Beni culturali in Sicilia, Parco archeologico di Selinunte: martedì 25 l’assessore Scarpinato presenta il nuovo logo

 

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Martedì 25 marzo alle 11 nell’antiquarium Falcone e Borsellino del Baglio Florio del Parco di Selinunte, saranno presentati nel corso di una conferenza stampa la nuova immagine grafica del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, e il piano di segnaletica e servizi che sarà adottato in vista della prossima estate.
Parteciperà l’assessore regionale dei Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato. Durante l’incontro si parlerà anche dell’antica Selinùs, per rintracciare i suoi confini e la sua essenza di importante centro abitato che si affaccia sul mare, alla luce degli scavi in corso nell’area nord di Galera Bagliazzo condotti dal Parco di Selinunte, che stanno riservando sorprese inaspettate agli archeologi.
Interverranno anche il sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini, il direttore del Parco, Felice Crescente, Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte Orientale e Marco Correra di ArcheOfficina, Letizia Casuccio, direttrice generale di CoopCulture e Antonio Giancontieri di Atelier790 che ha curato la nuova identità visiva del parco archeologico

Rifiuti a Catania, alla Fiera la raccolta differenziata supera il 60%

 

Rif Fiera

 

Le nuove modalità di raccolta dei rifiuti introdotte nello storico mercato di piazza Carlo Alberto hanno fatto salire il livello della raccolta differenziata nell’area della Fiera a oltre il 60%, migliorando al contempo l’ordine e la pulizia del più grande spazio all’aperto della città dedicato alla vendita al dettaglio.

Da tre settimane, su indicazione del sindaco Enrico Trantino e dell’assessore all’Ecologia Massimo Pesce, l’azienda responsabile del servizio per il lotto Centro, Gema Spa, ha avviato un sistema capillare di raccolta differenziata in collaborazione con gli operatori commerciali. I rivenditori separano i rifiuti per frazione durante l’orario di apertura delle attività e li conferiscono negli appositi contenitori, agevolando così la raccolta effettuata dai mezzi di Gema e consentendo una più rapida pulizia della grande piazza al termine del mercato.

L’assessore Massimo Pesce, insieme ai funzionari della Direzione Ecologia, nelle scorse settimane ha incontrato gli operatori del mercato per sensibilizzarli sull’importanza della raccolta differenziata e sulla necessità di adottare comportamenti responsabili.

La Fiera produce ogni giorno decine di tonnellate di rifiuti che, se non adeguatamente selezionati, aumentano i costi di raccolta, generano disordine e compromettono le condizioni igieniche dell’area. La risposta degli operatori è stata più che positiva: in appena tre settimane, la quantità di rifiuti differenziati è passata dalle 5-6 tonnellate giornaliere a oltre 40 tonnellate, raggiungendo in alcuni giorni il 63% di rifiuti avviati a riciclo, un risultato senza precedenti per il mercato storico.

“Sono risultati più che incoraggianti”, ha commentato l’assessore Massimo Pesce, “perché vanno nella direzione auspicata di avere una città più pulita e ordinata. Ringrazio gli operatori commerciali e il personale di Gema per la collaborazione: hanno compreso l’importanza di cambiare marcia e adeguarsi rapidamente alle regole. È nell’interesse di tutti – operatori, avventori e cittadini – lavorare e muoversi senza l’intralcio dei rifiuti e poter contare su spazi puliti e sanificati dopo la chiusura del mercato.

Con il sindaco Trantino siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma la direzione intrapresa è quella giusta. Per questo motivo, estenderemo lo stesso sistema di raccolta anche ai mercati rionali settimanali, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente i livelli di differenziata. Differenziare significa avere spazi più puliti, ridurre i costi di smaltimento e rendere Catania sempre più attrattiva”, ha concluso l’assessore Pesce.

Mafia nigeriana a Roma, 6 arresti tra Italia e Islanda

 

 

 

DI  LEONARDO BRUNO

I poliziotti del Servizio centrale operativo e quelli della Sisco (Sezione investigativa del Servizio centrale operativo) di Roma  hanno arrestato sei cittadini nigeriani indiziati a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona, estorsione e procurato aborto.

