Cultura: apertura musei del Comune a Catania nel periodo natalizio

Cultura

 

I musei e i siti culturali del Comune di Catania resteranno aperti per tutto il periodo natalizio eccetto che il 25 (e il 26 per i musei Greco e Belliniano),  per offrire a cittadini e turisti la possibilità di arricchire di arte e cultura le visite e le passeggiate nel centro storico animato da mercatini, musica e iniziative di solidarietà.
 

Questo il calendario:
-Museo Civico Castello Ursino
24 dicembre ore 9,30 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre ore 9,30 – 19,00
31 dicembre ore 9,30 – 13,00
1 gennaio ore 16,00 – 19,00
La biglietteria chiude un’ora prima.
 
Palazzo della Cultura            
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre ore 9,00 – 13,00
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio chiusura
(Il Libero scambio di Palazzo della Cultura rimarrà chiuso al pubblico per inventario nei giorni 24 e 31 dicembre)
 
-Chiesa San Nicolò l’Arena      
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre ore 9,00 – 13,00
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio ore 9,00 – 13,00
Per il camminamento di Gronda la biglietteria chiude un’ora prima.
 
 -Museo Belliniano
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre chiusura
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio ore 16,00 – 19,00 (biglietto ridotto 2 euro)
La biglietteria chiude mezz’ora  prima.

-Museo Emilio Greco
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre chiusura
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio chiusura
Il biglietto si acquista al Museo Belliniano

 

Da domani “La settimana dei musei” -Siti museali aperti a tutti gratuitamente

#iovadoalmuseo – da domani al via la #settimanadeimusei. Per 6 giorni consecutivi, dal 5 al 10 marzo, tutti i musei e i siti statali saranno aperti a tutti, gratuitamentePer inaugurare questa sei giorni di gratuità, il Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, si recherà in visita a Palazzo Altemps domani, 5 marzo, alle ore 11.00.Scopri tutte le altre novità dell'iniziativa sul sito web: www.iovadoalmuseo.it

Slået op af Mibac i Mandag den 4. marts 2019

Riceviamo e pubblichiamo il seguente Comunicato Stampa- con Video pubblicato sul Social Facebook, della Presidenza del Consiglio

Da domani al via la “settimana dei musei “Per 6 giorni consecutivi, dal 5 al 10 marzo, tutti i musei e i siti statali saranno aperti a tutti, gratuitamente
Per inaugurare questa sei giorni di gratuità, il Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, si recherà in visita a Palazzo Altemps domani, 5 marzo, alle ore 11.00.

 

Dirigenti delle Soprintendenze siciliane in fibrillazione dopo il disco rosso di Bonisoli alle domeniche gratis nei musei

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Il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli in visita oggi alla Biblioteca Nazionale Napoli ha annunciato lo stop alle domeniche gratuite nei musei, si cambierà dopo l’estate” Secondo il ministro “l’idea può andare  come lancio pubblicitario, ma proseguire significa andare in una direzione che non piace a nessuno”.

Per Bonisoli, la gestione delle domeniche gratis passerà, quindi, ai direttori dei singoli musei ai quali “lascerò maggiore libertà, se vogliono aprire i musei gratis una domenica non c’è niente di male, ma se diventa obbligatorio farla, allora non va bene“.

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Il ministro ai beni culturali Alberto Bonisoli

Adesso la situazione statistica assumerà -dopo l’estate- la sua reale valenza alla cultura per i beni culturali.  Così in aree geografiche come la Sicilia dove alcuni soprintendenti riportavano il numero di affluenza dei visitatori come metodo di riuscita delle loro iniziative. Il discorso cambia radicalmente con i festivi e le domeniche nei musei a pagamento.     Non ci sarà nessun premio per i dirigenti-manager e dirigenti camerieri

L’ex ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, non ci sta e con post sul massimo social informa: “Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi – -. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani”. “In questi mesi ho scelto di non parlare del ministero che ho guidato per 4 anni – prosegue Franceschini – e di non commentare le scelte e i programmi del mio successore. Mi è sembrato giusto per correttezza nei confronti di chi inizia una esperienza. Ma questa volta non posso tacere perché le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me ma un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da Sud a Nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile e pieno di cose da sacrificare”.

“Le prime domeniche del mese hanno trainato l’aumento dei visitatori a pagamento, hanno avvicinato i cittadini ai musei delle loro città, hanno convinto comuni e privati a uniformarsi all’iniziativa coi loro musei”, conclude l’ex ministro.

Bonisoli non si è tirato indietro nella polemica ed ha replicato: “Sono molto stupito – ha detto – dal livello di distrazione dei tanti deputati e senatori che hanno potuto ascoltare l’intenzione di cambiare le politiche di accesso gratuito nei musei dalla mia viva voce, quando ho illustrato alle commissioni cultura le linee programmatiche del mio mandato. Forse si tratta di un segno dei tempi: nessuna reazione allora quando ci siamo confrontati di persona, un profluvio di voci critiche oggi di fronte a un semplice annuncio“.

