Aerei, il Presidente della Regione Sicilia ,Schifani, incontra l’ad di Ryanair sul problema del caro-voli

 

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Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha ricevuto questa mattina l’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, nella sede di Palazzo d’Orléans a Palermo. Al centro dell’incontro, che si è svolto in un clima franco, il posizionamento della compagnia irlandese nel mercato dell’Isola.

«Ringrazio mr Wilson per la cortese visita. Ho ascoltato con attenzione – dichiara il presidente Schifani – l’analisi delle attività svolte in passato dal vettore che ha portato in Sicilia milioni di passeggeri, contribuendo alla crescita delle presenze turistiche straniere e nazionali sull’Isola. Ho, inoltre, preso atto dei nuovi programmi di investimento della compagnia. Sono pienamente cosciente dell’importante ruolo che Ryanair riveste nel mercato italiano e soprattutto in quello siciliano – sottolinea il governatore – per questo ho accolto la richiesta di un incontro che potrebbe segnare l’avvio di una nuova stagione di dialogo nell’interesse dei siciliani e di quanti vogliono venire a visitare la nostra regione. È chiaro che il nostro obiettivo era e rimane quello di garantire prezzi più accessibili per il trasporto aereo e, per questo, il mio governo continuerà a fare in modo che venga favorita la libera concorrenza e contrastato ogni episodio di inaccettabile aumento dei prezzi. Valutiamo anche l’ipotesi di avviare un tavolo tecnico per un confronto costante e costruttivo».

«Ringrazio il governo e il ministro Urso – conclude Schifani – per quanto fatto finora sul problema del caro-voli. Prendo atto di un nuovo passo sul tema da parte dell’esecutivo nazionale e apprendo con soddisfazione il fatto che verranno dati maggiori poteri all’Antitrust. Proprio a questa Autorità ci siamo subito rivolti per segnalare la discriminazione dei prezzi sul trasporto aereo che subisce la Sicilia».

La gran parte dei reperti archeologici è venduta all’estero dalla Puglia e dalla Basilicata

IL MONITORAGGIO DEI CARABINIERI HA PERMESSO IL RECUPERO DI 1181 REPERTI ARCHEOLOGICI DEL IV-II SEC.a.c..

Un anno di indagini sulle opere d'arte rubate: 53 persone denunciate, ma 8  nuovi colpi messi a segno - Il Secolo XIX
Foto Archivio Sud Libertà
Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell’ambito delle numerosissime attività investigative avviate sui territori di Puglia e Basilicata e spesso conclusesi in altre regioni italiane o all’estero, ha restituito nel 2020, al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi. Le attività delinquenziali connesse ai beni culturali, infatti, hanno sì risentito della crisi pandemica, ma hanno trovato un florido sbocco nel commercio illecito a mezzo e-commerce.    
Sotto l’aspetto repressivo, le investigazioni a contrasto delle aggressioni al patrimonio culturale pugliese e lucano concluse lo scorso anno, hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 90 persone per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reati previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale. 
28 sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a seguito degli esiti investigativi delle indagini.
Nell’arco dei dodici mesi sono stati complessivamente sequestrati 1.329 beni (contro i 531 del 2019), di cui 126 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 19 reperti paleontologici, 1.181 reperti archeologici e 3 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 1.530.000 per i beni autentici e di € 7.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali. 
Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e in Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali.
E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2020, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici iniziative investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 6 persone per lo specifico reato di scavo clandestino.
L’attento monitoraggio di siti e-commerce ormai divenuti, come detto, canale preferenziale per la compravendita di arte, ha permesso il recupero di 1.181 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. dei quali 871 monete di natura archeologica e il contestuale deferimento all’Autorità Giudiziaria di 66 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato.  