All’operazione, che si è svolta contemporaneamente nella Capitale, a Brescia e sul territorio islandese, dove due degli indagati si erano trasferiti da qualche tempo, hanno collaborato gli investigatori della Sisco di Brescia, gli agenti del Servizio per la cooperazione di Polizia e quelli del Reparto prevenzione crimine.

Attraverso le indagini, i poliziotti hanno ricostruito le attività illecite dell’associazione di tipo mafioso denominata Maphite. Il gruppo criminale è costituito da cittadini nigeriani ed è presente in diversi Paesi europei.

Grazie alle dichiarazioni di alcune giovani nigeriane, convinte ad arrivare in Italia con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e invece spinte a prostituirsi, è stato possibile delineare i metodi criminali dell’organizzazione.

Le vittime, ignare del loro futuro, affrontavano il viaggio con un accompagnatore che, nel codice del linguaggio della tratta di essere umani prende il nome di “boga”. Il tragitto, denso di violenze fisiche, psicologiche e sessuali, prevedeva diversi passaggi attraverso Nigeria, Niger e infine Libia da dove via mare e su un’imbarcazione di fortuna, ci si avventurava in direzione di Pozzallo (Ragusa).

Una volta arrivate a Roma, le violenze continuavano per indurre le ragazze a prostituirsi. Quelle che si rifiutavano venivano rinchiuse in casa, private del cibo e dei contatti con i familiari in Nigeria. Addirittura una giovane vittima arrivata in stato di gravidanza e quindi inabile alla prostituzione è stata costretta dai suoi aguzzini ad assumere pericolosi farmaci al solo fine di interromperla.

Mediante condotte tipicamente mafiose, violenze di ogni specie e intimidazioni, gli arrestati estorcevano ingenti somme di denaro ai familiari rimasti in Nigeria (Comunicato)..

 

Il Tribunale di Napoli- Civile e Penale- confisca un patrimonio di circa 300 milioni di euro ad imprenditore campano per fittizia intestazione di beni

 

Guardia di Finanza: Concorsi e Arruolamento

La Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Napoli ha disposto la confisca di un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di oltre 294 milioni di euro.
Il provvedimento trae origine da indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, nei confronti di un imprenditore campano che ha posto in essere, per un lunghissimo arco temporale, operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni (condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva).
Dalle indagini svolte, corroborate dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, è emerso come il predetto imprenditore abbia agito in sinergia con esponenti di spicco di diversi clan camorristici (Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto), in plurimi settori commerciali (primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari) e in varie regioni d’Italia (Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise).
È stata accertata, inoltre, una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie, e una palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proposto e del suo nucleo familiare e i beni posseduti.
Su queste basi, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni, ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Istituto Tecnico Guido Carli di Casal di Principe,in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Il 21 marzo rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità.
L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti.
Ricorrono trent’anni da quando Libera e altre associazioni hanno intrapreso un percorso importante di sensibilizzazione e mobilitazione civile fino a far sì che una legge dello Stato istituisse la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, per esprimere doverosa solidarietà nei confronti delle vittime innocenti uccise dalla mano mafiosa. Ogni ambito è stato colpito da questo flagello: servitori della Repubblica, donne e uomini che si battevano per migliorare la società, imprenditori e cittadini che hanno respinto il ricatto del crimine, persone semplici finite sotto il tiro degli assassini.
I loro nomi sono parte della nostra memoria collettiva, ed è nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori.
La mafia può essere vinta.
Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano».

 

Libera celebra i caduti per mafia, in 50mila in corteo a Trapani. Letti i 1101 nomi delle vittime Una grande bandiera della pace apre la marcia. Don Ciotti: “Ci riconosciamo nel Manifesto di Ventotene”. Oltre al fondatore di Libera, gli ex Procuratori nazionali Grasso e Cafiero De Raho.

 

 

 

 

Trapani,

Non dobbiamo dimenticare che l’80% dei familiari non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Eppure le verità passeggiano per le vie della nostra città, c’è chi ha visto, c’è chi sa». Nel giorno in cui si ricordano le vittime innocenti della mafia, don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera, vuole ribadire che ci sono ancora troppi nodi da sciogliere perché si possa parlare di vera giustizia quando di mezzo ci sono vittime per mano mafiosa.

