Il Presidente Mattarella convoca il Consiglio Supremo di Difesa per il 23 ottobre 2024

 

Mattarella presiede il Consiglio Supremo di Difesa

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa, al Palazzo del Quirinale, per mercoledì 23 ottobre 2024 alle ore 10.
L’ordine del giorno prevede l’esame dell’evoluzione dei conflitti in corso in Medio Oriente e in Ucraina, delle iniziative in ambito internazionale ed europeo e dello stato delle missioni militari italiane nella regione mediorientale.

Polizia Municipale di Catania, processo per direttissima agli autori dell’aggressione agli agenti che verbalizzavano la sosta selvaggia e contro un commerciante ieri sera

 

Municipio

Foto Comunicato Comune di Catania

 

L’Amministrazione Comunale di Catania esprime massima solidarietà ai due agenti di Polizia Municipale aggrediti ieri sera nel centro storico, nella piazzetta Sebastiano Addamo, durante lo svolgimento del servizio di pattugliamento notturno del territorio e contrasto alla sosta selvaggia.

Il sindaco Enrico Trantino e l’assessore Alessandro Porto si sono anzitutto sincerati delle condizioni di salute dei due operatori considerato che entrambi hanno avuto comminati sette giorni di prognosi dai medici ospedalieri.

Gli aggressori, titolari di un bar della zona, sono stati prontamente arrestati. Gli stessi autori della violenza, si sono anche scagliati contro un altro commerciante che opera nei pressi che stava riprendendo l’accaduto con uno smartphone.

Domani ci sarà il processo per direttissima considerata la flagranza degli atti di violenza nei confronti di pubblici ufficiali di cui sui si sono resi autori.

“Un fatto molto grave -hanno commentato il sindaco Trantino e l’assessore Porto- che non rimarrà neanche questa volta impunito. Si illude chi pensa che a Catania ci siano zone franche e attuare condotte violente restando impunito, evitando le prevedibili azioni della Giustizia, il fronte istituzionale e della sicurezza cittadino è compatto nel contrasto e la repressione a ogni forma di sopraffazione”.

Promuovere le eccellenze dei territori: fondi della Regione siciliana per sette Comuni palermitani

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Promuovere le eccellenze enogastronomiche e artigianali dei territori della provincia di Palermo attraverso la realizzazione di eventi mirati, da avviare tra ottobre e novembre. È questo l’obiettivo dell’accordo “I prodotti che uniscono il territorio” siglato oggi nella sede dell’assessorato regionale delle Attività produttive con i Comuni di Corleone, Altofonte, Caccamo, Roccamena, Roccapalumba, San Cipirello e San Giuseppe Jato.
La Regione Siciliana contribuisce al progetto con lo stanziamento di 140 mila euro, somme che saranno erogate ai sette Comuni, costituitisi in Ambito territoriale sociale (Ats) lo scorso 25 settembre, nel limite massimo di 20 mila euro per ciascun Ente. «L’accordo siglato oggi – afferma l’assessore Edy Tamajo – è una testimonianza concreta dell’impegno della Regione nel promuovere e valorizzare i piccoli Comuni e le loro eccellenze. Vogliamo sostenere comunità locali e prodotti tipici che rappresentano una parte fondamentale del patrimonio siciliano. Grazie alle risorse economiche messe a disposizione dalla Regione, sarà possibile organizzare molte iniziative che daranno maggiore visibilità al nostro territorio, creando nuove opportunità per l’economia locale e, allo stesso tempo, contribuiranno a rafforzare il legame esistente tra le comunità e le loro eccellenze. Si tratta, quindi, di una strategia di valorizzazione dei piccoli territori e del tessuto imprenditoriale locale, con un impatto diretto sull’economia e sulla promozione del made in Sicily».

