Scoperte a Palermo due aziende vinicole clandestine

Vino, ecco le dieci cantine più grandi d'Italia - Economia e ...

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Palermo,
I militari del NAS di Palermo, operando nell’ambito della più ampia strategia di controllo a livello nazionale sugli illeciti commessi sulla filiera degli alcolici e del vino, disposta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, in collaborazione con i tecnici della prevenzione dell’ASP di Palermo, hanno scoperto due aziende vinicole clandestine nella provincia di Palermo.
In una hanno fermato il lavoro di uno strutturato stabilimento di trasformazione dell’uva in vino privo di qualsiasi autorizzazione sanitaria, sottoponendo a sequestro più di 4 tonnellate di uva e mosto in fermentazione nonché l’intero stabilimento, il cui valore complessivo è di circa 60.000 euro; al titolare è stata comminata una sanzione amministrativa di 3.000 euro. Nell’altra hanno scoperto un impianto analogo, ugualmente risultato sprovvisto di autorizzazione in cui erano in fermentazione circa 5 tonnellate di uva, sottoposta a sequestro insieme a tutto l’opificio. Anche in questo caso, al titolare dell’impianto è stata elevata una sanzione amministrativa di 3.000 euro, mentre il valore complessivo del sequestro è di oltre 70.000 euro

Operazione antimafia “Lua Mater” in Sicilia con 13 arresti, colpo ai clan di Pietraperzia e Regalbuto: sequestrato un’imponente arsenale

 

 

 

Enna,

Conferenza stampa oggi alle ore 11.   Operazione  “Lua Mater “Una vasta operazione antimafia condotta dalla polizia di Stato, denominata  infatti   “Lua Mater», è ancora in corso nella provincia di Enna con l’esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 13 persone. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, detenzione e porto abusivo di armi comuni, armi clandestine e da guerra. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Caltanissetta, ha condotto alla luce  due imponenti arsenali nella disponibilità di Cosa nostra. Le indagini, coordinate dal Servizio centrale operativo, la sezione investigativa di Caltanissetta del Sisco, la squadra mobile di Enna e il commissariato di di Leonforte hanno consentito di rinvenire e sequestrare una quantità di armi notevole, 8 fucili, 3 mitragliatori e 9 pistole, nonché il relativo munizionamento.

All’operazione, che si è svolta in collaborazione con il personale delle squadre mobili e degli uffici di polizia di diverse città, hanno partecipato 180 operatori della polizia di Stato che hanno eseguito le misure cautelari ed effettuato numerose perquisizioni.

Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa convocata dal procuratore della Repubblica, alla presenza dei vertici della polizia di Stato che si svolgerà alle 11 presso l’aula magna del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta.

Napoli, scoperta una stamperia di banconote false che ha prodotto finora oltre 15 milioni di euro in bancanote

Dentro la mega-stamperia di euro falsi a Napoli, il covo ...

 

Napoli,

Una stamperia clandestina per la produzione di banconote false è stata scoperta ieri mattina  a Napoli, nel quartiere Barra, zona orientale della città.

Sequestrate banconote false per 2,7 milioni di euro su disposizione della Procura di Napoli  da tempo sulle tracce di una ’organizzazione transnazionale dedita alla falsificazione di banconote false da 20, 50 e 100 euro. I carabinieri hanno eseguito una perquisizione e arrestato in flagranza un uomo ritenuto responsabile dell’allestimento e della gestione della stamperia clandestina realizzata nella propria abitazione. È stato localizzato un vano interrato completamente chiuso e ricavato alle spalle del garage, esclusivamente accessibile tramite una parete mobile realizzata su rotaie azionabile con un telecomando.

All’interno del vano è stata trovata la stamperia clandestina allestita con la collocazione in serie di stampanti digitali e altri strumenti tecnico-grafici e informatici. Sono state sequestrate banconote del taglio da 20, 50 e 100 euro false per un valore complessivo di circa 2,7 milioni di euro, oltre a 31 stampanti digitali e numeroso materiale tecnico-grafico funzionale alla stampa digitale. Le indagini hanno consentito di accertare che la stamperia aveva generato ingenti quantitativi di banconote false del taglio da 20, 50 e 100 euro, a partire dal 2021, ascrivibili a 5 classi di contraffazione definite dalla Banca Centrale Europea quali “common”. Si è stimato che la stamperia, considerata la diffusione nell’intera eurozona, abbia monopolizzato circa il 30% della valuta falsa circolante, avendo prodotto complessivamente oltre 15 milioni di euro in banconote false.