Oggi studenti e giovani di tutto il Paese scendono in piazza per commemorare le vittime innocenti delle mafie e per ribadire che la lotta alla criminalità organizzata è una battaglia ancora aperta. Martina Lembo Fazio, delegata antimafia dell’Unione degli Studenti, dichiara: “Oggi siamo qui non solo per ricordare chi ha perso la vita per mano della mafia, ma anche per affermare con forza che il problema della criminalità organizzata è tutt’altro che superato. Le mafie continuano ad affliggere i nostri territori, si trasformano, cambiano volto, ma restano una minaccia concreta per la nostra società”. 

Le strade di Trapani questa mattina si riempiono di giovani in corteo, un segnale forte che richiama l’urgenza di un cambiamento. La scelta della Sicilia come luogo simbolo della manifestazione non è casuale: rappresenta una sfida e un’opportunità per costruire una società libera dalla violenza mafiosa e dall’omertà. “Oggi, come Unione degli Studenti, Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, scendiamo in piazza con lo slogan ‘Ci dobbiamo ribellare!’ perché davanti alla mafia non possiamo restare immobili. La criminalità organizzata si è evoluta nel tempo: non la vediamo più in modo plateale, ma questo non significa che sia scomparsa,”

Cinquantamila persone sfilano per le vie del centro storico di Trapani, e in piazza Vittorio Emanuele.

. Secondo fonti della questura della città, questo il numero di partecipanti alla XXX Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia.

La Giornata è promossa dall’associazione Libera presieduta da don Luigi Ciotti alla presenza di oltre 500 familiari di vittime innocenti provenienti da tutta Italia. Attualmente sta avvenendo la lettura dei nomi delle vittime, 1101 persone. In piazza Vittorio Emanuele, dove è allestito il palco, sono arrivati anche gli ex procuratori nazionali antimafia Pietro Grasso e Federico Cafiero De Raho.

Solidarietà, il Garante dei detenuti della Regione Sicilia consegna 2500 coperte per le carceri siciliane

 

 

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Sono state consegnate, nella Casa circondariale Pagliarelli di Palermo, le 2.500 coperte acquistate con i fondi del bilancio regionale e destinate a quindici istituti penitenziari siciliani che ne avevano fatto richiesta. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Siciliana guidato da Santi Consolo, mira a garantire migliori condizioni di vita ai detenuti durante i mesi invernali.

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha espresso il suo apprezzamento: «Questa è una dimostrazione concreta di attenzione verso chi vive la condizione di detenuto. Il mio governo sarà sempre in prima linea nel sostenere progetti di questo genere e nel promuovere ulteriori azioni a favore della dignità delle persone carcerate e del loro reinserimento sociale».

«Nei periodi più freddi dell’anno– ha osservato Consolo – in molti istituti penitenziari, dove il riscaldamento potrebbe risultare insufficiente, una coperta in più può fare la differenza. La distribuzione è avvenuta in base alle necessità manifestate dagli istituti di pena interpellati dal nostro ufficio, con l’intento di migliorare le condizioni di vita delle persone recluse».

Mistero a Napoli: coppia di origini ucraini trovata morta in un appartamento Omicidio o suicidio?

Polizia, repertorio (Fotogramma/Ipa)

 

Napoli,

La Polizia ha trovato  corpi di un uomo e di una donna , oggi, venerdì 21 marzo, in un appartamento di Napoli. Secondo i primi accertamenti della polizia partenopea l’identificazione condurrebbe ad una coppia di origini ucraine, residente nella zona.

Le indagini sono in corso, ma al momento gli investigatori  ipotizzano un  omicidio-suicidio.

Ricordo di Antonio Manganelli, prefetto scomparso nel 2013 Una preghiera anche in Sicilia:” Uomo buono, pensava alla sicurezza degli altri…”

 

 

Capo Manganelli

 

Sono passati 12 anni dalla scomparsa di Antonio Manganelli  .. Morì il 20 marzo 2013, dopo una lunga malattia, mentre era in carica come Capo della Polizia.