“Io sono abituato a sentire le diverse opinioni e poi a dire quello che penso. Ho ascoltato i direttori esprimersi riguardo le domeniche gratuite – continua Bonisoli – registrando un’opinione unanime sulla necessità di superarle. Per questo motivo ci stiamo orientando nella decisione di andare oltre le domeniche gratuite, che di fatto verranno abolite………..

Crescita del turismo dei beni culturali ma il Ministero non cita la Sicilia dove nelle Soprintendenze diventa più forte l’abuso dei dirigenti meno titolati

 

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Un comunicato del  ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, informa che nel 2017 è stata superata la soglia dei 50 milioni di visitatori, con incassi che sfiorano i 200 milioni di euro. Il Colosseo si conferma al primo posto, tra i cinque luoghi della cultura italiana più visitati nel 2017. L’Anfiteatro Flavio, con oltre 7 milioni di visitatori è seguito da Pompei (3,4 milioni di visitatori), dagli Uffizi (2,2 milioni), dalla Galleria dell’Accademia di Firenze (1,6 milioni di visitatori) e da Castel Sant’Angelo (1,1 milioni di visitatori). Nella Top 30 i tassi di crescita più sostenuti sono stati registrati da Palazzo Pitti (+23%) e da quattro siti campani: la Reggia di Caserta (+23%), Ercolano (+17%), il Museo archeologico di Napoli (+16%) e Paestum (+15%). A seguire i Musei reali di Torino (+15%) e il Castello di Miramare di Trieste (+14%). Non viene citata la Sicilia dove esistono lotte di potere nella classe dirigenziale del dipartimento ai beni culturali.  Qui le Soprintendenze sono uno spicchio della torta distribuita già dall’ex assessore regionale ai beni culturali alle soprintendenze della Sicilia.  Svetta in testa la Sovrintendenza di Catania che con il suo dirigente al comando Mariella Patanè rappresenta il classico esempio di favoritismo assessoriale dilatato dalla direzione generale per la presenza di dirigenti più titolati in Sicilia.

Significativa crescita in classifica della Pinacoteca di Brera (+7 posizioni), di Palazzo Pitti (+5 posizioni) dei Musei reali di Torino (+4 posizioni) e l’ingresso in classifica, per la prima volta, di Villa Adriana e del Museo di Capodimonte. Sul podio delle regioni con il maggior numero di visitatori il Lazio (23.047.225), la Campania (8.782.715), la Toscana (7.042.018); i tassi di crescita dei visitatori più elevati sono stati registrati in Liguria (+26%), Puglia (+19,5%) e Friuli Venezia Giulia (15,4%). Tra i musei con gli incrementi più marcati – riferisce ancora il Mibact, illustrato i dati – figurano diversi istituti resi autonomi dalla riforma: con 27 milioni di visitatori, questi luoghi della cultura hanno accolto più della metà dei visitatori complessivi. Le percentuali di crescita più elevate sono state registrate dalla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea (+54% di visitatori, nell’ultimo anno), dalla Reggia di Caserta (+23%), dalle Gallerie nazionali di arte antica di Roma (+17%), da Capodimonte (+16%) e dal Palazzo Reale di Genova (+14%).

 

Tra i luoghi della cultura tradizionalmente meno visitati notevole è l’aumento registrato dal Castello di Pandone a Venafro +276% di visitatori (dai 551 del 2016 ai 2.076 del 2017), dal Forte di Santa Tecla a San Remo +178% (dai 17.464 del 2016 ai 48.565 del 2017), dalla Villa Romana del Varignano a Porto Venere +133% (dai 1.489 del 2016 ai 3.470 visitatori nel 2017), dal Museo Archeologico di Volcei “Marcello Gigante” a Buccino +129% (dai 2.491 visitatori del 2016 ai 5.717 del 2017), dalle due pinacoteche sarde che sono cresciute rispettivamente del +124% quella di Sassari (dai 1.740 del 2016 ai 3.901 del 2017) e del 34% quella di Cagliari (dai 7.113 del 2016 ai 9.589 del 2017).

Anche i siti archeologici meno integrati nei grandi flussi turistici hanno registrato forti incrementi in termini di visitatori come dimostrano il Museo e Parco Archeologico di Gioia del Colle (+122%), il Museo Nazionale Archeologico di Altamura (+108%), il Museo Archeologico di Sepino (+98%), il Museo Archeologico di Vulci (+86%), il Museo Archeologico di Venosa (+38%), il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno (+35%), Villa Jovis a Capri (+33%) e l’Anfiteatro e Mitreo di Santa Maria Capua a Vetere (+30%). Da segnalare infine la crescita del Museo Nazionale della Ceramica “Duca di Martina” a Napoli +61,66% (dai 20.661 del 2016 ai 33.401 del 2017) e i risultati positivi dei luoghi della cultura di Pistoia, Capitale italiana della cultura 2017: i visitatori dell’ Ex chiesa del Tau crescono del +48% (dai 7.797 visitatori del 2016 agli 11.604 del 2017) e quelli della Fortezza di Santa Barbara del +41% (dai 9.597 del 2016 ai 13.564 visitatori del 2017).

