Reati gravi in discesa ( lockdown) ma aumentano i delitti informatici

 

Il Viminale rende noto un dossier di statistiche sui reati nel nostro Paese.Reati gravi come  gli omicidi scendono da 334 a 278 (-16,8%), le rapine (-21,1%) e i furti (-26,6%). Giù anche le truffe (-11,3%) ma aumentano i delitti informatici (+20%).

Palazzo del Viminale - Wikipedia

Nella foto d’Archivio il Palazzo del Viminale

In particolare sono 106 gli omicidi che sono avvenuti durante il lockdown. Dei 278 relativi all’ultimo anno 19 sono riconducibili alla criminalità organizzata che fanno registrare un calo del 32,1% e 149 sono maturati in ambito familiare o affettivo, con una diminuzione del 2%.

Le rapine passano da 25.588 a 20.193 e 6.180 sono riferibili al periodo di lockdown, i furti vanno da 1.117.855 a 820.274 (213.785 durante il lockdown). Scendono da 134.535 a 119.355 le truffe mentre aumentano i delitti informatici che vanno da 120.355 a 144.474 (61.204 durante il lockdown).

 

Sono 13.579 le denunce per stalking presentate (per il 75% da donne) tra il 1 agosto 2019 e il 31 luglio 2020, l’11,7% in meno rispetto a quelle presentate tra il 1 agosto 2018 e il 31 luglio 2019 (15.370). Del totale delle denunce 4.967 si riferiscono al periodo di lockdown, pari al 36,5% del totale. Calano anche gli ammonimenti del questore 1.198 tra il 1 agosto e il 31 luglio 2020 (-6%), di cui 433 durante il lockdown mentre aumentano gli allontanamenti (+33,6%) che sono 398 di cui 156, pari al 39% durante il lockdown.

 

Coronavirus: quasi tutti i reati, anche quelli più gravi, in nettissima diminuizione

Reati: stare a casa fa bene alla Giustizia e ai Tribunali. Il mese di marzo, di sviluppo del coronavirus segna un -66,6% rispetto al mese dell’anno scorso.      Il comunicato ha la firma della  Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza, che registra 68.069 reati compiuti nel nostro Paese lo scorso mese rispetto ai 203.723 delitti compiuti nel marzo 2019.

Rapina in banca alla Carige di Perarolo di Vigonza oggi 9 dicembre ...

Laddove sono previsti stretti contatti umani,in particolare lo sfruttamento della prostituzione (-72,9%), le violenze sessuali (-72,5%),reati in nettissima diminuizione .  Anche i  furti (-72,2%), le rapine in uffici postali (-77,3%) mentre una diminuzione meno marcata si nota per altri reati quali le rapine in genere (-59,9%), i delitti informatici (-49,9%) e quelli inerenti agli stupefacenti (-46,1%).

Una diminuzione inferiore, tra marzo di quest’anno e quello del 2019, si nota per i reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi (-37,4%, con 973 episodi rispetto ai 1.555 casi del marzo 2019) e le rapine alle farmacie (-28,2%). Restano stabili invece, anche se confrontati con marzo dell’anno scorso, i furti alle farmacie (82 nel 2020 e 81 nel 2019).

Drastico calo anche nel numero degli omicidi volontari a marzo rispetto all’anno scorso con un -71% rispetto all’identico periodo dello scorso anno.

In particolare, sono stati 7 gli omicidi con vittime di sesso femminile (erano 12 nel marzo 2019) e 7 quelli in ambito familiare affettivo (13 nel 2019) di cui 6 hanno avuto donne per vittime.

Tra i 68.069 reati consumati nel solo mese di marzo, a dispetto dei 203.723 dello stesso periodo del 2019 – quando non esistevano le restrizioni imposte dal Covid-19 – ci sono 5 attentati, una strage, 11 omicidi volontari consumati e 43 tentati, 1649 lesioni dolose, 109 violenze sessuali, 8 su minori di 14 anni, 26.603 furti, 928 rapine, 286 estorsioni, 41 sequestri di persona e 12 casi di usura, uno in più rispetto allo scorso anno, nonostante l’emergenza sanitaria e le misure restrittive imposte dal governo a tutto il territorio nazionale.

