Roma: sequestrate 350 dosi di “droga degli zombie”

 

 

Roma: sequestrate 350 dosi della “droga degli zombie”

di  Alessio Evangelista

Sequestrate 350 dosi di fentanyl, conosciuta come la “droga degli zombie”, nel corso di una vasta operazione di controlli straordinari alla stazione Termini di Roma e nelle zone limitrofe, due persone sono state arrestate. L’operazione è stata portata a termine dai poliziotti della questura di Roma, da quelli del    Reparto  prevenzione crimine  Lazio e della  sez Polizia ferroviari di Roma.

Il fentanyl è una droga sintetica a cui è attribuita una potenzialità superiore 50 volte alla cocaina, è conosciuta anche come la “droga degli zombie”.

L’attività di prevenzione è in linea con le recenti direttive del ministero dell’Interno e, aggiungendosi a quella che quotidianamente viene svolta nella nell’area vicino alla stazione ferroviaria, ha come obiettivo principale l’innalzamento della percezione di sicurezza per le migliaia di turisti e cittadini che ogni giorno transitano da lì.

I poliziotti hanno posto l’attenzione in particolare sul controllo di eventuali persone irregolari sul territorio nazionale, contrasto al commercio abusivo, ispezione di esercizi commerciali e strutture ricettive, fino alla prevenzione e repressione dei reati predatori e quelli legati allo spaccio di stupefacenti.

Roma: sequestrate 350 dosi della “droga degli zombie”

 

Nel corso dell’attività, inoltre, sono state identificate in totale 524 persone, controllati 108 veicoli e rilevate 5 violazioni del Codice della strada. Tra i sei esercizi commerciali controllati, uno è stato sanzionato per aver venduto alcolici oltre le 22.00, violando l’ordinanza comunale.  (Comunicato Stampa)..

 

Operazione antimafia “Lua Mater” in Sicilia con 13 arresti, colpo ai clan di Pietraperzia e Regalbuto: sequestrato un’imponente arsenale

 

 

 

Enna,

Conferenza stampa oggi alle ore 11.   Operazione  “Lua Mater “Una vasta operazione antimafia condotta dalla polizia di Stato, denominata  infatti   “Lua Mater», è ancora in corso nella provincia di Enna con l’esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 13 persone. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, detenzione e porto abusivo di armi comuni, armi clandestine e da guerra. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Caltanissetta, ha condotto alla luce  due imponenti arsenali nella disponibilità di Cosa nostra. Le indagini, coordinate dal Servizio centrale operativo, la sezione investigativa di Caltanissetta del Sisco, la squadra mobile di Enna e il commissariato di di Leonforte hanno consentito di rinvenire e sequestrare una quantità di armi notevole, 8 fucili, 3 mitragliatori e 9 pistole, nonché il relativo munizionamento.

All’operazione, che si è svolta in collaborazione con il personale delle squadre mobili e degli uffici di polizia di diverse città, hanno partecipato 180 operatori della polizia di Stato che hanno eseguito le misure cautelari ed effettuato numerose perquisizioni.

Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa convocata dal procuratore della Repubblica, alla presenza dei vertici della polizia di Stato che si svolgerà alle 11 presso l’aula magna del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta.

L’abbandono di un animale è reato oltre che gesto immorale e disumano

 

 

 

L’abbandono di un animale è un atto crudele e illegale, punito da una rigorosa normativa del codice penale che prevede pene e ammende molto pesanti.

La Polizia di Stato, anche quest’anno, attraverso la campagna antiabbandono #SeNonTiPortoNonParto, richiama l’attenzione dei cittadini sul fenomeno dell’abbandono degli animali che, soprattutto durante la stagione estiva, complici le vacanze e le partenze, registra un aumento esponenziale.

Obiettivo della campagna è educare i proprietari di animali a un “possesso responsabile” perché un animale vagante, oltre a essere condannato a una morte certa, può essere pericoloso e provocare gravi incidenti stradali.

Ma basta un semplice e doveroso gesto d’amore per evitare tutto ciò: non abbandonarli e portarli con sé oppure cercando soluzioni possibili per lasciarli in sicurezza.

Per chi decide di partire con il proprio amico a 4 zampe è utile conoscere le indicazioni della Polizia stradale sul trasporto degli animali: per una guida sicura gli animali domestici devono viaggiare in apposita gabbia o contenitore oppure nel vano posteriore sempre con una barriera divisoria che li separi dalla parte anteriore dell’abitacolo.