Tra i luoghi della cultura con ingresso gratuito, il Pantheon è stato visitato da oltre 8 milioni di persone; a seguire il Parco di Capodimonte (che supera il milione di presenze) e il Parco del Castello di Miramare di Trieste (830 mila visitatori). A fronte di un aumento degli introiti di circa 20 milioni di euro (+11,7%), sono aumentati anche i visitatori non paganti (+15%). Tale aumento è ascrivibile alle nuove politiche museali avviate dalle riforma e al successo delle prime domeniche del mese che, nel solo 2017, hanno portato più di 3,5 milioni di persone gratuitamente nei luoghi della cultura statali.

 “I dati definitivi del 2017 – secondo il ministro-  segnano il nuovo record per i musei italiani: superata la soglia dei 50 milioni di visitatori e incassi che sfiorano i 200 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2016 di circa +5 milioni di visitatori e di +20 milioni di euro”. “Il bilancio della riforma dei musei – prosegue il ministro – è davvero eccezionale: dai 38 milioni del 2013 ai 50 milioni del 2017, i visitatori sono aumentati in quattro anni di circa 12 milioni (+31%) e gli incassi di circa 70 milioni di euro (+53%). Risorse preziose che contribuiscono alla tutela del nostro patrimonio e che tornano regolarmente nelle casse dei musei attraverso un sistema che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà con un fondo di perequazione nazionale”. “I musei e i siti archeologici italiani stanno vivendo un momento di rinnovata vitalità – sottolinea – e al successo dei visitatori e degli incassi corrisponde una nuova centralità nella vita culturale nazionale, un rafforzamento della ricerca e della produzione scientifica e un ritrovato legame con le scuole e con i territori”. “Per il quarto anno consecutivo –  l’Italia viaggia in controtendenza rispetto al resto d’Europa con tassi di crescita a due cifre, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che, anche nel 2017, hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione del trend nazionale”. La Campania – fa notare – è ormai stabile al secondo posto della classifica delle regioni più virtuose: la rinascita di Pompei è stata sicuramente da traino ma sono state molto positive anche le altre esperienze delle gestioni autonome dalla Reggia di Caserta, al Museo archeologico Nazionale di Napoli, a Capodimonte, a Paestum”. “Nel 2017 – conclude Franceschini – tutti i musei hanno registrato significativi tassi di crescita, ma il patrimonio archeologico è stato il più visitato: circa un terzo dei visitatori si sono concentrati tra Pompei, Paestum, Colosseo, Fori, Ostia Antica, Ercolano, l’Appia antica e i grandi musei nazionali come Napoli, Taranto, Venezia e Reggio Calabria e il Museo nazionale romano”.

"Favoritismi" nelle selezioni dei Superdirigenti ai Beni culturali

Imparzialità ?    Il Tar non condivide e boccia cinque nomine.                 I politici non ci stanno e invece di star zitti attaccano consapevoli che il Tar non ha un Ufficio Stampa

Il Tar del Lazio boccia le nomine di cinque superdirigenti e i politici -coerenti con il detto “le sentenze si rispettano”, non ci stanno e delegittimano la decisione della magistratura.

“Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…”. Così il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, commenta la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di cinque dei venti direttori dei supermusei.

“Oggi stesso faremo appello al Consiglio di Stato” ha detto poi il ministro in merito alla bocciatura, parlando in occasione della presentazione al Mibact del programma di Migrarti.

 “Io sono un avvocato e un uomo politico con una certa esperienza – ha aggiunto Franceschini – e quindi so bene che le sentenze vanno contrastate nelle sedi proprie e vanno rispettate. Detto questo mi chiedo che figura fa il nostro Paese di fronte al resto del mondo? La selezione internazionale dei direttori dei musei, pubblicata sull”Economist’, ha fatto discutere il mondo della cultura ed è originata da una norma di legge dell’art bonus. La procedura di selezione è stata svolta da una commissione imparziale”, ha concluso il ministro.

Anche Renzi difende l’operato di Franceschini e affonda: “Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma – una volta di più – che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso” .       E ,poi Renzi vuol far valere la superiorità politica : “Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar”, spiega ancora il segretario del Pd.

A proposito del suo governo dice: “Una delle scelte di cui sono e resterò più orgoglioso è aver dato ai più bravi la possibilità di concorrere per la direzione dei musei italiani, patrimonio mondiale dell’umanità. E i risultati già si vedono, a tutti i livelli. Perché abbiamo smesso di tagliare sulla cultura e abbiamo investito in questo settore come nessuno aveva mai fatto prima”.

Lupi è d’accordo con Renzi : “Allora facciamo così, aboliamo Parlamento, governo, ministeri e affidiamo tutto al Tar del Lazio che tanto già governa di suo sancendo l’immobilismo più assoluto e il divieto di qualsiasi riforma. Anche quelle che hanno dimostrato di funzionare, come la riforma dei musei italiani voluta dal ministro Franceschini con tanto di apertura internazionale dei concorsi per direttore”. Lo dice Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Alternativa popolare.

(Agenzia)