Il ricordo del suo sorriso tra la gente è ancora vivo tra i “suoi ragazzi” e nel cuore di chi ha potuto apprezzarne le doti umane e professionali.

Capo Manganelli

Un momento di preghiera per un uomo buono come il prefetto Manganelli

 

Questa mattina, presso la Scuola superiore di Polizia, all’interno del Sacrario dei Caduti della Polizia, dove è presente una stele in sua memoria, il prefetto Manganelli è stato ricordato con un momento di preghiera.

La cerimonia è stata officiata dal coordinatore dei cappellani della Polizia di Stato, don Luigi Trapelli, e dai cappellani dell’Istituto per ispettori di Nettuno, don Antonio Raaidy, e della Scuola superiore di Polizia, don Pasquale Dello Iacovo.

Alla commemorazione hanno partecipato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia Vittorio Pisani. Presenti anche la moglie del prefetto Manganelli, Adriana Piancastelli, la figlia Emanuela e molti amici e colleghi dell’indimenticabile Capo della Polizia.

Capo Manganelli

Il ministro Piantedosi, prima di lasciare il Sacrario ha scritto un suo personale pensiero di ricordo sul libro d’onore “Una giornata a ricordo di un grande uomo di Stato, Antonio Manganelli, la cui celebrazione deve essere patrimonio di questo luogo di cultura, e beneficio di tutti i giovani poliziotti di oggi e del futuro”.

Nel primo pomeriggio le celebrazioni sono proseguite in Sicilia, presso il commissariato di Castelvetrano (Trapani), dove è stata allestita una mostra fotografica dedicata alla cerimonia di inaugurazione dell’ufficio di Polizia che, nel settembre 2012, fu presieduta proprio da Manganelli.

Per rendere omaggio alla figura del Prefetto, è stato deciso di intitolare alla sua memoria la sala riunioni del Commissariato.

Capo Manganelli

Il capo della Polizia Pisani, intervenendo, ha rivolto il suo ringraziamento ad Adriana ed Emanuela Manganelli per la vicinanza ed affetto che hanno sempre dimostrato alla Polizia di Stato dopo la scomparsa di Antonio. Questo, ha ricordato il Capo della Polizia, è la dimostrazione di come il prefetto Manganelli abbia trasferito tra le mura domestiche l’amore per la Polizia di Stato.

Il prefetto Pisani ha infine ricordato un grande insegnamento di Antonio Manganelli, cioè quello della sicurezza partecipata, che evidenzia come solo tutti insieme è possibile cercare di offrire ai cittadini quella sicurezza che è insita nel compito quotidiano svolto dai poliziotti. Un pensiero che il Capo della Polizia ha voluto, personalmente, sottolineare nella motivazione dell’intitolazione, che nel passaggio finale esprime al meglio quello che Manganelli è stato per la Polizia di Stato e per la sicurezza della Nazione: “Espressione di un pensiero moderno lungimirante ha, nei suoi incarichi di Questore e poi di Capo della Polizia, plasmato un sistema della sicurezza fondato sulla sinergica collaborazione tra le Forze di polizia ed altresì con le altre componenti pubbliche e private della società civile, in un processo armonico di garanzia e salvaguardia della sicurezza collettiva della nostra comunità”.

Capo Manganelli

Durante la cerimonia di intitolazione il prefetto Pisani ha scoperto la targa commemorativa insieme alla figlia di Manganelli, Emanuela, ed ha consegnato la pergamena di intitolazione alla moglie Adriana.

Presenti alla cerimonia anche il prefetto di Trapani Daniela Lupo, il questore Giuseppe Felice Peritore e il sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini.

 

L’UE MIRA A METTERE L’UCRAINA NELLA POSIZIONE PIU’ FORTE POSSIBILE- CONCLUSIONI: 26 CAPI DI STATO ECCETTO L’UNGHERIA-A FAVORE DELL’UCRAINA

 

 Approvate le conclusioni sull’Ucraina a 26, senza l’Ungheria che ha mantenuto la propria posizione contraria, come il 6 marzo scorso.