AUTOVELOX ILLECITO NEI COMUNI D’ITALIA, PURE IN SICILIA,IL GIP DI COSENZA DISPONE IL SEQUESTRO IN TUTTO IL TERRITORIO

 

 

Autovelox considerato ‘illegale’, usato come bancomat  dai Comuni tramite i Comandi dei Vigili urbani , scatta il sequestro in tutta Italia.    Divertimento finito degli amministratori Dal Piemonte all’Emilia, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Basilicata alla Calabria: nel mirino, in particolare, la strumentazione denominata T-EXSPEED v 2.0 con postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale.

Autovelox, Tutor e Laser: cosa sono e come funzionano i ...

Il sequestro del rilevatore T-EXSPEED v 2.0

La Squadra di polizia giudiziaria della Sezione Polizia stradale di Cosenza, per specifica competenza normativa, al termine delle indagini delegate dalla Procura dopo gli accertamenti sulla non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione denominata T-EXSPEED v 2.0, sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip di Cosenza.

Informano gli investigatori: “Una indagine lunga, complessa ed articolata, irta di ostacoli in considerazione della delicatezza della materia e delle implicazioni economiche che riguarda il settore”i.

Gli operatori della Polizia Stradale, in particolare, sono riusciti a cristallizzare elementi che hanno consentito al Gip di emettere provvedimenti di sequestro che riguarda misuratori di velocità denominati T-EXSPEED V.2.0 con postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale, dislocate lungo la SS 107 e la SP 234 del territorio della provincia di Cosenza, la SS.106 delle Calabrie.

“Mancata omologazione ed assenza del prototipo del sistema di rilevamento”

Gli accertamenti effettuati hanno consentito di appurare non solo la mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali, con il rischio concreto di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese. Un principio fatto proprio dalla Cassazione con una recente sentenza.

Il sequestro riguarda apparecchiature dislocate su tutto il territorio nazionale, pure in Sicilia dove i Comuni, gli uffici dei Vigili urbani, hanno velocità supersonica nel redarre i verbali  agli automobilisti.  Le indagini puntano i riflettori intanto su vari comuni quali  Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.  Una lunga fila di comuni in ogni caso

BLATTE E FORMICHE CHE CAMMINAVANO IN UN LABORATORIO- RISTORANTE DI CATANIA ADDETTO ALLA VENDITA DI “KEBAB” -SEQUESTRO E DENUNCIA DEI CARABINIERI

Kebabbaro" da incubo in via Etnea tra sporcizia e blatte ...

Carabinieri nel corso  del controllo sulle condizioni “igieniche” del ristorante

Catania

La cucina e il cibo degli orrori è stato scoperto dai carabinieri della Compagnia di Piazza Dante a seguito di un controllo effettuato insieme ai colleghi del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Catania e al personale dell’Asp di Catania. Il ristorante specializzato nella produzione e nella vendita di kebab situato nella centrale via Etnea è risultato in pessime condizioni igienico-sanitarie riscontrando la presenza di polvere insetticida sul bancone di lavoro del laboratorio, accanto a circa 5 kg di verdure pronte per essere tagliate.

Ma di più, i Carabinieri hanno riscontrato pure la presenza di blatte e formiche che camminavano su attrezzature sporche e incrostate di unto non rimosso da tempo, nonché fuliggine e ragnatele sui muri.

La zona di cottura degli alimenti era dotata di cappe prive dei filtri per l’aspirazione, pertanto il grasso derivante dalla preparazione dei cibi si era riversato sui muri e sugli oggetti presenti. I militari hanno poi accertato che nei congelatori gli alimenti di diverso tipo, come carne, pesce e verdure, erano ammassati tanto da divenire un unico blocco di ghiaccio del peso di 150 kg. In questi freezer venivano conservati anche i kebab già pronti e, in particolare, ce n’erano 2 da 15 kg ciascuno, ricoperti da cristalli di ghiaccio, perché mal conservati.

In un altro frigorifero, invece, spento, erano stati posizionati vassoi pieni di condimenti come olive, peperoni, wurstel già farciti con maionese e cipolla caramellata, oltre a un vassoio contenente 1,5 kg di verdure già cotte, ovvero tutti cibi che necessitano di essere refrigerati. I carabinieri hanno sequestrato tutta la merce, che verrà destinata alla distruzione, denunciato la titolare dell’attività, una straniera 28enne, e disposto la chiusura immediata dell’attività, con intimazione a non riprendere l’attività sino a che non saranno ripristinate le condizioni igienico sanitarie previste.