Le strutture turistiche che accolgono noi e i nostri migliori amici sono sempre più numerose sia in Italia che all’estero mentre chi è impossibilitato a viaggiare in compagnia, può decidere di lasciarli nelle tante pensioni per animali pronte ad ospitarli su tutto il territorio nazionale.

Se durante i vostri viaggi vi capitasse di vedere un cane abbandonato o qualcuno mentre lo sta abbandonando, non esitate a chiamare i numeri di emergenza delle Forze dell’ordine o della Polizia locale.

Trascorrete vacanze felici con i vostri amici a quattro zampe e ricordate #senontiportononparto

 

Napoli, terrore in spiaggia, killer armati sparano tra i bagnanti in fuga

 

Napoli,

Terrore in spiaggia a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, dove killer armati hanno sparato tra i bagnanti.     L’episodio si è verificato ieri pomeriggio, nessuno è rimasto ferito. La sparatoria è avvenuta all’interno dello stabilimento balneare Lido Azzurro. Sul caso indagano gli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata, che stanno cercando di ricostruire l’accaduto e risalire ai responsabili del raid che, solo per puro caso, non ha causato feriti.

Spesso le armi sono usate a scopo intimidatorio, altre volte per uccidere, come è accaduto lo scorso 8 febbraio, quando a corso Umberto I è stato ucciso un 24enne della vicina Castellammare di Stabia. Ancora ricorderemo le immagini di un raid di due anni fa in una pizzeria nel quartiere di Pianura a Napoli dove i banditi fecero irruzione armati nel locale dove c’era anche un bambino e spararono colpi di pistola a scopo intimidatorio.

Si apprende, secondo una prima ricostruzione, che due uomini armati e con casco integrale hanno fatto irruzione in spiaggia e poi esploso alcuni colpi in aria nei pressi del bar del lido. Possibile che si tratti di un agguato di camorra fallito. Indagini in corso..

Arrestato -questa mattina a Roma – un membro dell’Isis con nazionalità diverse

La Polizia ha arrestato questa mattina I. S., 32 anni, cittadino del Tagikistan colpito da mandato di arresto internazionale a fini estradizionali “per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014”.

Secondo le ricerche della Polizia il 32enne risulta essere membro attivo dell’organizzazione terroristica Isis. Il latitante, caratterizzato da numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse, in particolare degli stati Uzbekistan, Kirghizistan e Ucraina, è atterrato all’aeroporto di Fiumicino con volo proveniente da Eindhoven (Paesi Bassi) alle ore 11.4

L’operazione, svolta dalla Digos capitolina con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e il contributo della Polizia di Frontiera di Fiumicino, si inquadra in un più ampio scenario di attività preventive a largo raggio condotte dalla Polizia e dalla Digos di Roma, in considerazione della estrema delicatezza dell’attuale scenario internazionale.

L’arresto di un cittadino del Tagikistan avvenuto oggi grazie all’attività della Polizia di Stato rappresenta un risultato molto importante, il frutto dell’efficace attività di prevenzione svolta dai nostri apparati sul territorio nazionale per contrastare la minaccia terroristica”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha aggiunto: “Questo arresto conferma la proficua cooperazione con le Forze di polizia di altri Paesi. Con i nostri partner internazionali, infatti, esiste una costante condivisione sia del patrimonio informativo sia delle strategie operative per fronteggiare efficacemente i profili di rischio”.

 

Enna, un acceso contrasto tra padre e figlio causa l’uccisione del padre a coltellate. Ricercato e subito arrestato.

 

 

Polizia - Fotogramma

Enna,

Una lite tra padre e figlio ha causato l’uccisione del   padre a coltellate per poi scappare e convincersi poi di rientrare ad Enna in Questura.

La Polizia del luogo ha posto M.M.,in stato di fermo,quale  presunto responsabile dell’omicidio del genitore convivente. Il delitto si sarebbe consumato all’interno dell’abitazione di famiglia, dove la vittima sarebbe stata colpita da numerosi fendenti inferti con un’arma da taglio, presumibilmente un coltello da cucina, ritrovato sui luoghi. Il presunto autore, in seguito, si è allontanato facendo perdere le sue tracce.