Zelensky al G20: ecco i 10 punti per la pace - la Repubblica

L‘Ue e i suoi Stati membri “contribuiranno al processo di pace, per aiutare ad assicurare una pace giusta e duratura, che sia nell’interesse dell’Ucraina e dell’Europa nel suo insieme”, riportano le conclusioni sull’Ucraina approvate da 26 capi di Stato e di governo su 27, senza l’Ungheria.

Nelle conclusioni del Consiglio Europeo si riporta che i leader hanno discusso dell’Ucraina, che hanno avuto uno scambio di vedute con il presidente Volodymyr Zelensky (in collegamento dalla Norvegia) e che il testo allegato è “fermamente sostenuto” da 26 capi di Stato e di governo dell’Ue.

Nel testo a 26, dopo aver ribadito il sostegno “continuo e incrollabile” a Kiev, si ripete che l’Ue “mantiene il suo approccio ‘pace attraverso la forza’”, che mira a mettere l’Ucraina nella posizione “più forte possibile”, della quale componente “essenziale” sono le sue “robuste capacità militari e di difesa”. Pertanto, l’Ue rimane “impegnata a fornire ulteriore sostegno all’Ucraina e al suo popolo”, affinché possa esercitare il proprio “diritto all’autodifesa”.  E stavolta l’Ucraina potrà difendersi con gli strumenti economici dell’Europa anzichè degli Stati Uniti e del suo superbullo Trump..

Tutti in coro chiedono  il “sostegno ad una pace giusta e completa, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale” e “accoglie con favore i principi delineati il 6 marzo scorso, che dovrebbero guidare i negoziati di pace”. I leader, si legge poi, “accolgono con favore” la dichiarazione congiunta Usa-Ucraina, “inclusa la proposta di cessate il fuoco”, nonché la ripresa della condivisione delle informazioni di intelligence tra i due Paesi. I leader chiedono poi alla Russia “di mostrare una vera volontà politica di porre fine alla guerra”.

Un percorso “credibile” verso la pace deve includere, tra l’altro, lo “scambio dei prigionieri” e il “ritorno di tutti i bambini ucraini” rapiti e deportati in Russia e Bielorussia. L’Ue resta “pronta ad aumentare la pressione sulla Russia”, anche tramite “ulteriori sanzioni” e il “rafforzamento” delle misure esistenti. I beni della Banca centrale russa rimarranno “immobilizzati” finché Mosca non cesserà la guerra e “risarcirà” l’Ucraina per i danni inflitti con la guerra.

Sulle garanzie di sicurezza, Ue e Stati membri “sono pronti a contribuire”, in particolare “sostenendo la capacità dell’Ucraina di difendersi con efficacia”. Pertanto, gli aiuti a Kiev continueranno: i leader “esortano la Commissione e i Paesi membri ad usare tutte le opzioni dello strumento per l’Ucraina per aumentare il sostegno finanziario” a Kiev. Si richiama l’iniziativa dell’Alta Rappresentante Kaja Kallas, sulla quale sono però freddi grandi Paesi come Spagna e Italia, e si esortano i Paesi ad “aumentare” gli sforzi per aiutare militarmente Kiev.

Si ribadisce l’intenzione di trascinare davanti alla giustizia gli autori di crimini di guerra commessi in Ucraina, ricordando il Tribunale speciale creato ad hoc al Consiglio d’Europa. Si richiama la ricostruzione del Paese, citando esplicitamente la conferenza che verrà tenuta in Italia nel prossimo luglio. L’Ue “intensificherà il sostegno” alle riforme che l’Ucraina deve fare “nel suo percorso verso l’adesione all’Ue” e “sottolinea l’importanza di fare progressi nei negoziati” a questo fine.

Ue ‘deplora’ la ripresa dei combattimenti a Gaza

Nelle conclusioni inoltre il Consiglio Europeo “deplora la rottura del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un gran numero di vittime civili nei recenti attacchi aerei”. Il Consiglio “deplora il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti”. Il Consiglio Europeo “chiede un immediato ritorno alla piena attuazione dell’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Sottolinea la necessità di progredire verso la sua seconda fase, in vista della sua piena attuazione, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità”.