Palermo, tutela della filiera agro-alimentare – La Finanza sequestra , sanziona e confisca, successivamente dona in beneficenza al Banco Alimentare circa 10 tonnellate di prodotti ittici non tracciati

Palermo

Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, nel corso di tre distinte operazioni, hanno sottoposto a sequestro complessivamente novanta esemplari di tonno rosso e nove esemplari di pesce spada non tracciati, per un totale di circa dieci tonnellate di pescato.

In particolare, nel primo intervento, le Fiamme Gialle di Bagheria hanno individuato alcuni furgoni provenienti dal porto della frazione marittima di Porticello, nel comune di Santa Flavia, che di notte procedevano speditamente verso un deposito riconducibile a una nota pescheria di Bagheria, nel quale erano stoccati, prima di essere immessi in vendita nei principali mercati ittici della zona, sedici esemplari di tonno rosso (Thonnus thynnus) privi del documento di cattura B.C.D. (Bluefin Tuna Catch Document), un modello con cui viene garantita la tracciabilità delle diverse fasi della filiera di sfruttamento di questa specie ittica, dalla sua cattura alla successiva commercializzazione.

Nel secondo intervento, invece, i militari, seguendo dei furgoni provenienti dalla medesima località portuale, hanno individuato un deposito abusivo gestito da un soggetto privo di partiva IVA e SCIA, al cui interno sono stati rinvenuti quarantaquattro esemplari di tonno rosso e nove esemplari di pesce spada, anche in questo caso privi dei documenti obbligatori a garanzia della tracciabilità della filiera di sfruttamento.

Peraltro, venticinque tra gli esemplari rinvenuti sono risultati essere “sottomisura”, ovvero con un peso o una lunghezza inferiori rispetto alle taglie minime per cui è consentita la pesca (30 kg di peso o 115 cm di lunghezza alla forca per il tonno e 100 cm di lunghezza dal rostro alla coda per il pesce spada).

Infine, nel corso di un terzo intervento eseguito unitamente a personale della Guardia Costiera della Direzione Marittima di Palermo e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto altri trenta esemplari di tonno rosso, sempre privi della documentazione obbligatoria, all’interno del deposito di una impresa con sede a Bagheria operante nel settore della rivendita all’ingrosso di prodotti ittici.

I responsabili sono stati segnalati all’Autorità marittima e all’Assessorato Regionale alle attività produttive ai sensi del d.lgs. 04/2012 che prevede, oltre alla confisca del pescato privo di tracciabilità, una sanzione pecuniaria che va da un minimo di € 1.000 a un massimo di € 6.000, sanzione aumentata di un terzo in quanto la specie ittica del tonno rosso è considerata a rischio estinzione.

Inoltre, nei confronti del soggetto detentore del deposito abusivo sono state irrogate anche le ulteriori sanzioni previste per la pesca e la detenzione di prodotti ittici cosiddetti “sottomisura” e per l’esercizio di un’attività commerciale in assenza di autorizzazione, condotte che prevedono delle sanzioni amministrative che vanno dai 12.500 € ai 150.000 €, la prima, e da un minimo di 1.549 € a un massimo di 15.493 €, la seconda.

Le 10 tonnellate di tonno e pesce spada sequestrate, essendo state certificate come idonee al consumo alimentare da parte dell’Autorità Sanitaria locale, per qualità e conservazione, sono state devolute in beneficenza direttamente dai militari operanti alla ONLUS “Banco Alimentare Sicilia Occidentale”.

La pesca degli esemplari sottoposti a sequestro è disciplinata da rigide regole di contingentamento e tracciamento finalizzate, da un lato, a impedire che vengano immessi sul mercato prodotti ittici non sicuri per la salute dei consumatori e, dall’altro, a garantire la sopravvivenza di queste specie a rischio di estinzione a causa di una pesca intensiva foraggiata anche da un fiorente mercato nero che ricerca continuamente tali prodotti per la loro prelibatezza e per gli ingenti guadagni derivanti dalla relativa vendita.

I controlli eseguiti dalle Fiamme Gialle perseguono pertanto una duplice finalità: quella di garantire che le attività commerciali che operano nella legalità non subiscano la concorrenza di chi opera in violazione di legge, e quella di evitare che il commercio di prodotti non genuini e insicuri danneggi il mercato del pescato locale e nazionale, caratterizzato da elevati standard di qualità attraverso la completa tracciabilità della filiera di sfruttamento.

 

 

Sicurezza: 27 arresti in Sicilia per porto abusivo di armi, droga , furto ed estorsioni

I Padrini che hanno fatto la storia della mafia - Focus.it

 

 Palermo –

I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica,  nei confronti di 27 persone indagate – a vario titolo – per i reati di detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo e clandestinericettazioneattività organizzate per il traffico illecito di rifiutiassociazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacentifurto ed estorsione.

