
Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, sono divenuti santi.. Li ha proclamati Papa Leone XIV con il rito di canonizzazione presieduto sul sagrato della Basilica di San Pietro. Si tratta della sua prima canonizzazione da quando è stato eletto al soglio di Pietro. Alla proclamazione è esploso l’applauso spontaneo delle migliaia di fedeli in piazza. Quindi la processione all’altare per la venerazione delle reliquie.
“Ad onore della Santissima Trinità – ha detto il Papa nel rito di canonizzazione – per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della fede cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti nostri fratelli nell’episcopato, dichiaro santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis e li iscrivo nell’Albo dei santi, stabilendo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi”.
Carlo Acutis (1991-2006) e Pier Giorgio Frassati (1901-1925) rappresentano due modelli di fede e santità per il terzo millennio: Carlo Acutis, il ‘patrono’ di Internet, attraverso il linguaggio del digitale, Pier Giorgio Frassati con un impegno profondo nella carità sociale e nella spiritualità. Dalle prime ore del mattino, migliaia i fedeli in coda per entrare a Piazza San Pietro.
“Nella prima Lettura abbiamo sentito una domanda: ‘Signore, chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?’. L’abbiamo sentita dopo che due giovani Beati, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, sono stati proclamati Santi, e ciò è provvidenziale”, ha poi sottolineato il Papa nella messa.
“Il rischio più grande della vita è quello di sprecarla al di fuori del progetto di Dio“. E’ il monito del Papa. “Anche Gesù, – dice Leone – nel Vangelo, ci parla di un progetto a cui aderire fino in fondo. Dice: ‘Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo’ ; e ancora: ‘Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo’. Ci chiama, cioè, a buttarci senza esitazioni nell’avventura che Lui ci propone, con l’intelligenza e la forza che vengono dal suo Spirito e che possiamo accogliere nella misura in cui ci spogliamo di noi stessi, delle cose e delle idee a cui siamo attaccati, per metterci in ascolto della sua parola”.