Consultazioni oggi: Di Battista contro Mario Draghi, “fu lui come governatore Banca D’Italia a dare l’OK per l’acquisto della Antonveneta ad un prezzo folle”

 

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Siamo arrivati all’ultimo giorno di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi, è il turno degli ex alleati del governo Conte I, Movimento cinque stelle e Lega. Il primo si  presenterà con una delegazione molto composita che tiene conto di un bel gruppetto con garante Beppe Grillo ,il presidente del consiglio dimissionario prof.avvGiuseppe Conte , il capo politico Vito Crimi, la vicepresidente del Senato  Paola Taverna e i capigruppo di Camera e Senato. Incerta ancora la posizione della Lega  che andrà a colloquio con Draghi con il segretario Matteo Salvini e i capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

La diretta

Ore 10.39 Lanzi (M5s) «Peggio di un governo Draghi, c’è un governo Draghi con il M5S al suo interno». Lo scrive su Facebook il senatore M5s Gabriele Lanzi.

Ore 10.31 Anche Davide Casaleggio è alla Camera per il vertice con i big del Movimento, compresi Beppe Grillo e Giuseppe Conte, prima delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Ieri alcuni ministri uscenti escludevano la partecipazione alla riunione del presidente dell’associazione Rousseau.

Ore 10.15 Taverna (M5s) «Andiamo ad ascoltare». Così là vicepresidente del Senato Paola Taverna entrando alla Camera dove a breve si riuniranno i ‘big’ del M5S, compreso Beppe Grillo, in vista delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. A chi gli chiede del nutrito gruppo di senatori contrari alla strada che il M5S sta imboccando, «questo lo dite voi», risponde piccata.

Barbara Lezzi (M5s) «Governo sì se a tempo. Un deciso no su un eventuale governo che veda in maggioranza le politiche di Lega, Forza Italia, Italia Viva e PD fino alla fine della legislatura». La senatrice Barbara Lezzi  prospetta elezioni a giugno e un governo che «metta in sicurezza il Recovery Plan, il piano vaccinale e che faccia subito il decreto da 32 miliardi che, a causa di Renzi, gli italiani in estrema difficoltà sono costretti ad aspettare da oltre un mese».

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Il simbolo esterno del Movimento cinque stelle Alessandro Di Battista ribadisce il suo no a Draghi. Quanti parlamentari lo seguiranno? «Volevo dirvi che non ho cambiato idea. Se fossi in Parlamento non darei la fiducia al Presidente Draghi», riafferma Di Battista  ricordando le «scelte, propriamente politiche, che il Professor Draghi ha preso in passato da Direttore generale del Tesoro (privatizzazioni, svendita patrimonio industriale pubblico italiano, contratti derivati) e da Governatore di Banca d’Italia, quando diede l’OK all’acquisto di Antonveneta da parte di MPS ad un valore folle di mercato».

«Io ho le mie opinioni su di lui. Ognuno ha le proprie. Tuttavia il punto non è neppure lui. Io non potrò mai avallare un’accozzaglia al governo che potrebbe andare da Leu alla Lega. Tutti dentro perché nessuno ha intenzione di fare opposizione. Oltretutto in democrazia l’opposizione serve, è necessaria. Invece nulla»,afferma ancora Di  Battista. «Ci saranno ministri politici nel governo Draghi? Non ne ho idea. Fossi in lui non accetterei nessuno ma vedo che diversi partiti già avanzano richieste. Per quanto mi riguarda io non posso accettare «un assembramento parlamentare» così pericoloso. Non lo posso accettare perché la stragrande maggioranza delle forze politiche che si stanno inchinando al tredicesimo apostolo non rappresenta le mie idee», prosegue. «Io non sosterrò mai un governo sostenuto da Forza Italia».

Ritardi opere pubbliche in Sicilia e centinaia di cantieri fermi -Le accuse dell’Ance

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«PROGETTO ITALIA, LA POLITICA A SOSTEGNO DELLE GRANDI IMPRESE RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO IL MERCATO SICILIANO»

Giuseppe Piana : «Questa non è la risposta alla crisi, occorrono investimenti in opere pubbliche. In Sicilia continuiamo a registrare allarmanti ritardi e centinaia di cantieri bloccati»

 CATANIA –

A pochi giorni dall’annuncio del via libera a “Progetto Italia”, il maxi-polo delle costruzioni – nato dall’accordo tra Salini Impregilo, Cdp e le banche – che mira alla creazione di un gruppo italiano in grado aggregare molteplici realtà del settore per fronteggiare la concorrenza internazionale, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana (nella foto d’archivio), punta i riflettori sulle ricadute (negative) che l’operazione potrebbe avere sul territorio siciliano.

