Stop ai licenziamenti: oggi il decreto Agosto del Consiglio dei ministri

 

Governo, notte di trattative per i sottosegretari. Attesa per le ...

 

La maggioranza ha raggiunto l’intesa sulla proroga dello stop ai licenziamenti economici e collettivi   stop  ai licenziamenti se si fa ricorso a Cig o decontribuzioni.

Oggi verrà varato dunque il decreto Agosto in Consiglio dei ministri.

Afferma  il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri:  “Il nodo è stato sciolto, c’è condivisione, abbiamo trovato una sintesi”
Queste le principali misure del dl che oggi uscirà dal governo Conte  Le riportiamo appresso:
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STOP LICENZIAMENTI CON CIG E DECONTRIBUZIONI. Fino al 31 dicembre le aziende che accedono alla Cig (18 settimane) o usufruiscono – in alternativa – alle decontribuzioni al 100% da settembre a dicembre per il rientro dei lavoratori non potranno licenziare.

‘SCONTO’ 20% AL RISTORANTE. Il bonus ristorante scatterebbe da settembre a dicembre e dovrebbe prevedere un rimborso del 20% della spesa sostenuta pagata con carta o bancomat, con un tetto massimo. Il rimborso arriverebbe direttamente sul conto corrente o, come seconda opzione se la prima strada non fosse percorribile, iscrivendosi ad una App ad hoc. Costo dell’operazione si attesterebbe a circa un 1 miliardo. Interessati dall’intervento i ristoranti, ma anche agriturismi e tavole calde. Inoltre la misura sarà per tutti gli italiani senza ‘paletti’ legati al tetto di reddito.

STOP MUTUI REGIONI E PROVINCE. Il provvedimento sospende il pagamento della quota capitale dei mutui delle Regioni e Province a statuto speciale. Il fondo per gli Enti locali verrà inoltre finanziato con ulteriori 1,4 mld per far fronte ai buchi di bilancio per le mancate entrate legate alle misure anti-Covid.

FISCO. In arrivo un nuovo slittamento delle scadenze fiscali. Il dl prevede la proroga da fine agosto al 15 ottobre del pagamento delle cartelle dell’Agenzia della riscossione. Attesa anche la proroga a fine anno dell’esonero da Tosap e Cosap per sostenere turismo e ristorazione. Attesa anche una rimodulazione dei versamenti Iva previsti per metà settembre: una delle opzioni sul tavolo prevede il pagamento del 50% a settembre e la rateizzazione della metà restante.

LAVORO. Il ‘pacchetto’ lavoro del dl dovrebbe agire su due fronti: le decontribuzioni e la proroga degli ammortizzatori con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso che aiuti a ridurre la mole di cassaintegrati. L’esonero contributivo interesserebbe infatti i datori di lavoro che fanno rientrare i dipendenti in Cig o che realizzeranno nuove assunzioni. L’esenzione varrà fino al 31 dicembre ma con l’obiettivo di prolungarla in Legge di Bilancio. In arrivo anche la proroga sempre fino a fine anno di Cig, Naspi e Discoll.

SCUOLA. Dovrebbero ammontare a 1,3 mld circa gli stanziamenti per la scuola e le assunzioni.

IMPRESE. E’ in arrivo anche il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.

STAGIONALI TURISMO. Con il decreto Agosto in arrivo inoltre gli interventi a supporto dei lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo e delle terme.

AUTOMOTIVE. Ammontano a 500 mln le risorse del decreto agosto per gli incentivi per l’auto: 100 mln per realizzare il parco di ricarica, le colonnine, e circa 400 mln residui per il bonus all’acquisto di auto.

 

PIAGA ASSENTEISMO A CATANIA: TIMBRAVANO IL BADGE AL POSTO DEI COLLEGHI ASSENTI..