Economia in Sicilia , approvata manovra da 350 milioni. «Fondi per emergenze e crescita» Il capitolo siccità vale 42 milioni di euro

 

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Palermo,

«Emergenza siccità con investimenti nelle reti idriche e sostegni alle imprese agricole, iniziative a favore delle aziende e dei sistemi produttivi. E ancora, fondi per il rinnovo del contratto collettivo dei lavoratori regionali, per le persone con disabilità gravissima, caro voli e comarketing per gli aeroporti minori». Sono queste le principali linee di intervento annunciate dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e contenute nelle variazioni di bilancio deliberate oggi in giunta.
La manovra vale complessivamente 350 milioni di euro che dovranno essere spesi dall’amministrazione regionale entro il 2024: la somma di 250 milioni originariamente prevista è lievemente cresciuta passando a 260 milioni, ai quali si aggiungono economie di bilancio per 90 milioni.
«Uno degli obiettivi principali della manovra – dice il presidente Schifani – è quello di destinare risorse per continuare ad affrontare in maniera decisa e con interventi strutturali le emergenze che stanno colpendo la Sicilia come conseguenza della siccità: dal comparto agricolo alle difficoltà di approvvigionamento idrico dei territori. Con questa legge di variazioni di bilancio, però, punteremo a rafforzare anche il sostegno alla crescita economica con provvedimenti in favore del tessuto produttivo, mirando all’aumento dell’occupazione. Abbiamo, inoltre, previsto misure per continuare a contrastare il caro-voli, per supportare i Comuni e per garantire il diritto alla mobilità dei siciliani».
Il capitolo siccità vale circa 42 milioni di euro stanziati per gli interventi della Protezione civile e per alcune opere di manutenzione straordinaria e ripristino nel settore agricolo. Ulteriori 14,2 milioni, all’interno del capitolo per gli investimenti nelle reti idriche, serviranno per le nuove condotte idriche di Agrigento e Caltanissetta. Collegati alla stessa emergenza anche gli stanziamenti a favore degli agricoltori: 18,9 milioni di euro con i quali si interverrà aumentando le disponibilità di bilancio per il bonus fieno, gli indennizzi per il mancato raccolto del settore cerealicolo, l’abbattimento dei canoni dei consorzi di bonifica e il sostegno agli apicoltori.
Previsto anche un fondo di progettazione per i Consorzi di bonifica e la manutenzione del sistema meteorologico regionale. Trenta milioni di euro sono affidati all’Irfis FinSicilia per agevolare le aggregazioni tra imprese e per favorire gli investimenti nell’ambito dei diversi settori del Fondo Sicilia. Un ulteriore plafond di 4 milioni viene destinato, accogliendo una proposta della Commissione parlamentare Antimafia, all’erogazione di finanziamenti agevolati a tasso zero alle imprese soggette all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale. Con l’aumento delle risorse per la misura del caro voli per 7,2 milioni, la Regione garantisce non solo che l’intervento prosegua fino a fine anno, così comprendendo il periodo delle festività natalizie, ma, soprattutto, che il contributo per i residenti sia elevato dal 25 al 30 per cento del costo del biglietto per tutte le tratte italiane.
A favore dei Comuni, il governo stanzia circa 15 milioni nel settore della depurazione per la bonifica delle discariche, per i ristori dovuti all’emergenza della cenere vulcanica e per il trasferimento della gestione delle infrastrutture delle aree per lo sviluppo industriale. Rimpinguati i capitoli per le persone con disabilità gravissima (12 milioni), per gli oneri contrattuali dei dipendenti regionali (31 milioni) e coperte le spese obbligatorie per garantire il trasporto pubblico su gomma (19 milioni) e il trasporto marittimo verso le isole minori (10 milioni).
«Il disegno di legge – spiega l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino – è il frutto di un complesso bilanciamento tra le più importanti priorità. Abbiamo mantenuto l’impegno del governo di fronteggiare con il massimo sforzo la crisi idrica destinando il 19% delle risorse a interventi legati all’emergenza siccità e un ulteriore 12% per reti idriche, depurazione e rifiuti. È confermato anche il particolare sostegno allo sviluppo delle imprese con l’attesa misura da 30 milioni per le aggregazioni, che verrà erogata attraverso l’Irfis, la quale, cumulata con altri interventi, incide per il 28% della manovra, di cui il 9% per le imprese agricole. Siamo, inoltre, riusciti nell’importante obiettivo di focalizzare gli interventi su spese di investimento che incidono per il 97% del totale delle spese discrezionali contenute nella manovra».

