Vita umana su Marte. Gli scienziati imitano artificialmente la fotosintesi di una pianta

 

Sarà un problema vivere sul pianeta rosso.  Ma, secondo gli studiosi di Marte, la vita umana è possibile

Un altro passo avanti. Gli scienziati dell’Università di Warwick, in collaborazione con l’ESA, il Georgia Institute of Technology, il Centro di tecnologia spaziale applicata e il Centro di microgravità in Germania, hanno sviluppato un modo per trasformare la luce in sostanze chimiche utili. In sostanza hanno imitato artificialmente la fotosintesi di una pianta.

Il processo di conversione dell’energia “potrebbe certamente integrare i sistemi di supporto vitale negli habitat spaziali”, ha riferito la dott.ssa Katharina Brinkert, professore associato presso l’Università di Warwick. “E sulla Terra, allo stesso tempo, possiamo effettivamente introdurre un modo più sostenibile di produrre sostanze chimiche… potresti potenzialmente risparmiare molto tempo ed energia anche per l’industria”.

Gli scienziati utilizzano semiconduttori che possono assorbire la luce allo stesso modo della clorofilla. Una volta immagazzinata convertono direttamente l’energia solare, utilizzandola per dividere composti come l’acqua in ossigeno e idrogeno. In un contesto spaziale, l’ossigeno sarebbe essenziale per la respirazione mentre l’idrogeno potrebbe essere utilizzato per produrre carburante, anche per i veicoli spaziali. Il processo non avrebbe bisogno di grandi infrastrutture industriali e nemmeno di elettricità per funzionare perché genera elettricità internamente.

 

Perseverance è atterrato sul pianeta rosso . Alla ricerca di vita o di condizioni adatte alla vita

 

 

 

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Perseverance è atterrato su Marte. Era questa la fase più delicata e più attesa dagli scienziati .Un applauso dalla ‘cabina di regia’ della Nasa sancisce l’avvenuto touchdown del rover su Marte che ha mandato la prima immagine del cratere del pianeta rosso. Perseverance è al ‘sicuro’ sul suolo di Marte. I controllori del volo “hanno confermato che il rover Perseverance della Nasa, con l’elicottero Ingenuity Mars attaccato alla pancia, è atterrato in sicurezza su Marte” e  tecnici ed  ingegneri stanno seguendo passo dopo passo quali dati nuovi trasmetterà l’originale elicottero atterrato sul suolo marziano…

Scopo della missione è trovare conferme a quanto le due precedenti missioni marziane dell’agenzia Usa, Curiosity e Opportunity, avevano mostrato : miliardi di anni fa Marte era un pianeta umido e con condizioni potenzialmente adatte alla vita.

 

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E’ il motivo principale perchè  come destinazione del rover, dopo l’atterraggio più difficile mai tentato sul suolo del pianeta, è stato scelto il cratere Jezero, che gli scienziati ritengono fosse stato un lago in un remoto passato

L’Italia-affermano i dirigenti del progetto – ha un ruolo da leader nell’esplorazione spaziale e nell’ambiziosissimo programma Mars Sample Return di cui il rover Perseverance della missione Mars 2020 della Nasa è il primo capitolo”

Afferma Teresa Fornaro ricercatrice napoletana dell’Inaf di Firenze:”Cercheremo tracce di vita su Marte e il rover Perseverance sarà capace di cercare queste ‘tracce'” . “Il mio ruolo sarà aiutare nell’interpretazione dei dati degli strumenti a bordo del rover e di comprendere se ci sono i ‘segnali’ di vita”.

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Fornaro ha spiegato che “è molto plausibile che si siano sviluppate forme di vita unicellulari su Marte come avvenuto, durante lo stesso periodo, sulla Terra. Non ci aspettiamo che queste forme di vita si siano evolute come accaduto sulla Terra perché Marte si è rapidamente spento e la radiazione ha spazzato via tutto”.

“Probabilmente    ci sono stati microrganismi unicellulari e e con questo programma noi ci aspettiamo di trovare queste tracce”.

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ALLA SCOPERTA DELLA VITA SU MARTE CON LA SONDA “INSIGHT” GIA’ ATTERRATA SUL PIANETA ROSSO

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Un cuore italiano è sulla sonda Insightt sul pianeta Marte. . Un applauso con la storica standing ovation ha accompagnato il segnale al centro di controllo dell’Ente spaziale statunitense. .La sonda ha percorso 460 milioni di chilometri nello spazio dal giorno del suo lancio, avvenuto il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California.