Sono 973 i casi di maltrattamento contro familiari o conviventi commessi in Italia dal primo al 31 marzo 2020, il 37,4% in meno rispetto ai 1555 dell’analogo periodo 2019. Il trend nazionale trova conferma in tutte le regioni, soprattutto in Lombardia dove i 140 episodi di maltrattamento hanno interessato per la metà del totale la provincia di Milano con 70 casi, seguita da Brescia con 13, Monza e Brianza con 12, Bergamo con 11, Varese con 9, Mantova e Pavia con 6, Como con 5, Lecco e Lodi con 3 e Cremona con 2 soli casi. In calo i maltrattamenti in famiglia a Roma, 76 nel 2020 contro i 118 dell’anno precedente, a Milano, Napoli, Torino e Palermo. Crescono invece nella provincia di Bologna con 37 episodi contro i 26 del 2019.   

Sequestrate tre navi traghetto per frode,truffa e contributi indebitamente percepiti

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MESSINA –

La Procura di Messina, dopo un’approfondita indagine, ha disposto il sequestro con l’ausilio dei  finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e quelli di Messina, di 3 navi traghetto della Caronte & Tourist (la Pace, la Caronte e l’Ulisse), denaro, beni mobili  ed immobili e quote societarie, per oltre 3,5 milioni.     L’accusa è pesante , esprime i reati di truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture. Le navi sequestrate sono attualmente impiegate nei collegamenti La Maddalena/Palau, Trapani/Isole Egadi e Palermo/Ustica.

Il provvedimento giudiziario è stato notificato a  Sergio La Cava, 56 anni, consigliere e amministratore delegato della “Ngi Spa” (incorporata nel 2017 dalla Caronte & Tourist Isole Minori Spa) e legale rappresentante della “Maddalena Lines Srl” (società partecipata nel 70% dalla Ngi Spa ed armatrice della «Pace»), Luigi Genchi, 55 anni, consigliere e amministratore delegato della Ngi Spa, Edoardo Bonanno, 48 anni, amministratore delegato della Caronte & Tourist Isole Minori Spa e Vincenzo Franza, 55 anni, presidente della Caronte & Tourist Isole Minori Spa e già consigliere delegato della Ngi Spa. La società Caronte & Tourist Isole Minori Spa è stata segnalata per la responsabilità amministrativa derivante da reato.

L’inchiesta ruota attorno alla gara con cui la Navigazione Generale Italiana (Ngi Spa), società poi fusa per incorporazione nella Caronte & Tourist Isole Minori Spa nel 2017, si era aggiudicata nel 2015 il lotto II (Trapani-Isole Egadi) del bando disposto dall’assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità per il servizio di collegamento marittimo per cinque anni tra la Sicilia e le isole minori. Il valore del lotto era di circa 15,9 milioni, con aggiudicazione, attraverso un significativo ribasso, a 5,3 milioni.

Per partecipare e aggiudicarsi la gara ciascuno dei concorrenti aveva individuato una nave-traghetto (la Ngi aveva designato la «Pace») da dedicare esclusivamente alla tratta oggetto del singolo lotto, dotata di caratteristiche strutturali che avrebbero consentito la navigazione in piena sicurezza anche alle persone a “mobilità ridotta”. Una formula in cui rientra chiunque abbia una particolare difficoltà nell’uso dei trasporti pubblici, compresi gli anziani, i disabili, le persone con disturbi sensoriali e quanti usano sedie a rotelle, le gestanti e chi accompagna bambini piccoli.

La nave «Pace», per l’accusa, presenta invece gravi carenze tecniche e strutturali che la rendono inidonea a trasportare in sicurezza persone a mobilità ridotta. Le difformità (rispetto a quanto previsto sia dalla normativa che dal bando), nascoste attraverso false attestazioni di conformità, accertate anche da organi tecnici nel corso delle attività ispettive, non sono mai state sanate e, conseguentemente, non avrebbero consentito la partecipazione né, soprattutto, l’aggiudicazione della gara alla Ngi Spa (ora Caronte & Tourist Isole Minori Spa).

Le indagini avrebbero inoltre consentito di riscontrare l’avvenuto ricorso a sostituzioni irregolari del traghetto designato per la tratta Trapani/Isole Egadi, non autorizzate preventivamente dalla stazione appaltante, ma, soprattutto, avvenute con ulteriori traghetti («Caronte» e «Ulisse») anche questi privi dei requisiti previsti per il trasporto delle persona a ridotta mobilità. Ulteriori ispezioni delle navi con l’intervento di ingegneri navali, nominati consulenti tecnici dalla Procura, hanno confermato l’ipotesi investigativa, – circa l’inidoneità di tutti e tre i traghetti e sul conseguente concreto rischio (in caso di naufragio, incendio ecc.) per l’incolumità delle persone a mobilità ridotta.