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L’assenteismo, il fenomeno di lasciare vuoti uffici e scrivanie, si allarga a macchia d’olio. Siamo convinti che la Finanza debba maggiormente esercitare controllo e vigilanza anche negli uffici ed enti periferici e microuffici della Regione sicilianaSostare, l’azienda del Comune che si occupa degli stalli blu, sotto i riflettori ancora della Procura. Il Cda della società ha provveduto a licenziare tre dipendenti del settore “rimozione” e  a sostituire il responsabile delle rimozioni – che è tra i licenziati – provvedendo a nominare al suo posto il vice responsabile. 

Sono 28 in atto gli indagati e rinviati a giudizio per assenteismo.

   Secondo l’accusa i dipendenti si sarebbero «assentati senza autorizzazione dal posto di lavoro dopo aver timbrato il proprio badge attestante l’ingresso in ufficio e senza segnalare l’uscita». Avrebbero inoltre «timbrato il badge al posto del collega non ancora presentatosi in servizio o andato via anzitempo, attestandone falsamente la presenza». Per la Procura gli indagati avrebbero così «indotto in errore l’ufficio contabile preposto alla determinazione della retribuzione e la società Sostare sull’effettiva esecuzione della prestazione lavorativa» procurandosi «un ingiusto profitto della percezione di un compenso in realtà non spettante». Sostare, avverte il Presidente Luca Blasi, si costituirà parte civile.

Alcuni degli indagati hanno richiesto alla Procura di risarcire del danno economico la Società per le ore complessive non lavorate.  I procedimenti disciplinari sono stati avviati e in alcuni, senza attendere la sentenza della Procura, la Società ha pure licenziato tre dipendenti per” illeciti palesi”.    La parola ora agli avvocati e ai sindacati di categoria se hanno contestazioni od osservazioni da pubblicare sulla delicata questione

 

Sentenza della Corte Costituzionale sul risarcimento del lavoratore licenziato – Cambia la disciplina Jobs Act

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Novità sulla disciplina dei licenziamenti .Secondo quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 194 depositata oggi, il criterio di determinazione dell’indennità che spetta al lavoratore ingiustamente licenziato – e legato esclusivamente all’anzianità di servizio – è incostituzionale. L’indennità risarcitoria sarà il giudice a decidere tenendo  conto non solo dell’anzianità di servizio ma anche degli altri criteri “desumibili in chiave sistematica dall’evoluzione della disciplina limitativa dei licenziamenti, numero dei dipendenti occupati, dimensioni dell’attività economica, comportamento e condizioni delle parti”.

Con questa sentenza la Consulta dichiara così incostituzionale sia quanto previsto dal Jobs act nel 2015 sui contratti a tutele crescenti che quanto modificato dal Dl Dignità nel 2018 che ha innalzato la misura minima e massima dell’indennità. Il meccanismo di quantificazione del risarcimento pari a un ”importo pari a due mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio” spiega ancora la sentenza della Consulta, rende l’indennità ”rigida” e ”uniforme” per tutti i lavoratori con la stessa anzianità, così da farle assumere i connotati di una liquidazione ”forfetizzata e standardizzata” del danno derivante al lavoratore dall’ingiustificata estromissione dal posto di lavoro a tempo indeterminato.

Pertanto, il giudice,  “nell’esercitare la propria discrezionalità nel rispetto dei limiti, minimo (4, ora 6 mensilità) e massimo (24, ora 36 mensilità), dell’intervallo in cui va quantificata l’indennità, dovrà tener conto non solo dell’anzianità di servizio, criterio che ispira il disegno riformatore del 2015, ma anche degli altri criteri ”desumibili in chiave sistematica dall’evoluzione della disciplina limitativa dei licenziamenti (numero dei dipendenti occupati, dimensioni dell’attività economica, comportamento e condizioni delle parti)”.

La disposizione censurata, prosegue la Corte Costituzionale, contrasta anzitutto con il principio di eguaglianza, sotto il profilo dell’ingiustificata omologazione di situazioni diverse: finisce, conclude la Corte, “col prevedere una misura risarcitoria uniforme, indipendente dalle peculiarità e dalla diversità delle vicende dei licenziamenti intimati dal datore di lavoro, venendo meno all’esigenza di personalizzazione del danno subito dal lavoratore, anch’essa imposta dal principio di eguaglianza”.

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