Quattro misure cautelari in carcere per associazione mafiosa e “controllo” delle “piazze di spaccio”

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 Palermo –
Nella mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno dato esecuzione a 4 misure cautelari in carcere nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, estorsione, lesioni personali e porto abusivo di armi da fuoco.
Il provvedimento, emesso dall’ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è frutto delle risultanze di una complessa attività d’indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo tra il febbraio 2022 e dicembre 2023, che hanno riscontrato a pieno le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
Le investigazioni che vanno a corroborare le risultanze emerse nell’attività che aveva portato alle misure cautelari eseguite nel luglio 2022 nell’ambito della cosiddetta – operazione “Vento”, hanno consentito di delineare gli assetti interni e le attività criminali del mandamento mafioso di Palermo – Porta Nuova, facendo emergere la pericolosità dei personaggi che per suo conto svolgono le attività criminali. Ai destinatari dell’odierno provvedimento viene contestato di aver preso parte a un’associazione che per conto della compagine mafiosa controllava le “piazze di spaccio”, ricorrendo sovente ad atti di violenza e d’intimidazione, anche con l’uso di armi imponendo a chi operava nel commercio al dettaglio, l’acquisto dello stupefacente (prevalentemente cocaina) ad un costo prestabilito (più alto del prezzo di mercato), nonché il pagamento di una somma sui ricavi delle vendite.
L’indole violenta degli indagati emerge in diverse circostanze, e tra queste rilevano un pestaggio commesso ai danni di un uomo nel quartiere Zisa, avvenuto in pieno giorno e a volto scoperto nonché le pesanti minacce esercitate nei confronti di alcuni pusher, sparando nell’occasione contro un muro un colpo di arma da fuoco a scopo intimidatorio, per imporre le regole del sodalizio mafioso in materia di traffico di stupefacenti.
Nel corso delle attività pertanto oltre ai significativi quantitativi di stupefacenti imposti sulle piazze di spaccio emergeva una costante presenza di armi. Durante le perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria, sono state arrestate altre due persone, una donna e un uomo, trovate in possesso di più di mezzo chilo tra hashish e cocaina oltre a un’ingente quantità di denaro in contante.
L’operazione di oggi è il frutto della costante azione di contrasto a cosa nostra, condotta dal Comando Provinciale di Palermo, in coordinazione con la Procura della Repubblica, attraverso l’incessante azione di controllo del territorio e la capillare presenza in città e in provincia. È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

Sciacca, individuata dai Carabinieri una banda dedita a furti in aree rurali

 

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Sciacca,

I Carabinieri della Compagnia di Sciacca, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Castelvetrano, hanno arrestato un 53enne di origine rumena ritenuto responsabile di furto, ricettazione e resistenza a P.U.

Al fine di contrastare i furti di rame che nell’ultimo periodo si sono verificati nel Belicino, a cavallo tra le province di Agrigento e Trapani, la Compagnia Carabinieri di Sciacca ha disposto mirati servizi, anche con personale in abiti civili, lungo le principali strade provinciali dell’area. Nel corso di uno di questi, sulla SP 44, nel Comune di S. Margherita di Belice, veniva notato transitare, a velocità sostenuta, un furgone con bordo delle persone. I militari tentavano di seguire gli spostamenti del furgone ma purtroppo ne perdevano le tracce. A quel punto, insieme ai colleghi della confinante Compagnia di Castelvetrano, venivano disposti dei servizi di controllo nei punti nevralgici del territorio.

Dopo qualche ora, i militari delle due Compagnie riuscivano a individuare di nuovo il furgone mentre, preceduto da un SUV, usciva da una strada di campagna. Intimato l’alt agli occupanti dei mezzi, di tutta risposta entrambi tentavano la fuga, cercando di speronare una delle auto di servizio. La fuga terminava a poche centinaia di metri quando l’autista del furgone perdeva il controllo del mezzo e andava a finire in un fosso, venendo subito bloccato dai militari, mentre i due occupanti del SUV, dopo aver urtato il guardrail, abbandonavano il mezzo e fuggivano per le campagne circostanti facendo perdere le loro tracce.