Ma c’è pure un’altra storia, non meno grave. Quello dei contributi indebitamente percepiti.La società di navigazione Caronteamp; Tourist avrebbe  percepito indebitamente contribuzioni pubbliche nel periodo 2016-2019 per oltre 3,5 milioni.

La normativa nazionale e il diritto dell’Unione Europea in tema di aiuti di Stato, per rendere economicamente conveniente il servizio di collegamento di linea, prevede contributi a beneficio degli aggiudicatari del servizio, in base a una stima del costo di gestione della tratta, al netto dei ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti. I mezzi navali sequestrati sono stati affidati ad amministratori giudiziari nominati dal Gip, mentre la società armatrice è stata designata dal magistrato, custode.

 

CATANIA CHE AFFONDA: LA PROCURA METTE IN LUCE I REATI DI FALSO E LO SFACELO DEGLI EX GOVERNANTI DI CATANIA

Dissesto del Comune di Catania, la Lega: "Bianco ritenuto colpevole eppure  esulta" - Giornale di Sicilia

La Procura, di Catania su disposizione del Procuratore Aggiunto Agata Santonocito e del pm Fabio Regolo stamane  ha provveduto a notificare, tramite la G.di Finanza decine di avvisi di garanzia per il bilancio previsionale del Comune per gli anni che vanno dal 2013 al 2018,

Gli avvisi di garanzia a conclusione delle indagini sarebbero nel complesso 36 e riguarderebbero  ex amministratori, funzionari e capi della Ragioneria. Fra i destinatari c’è anche l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco.    Rinviati a giudizio gli ex assessori Luigi Bosco, Saro D’Agata, Fiorentino Trojano, Giuseppe Girlando, Orazio Licandro, Angela Mazzola, Salvo Di Salvo, Marco Consoli assessore e vicesindaco: e inoltre dirigenti ed ex dirigenti Ettore Di Salvo, Pietro Belfiore, Salvatore Nicotra, Alessandro Magnani, Angelo Greco e Orazio Palmeri.     Lo sfacelo di Catania non poteva passare inosservata come speravano i governanti del Comune etneo. L’attenzione e le minuziose indagini della Procura condotte dalla dottssa Agata Santonocito hanno portato c osì a questa conclusione: gli ex amministratori andranno per ora alla sbarra a rispondere dei reati contestati loro nell’avviso di garanzia.

Accusa contestata :  reato di falso in bilancio per il 2013.  Ma arriva anche la resa dei conti per  tutti gli altri assessori in carica dal 2014 al 2018 nell’amministrazione guidata dall’ex ministro dell’Interno. Nel mirino del pool della Procura che si occupa dei reati nella pubblica amministrazione figurerebbero anche i nomi dei revisori dei conti allora in carica, Natale Strano, Calogero Cittadino e Fabio Sciuto. Indagati anche l’ex Ragioniere generale Ettore De Salvo e tutti gli ex Ragionieri che si sono succeduti al Comune sino al 2018.
Reato di falso: tutti hanno concorso ad attestare  falsamente previsioni di entrata per il 2013 dolosamente sovrastimate. In particolare i magistrati avrebbero attestato che “mendacemente” la ex Giunta e i funzionari avrebbero attestato inoltre previsioni di spesa sovrastimate oltre che omissioni in merito al riconoscimento e all’iscrizione di debiti fuori bilancio, “dei quali erano a conoscenza” perchè maturati negli esercizi precedenti. L’indagine avrebbe preso il via dopo la trasmissione da parte della procura della corte dei conti del voluminoso fascicolo depositato in Comune nel maggio del 2018 che attestata l’avvenuto dissesto del Comune per un ammontare poi appurato di un miliardo seicento milioni di debiti complessivi (mutui compresi)…

 

NAPOLI: ARRESTI ANTIMAFIA PER IL CLAN CESARANO

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Napoli

La Guardia di Finanza decapita il Clan Cesarano  , associazione finalizzata alla criminalità organizzata. I finanzieri della compagnia di Castellammare di Stabia, con i reparti dipendenti del Gruppo di Torre Annunziata, hanno notificato  venti ordinanze cautelari nei confronti di capi e affiliati del clan Cesarano.

