Ucraina: devastazione completa, un mondo senza pace

 

 

“Immaginate Genova come Mariupol”. Discorso di Volodymyr Zelensky, oggi, al Parlamento italiano a quasi un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, invasa dalla Russia il 24 febbraio scorso. A introdurre il presidente ucraino, collegato in video con l’Aula, il presidente della Camera Roberto Fico – “Ci uniamo in una ideale catena di solidarietà con gli altri Parlamenti nei quali lei è già intervenuto”, ha detto – e la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati che ha parlato di “sentimenti di partecipazione profonda” verso il popolo ucraino. “Siamo al vostro fianco”, ha aggiunto. In Aula anche il premier Mario Draghi, intervenuto nel corso della seduta –

“L’Italia ammira il vostro coraggio, la vostra resistenza di fronte alla ferocia di Putin è eroica”, ha detto. L’aula della Camera, che ha tributato un lungo applauso alle parole di Zelensky, è quasi ‘sold out’. Restano vuoti solo alcuni scranni in alto, anche per via dei deputati che avevano dichiarato la loro assenza. Sono invece quasi vuote le tribune, aperte per consentire la seduta comune del Parlamento.

ZELENSKY:  A MARIUPOL C’ERANO MEZZO MILIONE DI PERSONE COME A GENOVA”

Oggi ho parlato con Papa Francesco, lui ha detto parole molto importanti. Capisco che voi desideriate la pace, capisco che dobbiate difendervi. Ognuno difende la propria patria. Ho risposto ‘il nostro popolo è diventato esercito quando ha visto quanto male, quanta devastazione porta il nemico’”, così il presidente Zelensky all’Aula italiana.

“Una settimana fa – ha aggiunto – sono intervenuto in una manifestazione di Firenze, ho chiesto a tutti gli italiani di ricordare il numero 79: erano i bambini uccisi in Ucraina. Ora sono 117, altri 39 sono stati uccisi. Ci sono decine di migliaia di famiglie distrutte, tutto questo è iniziato da una persona. Nelle città seppelliscono i morti nelle fosse comuni, succede questo nel 2022. I bambini morti sono 117 ma non sarà il numero finale, i missili russi non smettono di uccidere”.

“Alcune città ucraine – ha detto ancora – sono distrutte, come Mariupol sul Mar d’Azov: c’erano mezzo milione di persone, come a Genova, dove sono stato. A Mariupol non c’è più niente, immaginate Genova completamente bruciata dopo 3 settimane di assedio, con tutte le persone che scappano. Kiev è importante come lo è Roma per tutto il mondo, noi siamo al limite della sopravvivenza. Kiev ha vissuto guerre feroci nella sua storia, ha bisogno di vivere nella pace stabile come ha bisogno Roma e ogni altra città. Qui ogni giorno cadono bombe e missili, qui intorno ci sono soldati russi che uccidono, distruggono, torturano e portano via i nostri beni. Lo avevano fatto i nazisti l’ultima volta in Europa. Popolo italiano, bisogna fare il possibile per garantire la pace” e porre fine alla “guerra voluta da una sola persona. Il loro obiettivo è l’Europa, influenzare le vostre vite, controllare la vostra politica, distruggere i vostri valori. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo, che vuole entrare in Europa: la barbarie non deve passare”

 

 

ANCHE DRAGHI -COME MATTARELLA- CHIEDE AL PARLAMENTO “LA FIDUCIA.”

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Mario Draghi, come di rito, ha accettato con riserva. Per l’ex presidente Bce, si tratta di un “momento difficile” mentre si attraversa una “drammatica crisi sanitaria” e quindi “servono risposte all’altezza della situazione”. “Accetto con speranza”, ha detto ancora, mentre assicura che “mi rivolgerò con rispetto al Parlamento” in giorni in cui si rende necessario “dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Capo dello Stato”. Draghi si dice “fiducioso che emerga unità” tra le forze politiche mentre con le risorse Ue a disposizione, spiega, “possiamo fare tanto”.

L’ex presidente Bce è arrivato a mezzogiorno per il colloquio con il Capo dello Stato dopo la crisi del governo Conte e la rottura definitiva di ieri fra Italia Viva e la maggioranza al tavolo sul programma voluto da Fico. Mattarella nella serata di ieri serata aveva lanciato un “appello a tutte le forze politiche” perché “conferiscano la fiducia ad un governo di alto profilo”, quindi la convocazione dell’ex presidente Bce.