Dalle successive verifiche emergeva che il gruppo aveva rubato, da una cantina vinicola di Salaparuta (TP), il SUV abbandonato, oltre 1500 litri di gasolio, cassette di vino, ed attrezzatura varia. Il furgone utilizzato dal malvivente arrestato risultava invece essere stato rubato a Roccamena (PA). La refurtiva, per un valore complessivo di circa 35.000 euro, veniva restituita ai legittimi proprietari. Pertanto, il 53enne veniva tratto in arresto e, su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca, sottoposto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, durante la quale il giudice convalidava l’arresto e disponeva nei confronti dell’uomo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza.

Ragusa, il nuovo procuratore è Francesco Puleio Non mancano i ricorsi sulla nomina

 

Commissione Csm unanime, Francesco Puleio procuratore a ...

Il plenum del Csm ha deliberato la nomina el dr Francesco Puleio  o, che lo scorso 17 luglio aveva perso 12 voti contro 13 del dr Francesco Curcio . Nel frattempo nel capoluogo etneo i sostituti Agata Consoli, Andrea Bonomo e Giuseppe Sturiale hanno partecipato a un concorso di secondo grado per passare alla Procura generale

.Puleio era candidato anche a Procuratore di Catania. Il 17 luglio scorso ha ottenuto dal Plenum del Csm 12 voti contro i 13 di Francesco Curcio, che non si è ancora insediato.  Non sono mancati i ricorsi sulla nomina.

Puleio ha infatti presentato ricorso al Tar del Lazio contro la nomina di Curcio.  Egualmente gli altri due candidati a quel ruolo: i due Procuratori aggiunti dell’ufficio del capoluogo etneo Ignazio Fonzo e Sebastiano Ardita. Il Procuratore di Potenza è risultato eletto con un voto di vantaggio – in caso di pareggio sarebbe passato Puleio – e decisiva sarebbe stata l’assenza della consigliera Rosanna Natoli la cui preferenza sarebbe andata proprio al Procuratore aggiunto etneo, ma che non ha votato dopo la denuncia del giudice Maria Fascetto Sivillo.

Si apprende pure che la  Procura di Catania rischia di perdere a breve tre sostituti – Agata Consoli, Andrea Bonomo e Giuseppe Sturiale – che hanno partecipato a un concorso di secondo grado per passare alla Procura generale della stessa città

.Francesco Puleio è entrato in magistratura nel 1986, è stato dal dicembre del 1987 giudice del Tribunale di Caltagirone. Poi, da luglio del 1989 sostituto procuratore a Catania. Nel settembre del 2009 ha ricoperto l’incarico di procuratore a Modica (Ragusa) e dalla chiusura dell’ufficio giudiziario, avvenuta nel settembre del 2013, sostituto procuratore a Ragusa. Dall’ottobre del 2016 è procuratore aggiunto a Catania.

 

    VON DER LEYEN  A STRASBURGO ACCUSA DI “DOPPIEZZA” VIKTOR ORBAN        PER I VERDI  IL LEADER UNGHERESE E'”  SERVO DI PUTIN”, ELEMENTO DESTABILIZZANTE

 

 

Viktor Orban a Strasburgo è finito , per i suoi comportamenti  e il suo dire, sotto il fuoco di un vero plotone di esecuzione  per  le  osservazioni  supercritiche ricevute ai limiti dell’offesa grave, per una mattinata intera. Il dibattito di ieri sugli obiettivi della presidenza ungherese del Consiglio Ue – rimandato da settembre alla prima plenaria di ottobre a causa delle inondazioni che hanno colpito l’Ungheria e l’Europa Centrale – si è trasformato, inevitabilmente visti i pessimi rapporti tra l’Aula e il governo ungherese, in una sorta di processo al leader di Fidesz, vera ‘bestia nera’ di quelle che lui chiama le “élite” della “bolla” bruxellese.