InSight è la 15esima sonda spaziale ad atterrare sul Pianeta Rosso dal 1971 ad oggi. “Siamo soddisfatti e orgogliosi di avere contribuito a questa tappa fondamentale nell’esplorazione umana del Sistema Solare” afferma Marco Molina, Responsabile Ricerca e Sviluppo Spazio di Leonardo. La sonda InSight della Nasa è stata guidata dalla Terra fino a Marte da una ‘bussola spaziale’, il sensore stellare Star Tracker, pensato, progettato e costruito dal colosso italiano dell’aerospazio. “Il nostro sensore ha contribuito a determinare con precisione il puntamento della sonda e dei suoi motori, come sta facendo dal giorno del lancio”

InSight , che sta per Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, è stata lanciata il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California, ed è una delle missioni di punta della Nasa. “L’arrivo della sonda della Nasa InSight rappresenta un punto di sviluppo effettivo per tutta l’umanità” commenta il Commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana, Piero Benvenuti. “La ricerca scientifica e le conseguenti scoperte aprono infatti notevoli possibilità di conoscenza dell’Universo e della sua evoluzione. L’impegno italiano, anche grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, in questa contesto è elevato e siamo in prima linea nell’esplorazione di Marte. Potremmo dire che non c’è sonda che studi Marte senza il contributo italiano” afferma Benvenuti.

L’esultanza nella base Nasa per l’atterraggio su Marte di InSight

Infatti tutto come previsto Insight è entrato nella tenue atmosfera marziana alle 20:54 circa con angolo di entrata perfetto, 12 gradi, per evitare di fare la fine dei sassi piatti che i ragazzini lanciano sulla superfice dei laghi per vederli rimbalzare o di bruciarsi all’istante. 
Il resto è venuto di conseguenza, il mezzo si è voltato per portare lo scudo termico contro la direzione di discesa, si arriva infatti a migliaia di gradi anche se l’atmosfera oppone scarsa resistenza, poi si è aperto il grande paracadute supersonico da venti metri, che si è staccato per lasciare il lavoro, oramai a poche centinaia di metri dal suolo marziano, ai retrorazzi. Il mezzo spaziale ha così potuto arrivare al suolo con una velocità di qualche km all’ora.. Sono i famosi 6 minuti di terrore, che solo gli americani sanno superare, in cui si passa da una velocità di migliaia di chilometri all’ora, a 4, in 120 chilometri di discesa, in cui si perde anche la connessione col lander per via del formarsi di una capsula di plasma attorno ad Insight. In orbita, esperimento nell’esperimento, i due mini satelliti Marco, grandi poco più di un grosso panettone, rimandavano a terra i segnali ricevuti da Insight durante la discesa.

. Da domani si inizia a lavorare, si studiano i terremoti, si determina l’orbita di Marte con precisione quasi millimetrica, e si misura la febbre al pianeta, a 5 metri sotto il suolo, per capire se c’è o meno un nucleo magmatico come qui sulla Terra. 
Insight ha potuto arrivare fin là grazie allo star finder sviluppato da Leonardo, che ne ha prodotti e venduti finora oltre 600. Osserva le stelle e dice al computer del mezzo spaziale se la rotta è giusta, in questo siamo i leader, ma c’è altra Italia ora su Marte…..un cuore italiano.. «A bordo del lander di Insight è presente Larri, un microriflettore di ultima generazione sviluppato dall’Infn con il supporto dell’ASI, fornirà la posizione accurata del lander durante l’esplorazione di Marte. Da non trascurare e lo diciamo dalle colonne del Quotidiano SUD LIBERTA’  il coinvolgimento della Sardegna Deep Space Antenna, la grande parabola sarda del radiotelescopio SRT, che ha ricevuto i dati e seguito le fasi di atterraggio di InSight».

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E’ il lander Nasa incaricato di riportare gli States sul suolo di Marte sei anni dopo il touchdown del rover Curiosity, avvenuto nell’agosto 2012. L’atterraggio morbido, ricorda l’Agenzia Spaziale italiana, è riuscito solo al 40% dei veicoli che lo ha tentato, e il primato, ad oggi, è ancora prerogativa esclusiva degli Stati Uniti. La prerogativa di InSight è che, una volta al lavoro, è il primo lander a studiare le profondità del suolo di Marte, dove a d un punto si è scoperto vi è ghiaccio. Ciò consentirà di capire se nel passato c’è stata la vita sul pianeta.

Il veicolo è accompagnato da due mini-satelliti, i cubesat Mars Cube One (MarCO), i primi del loro genere a effettuare una missione oltre l’orbita bassa. I due veicoli, lanciati con InSight, ma indipendenti rispetto al lander, devono testare la capacità di trasmettere, in tempo reale verso la Terra, i dati prodotti da Insight, durante l’ingresso in atmosfera, la discesa e l’atterraggio.