Le parole di Draghi al Colle

“Con grande rispetto mi rivolgerò innanzi tutto al Parlamento, espressione della volontà popolare. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti e i Gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e co essa la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Presidente della Repubblica. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni”. Queste le parole del il presidente del Consiglio incaricato Draghi, al termine del colloquio con il Presidente della Repubblica.

“Ringrazio il Presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare – ha aggiunto Draghi – conferendomi l’incarico per la formazione del nuovo governo. E’ un momento difficile, il Presidente ha ricordato la drammatica crisi sanitaria, con i suoi gravi effetti sulla vita delle persone, sull’economia, sulla società. La consapevolezza richiede risposte all’altezza della situazione. Ed è con questa speranza e con questo impegno che rispondo positivamente all’appello del Presidente della Repubblica”.

“Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese sono le sfide che ci confrontano. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Unione europea, abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento alle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”, ha spiegato ancora.

Il premier incaricato da Fico e Casellati

Il premier incaricato Mario Draghi si è quindi diretto a Montecitorio per incontrare il presidente della Camera, Roberto Fico. Dopo il colloquio, Draghi si recherà al Palazzo Madama per incontrare la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

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Mattarella questo pomeriggio ha preso atto della volontà di Conte di ogni chiarimento politico alle Camere e della sfida al “bambino” Renzi

Il Presidente  della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questo pomeriggio al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Il presidente della Repubblica ha firmato il decreto con il quale su proposta del presidente del Consiglio dei ministri vengono accettate le dimissioni rassegnate dalla senatrice Teresa Bellanova dalla carica di ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali -il relativo interim è stato assunto dal presidente del Consiglio dei ministri-, dalla professoressa Elena Bonetti dalla carica di ministro senza portafoglio e dall’onorevole Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato”, si legge in un comunicato del Quirinale.

“Il Presidente del Consiglio -prosegue il comunicato- ha quindi illustrato al Presidente della Repubblica la situazione politica determinatasi a seguito di tali dimissioni ed ha rappresentato la volontà di promuovere in Parlamento l’indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere. Il Presidente della Repubblica ha preso atto degli intendimenti così manifestati dal Presidente del Consiglio dei Ministri”.

Avvio in Sicilia g.27-500 dosi – Piano di vaccinazioni antiCovid- Obbligatoriamente per i sanitari

 

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, commentando sulla distribuzione e il piano di vaccinazione antiCovid ha dichiarato: “Con il governo nazionale si è lavorato molto in queste giornate perché la vaccinazione potesse partire entro la fine dell’anno. Quella del 27 dicembre è una giornata simbolica non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.

Sanità, la Fials Sicilia: "Soddisfatti per gli interventi annunciati  dall'assessore Razza" - Giornale di Sicilia
    Saranno alcune centinaia le prime dosi che arriveranno. Novemila in tutta Italia, poco più 500 per la nostra regione e quindi ci sarà la possibilità di dare l’avvio a un anno che sarà quello delle vaccinazioni che è molto atteso dai cittadini che hanno un desiderio di ritorno alla normalità”. Lo ha detto, a margine della presentazione dell’iniziativa ‘Sicilia per l’Italia’, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, commentando l’avvio del piano nazionale di vaccinazione contro il coronavirus.

    “Sappiamo che dobbiamo lavorare molto per spiegare come sia importante la vaccinazione e la campagna vaccinale – ha aggiunto Razza – e il contribuito di ognuno è in questo momento indispensabile”. Su chi saranno i primi a ricevere il vaccino anti covid19, l’esponente del governo regionale siciliano ha osservato: “La fase 1 è stata approvata dal Parlamento nazionale, quindi toccherà agli operatori della sanità,-obbligatoriamente –  chi è negli ospedali, chi lavora più a contatto con i pazienti positivi e coloro i quali sono impegnati nell’emergenza”.
    : “E’ uno sforzo organizzativo che si aggiunge agli sforzi fatti negli ultimi giorni. . La Sicilia è stata l’unica regione in poche ore ad avere un quadro completo di tutti i cittadini rientrati dal Regno Unito nelle ultime settimane. Il 70% di loro aveva già fatto il tampone molecolare prima di arrivare in Sicilia. Tutti gli altri sono stati controllati”.