 

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Giuseppe Piana

«Progetto Italia non è la risposta alla crisi che da un decennio ha letteralmente messo in ginocchio il settore delle costruzioni – afferma Piana – occorrono serie politiche di rilancio del settore: investimenti in opere pubbliche che invece, ogni anno, registrano un costante calo. Occorrono politiche di intervento sul patrimonio immobiliare esistente per rafforzare un settore che da sempre rappresenta il caposaldo della nostra economia».

Pur condividendo l’obiettivo di creare un grande player internazionale, l’operazione “non convince” perché non “tutela la concorrenza”:«Non è un attacco al gruppo Salini – continua il presidente di Ance Catania – questa soluzione, che vede il coinvolgimento di Cdp (Cassa deposito e prestiti), rischia di destabilizzare i rapporti all’interno del mercato delle costruzioni, fatto di piccole e medie imprese che così invece rischiano la sopravvivenza per i possibili effetti distorsivi del mercato, vanificando gli sforzi fatti fino ad oggi per rimanere aggrappate al sistema».

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«L’intero Paese e ancor più la Sicilia, ha bisogno di infrastrutture ma anche di interventi su quelle già esistenti, coinvolgendo l’intero tessuto imprenditoriale fatto Pmi, di tantissimi tecnici e maestranze qualificate. In Sicilia, invece – aggiunge Piana – continuiamo a registrare allarmanti ritardi e centinaia di opere bloccate, mentre continua inarrestabile l’emorragia di imprese e lavoratori. Imprese che in questi anni non hanno chiesto salvataggi, né posizioni di mercato, che da sole hanno affrontato la più lunga e pesante crisi del settore chiedendo solo l’avvio di opere che restano però sulla carta. Solo a Catania – continua Piana – almeno 10 imprese avrebbero potuto oggi, se avessero goduto di aiuti di accesso al credito o da Cdp proporzionalmente ai propri fatturati, rappresentare una importante realtà sul territorio. Temiamo invece – ha concluso Piana – che si stia avviando una politica a sostegno delle grandi imprese, con un mercato delle opere pubbliche dai grandi lotti, quale potrebbe rischiare di essere già l’eventuale accorpamento in un unico lotto del raddoppio Catenanuova/Cefalù, con le note conseguenze per le nostre realtà imprenditoriali».

Una rassegna a Catania di 500 lotti antichi e moderni

Venerdì 25 e sabato 26 gennaio (ore 16.30), in viale Africa 12 e in diretta streaming

 

LA STARTUP DELL’ANTIQUARIO, TRA ONLINE E TRADIZIONE NASCE LA PRIMA CASA D’ASTE CATANESE “ART LA ROSA”

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CATANIA –

 Non c’è cultura senza arte; non c’è memoria senza storia; non c’è passione che non custodisca valore. L’antiquariato è un frammento di vita che si tramanda nel tempo e che va preservato e raccontato. È questo lo spirito che da sempre anima le iniziative imprenditoriali di Giacomo La Rosa, critico e perito d’arte che più di trent’anni fa ha trasformato in professione l’amore per lo studio, la ricerca e l’analisi: parole che ogni giorno lo spingono a scoprire l’anima di un oggetto, di un dipinto, di una scultura che proviene dal passato.
Un’azienda familiare che nel tempo è cresciuta, conquistando una fetta importante di mercato in tutt’Italia, e che oggi è pronta per una nuova scommessa al passo con i tempi: l’apertura di Art la Rosa, Casa d’Aste che nasce a Catania con l’obiettivo di esplorare i mercati online, partendo proprio dalla tradizione e dal concept della galleria.

La prima asta si svolgerà venerdì 25 e sabato 26 gennaio 2019: oltre 500 le opere antiche e moderne esposte in Viale Africa (Catania) che compongono la prima rassegna di lotti. Nelle due giornate, a partire dalle 16.30sarà possibile partecipare all’evento non soltanto con la presenza in sala – competendo per alzata di mano – ma anche telefonicamente, per corrispondenza (con offerte scritte) e in streamingtramite la diretta web audio/video. Un evento quindi che nasce dal cuore culturale di Catania, ma che amplia i propri confini nel vastissimo mondo connesso della rete.

