrativa afferente le autorizzazioni necessarie per la gestione degli impianti della famiglia Leonardi nonché accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Catania nel corso di un accesso negli impianti “incriminati” e operato dai finanzieri nel febbraio del 2019.

 

La consistente mole indiziaria così emergente ha consentito di porre in attenzione, secondo gli investigatori un sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani convenzionati con la Sicula Trasporti, un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile e che finiva in discarica senza subire alcun trattamento preliminare, un trattamento quest’ultimo essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero.

Una gestione della discarica, dell’impianto Tmb e di compostaggio, da parte della famiglia Leonardi, orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i Comuni pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse autorizzazioni amministrative.

Il sistema illecito orchestrato da Antonino Leonardi, secondo gli atti giudiziari, si reggeva su due pilastri: le tangenti per influenzare la concessione di autorizzazioni amministrative e di “pilotare” i controlli ambientali e la fasulla rappresentazione della movimentazione dei rifiuti al fine di garantire un’apparente osservanza delle norme con una contabilità assolutamente non corrispondente alla reale entità e tipologia dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di compostaggio.

Gli accertamenti tecnici operati direttamente nelle imprese gestite da “Antonello” Leonardi hanno consentito di rilevare che sia ingenti quantitativi di rifiuti solidi urbani (non sottoposti ai preventivi trattamenti di frantumazione, triturazione, successiva vagliatura e biostabilizzazione e, tra questi, anche la frazione “umida” che avrebbe dovuto essere destinata al recupero mediante compostaggio) quanto una consistente mole di materiale originata da un incompleto processo di compostaggio, venivano conferiti direttamente nella discarica lentinese, previa attribuzione fittizia di un codice che identifica i rifiuti derivanti da tritatura e vagliatura e, in alcuni casi, anche senza che i rifiuti fossero tracciati da alcun formulario.

Si tratta di rifiuti che, per la loro stessa natura, non avevano i requisiti di ammissibilità necessari alla discarica e che hanno permesso agli indagati di accumulare, nel tempo, guadagni illeciti non spettanti anche in frode agli impegni assunti con i Comuni.

Rifiuti altamente putrescibili e quindi in grado di formare percolati e di produrre biogas creando così concreti presupposti per l’emissione diffuse di maleodoranze oltreché di gas serra. In alcune circostanze, è stato appurato che i percolati, liquidi che dovevano confluire sul fondo delle vasche e da qui stoccati in silos, erano sversati nel suolo e nelle acque circostanti.

Tra i rifiuti conferiti “tal quali” in discarica anche frigoriferi interi (contenenti al loro interno ancora il poliuretano), pneumatici non ammissibili nella discarica lentinese, materassi non previamente lacerati, oggetti di plastica, metallo e carta recuperabili, pasti provenienti da mense ancora integri nonché rifiuti speciali sanitari (circostanza che ha anche configurato un’evasione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari, per il 2018, a oltre 6,2 milioni di euro da versare trimestralmente alla Regione).

L’impianto di compostaggio della “Sicula Compost dal maggio 2018 ha iniziato a ricevere la “frazione umida” proveniente dalla “Raccolta Differenziata” svolta da diversi comuni siciliani, con i quali l’azienda aveva stipulato preventivi contratti di conferimento, in ragione dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione che avrebbe consentito alla “Sicula Compost di ricevere presso la sua struttura un quantitativo massimo di 70 mila tonnellate annue. Ma l’impianto di compostaggio, a fronte di una potenzialità di lavorazione della “frazione umida” calcolata intorno alle 160/170 tonnellate giornaliere, ne riceva 250/270. Una circostanza nota sia ad Antonino Leonardi che a Pietro Nicotra che hanno così deciso che che delle 1.400 tonnellate di “rifiuto umido” che arrivavano settimanalmente in impianto, almeno 400 dovevano essere “smaltite illecitamente” ovvero senza sottoporle ad alcun processo di recupero e veicolandole “tal quali” nella discarica di Lentini.

Oltre 30.000 tonnellate di rifiuti solidi inerti derivanti da lavori di scavo effettuati per la realizzazione di una nuova vasca nella discarica della Sicula Trasporti venivano smaltiti illecitamente nei terreni di proprietà delle società di Leonardi. Una condotta fraudolenta realizzata  con la compiacenza – secondo la Procura – dei fratelli Guercio e della loro Edile Sud la cui piattaforma risultava solo “cartolarmente”, attraverso la redazione di oltre 1.300 falsi formulari, luogo di destinazione dei succitati inerti.                       Adesso resta da vedere l’azione difensiva dei legali del Gruppo Leonardi. Attendiamo…

A seguire le foto distribuite alla Stampa dei soggetti sotto i riflettori della Procura