Dopo lo spettacolo indecente dell’assenteismo ieri al Parlamento, oggi, alle 11, il governo prorogherà lo stato di emergenza

Foto Presidenza del Consiglio (Italia)

SANZIONI PER CHI VIOLA L’OBBLIGO DI INDOSSARE LA MASCHERINA E NUOVE REGOLE PER L’ESENZIONE

Oggi alle 11 intanto si riunirà  il Cdm per prorogare lo stato d’emergenza, rinviato dopo che ieri il Parlamento italiano ha offerto il solito spettacolo indecente dell’assenteismo e del nulla di fatto quindi sulla risoluzione della maggioranza e sulle comunicazioni del ministro Roberto Speranza.

E’ prevista la sanzione da 400 a 1000 euro per chi viola l’obbligo di mascherina e tamponi obbligatori per chi rientra da Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Repubblica Ceca. Sono queste alcune delle misure che dovrebbe prevedere il nuovo Dpcm   Ma ci sono alcune eccezioni sull’obbligo di indossare le mascherine: si è esentati se si fa attività motoria (fermo restando il distanziamento di almeno due metri), se si va in moto o in bicicletta, se si è in auto da soli o con i congiunti. Sanzioni da 400 a 1000 per i trasgressori. Inizialmente la sanzione per chi viene sorpreso senza mascherina arrivava fino a 3.000 euro, come prevedeva il decreto a marzo, ma a fine maggio quando era passata la prima emergenza è stata abbassata 1.000 euro.

I  proprietari dei locali pubblici che non osservano l’obbligo di mascherine rischiano la sanzione  da 400 a 1.000 euro ed inoltre si potrebbe subire anche la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.

Sanzioni 400 a 1.000 euro per chi non rispetta l’obbligo della quarantena. Mentre chi ha contratto il Covid-19 ma non rispetta le restrizioni può incorrere in una sanzione penale con l’arresto da 3 a 18 mesi, oltre che in un’ammenda da 500 a 5.000 euro. Può infatti essere denunciato per epidemia colposa.

Per quanto riguarda la possibile novità sui tamponi obbligatori per Gb. Olanda, Belgio e Repubblica Ceca andrebbe ad aggiungersi a quelli già previsti per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta, Spagna, oltre che da Parigi e altre sette regioni della Francia.

Conte in Parlamento, “filosofo”,cita Platone: “Il governo si muove su basi scientifiche non di opinione”

 

Roma

Conte si presenta in Parlamento e, forse è l’unico-(obietterà un parlamentare) privo di mascherina. Riesce a respingere ogni accusa,ogni contestazione.Con eleganza e determinazione. Alla fine giudicherà il dibattito “vivace”…. Esordio: “Il governo ha sempre compreso la gravità del momento” e per questo “non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata”.

“Lo stato della conoscenza scientifica su questo virus era ed è lacunoso, ma una cosa è assumere a riferimento delle proprie decisioni delle opinioni, altra cosa è far riferimento a ricerche e studi approfonditi e quindi un principio di conoscenza scientifica – ha spiegato Conte -. La filosofia antica da Platone ad Aristotele distingueva la doxa – la credenza, l’opinione -, dall’episteme, che è la conoscenza che ha salde basi scientifiche”.

Direi che l’imperativo categorico per un governo chiamato ad affrontare una sfida così complessa, come proteggere la vita dei cittadini di fronte a una minaccia cosi concreta e letale, è quello di porre a fondamento della proprie decisioni non le opinioni, ma le raccomandazioni – frutto di meditate ricerche e riflessioni – di qualificati esponenti del mondo scientifico”, ha sottolineato il Premier aggiungendo che il ritorno al lavoro determina ulteriori possibilità di contagi. E, citando il rapporto del Comitato tecnico scientifico circolato negli ultimi giorni, fa notare come “viene stimato che la riapertura simultanea dal 4 maggio di tutte le attività porterebbe a un aumento esponenziale e incontrollato del contagio”.

Insomma, “anche a costo di apparire impopolare, “il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente. Ci piacerebbe ma dobbiamo avere la consapevolezza che il virus sta continuando a circolare: abbiamo 105mila casi accertati senza contare casi asintomatici non accertati”. L’indice R con 0 “ad oggi è tra lo 0,5 e lo 0,7. Se questo tasso tornasse ad alzarsi anche di poco si saturerebbero le terapie intensive entro fine dell’anno”, sottolinea.