«La passione per l’arte e per il mercato delle opere antiche e moderne, da sempre è il filo conduttore che guida le nostre iniziative professionali e imprenditoriali – sottolinea La Rosa – il commercio online ha ormai rivoluzionato le logiche d’acquisto, ma l’approccio tradizionale legato all’inquadramento scientifico, allo studio delle opere, alla cultura dell’epoca di riferimento, rimane un punto fermo in un settore tanto affascinate, quanto complesso».

 

 

Il pubblico digitale può sfogliare sul web un ricco catalogo di dipinti che intervallano autori affermati e minori, arredi, collezioni, preziosi e oggetti – con valori di stima al di sotto della soglia, a cui si applica il diritto della Casa d’aste – che attraversano i secoli per proiettarsi nel futuro attraverso i nuovi strumenti telematici.

«Uno degli obiettivi prioritari – continua Giacomo La Rosa – è quello di aprire l’arte a tutti, democratizzare l’accesso di un mondo prima considerato elitario e appannaggio soltanto di collezionisti ed esperti, promuovendo il comparto e sensibilizzando un pubblico sempre più giovane, che può così acquistare le opere a prezzi competitivi e investire attraverso nuovi canali».

Attorniati da paesaggi, nature morte, dipinti d’autore, mobili d’epoca, illustrazioni comics e ceramiche di Caltagirone, “Art La Rosa” consente ai cultori e agli appassionati d’arte che vivono nel territorio di Catania di riunirsi finalmente in una “casa” comune e sfidarsi a colpi di emozioni al cospetto del battitore d’asta, che decreterà le aggiudicazioni anche a colpi di click.

 

SUD LIBERTA’ : LA MAFIA NEI MERCATI SICILIANI (QUASI TUTTE LE CITTA’) HA CREATO “UNA DISTORSIONE DELLA LIBERA CONCORRENZA “

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Il mercato ortofrutticolo di Palermo sotto la lente di ingrandimento della Direzione Antimafia-   Questo centro controllava e monopolizzava tutta la merce, dal prezzo dei beni in vendita ai centri di approvvigionamento. E’ dunque scattata la confisca di beni per 150 milioni di euro ad A.I. e G.I., 61enni, ritenuti dagli investigatori “vicini e contigui” alla Mafia. Dopo l’altro successo della  Direzione investigativa antimafia di Palermo lo scorso venerdì con la maxi-confisca di 400 milioni di euro a carico dell’ex deputato regionale Giuseppe Acanto, stamani il Centro operativo Dia ha reso esecutivo il provvedimento giudiziario  di confisca beni, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del  Tribunale di Palermo.

“I soggetti colpiti, titolari di vari stand e profondi conoscitori del metodo di funzionamento del mercato ortofrutticolo – spiegano la Dia – ne monopolizzavano l’attività attraverso l’utilizzo dei servizi forniti dalla cooperativa ‘Carovana Santa Rosalia‘ (compravendita di merce, facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale di imballaggio)”.

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“Ci siamo avvalsi pure delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che ci hanno consentito – spiega la Dia – di scoprire  una vera e propria ‘regia occulta’ in grado di prestabilire il prezzo dei beni in vendita nel mercato, controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale e i principali centri di approvvigionamento e gestire le ulteriori attività connesse al commercio interno”.

Gli investigatori affermano ancora : “Un monopolio che ha determinato “una grave distorsione della libera concorrenza, che ha garantito all’organizzazione criminale ingenti guadagni attraverso attività solo apparentemente lecite”. “Hanno rafforzato l’ipotesi investigativa di infiltrazione mafiosa all’interno del mercato ortofrutticolo palermitano –  – alcune ordinanze applicative di misura cautelare, emesse dal gip di Napoli, quando viene contestato agli indagati (tra i quali anche Gaetano Riina,  fratello dell’ex “capo dei capi” corleonese Salvatore), di controllare il trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano e da questi  verso quelli del Sud Italia, interessando, in particolare, i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria (Ragusa), Gela (Caltanissetta) e Marsala (Trapani)”. Insomma la Mafia della frutta, degli ortaggi, dei mercati  La Sicilia è sempre avvolta da questa spirale.

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