Le pompe funebri stabiesi- ricorderemo – sono  in mano al clan D’Alessandro: nel mese scorso le Fiamme gialle hanno effettuato sei arresti, sequestro beni da 7 milioni e mezzo. I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata avevano notificato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli – nei confronti di sei persone.

Naturalmente l’imprenditore Alfonso Cesarano (classe 1958), è  attualmente in carcere ,già a processo per concorso esterno in associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata, mentre ai domiciliari i familiari Saturno, Alfonso (classe 1957), Giulio, e Catello Cesarano e Michele Cioffi.

I reati contestati vertono sul trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per favorire  il clan D’Alessandro, che non esitava ad imporre azioni di natura intimidatoria.

LA DIA DECAPITA IL CLAN SANTAPAOLA-ERCOLANO: 32 ARRESTI DI “PADRINI”

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Catania –

Clan Santapaola- Ercolano in corso di decapitazione giudiziaria. Una vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Catania è in corso in tutto il territorio nazionale per l’arresto di  32 soggetti malavitosi o mafiosi -padrini- accusati di appartenere al Clan  Santapaola-Ercolano.

La Direzione distrettuale antimafia della locale Procura distrettuale ha coordinato le indagini per l’accusa , a vario titolo, dei reati di  associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi.        Messi a fuoco con l’indagine i vari ruoli delle figure aventi la responsabilità maggiore- cosiddetti “padrini” nel Clan..

Disco verde per l’anticorruzione: ma finirà come in Sicilia dove i “controllori” erano i “controllati”

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Disco verde della Camera alla proposta di legge che contiene le ‘Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato’, il cosiddetto whistleblowing . I voti a favore sono stati 357, i no 46, astenuti 15.

“E’ un altro rilevante passo avanti del Parlamento nella lotta all’illegalità e in favore della trasparenza –  ha affermato  la presidente della Camera, Laura Boldrini Potranno essere d’ora in poi meglio garantiti coloro che, con grande senso civico, decidono di segnalare sui luoghi di lavoro comportamenti illeciti e casi di corruzione. E’ importante che il provvedimento abbia raccolto un larghissimo consenso tra le forze politiche, andando oltre le usuali contrapposizioni tra maggioranza e opposizione“.

Fatta la legge trovato l’inganno osserviamo noi.   In Sicilia il codice anticorruzione che avrebbe dovuto tutelare il dipendente pubblico o chi avesso voluto denunciare disfunzioni o guasti degli Uffici della Regione è andato a farsi benedire visto che l’ex Presidente della Regione aveva individuato nella stessa persona del direttore generale della Funzione Pubblica l’autorità anticorruzione della Regione Sicilia. Vale a dire zero .

In realtà il momento appartiene ai Cinque Stelle. “Dopo quattro anni di lavoro, finalmente è stata approvata in via definitiva la legge che protegge chi denuncia la corruzione nei luoghi di lavoro sia nella pubblica amministrazione sia nel privato. Una legge necessaria che mancava in Italia di cui si è fatto carico il Movimento 5 Stelle” dicono i deputati M5S della commissione Giustizia, esprimendo la loro soddisfazione per l’ok alla legge.

Sono felice, in questi anni ho ascoltato decine di cittadini onesti che hanno fatto il proprio dovere denunciando la corruzione – afferma Francesca Businarolo, prima firmataria e promotrice della proposta di legge – La loro ricompensa è stato il mobbing e anche il licenziamento. Storia di sofferenza ma soprattutto di grande dignità civile. La legge è dedicata a tutte queste persone che rendono l’Italia un Paese migliore”.

“Era necessario –  dichiara  l’esponente M5S – dare uno scudo protettivo ai cittadini che vogliono impedire che la corruzione si infiltri in ogni angolo del pubblico e del privato. Sono loro i veri eroi civili, noi abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere di portavoce: ascoltare un problema e promuovere una legge che difenda gli onesti, gli incorruttibili. Da oggi abbiamo un piccolo pezzo in più di legalità, la strada rimane lunga, ma siamo fiduciosi che la maggioranza dei cittadini è onesta e vuole poter vivere in una società libera da corrotti e corruttori” (Agenzia).