Alle luce della raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico il 4 maggio segna l’inizio della fase 2, è un primo passo fondamentale affinché tutto il Paese possa incamminarsi verso la riconquista della normalità ma nella consapevolezza che sarà una fase di convivenza con il virus”, afferma ancora Conte sottolineando che quanto deciso dal governo “non è un programma elettorale finalizzato a raccogliere consenso“. “Dal primo giorno abbiamo avuto ben chiaro” quella che sarebbe stata la stella polare delle scelte compiute: “La difesa della salute dei cittadini”, d’altronde, rimarca il presidente del Consiglio, “nessuno tra i paesi maggiormente colpiti ha introdotto un’apertura simultanea delle attività economiche e dei rapporti sociali”.

“Sono quattro i principali fattori di crescita contagio: famiglia, scuola, lavoro, comunità. I contatti familiari sono quelli di maggior difficoltà nel controllo e da lì viene un quarti dei contagi”, ha detto ancora Conte ricordando che “il contenimento cauto del contagio è una misura necessaria, l’unica strada e principale strumento per ripartire al meglio senza dolorose e forse anche irrimediabili battute di arresto in futuro. La precauzione deve guidarci in questa fase. Un approccio incauto porterebbe a una recrudescenza del contagio“.

In base a dei criteri scientifici, che il ministero della Salute emanerà nelle prossime ore, si potrà anche attuare “un differenziamento geografico” nell’allentamento delle misure anti-Covid, “ma guidato da precisi presupposti scientifici e non rimesso a improvvide iniziative di singoli enti locali. Voglio ricordare, nello spirito di collaborazione” che il governo ha avuto “con gli enti locali che iniziative che comportino un’allentamento delle misure restrittive” vigenti “non sono possibili, perché in contrasto” con le norme varate “quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”. (riferimento alla decisione della Calabria di riaprire bar e ristoranti….”n.d.r.)

La nuova stretta di Conte, decreto in vigore,sanzioni pesanti- Professionisti,imprese,disoccupati hanno urgente necessità di liquidità

Risultato immagini per immagine del parlamento italiano vuoto

In vigore il decreto-legge emanato dal governo Conte:lo riportiamo nella sua interezza

Art. 1 MISURE URGENTI PER EVITARE LA DIFFUSIONE DEL COVID-19

1. Per contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus COVID-19, su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, occorrendo, sulla totalità di esso, possono essere adottate, secondo quanto previsto dal presente decreto, una o più misure tra quelle di cui al comma 2, per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, reiterabili e modificabili anche più volte fino al 31 luglio 2020, termine dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, e con possibilità di modularne l’applicazione in aumento ovvero in diminuzione secondo l’andamento epidemiologico del predetto virus.

2. Ai sensi e per le finalità di cui al comma 1, possono essere adottate, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale ovvero sulla totalità di esso, una o più tra le seguenti misure: a) limitazione della circolazione delle persone, anche prevedendo limitazioni alla possibilità di allontanarsi dalla propria residenza, domicilio o dimora se non per spostamenti individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni; b) chiusura al pubblico di strade urbane, parchi, aree gioco, ville e giardini pubblici o altri spazi pubblici;

c) limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale; d) applicazione della misura della quarantena precauzionale ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva o che rientrano da aree, ubicate al di fuori del territorio italiano; e) divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena perché risultate positive al virus;

f) limitazione o divieto delle riunioni o degli assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico; g) limitazione o sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni altra forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo, ricreativo e religioso; h) sospensione delle cerimonie civili e religiose, limitazione dell’ingresso nei luoghi destinati al culto;

i) chiusura di cinema, teatri, sale da concerto sale da ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi o altri analoghi luoghi di aggregazione; l) sospensione dei congressi, di ogni tipo di riunione o evento sociale e di ogni altra attività convegnistica o congressuale, salva la possibilità di svolgimento a distanza; m) limitazione o sospensione di eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati, ivi compresa la possibilità di disporre la chiusura temporanea di palestre, centri termali, sportivi, piscine, centri natatori e impianti sportivi, anche se privati, nonché di disciplinare le modalità di svolgimento degli allenamenti sportivi all’interno degli stessi luoghi;

n) limitazione o sospensione delle attività ludiche, ricreative, sportive e motorie svolte all’aperto o in luoghi aperti al pubblico; o) possibilità di disporre o di affidare alle competenti autorità statali e regionali la limitazione, la riduzione, la sospensione o la soppressione di servizi di trasporto di persone e di merci, automobilistico, ferroviario, aereo, marittimo, nelle acque interne, anche non di linea, nonché di trasporto pubblico locale;