 Alla fine del suo intervento, mentre dalla destra dell’emiciclo si alzava una standing ovation, alcuni eurodeputati hanno intonato il coro “Bella Ciao”, ma erano  richiamati  dalla presidente Roberta Metsola, che  ha ricordato: “Non siamo all’Euurovision né alla Casa di carta”.

Ungheria: La versione di Orban | ISPI
Nella foto il contestatissimo Orban, capo di governo più anziano del Consiglio Europeo  . Definito ieri “Servo di Putin”

Orban, il capo di Stato e di governo più anziano del Consiglio Europeo, si apprende –se lo aspettava, tanto che martedì è andato a Strasburgo in anticipo per tenere una conferenza-stampa fiume, perché sapeva che i titoli sarebbero stati ‘occupati’ dai suoi critici. Tra gli attacchi più taglienti che il premier magiaro ha dovuto incassare si contano quello della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e quello sferrato subito dopo dal capogruppo e presidente del Ppe Manfred Weber. Entrambi sono della Cdu/Csu, primo partito secondo i sondaggi in Germania, anche se oggi è all’opposizione, e militano nel Ppe, partito del quale Orban faceva parte, in un tempo nemmeno troppo lontano.

Il premier magiaro aveva parlato recentemente a più riprese del conflitto in Ucraina, che l’Ungheria vive da vicino (i due Paesi confinano e la Transcarpazia ucraina ospita una nutrita minoranza magiara, fonte di tensione con Kiev), ieri nel suo discorso introduttivo ha accennato alla guerra che brucia ai confini del suo Paese quasi di passaggio. Ma Von der Leyen, tra le più decise sostenitrici di Kiev a Bruxelles con la maltese Roberta Metsola, lo ha affrontato ugualmente, senza infingimenti dettati dal galateo tra le diverse istituzioni dell’Ue. Orban presiede fino a fine anno il Consiglio, che rappresenta gli Stati membri a livello di ministri.

In “nessuna lingua europea”, ha detto la presidente, “pace” è sinonimo di “resa”. Per la guerra in Ucraina, ha aggiunto, “c’è ancora qualcuno che dà la colpa non all’invasore, ma all’invaso. Vorrei chiedergli: ha mai dato la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956?”.

La presidente ha poi sostanzialmente accusato l’Ungheria di doppiezza perché, mentre predica la tolleranza zero per le migrazioni illegali, avrebbe liberato “trafficanti” condannati prima del tempo, scaricando così il problema “nel giardino del vicino”. E ha fatto notare che lasciar operare la Polizia cinese in Ungheria significa concedere a Pechino una “backdoor per le interferenze straniere”. Non solo: per Von der Leyen, le facilitazioni concesse dall’Ungheria all’ingresso di cittadini russi mettono a rischio la sicurezza dell’intera area Schengen.

Rincara la dose la copresidente dei Verdi Terry Reintke, anche lei tedesca, che ha definito Orban, senza mezzi termini, un “servo di Vladimir Putin”, dicendogli chiaramente che al Parlamento Europeo “non è il benvenuto”. Von der Leyen ha lasciato l’Aula poco dopo il suo intervento, lasciando le repliche al vicepresidente Maros Sefcovic, cosa che le ha attirato non poche critiche dagli eurodeputati della destra. Non è la prima volta che la presidente parla in Aula e se ne va per protesta .

Orban nel mirino del Ppe

Mentre gli attacchi da sinistra erano prevedibili, le stoccate più dure sono arrivate dal Ppe. Weber, che ai tempi aveva a lungo resistito alle richieste di cacciare Fidesz provenienti dal suo partito, non è stato affatto tenero con l’ex Popolare diventato Patriota. Ha notato che è “molto nervoso” per l’ascesa nei sondaggi del partito di centrodestra Tysza, membro del Ppe. Ha predetto a Orban che farà la fine del Pis di Jaroslaw Kaczinsky, scalzato dal governo a Varsavia da una coalizione guidata dalla Piattaforma Civica di Donald Tusk. Orban “rappresenta il passato”, mentre Peter Magyar, presidente di Tysza ed eurodeputato del Ppe, “è il futuro” e “batterà” Fidesz alle prossime elezioni, ha previsto.