L’attività d’indagine è stata condotta dal personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Palermo – San Lorenzo e ha consentito di delineare un grave quadro indiziario, sostanzialmente recepito nel provvedimento cautelare, circa la sussistenza di un sodalizio criminale, attivo nei quartieri San Giovani Apostolo – ex C.E.P., Borgo Nuovo e Cruillas, composto da persone, già note alle cronache, che, avendo anche la disponibilità di armi comuni da sparo di provenienza illecita e clandestine, erano dediti alla gestione di 4 piazze di spaccio, di un’attività organizzata, priva di alcuna autorizzazione, per il traffico di rifiuti e alla commissione di furti di veicoli finalizzati per lo più alle conseguenti estorsioni con il cd. metodo del “cavallo di ritorno”.

L’azione investigativa, portata avanti da settembre 2020 a marzo 2021, ha fatto emergere un grave quadro indiziario su un 34enne del C.E.P., all’epoca dell’indagine ristretto in regime di detenzione domiciliare e attualmente in carcere, quale figura di riferimento per tutte le attività criminali sopra descritte, che, grazie agli altri indagati, sarebbe riuscito a:

  • dirigere un’attività organizzata, priva delle autorizzazioni previste, di gestione di rifiuti, svolta con la compartecipazione di altri 5 indagati e che, oltre allo stoccaggio dei materiali raccolti illecitamente (ferro e altri metalli), ne prevedeva la lavorazione presso un terreno adiacente alla sua abitazione abusiva e il successivo trasporto effettuato tramite il titolare compiacente, raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, di un’azienda operante nel settore che, mettendo a disposizione i propri mezzi, consentiva la compilazione dei formulari per la successiva vendita a ditte della Sicilia e di altre regioni, impegnate nel campo edile, siderurgico e del trattamento di materiale metallico, con guadagni stimati che potevano arrivare anche a 50mila euro mensili;
  • promuovere un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, gestendo in prima persona il rapporto con i fornitori, emanandone le strategie operative criminali e raccogliendone i proventi illeciti stimati in circa 40mila euro su base mensile. Il gruppo era strutturato su un’organizzazione piramidale con al vertice il 34enne e alle sue dipendenze 2 figure incaricate di rifornire le 4 “piazze di spaccio” – la cui operatività nelle predette aree della città era garantita da altri 5 indagati ritenuti intranei al sodalizio – con cocainamarjuana e hashish, approvvigionate da fornitori del capoluogo – tra cui figura un indagato con precedenti riconducibili all’ambito della criminalità organizzata e in particolare alla famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù;
  • esercitare il controllo sul giro di furti di auto finalizzati soprattutto alla successiva richiesta estorsiva con il metodo del cd. “cavallo di ritorno”, in cui le vittime, per vedersi restituiti i veicoli sottratti, erano costretti a versare fino a 1000 euro.

Le risultanze dell’indagine, compendiate nella misura cautelare, avrebbero messo in luce come alcuni cittadini dei quartieri in cui il 34enne esercitava il controllo delle attività criminali si sarebbero rivolti a lui per la risoluzione di problematiche di vita quotidiana o per avere un’intercessione a seguito del patito furto del proprio veicolo.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere per 17 persone e la misura cautelare degli arresti domiciliari per le restanti 10. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro preventivo, con decreto emesso dalla stessa A.G., l’area in cui venivano stoccati i rifiuti, adiacente all’abitazione del 34enne, e un autocarro di proprietà della ditta incaricata del trasporto del materiale lavorato.

Nel corso delle investigazioni, si è delineata la responsabilità di tre persone all’epoca dei fatti minorenni, attivamente coinvolte nelle illecite attività ed indagati per i reati di “detenzione abusiva di armi da fuoco”, “ricettazione” e “traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti per i quali l’indagine, proseguita anche sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, ha portato all’emissione di 3 decreti di perquisizione, eseguiti nella mattinata odierna.

La Procura per i minorenni, a seguito degli accertamenti svolti dai Carabinieri, sta valutando inoltre di adottare provvedimenti di competenza a tutela dei minori appartenenti alle famiglie degli indagati.

 

È obbligo rilevare- informa il Comando Carabinieri -che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

 

TRAPANI,PROVA A VENDERE 19 TARTARUGHE DI SPECIE PROTETTA-SENZA DOCUMENTAZIONE- SUL WEB. DENUNCIATO DAI CARABINIERI

 

Gravidanza tartaruga di terra: periodo, tempi, uova e cosa ...