p) sospensione dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, o di altri analoghi corsi, attività formative o prove di esame, ferma la possibilità del loro svolgimento di attività in modalità a distanza;

q) sospensione dei viaggi d’istruzione, delle iniziative di scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado sia sul territorio nazionale sia all’estero; r) limitazione o sospensione dei servizi di apertura al pubblico o chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché dell’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero o gratuito a tali istituti e luoghi;

s) limitazione della presenza fisica dei dipendenti negli uffici delle amministrazioni pubbliche, fatte comunque salve le attività indifferibili e l’erogazione dei servizi essenziali prioritariamente mediante il ricorso a modalità di lavoro agile; t) limitazione o sospensione delle procedure concorsuali e selettive finalizzate all’assunzione di personale presso datori di lavoro pubblici e privati, con possibilità di esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero con modalità a distanza, fatte salve l’adozione degli atti di avvio di dette procedure entro i termini fissati dalla legge, la conclusione delle procedure per le quali risulti già ultimata la valutazione dei candidati e la possibilità di svolgimento dei procedimenti per il conferimento di specifici incarichi;

u) limitazione o sospensione delle attività commerciali di vendita al dettaglio, a eccezione di quelle necessarie per assicurare la reperibilità dei generi agricoli, alimentari e di prima necessità da espletare con modalità idonee ad evitare assembramenti di persone, con obbligo a carico del gestore di predisporre le condizioni per garantire il rispetto di una distanza di sicurezza interpersonale predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il rischio di contagio; v) limitazione o sospensione delle attività di somministrazione al pubblico di bevande e alimenti, nonché di consumo sul posto di alimenti e bevande, compresi bar e ristoranti;

z) limitazione o sospensione di altre attività d’impresa o professionali, anche ove comportanti l’esercizio di pubbliche funzioni, nonché di lavoro autonomo, con possibilità di esclusione dei servizi di pubblica necessità previa assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza interpersonale predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il rischio di contagio come principale misura di contenimento, con adozione di adeguati strumenti di protezione individuale;

aa) limitazione allo svolgimento di fiere e mercati, a eccezione di quelli necessari per assicurare la reperibilità dei generi agricoli, alimentari e di prima necessità; bb) specifici divieti o limitazioni per gli accompagnatori dei pazienti nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS); cc) limitazione dell’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, nonché agli istituti penitenziari ed istituti penitenziari per minorenni; dd) obblighi di comunicazione al servizio sanitario nazionale nei confronti di coloro che sono transitati e hanno sostato in zone a rischio epidemiologico come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità o dal ministro della Salute;

ee) adozione di misure di informazione e di prevenzione rispetto al rischio epidemiologico; ff) predisposizione di modalità di lavoro agile, anche in deroga alla disciplina vigente; gg) previsione che le attività consentite si svolgano previa assunzione da parte del titolare o del gestore di misure idonee a evitare assembramenti di persone, con obbligo di predisporre le condizioni per garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il rischio di contagio; per i servizi di pubblica necessità, laddove non sia possibile rispettare tale distanza interpersonale, previsione di protocolli di sicurezza anti-contagio, con adozione di strumenti di protezione individuale; hh) eventuale previsione di esclusioni dalle limitazioni alle attività economiche di cui al presente comma, con verifica caso per caso affidata a autorità pubbliche specificamente individuate.

3. Per la durata dell’emergenza di cui al comma 1, può essere imposto lo svolgimento delle attività non oggetto di sospensione in conseguenza dell’applicazione di misure di cui al presente articolo, ove ciò sia assolutamente necessario per assicurarne l’effettività e la pubblica utilità, con provvedimento del prefetto assunto dopo avere sentito, senza formalità, le parti sociali interessate.

Art. 2 ATTUAZIONE DELLE MISURE DI CONTENIMENTO

1. Le misure di cui all’articolo 1 sono adottate con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della Salute, sentiti il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa, il Ministro dell’Economia e delle finanze e gli altri ministri competenti per materia, nonché i Presidenti delle regioni interessate, nel caso in cui riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero il Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l’intero territorio nazionale.