Sono scattate le ricerche dei  poliziotti della squadra mobile  e dislocate numerose pattuglie su tutto il territorio ennese alla ricerca del sospettato, alcune delle quali si sono estese anche nelle province limitrofe dove, per un certo tempo, era stata localizzata l’utenza in uso dal presunto assassino. Il tempestivo intervento delle forze di Polizia ed il contestuale avvio delle indagini condotte dalla Procura di Enna hanno consentito agli agenti di agganciare telefonicamente il presunto autore del reato, che con estenuanti attività di convincimento è stato invitato a far rientro ad Enna. Nonostante ciò, nel frattempo, lo stesso è stato intercettato nei pressi degli uffici della Questura.

Dai primi accertamenti sarebbero emersi accesi e forti contrasti tra padre e figlio, accresciuti nel tempo, per motivi verosimilmente di carattere economico e, comunque, in fase di ulteriore indagine .  Il Pubblico Ministero di turno, dopo aver proceduto all’immediato interrogatorio dell’arrestato, durante il quale lo stesso ha parzialmente ammesso il tragico gesto, ne ha disposto il trasferimento in carcere, in attesa dell’udienza di convalida da parte del Gip.

Il Questore di Enna ha espresso massima soddisfazione per l’attività d’indagine svolta dal personale della Squadra Mobile di Enna 

 

 

Spirale di violenza criminale nell’Ecuador. Assalto terroristico negli studi di TC Television costringendo i giornalisti a mettersi in ginocchio

 

 

E venne l’ora dell’ Ecuador . Un gruppo di uomini armati e incappucciati ha fatto irruzione sul set di una trasmissione televisiva in diretta, aprendo il fuoco e costringendo lo staff faccia a terra prima che fossero interrotte le trasmissioni. L’assalto è avvenuto alle 14.40 negli studi di Tc Television nella città orientale di Guayaquil. Alcuni giornalisti hanno avvertito la polizia tramite i social.         Nella città di Guayaquil, l’ordine pubblico sembra sfuggire alle forze armate dove da mesi avvengono saccheggi e violenze

Siamo in diretta perchè si sappia che non si scherza con la mafia”, ha dichiarato il gruppo terroristico Gli assalitori hanno poi lasciato la sede televisiva, con la polizia che è arrivata una mezz’ora dopo l’inizio dell’assalto. La polizia ha reso noto su X che lo studio televisivo era stato liberato.Un giornalista – si è appreso-  è riuscito a mettersi in contatto con l’agenzia Afp: «Per favore, sono venuti per ucciderci. Dio non permettere che ciò accada. I criminali sono in onda».

La polizia sarebbe riuscita ad arrestare il gruppo di incappucciati e liberare gli ostaggi inginocchiati

L’assalto è avvenuto a seguito del decreto del presidente Daniel Noboa di uno stato d’emergenza di 60 giorni con l’imposizione del coprifuoco, in seguito all’evasione da un carcere di Guayquil di “Fito” leader dei Choneros, una delle gang di narcotrafficanti che hanno precipitato il Paese in una situazione di grave insicurezza e spirale di violenza criminale.

In seguito all’assalto alla sede televisiva, Noboa ha firmato un ordine esecutivo dichiarando “l’esistenza di un conflitto armato interno”. Diverse gang criminali sono state inserite in una lista di “organizzazioni terroriste”. Nel decreto si ordina alle Forze Armate di “effettuare operazioni militari” nel rispetto del diritto internazionale e nel rispetto dei diritti umani con l’obiettivo di “neutralizzare” i gruppi armati.

Reggio Calabria: arrestati 4 familiari di vittima di violenza sessuale-Indagine connessa all'”Operazione Masnada”

volante Modena

Reggio Calabria

Hanno tentato di sottoporla con la forza a una perizia psichiatrica per farla dichiarare incapace di intendere e di volere, quattro familiari di una vittima di violenza sessuale avvenuta lo scorso anno a Palmi (Reggio Calabria) sono stati arrestati dai poliziotti del Commissariato con l’accusa di violenza e minaccia per costringere a commettere reato e intralcio alla giustizia.

L’indagine è collegata alla recente “Operazione Masnada” che aveva consentito l’individuazione di 20 persone, alcune anche minorenni, legate da parentele a vari esponenti di vertice di cosche di ‘Ndrangheta, accusate di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di due ragazze minorenni.