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 Trapani – Valderice (TP),
I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo, nell’ambito di specifici servizi volti al contrasto alla vendita illegale di esemplari di specie protetta, hanno denunciato un 37enne ericino per detenzione per vendita di specie animali senza la prescritta documentazione. Da una analisi dei siti di vendita on line, i Carabinieri hanno attenzionato l’uomo che avrebbe messo in vendita 19 esemplari di Testudo Hermanni (testuggine di terra), privi di documentazione giustificativa e di sistemi di marcaggio.
Considerata l’appartenenza degli esemplari alle specie protette dalla convenzione di Washington (e pertanto non prelevabili in natura e per i quali vige il divieto di detenzione e vendita senza la prevista documentazione), i militari hanno proceduto alla denuncia del venditore e al sequestro degli animali con successivo affidamento presso il centro di recupero della fauna selvatica di Ficuzza (PA).

Catanzaro,sequestro di oltre 9 milioni di euro a una clinica privata – Due indagati per truffa per ingiusto profitto a danno delle casse pubbliche

 

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Oggi i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione al provvedimento con il quale il Gip presso il Tribunale di Vibo Valentia ha disposto il sequestro preventivo di oltre 9 milioni di euro nei confronti di una clinica privata di Vibo Valentia convenzionata con il Servizio Sanitario Regionale e, in subordine, dei due amministratori succedutisi nel corso degli anni, indagati per truffa ai danni della locale Azienda Sanitaria Provinciale.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, hanno permesso di ipotizzare che la clinica, sebbene autorizzata e accreditata per l’esecuzione in convenzione con il sistema sanitario regionale di prestazioni in diverse discipline, dal 2012 al 2022, a seguito della stipula con l’A.S.P. di Vibo Valentia di specifici contratti, ha eseguito indebitamente prestazioni sanitarie chirurgiche di carattere ambulatoriale anche in campo oculistico in carenza, per tale branca, sia dell’autorizzazione sanitaria per l’esercizio sia dell’accreditamento con l’Ente pubblico.

Conseguentemente – secondo l’ipotesi accusatoria che sarà sottoposta alla successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – l’A.S.P. sarebbe stata tratta in inganno nella stipula dei contratti dal possesso dei suddetti requisiti falsamente dichiarati dai rappresentanti della clinica e i contratti di affidamento delle prestazioni sanitarie avrebbero dato luogo a un ingiusto profitto e conseguente danno per le casse pubbliche per oltre 9 milioni di euro.

 

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Soltanto nel 2022 la clinica ha avanzato richiesta della specifica autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria per la branca di oculistica e la relativa istruttoria amministrativa è tuttora in corso.

L’autorizzazione sanitaria è presupposto indefettibile per esercitare l’attività medica, mentre l’accreditamento, ottenuto solo a seguito del comprovato possesso di ulteriori requisiti, consente di agire per conto del Sistema Sanitario Regionale.

 

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L’attività svolta testimonia il costante presidio assicurato dalla Procura di Vibo Valentia e dalla Guardia di Finanza nella tutela della spesa pubblica e, nel caso di specie, nel settore sanitario, finalizzato alla repressione delle più sofisticate forme di illecita gestione delle risorse pubbliche e delle frodi ai danni dello Stato garantendo che quanto versato dai cittadini con le tasse torni alla collettività attraverso efficienti servizi.

NAPOLI: Lotta al contrabbando – Sottratte al mercato nero 1,2 tonnellate di T.L.E. e arrestato un responsabile

 

 

 

Napoli,

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno sottoposto a sequestro in Villa Literno (CE) 1,2 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando e contraffatti, arrestando in flagranza di reato un soggetto di nazionalità italiana per i reati di contraffazione e ricettazione.

In particolare, Fiamme Gialle del Gruppo di Frattamaggiore, nel corso del controllo economico del territorio, notavano un furgone dirigersi in un’area insolita del Comune casertano.

L’anomala circostanza induceva i finanzieri a eseguire un controllo di rito che permetteva di rinvenire e sottoporre a sequestro l’ingente quantitativo di sigarette di contrabbando.

Oltre al carico illegale, veniva sequestrato un autocarro tipo Ford Transit con targa italiana. Le immediate verifiche consentivano di verificare che i pacchetti di sigarette riportavano tutti il medesimo codice univoco (qr-code), che dovrebbe in realtà corrispondere soltanto a un singolo pacchetto.

Qualora immesse nel mercato illegale, le 1,2 tonnellate di sigarette complessivamente sequestrate avrebbero consentito di realizzare un illecito guadagno di oltre 200.000 euro. Le indagini proseguono sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord.

Il fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati esteri è in crescita.