I decreti di cui al presente comma possono essere altresì adottati su proposta dei Presidenti delle regioni interessate, nel caso in cui riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero del Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l’intero territorio nazionale, sentiti il Ministro della Salute, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa, il Ministro dell’Economia e delle finanze e gli altri ministri competenti per materia. Per i profili tecnico-scientifici e le valutazioni di adeguatezza e proporzionalità, i provvedimenti di cui al presente comma sono adottati sentito, di norma, il Comitato tecnico scientifico di cui all’ordinanza del Capo del dipartimento della Protezione civile 3 febbraio 2020, n. 630.

2. Nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 1 e con efficacia limitata fino a tale momento, in casi di estrema necessità e urgenza per situazioni sopravvenute le misure di cui all’articolo 1 possono essere adottate dal Ministro della Salute ai sensi dell’articolo 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833.

3. Sono fatti salvi gli effetti prodotti e gli atti adottati sulla base dei decreti e delle ordinanze emanati ai sensi del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, ovvero ai sensi dell’articolo 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833. Continuano ad applicarsi nei termini originariamente previsti le misure già adottate con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati in data 8 marzo 2020, 9 marzo 2020, 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020 per come ancora vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Le altre misure, ancora vigenti alla stessa data continuano ad applicarsi nel limite di ulteriori dieci giorni.

4. Per gli atti adottati ai sensi del presente decreto i termini per il controllo preventivo della Corte dei conti, di cui all’articolo 27, comma 1, della legge 24 novembre 2000, n. 340, sono dimezzati. In ogni caso i provvedimenti adottati in attuazione del presente decreto, durante lo svolgimento della fase del controllo preventivo della Corte dei conti, sono provvisoriamente efficaci, esecutori ed esecutivi, a norma degli articoli 21-bis, 21-ter e 21-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241.

5. I provvedimenti emanati in attuazione del presente articolo sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e comunicati alle Camere entro il giorno successivo alla loro pubblicazione. Il Presidente del Consiglio dei ministri o un Ministro da lui delegato riferisce ogni quindici giorni alle Camere sulle misure adottate ai sensi del presente decreto.

Art. 3 MISURE URGENTI DI CARATTERE REGIONALE O INFRAREGIONALE

1. Nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all’articolo 2, comma 1, e con efficacia limitata fino a tale momento, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive, tra quelle di cui all’articolo 1, comma 2, esclusivamente nell’ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l’economia nazionale.

2. I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1. 3. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano altresì agli atti posti in essere per ragioni di sanità in forza di poteri attribuiti da ogni disposizione di legge previgente.

Art. 4 SANZIONI E CONTROLLI

1. Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento di cui all’articolo 1, comma 2, individuate e applicate con i provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2, comma 1, ovvero dell’articolo 3, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000 e non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall’articolo 650 del codice penale o da ogni altra disposizione di legge attributiva di poteri per ragioni di sanità, di cui all’articolo 3, comma 3. Se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l’utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate fino a un terzo.

2. Nei casi di cui all’articolo 1, comma 2, lettere i), m), p), u), v), z) e aa), si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. 3. Le violazioni sono accertate ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689; si applicano i commi 1, 2 e 2.1 dell’articolo 202 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di pagamento in misura ridotta. Le sanzioni per le violazioni delle misure di cui all’articolo 2, comma 1, sono irrogate dal Prefetto. Le sanzioni per le violazioni delle misure di cui all’articolo 3 sono irrogate dalle autorità che le hanno disposte. Ai relativi procedimenti si applica l’articolo 103 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18.

4. All’atto dell’accertamento delle violazioni ci cui al comma 2, ove necessario per impedire la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l’autorità procedente può disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio per una durata non superiore a 5 giorni. Il periodo di chiusura provvisoria è scomputato dalla corrispondente sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. 5. In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima. 6. Salvo che il fatto costituisca violazione dell’articolo 452 del codice penale o comunque piò grave reato, la violazione della misura di cui all’articolo 1, comma 2, lettera e), è punita ai sensi dell’articolo 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, Testo unico delle leggi sanitarie, come modificato dal comma 7.

7. Al comma 1 dell’articolo 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, Testo unico delle leggi sanitarie, le parole «con l’arresto fino a sei mesi e con l’ammenda da lire 40.000 a lire 800.000» sono sostituite dalle seguenti: «con l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l’ammenda da euro 500 ad euro 5.000». 8. Le disposizioni del presente articolo che sostituiscono sanzioni penali con sanzioni amministrative si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma in tali casi le sanzioni amministrative sono applicate nella misura minima ridotta alla metà. Si applicano in quanto compatibili le disposizioni degli articoli 101 e 102 del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507.