I poliziotti hanno accertato svariati e reiterati episodi di vessazione subìti da una delle giovani vittime da parte dei propri familiari, in particolare dal fratello, dalla sorella e dai rispettivi compagni, che, contrari alla sua scelta di denunciare, hanno costantemente ostacolato la sua collaborazione con gli investigatori, tentando in svariati modi di farle ritrattare quanto già dichiarato davanti all’autorità giudiziaria.

In particolare, i familiari avrebbero invitato la ragazza a tentare il suicidio, disattivato la sua scheda telefonica e provato a farla passare per “pazza” rendendo inattendibili le sue dichiarazioni.Gli indagati sono stati messi agli arresti domiciliari e nel corso delle perquisizioni personali e locali gli agenti hanno sequestrato dispositivi elettronici, informatici e telefoni cellulari.

 

 

 

Mondello, interviene un giovane contro due ragazzi “disturbatori” che chiamano il branco: accoltellato- La Polizia acquisisce le immagini delle telecamere

 

Avvio del procedimento per l'assunzione di 1851 allievi ...

Archivi -Sud Libertà

 

di    Erminia Lanza

 

Un giovane trentenne ha richiamato due ragazzi che disturbavano i passanti nella borgata di Mondello. I due giovanissimi hanno finto di andare via ma sono tornati con i rinforzi e lo hanno picchiato e ferito con un coltello. E’ successo in via Torre di  Mondello la strada che costeggia il porticciolo della borgata, dove sono intervenuti gli agenti delle volanti di Polizia e  il 118 che ha soccorso la vittima, un trentenne, che ha riportato ferite su tutto il corpo.

Secondo il racconto del giovane intervenuto contro i ragazzi  che disturbavano i passanti sul lungomare, i ragazzi “maleducati” si sarebbero allontanati   momentaneamente per chiamare i compagni e vendicarsi di quel richiamo.

Il trentenne ha rifiutato inizialmente il trasferimento in ospedale ma non è escluso che ci sia andato in un secondo momento per farsi suturare il taglio.

La Polizia sta facendo  le indagini acquisendo  le immagini riprese da alcune telecamere di videosorveglianza che forse hanno inquadrato l’intera scena criminosa…

 

Palermo, la Polizia accoglie provvedimento del Tribunale e applica il Codice Antimafia con sequestro oltre 700 mila euro

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Sequestro della  Polizia di Stato di Palermo , ai sensi del Codice Antimafia, di un conto corrente per un valore di oltre 779 mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo in accoglimento della proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Palermo.

Il provvedimento ablativo è stato ottenuto a seguito dell’attività di indagine sulla gestione di alcuni conti correnti, confiscati nel 2012, nell’ambito del procedimento di prevenzione a carico di alcuni noti mafiosi, da parte di un amministratore giudiziario, alla luce del fatto che lo stesso era deceduto senza avere depositato il rendiconto finale delle attività.

I poliziotti hanno scoperto che l’amministratore giudiziario a partire dall’anno 2005 e fino al 2008, aveva effettuato una serie di indebiti prelievi di denaro dai conti correnti confiscati per oltre 600 mila euro. L’uomo era stato indagato per il reato di peculato continuato, successivamente archiviato per intervenuta morte del reo.

In particolare, tali accertamenti hanno consentito di stabilire che il denaro sottratto era stato utilizzato per scopi personali in investimenti di natura imprenditoriale nel settore vitivinicolo in provincia di Agrigento.  Inoltre, grazie agli accertamenti patrimoniali è stato possibile risalire anche al beneficiario delle attività create con i soldi del peculato.  Successivamente alla morte dell’uomo è emerso che l’erede, in qualità di rappresentante legale e socio di maggioranza dell’azienda agricola, ha venduto un ramo dell’attività per un importo superiore ai 900 mila euro.

In considerazione che il ricavato di tale vendita è stato ritenuto il frutto del reimpiego del denaro illecitamente sottratto attraverso le reiterate condotte di peculato e sussistendo il concreto pericolo che lo stesso potesse essere disperso, il Tribunale di Palermo – sezione misure di prevenzione ha disposto il sequestro d’urgenza del saldo del conto corrente societario per un valore di quasi 800 mila euro.

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