Catania-Messina: schianto fatale stamane tra un camion e un furgone, un morto e quattro feriti gravi

 

La vittima è il 20enne Matteo Urzì. Viaggiava insieme con i familiari a bordo di un furgone che si è ribaltato prima che giungesse un autocarro che ha colpito in pieno il mezzo, provocando la morte del giovane e il ferimento del conducente

Come si presentano furgone e camion dopo  lo schianto e nel riquadro la vittima di 20 anni

La tragedia è avvenuta   sulla A18  traa Giarre e Fiumefreddo di Sicilia, in direzione Messina. Sembra trattarsi di  un incidente autonomo: un camioncino avrebbe perso il controllo per ragioni ancora da chiarire, finendo contro il guardrail e ribaltandosi. Poco dopo, un furgone sarebbe sopraggiunto e avrebbe colpito violentemente il veicolo già ribaltato.

Nel camioncino viaggiava una famiglia di Piedimonte Etneo, composta da padre, madre e figlio. Purtroppo, quest’ultimo, Matteo Urzì, di soli 20 anni, è deceduto a causa delle gravi ferite riportate. I genitori sono stati soccorsi e trasportati d’urgenza all’ospedale di Taormina dai sanitari del 118. Le loro condizioni sarebbero gravi.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Riposto, i sanitari e la polizia stradale. Il tratto autostradale verso Messina è stato temporaneamente chiuso, causando lunghe code e disagi al traffico.

Napoli, a chi appartiene la gestione delle biblioteche comunali?

Anagrafe delle Biblioteche Italiane Ricerca

 

In Commissione Personale lo stato delle biblioteche comunali

Napoli,

La Commissione con delega al Personale, guidata da Pasquale Esposito, ha incontrato i rappresentanti degli uffici della Cultura e del Personale per affrontare il problema della carenza di personale nelle biblioteche comunali.

Esposito ha sottolineato che molte biblioteche, soprattutto nelle periferie, devono chiudere nel pomeriggio per mancanza di personale, compromettendo così la loro importante funzione sociale.

Giuseppina Silvi, responsabile del Personale, ha comunicato che sono stati reclutati 58 funzionari e 11 istruttori culturali. Tuttavia, la loro assegnazione è gestita dai direttori delle municipalità e dai responsabili d’area. Per garantire l’apertura pomeridiana, ha precisato Silvi, è necessario prevedere turni di dieci ore, in modo da organizzare una turnazione adeguata del personale.

L’Ufficio Cultura ha ribadito che la gestione del personale delle biblioteche non è di sua competenza, ma è affidata alle singole municipalità.

Rosario Andreozzi, consigliere di Napoli Solidale Europa Verde Difendi la Città, ha criticato la condizione di molte biblioteche comunali, descrivendole come presidi abbandonati, penalizzati anche dalla mancanza di personale. Ha espresso perplessità riguardo alla mancanza di coordinamento a livello centrale, che impedisce una pianificazione adeguata anche degli eventi culturali.

Gennaro Demetrio Paipais (Manfredi Sindaco) ha dichiarato il suo impegno, insieme al capogruppo Fulvio Fucito, per la riapertura della biblioteca Benedetto Croce del Vomero, attualmente chiusa per problemi strutturali. Napoli, ha concluso Paipais, si doterà a Palazzo Fuga di una delle biblioteche più grandi d’Europa, ma è essenziale provvedere alla contestuale rigenerazione di tutte le biblioteche della città.

In conclusione, Esposito ha evidenziato la necessità di chiarire le competenze non solo per quanto riguarda il personale, ma anche per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle biblioteche. Ha annunciato che coinvolgerà il Sindaco, titolare della delega alla Cultura, e i direttori delle municipalità in una prossima riunione della Commissione.