Il PROCURATORE CAPO DI PALERMO NON RISPONDE, MA RIAFFERMA LA FUNZIONE DI “STRAPOTERE” DELLE TOGHE

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Il Procuratore Capo di Palerno Francesco Lo Voi (nella foto) evita di entrare in argomento su Salvini ma riafferma, con l’avviso di garanzia,  l’attuale strapotere/abuso/discrezionalità interpretativa delle toghe 

Il Procuratore Francesco Lo Voi Capo della Procura di Palermo, a margine della questione “golpe giudiziario” per l’avviso di garanzia da lui firmato contro il Ministro Matteo Salvini, accusato” di sequestro di persona aggravato nell’inchiesta sulla nave “Diciotti”,ha rilasciato ieri  questa dichiarazione che attesta sostanzialmente l’attività investigativa della Procura palermitana contro la Mafia ma non si sofferma nello specifico –

SUD LIBERTA’  ribadisce nuovamente – quanto già espresso nell’articolo di ieri   ” Battaglia tra Magistratura e Politica…..- .l’attuale supremazia-abuso delle toghe sulla Politica, auspica un cambiamento radicale del sistema giudiziario, non condivide sulla vicenda il condizionamento opportunistico- velato d’ipocrisia- del vicepremier Di Maio a Salvini, costretto a stemperare i toni …  Giriamo ai lettori la dichiarazione- resa pubblica- dal magistrato.

Il Ministro Salvini apre in diretta F. la busta gialla della Procura con l’avviso di garanzia

Dr. Francesco Lo Voi …”…..Ecco allora che concentrarsi sul tema  di mafia ed economia è particolarmente importante, perché da un lato  può contribuire ad arricchire le conoscenze multidisciplinari e  dall’altro lato può consentire la comprensione del perché la mafia,  con le sue modifiche continue, si infiltra nell’economia siciliana,  nazionale e sovranazionale – dice ancora Lo Voi – Per motivi  professionali ho avuto l’opportunità di tentare di far capire ai rappresentanti di numerosi paesi europei, e non solo, che lo  strumentario legale di cui l’Italia dispone e che non ha eguali al  mondo, oltre ad essere assolutamente unico, si è dimostrato  assolutamente efficace per la lotta seria alla criminalità  organizzata”.

“Si  tratta di uno strumentario da estendere a quanti più paesi possibili,  soprattutto a quelli che fanno finta di non accorgersi, ma che in  realtà sono stati già raggiunti, spesso in modo consistente, dalle  nostre mafie – dice ancora Lo Voi – Si scopre che i grandi riciclaggi  internazionali e i grandi reinvestimenti dei profitti illeciti della mafia vengono effettuati non più solo in Italia ma anche in altri paesi europei ed extraeuropei. Le forme del progresso facilitano tutto questo. Bastano due o tre clic nell’ambito di una sola giornata e il  denaro fa il giro del mondo tre volte e noi stiamo lì ad inseguire  magari con le commissioni rogatorie, che aspettano alcuni mesi o anni, per ottenere risposta da alcuni paesi, o non l’ottengono del tutto”.