9. Il Prefetto, informando preventivamente il Ministro dell’Interno, assicura l’esecuzione delle misure avvalendosi delle Forze di polizia e, ove occorra, delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali. Al personale delle Forze armate impiegato, previo provvedimento del Prefetto competente, per assicurare l’esecuzione delle misure di contenimento di cui agli articoli 1 e 2 è attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza.

Art. 5 DISPOSIZIONI FINALI

1. Sono abrogati: a) il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, ad eccezione degli articoli 3, comma 6-bis, e 4; b) l’articolo 35 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9. 2. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

3. Dall’attuazione del presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e le amministrazioni interessate provvedono alle attività ivi previste mediante utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Art. 6 ENTRATA IN VIGORE

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Conte, tra gli applausi, informa i “rappresentanti del popolo” e si sofferma sulle file di autocarri con le bare

 

 

Coronavirus, Conte: In Italia e Ue crisi senza precedenti

 

“La diffusione dell’emergenza coronavirus ha innescato in Italia e in Ue una crisi senza precedenti” che ci sta costringendo “ad una prova durissima” e che ci ha condotto “a confrontarci con nuove abitudini di vita”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, nel corso dell’informativa alla Camera sull’emergenza Covid-19.

C’è stato un lungo applauso con deputati in piedi, durante le comunicazioni del presidente del Consiglio, per esprimere vicinanza ai familiari delle vittime e riconoscimento anche per gli operatori sanitari impegnati in questi giorni per combattere l’epidemia. “Sono giorni terribili per la nostra comunità” che “ogni giorno” fa i conti con i “decessi e perde i più fragili e vulnerabili, un dolore che si rinnova costantemente” “Non avremmo mai pensato – ha affermato – di vedere file di autocarri dell’esercito con le bare. Ai familiari delle vittime va il nostro pensiero e la nostra commossa vicinanza”.

Tra gli applausi dell’Aula, Conte ha anche plaudito allo “sforzo straordinario” di medici e infermieri. “Nei giorni scorsi mi ha scritto Michela, un’infermiera che lavora al reparto Covid dell’ospedale di Senigallia. Con grande dignità, mi ha chiesto che i rischi che si stanno assumendo lei e suoi colleghi non siano dimenticati. A nome del governo, ma credo anche del Parlamento, dico che noi non ci dimenticheremo di voi” ha detto con commozione Conte.

Quello che “stiamo combattendo” è “un nemico invisibile, insidioso, che entra nelle nostre case, che divide le nostre famiglie. Ci fa sospettare di mani amiche, e alla fine ci ha condotto ad una limitazione significativa dei nostri spostamenti”.

Il governo – ha sottolineato – ha agito con la massima determinazione e assoluta speditezza, approntando ben prima di tutti gli altri Paesi, misure di massima precauzione. Già dal 22 gennaio, ben prima che l’Oms dichiarasse il coronavirus emergenza internazionale, abbiamo adottato vari provvedimenti cautelativi”.

“L’alto tasso di contagio del Covid 19 ha posto subito all’attenzione il rischio di un sovraccarico del sistema sanitario. La limitazione del contagio è stata da subito una scelta necessaria”    Conte ha fatto un lungo elenco delle misure adottate già dal 25 gennaio scorso, dalle indicazioni del comitato tecnico scientifico sino alla stesura dei decreti limitativi della libertà di stare in giro, il tutto studiato e ben bilanciato per non creare un grave danno alle imprese e allo Stato italiano

“I contraccolpi economici dell’emergenza sanitaria, naturalmente, riguardano da vicino il mondo delle imprese. È imperativo, perciò, garantire il massimo grado possibile di liquidità alle imprese e il governo, a questo scopo, ha predisposto misure significative che permettono di attivare complessivamente 350 miliardi di euro di finanziamenti a beneficio del mondo produttivo” ha evidenziato il presidente del Consiglio.

“La storia – domani – ci giudicherà” e “ci dirà se siamo stati all’altezza. Verrà il tempo dei bilanci, delle valutazioni su quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, tutti avranno la possibilità di sindacare – frigido pacatoque animo – il lavoro svolto e trarne le conseguenze. D’altra parte, in questi giorni molti hanno riletto ed evocato, anche pubblicamente, le pagine sulla peste scritte da Manzoni nei ‘Promessi sposi’: proprio in quest’opera viene ricordato un antico proverbio, ancora oggi fortemente in auge, per cui ‘del senno del poi son piene le fosse’”.