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A bordo del lander è presente anche Larri, un microriflettore italiano di ultima generazione sviluppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il suo compito è fornire la posizione accurata del lander durante l’esplorazione di Marte. E non solo. Con lo strumento Larri si potrà “delineare il primo meridiano marziano, un gemello del meridiano di Greenwich terrestre” afferma il Responsabile ASI della partecipazione scientifica del programma ExoMars 2016-2020, Raffaele Mugnuolo. Lo strumento italiano Larri “potrebbe infatti diventare una sorta di ‘Meridiano zero’ di Marte, un primo ‘punto fiduciale’ sulla superficie del pianeta, un punto fisso per i calcoli relativi alle missioni e agli oggetti che inviamo su Marte”.

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Intanto, il team della missione, ritiene che lo studio della stratificazione delle rocce marziane sarà di fondamentale importanza per rivelare i processi di formazione che hanno interessato Marte e gli altri pianeti rocciosi del Sistema Solare. Lo strumento Larri è gemello di Inri che era presente a bordo dello Schiapparelli -il lander della missione ExoMars del 2016 andato perduto nell’impatto con il suolo di Marte- e che avrà un ulteriore fratello sulla sonda Nasa Mars 2020…..

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MARTE: VI SONO LE CONDIZIONI ALLA VITA, ANNUNCIO DELLA NASA

 

Il pianeta rosso, certamente più affascinante, ci riserva altre belle sorprese.Lo scorso luglio era stato scoperto un lago sotterraneo di acqua contenente sale allo stato liquido  su Marte, un chilometro e mezzo sotto i ghiacci del Polo Sud del pianeta rosso.

La Nasa annuncia adesso un’altra scoperta sensazionale: in quell’acqua c’è ossigeno in quantità tale da ospitare la vita. . Dopo alcuni calcoli effettuati i ricercatori hanno stabilito che l’ossigeno presente nel sottosuolo di Marte potrebbe permettere la vita di alcuni microrganismi, senza escludere forme più complesse, come le spugne. Si tratta di una svolta importante, se confermata, perché sino ad ora si era sempre pensato che sul pianeta rosso non vi fossero le condizioni necessarie alla vita.

L’esistenza dell’ossigeno nell’acqua salata, invece, cambia le nostre conoscenze sul pianeta. I ricercatori sono arrivati a questa tesi stabilendo con esattezza la quantità di ossigeno che può essere disciolto nell’acqua salata a varie condizioni di pressione e temperatura. Anche in quel lago sotterraneo, che si trova a 1500 metri di profondità. “In un serbatoio d’acqua salata di questo tipo – – ci potrebbero essere elevate concentrazioni di ossigeno disciolto”.

Ma si può affermare, dunque, che su Marte c’è vita? Non possiamo ancora dirlo. Gli scienziati  spiegano chiaramente: “Non sappiamo se Marte abbia mai ospitato la vita”, ma “i nostri risultati allargano la possibilità di cercarla”, indicando che le forme di vita basate sull’ossigeno sul pianeta rosso potrebbero essere possibili, a differenza di quanto immaginato finora”.

 

ALLA SCOPERTA DELLA VITA: ACQUA SUL PIANETA ROSSO

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La scoperta della vita su Marte forse è vicinissima : sotto la superficie del pianeta rosso c’è dell’acqua allo stato liquido. A scoprirlo, un team di scienziati italiani che hanno indagato con l’ausilio del  radar italiano Marsis che si trova a bordo della sonda europea Mars Express. L’annuncio dell’importante scoperta è stato fatto ieri durante una conferenza stampa internazionale congiunta dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’Università Roma Tre, convocata nella sede dell’Asi per illustrare lo studio pubblicato su Science.

– I dati di Marsis indicano che probabilmente l’acqua è salata poiché alla profondità di 1.5 chilometri, dove l’acqua è stata identificata, la temperatura è sicuramente ben al di sotto di 0°C. I sali, che probabilmente sono simili a quelli che la sonda Nasa Phoenix ha trovato nel ghiaccio della zona circumpolare nord, agiscono da “antigelo” aiutando a mantenere l’acqua allo stato liquido.

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– Acqua, sali, rocce e protezione dalla radiazione cosmica inducono gli scienziati ad ipotizzare anche a “una nicchia biologica”. “Tutto questo ci fa comprendere che le precondizioni per trovare vita su Marte ci sono” afferma l’Agenzia Spaziale Italiana. “Ora sappiamo che Marte è più adatto ad ospitare vita di quanto pensavamo. Ora sappiamo che acqua liquida c’è ed è stabile da centinaia di milioni di anni. Siamo a un passo, siamo più vicini a pensare che ci possa essere vita

– Lo studio pubblicato su Science con il titolo ‘Radar evidence of subglacial liquid water on Mars’ è stato realizzato da un team composto da ricercatori appartenenti a centri di ricerca e università italiane: Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di Astrofisica, Università degli studi Roma Tre, Università degli studi D’Annunzio, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Sapienza Università di Roma.