“Ci sarà un tempo per tutto. Ma, oggi, è il tempo dell’azione, il tempo della responsabilità, dalla quale nessuno può fuggire“, ha detto il premier.

Gran Bretagna: Johnson si conferma Primo ministro

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Boris Johnson ha riconquistato il suo seggio parlamentare  I conservatori hanno infatti ottenuto la maggioranza al Parlamento britannico, conquistando almeno 364 seggi su 650 (66 in più) quando sono noti i risultati di 649 collegi. I laburisti di  Jeeremy Corbyn si fermano a 203, avendo perso seggi in alcune delle loro roccaforti storiche nell’Inghilterra settentrionale e centrale. In termini politici, con la conferma dei risultati degli exit poll Johnson conferma che procederà con la Brexit entro il 31 gennaio , come nelle intenzioni della regina dell’Inghilterra, avendo un ampio margine parlamentare per approvare la legislazione necessaria, il Withdrawal Agreement Bill, entro la data stabilita per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

 Per il premier si è trattato di una “storica” vittoria che consentirà al governo “di rispettare la volontà democratica” del popolo. La Brexit “è ora una decisione incontestabile, inconfutabile” del popolo britannico, spiega ancora, aggiungendo che “quello uscito dalle urne è “un mandato storico, dobbiamo essere all’altezza della sfida”.

Manovra di bilancio articolata con “soluzioni positive ed insperate”

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La manovra diventa adesso molto articolata  rispetto a quello che era il quadro iniziale è molto efficace. Afferma Conte: “Abbiamo sterilizzato l’incremento delle clausole dell’Iva per 23 miliardi e questo va ricordato. Abbiamo scongiurato un’imposizione sui consumi che avrebbe prodotto per effetto regressivo una probabile recessione economica con un aggravio di oltre 500 euro sulle famiglie”, ha spiegato il premier, sottolineando che “c’è un accordo completo nella maggioranza” sulla manovra e che “dopo la legge di bilancio cambierà il clima, non ci sarà più l’urgenza della scadenza. Dopo l’approvazione ci sarà più entusiasmo e meno stress”.

Abbiamo azzerato quella che è passata come la tasse sulle auto aziendali. Nessuno ci dirà più che siamo il governo delle tasse”, ha rimarcato il premier. “Se qualcuno si alzerà e dirà che questa è una manovra delle tasse, ci troveremo di fronte a una menzogna, una menzogna inoppugnabile”. La sugar tax “partirà dal 1° ottobre” in modo che le aziende “abbiano tutto il tempo per riformulare le loro linee produttive”. “Noi daremo più soldi alle famiglie e a tutti i cittadini perché distribuiremo a consuntivo 2020 ben 3 miliardi di superbonus per acquisti con moneta elettronica”. Nella manovra è inoltre previsto per il terzo settore “un impegno per il 5 per mille” con i “primi dieci milioni nel 2020“.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri tiene a precisare”Abbiamo trovato delle soluzioni molto positive e insperate“, La manovra 2020 per Gualtieri è ”un punto di passaggio, per un paese che volta pagina e si mette alle spalle una fase molto difficile, con un’eredità molto complessa, e riparte nel segno della crescita e della coesione sociale, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione”. ”Abbiamo individuato delle risorse aggiuntive con un lavoro certosino, difficile e complesso ma che -ha sottolineato Gualtieri- è stato molto positivo, soprattutto per lo spirito di collaborazione tra tutte le forze di maggioranza”.

Contrariamente a quanto letto,- aggiunge il ministro- in realtà non è stato un negoziato politico perché c’è stata da subito un’intesa sull’esito del lavoro -. Un lavoro che è stato corale e complesso”. ”Trovare una quadra dal punto di vista delle risorse è stato un lavoro molto intenso, ma devo dire che è stato molto positivo che sia stato un lavoro corale in cui, di fronte a degli obiettivi comuni che ci eravamo dati, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo trovato delle soluzioni”. Il risultato raggiunto sul ddl bilancio sarà ”sottoposto all’esame del parlamento che saprà ulteriormente dare il suo contributo per rafforzare e migliorare questa manovra”.