Sicilia,Controlli dei NAS in pescherie e ristoranti di sushi. Sequestri e sanzioni.

Ristoranti da incubo: a Milano ancora pesce avariato nei ristoranti ...

 

Palermo,

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo, nel corso di recenti controlli, hanno sequestrato una pescheria nel centro storico del capoluogo. I militari hanno verificato come l’attività commerciale, specializzata nella vendita di frutti di mare, fosse completamente abusiva: priva di qualsiasi autorizzazione e con gravissime carenze igieniche.

La pescheria è risultata perfino senza collegamento alla rete idrica e condotta utilizzando l’acqua del mare. I Carabinieri hanno proceduto al sequestro di oltre un quintale di prodotti non tracciato e notificato al titolare sanzioni per 4.600 euro. Proseguendo nel controllo dei prodotti ittici, gli specialisti del N.A.S. hanno ispezionato due ristoranti di sushi di Palermo, dove hanno constatato la conservazione non conforme degli alimenti.

Complessivamente, i militari hanno sequestrato oltre 120 kg di pesce e molluschi e hanno contestato violazioni amministrative con relative sanzioni per un totale di 3.500 euro.

” Sostegno elettorale ed assunzione di mafiosi locali”: la difesa del sindaco Naso autore di un ricorso riesce ad “annullare” gli arresti domiciliari” ed ottenere un rinvio

 

 

 

Paternò,

Decisione di annullamento con rinvio della Cassazione sul ricorso della difesa del sindaco di Paternò, Nino Naso, contro la decisione del Tribunale del Riesame che, il 30 settembre 2024, aveva accolto l’appello della Procura di Catania e disposto gli domiciliari per il primo cittadino indagato nell’inchiesta “Athena “per voto di scambio politico-mafioso.

L’ufficio di difesa del sindaco Naso:  l’avvocato Maria Licata e il professore Vincenzo Maiello autori dell’argomentazione secondo la quale il ricorso si basi sui “gravi indizi di colpevolezza e non sulle esigenze cautelari”.

Gli atti ora- si apprende – torneranno a Catania dove si dovrà fissare un’altra udienza davanti a un’altra sezione del Tribunale.

Domani è prevista la decisione sulla posizione dell’ex assessore comunale Salvatore Comis.

Il sindaco Naso e Comis, su richiesta degli stessi indagati, affronteranno il processo con giudizio immediato.

Il Tribunale del riesame, presieduto da Giuliana Sammartino, aveva rilevato che “risulta ricostruibile in via induttiva e con la consistenza dei gravi indizi il raggiungimento di un patto illecito fra il sindaco Naso e, tramite il Cirino, la consorteria dei Morabito-Benvegna”.

 

 

L’accordo, aveva ricostruito il Tribunale, prevedeva “un sostegno elettorale” in cambio dell’interessamento del Naso per “l’assunzione di congiunti mafiosi locali” e di “destinare a Comis un assessorato di interesse economico”.

L’appello contro la decisione del Gip era stato presentato dal Procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti.

La decisione del Tribunale del riesame non era esecutiva. L’inchiesta Athena si basa su indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò e avrebbe fatto emergere gli interessi del clan Morabito sulle aste giudiziarie di immobili nelle province di Catania e Siracusa.

Per 49 degli indagati la Procura di Catania -ricorderemo – aveva chiesto il rinvio a giudizio.Le contestazioni penali:  associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e corruzione.

 

La Cassazione, accogliendo il ricorso proposto dai miei avvocati, Professore Vincenzo Maiello e Avvocato Maria Donata Licata, ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva accolto l’appello della Procura.

Stop a traffico di tonnellate di sigarette di contrabbando, sequestri ed arresti a Palermo, Trapani e Napoli

 

Archivi -Sud Libertà

 

Palermo,

Nelle prime ore di questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, su richiesta della Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office) – Ufficio di Palermo, che ha disposto 14 custodie cautelari in carcere e 2 arresti domiciliari, nonché il sequestro di beni per oltre 1 milione di euro.

Per altri 7 indagati per i quali pure era stata richiesta la misura cautelare la eventuale esecuzione è rinviata all’esito dell’interrogatorio preventivo ai sensi dell’art. 291 c.1 quater c.p.p., come introdotto di recente dalla Legge n. 114 del 2024.

Contestualmente, la Procura Europea ha disposto la esecuzione di perquisizioni presso le abitazioni e altri luoghi nella disponibilità degli indagati, nei cui confronti si procede per il reato di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al contrabbando di sigarette.

Le attività sono in corso nelle province di Palermo, Trapani e Napoli.

Le indagini hanno consentito di ricostruire due diverse organizzazioni criminali a carattere transnazionale (in rapporti di affari tra loro), operanti nel trapanese e nel palermitano e con agganci nell’area napoletana per le forniture della merce. Nello specifico:

  • la prima, diretta da un tunisino e attiva prevalentemente tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, avrebbe introdotto nel territorio nazionale sigarette di contrabbando provenienti principalmente dalla Tunisia attraverso l’utilizzo di imbarcazioni da pesca;
  • la seconda, capeggiata da un palermitano, avrebbe acquistato grandi quantitativi di T.L.E. provenienti dal nord Africa e dall’est Europa, attraverso la mediazione di tre napoletani, stoccandoli presso magazzini dislocati in aree ad alta densità criminale, per poi distribuirli in maniera capillare in tutta la provincia grazie a un’articolata rete di rivenditori.

Nel corso delle indagini durate circa due anni sono stati eseguiti numerosi interventi che hanno portato a 7 arresti in flagranza e a molteplici sequestri per complessive 22 tonnellate di sigarette di contrabbando dei più noti marchi (Marlboro, Wiston, Regina, Merit, Chesterfield, Philip Morris), che, qualora immesse sul mercato, avrebbero fruttato al sodalizio un profitto illecito di circa 4 milioni di euro, per un danno agli interessi finanziari dell’Unione Europea di circa 850.000 euro (pari ai dazi doganali non riscossi).

Di particolare rilievo per lo svolgimento delle attività è stata, inoltre, l’acquisizione di ulteriori elementi indiziari mediante il ricorso ai canali di cooperazione internazionale, con l’interessamento da parte dell’ufficio EPPO di Palermo dei corrispondenti Procuratori Europei Delegati in Germania, Slovenia, Bulgaria, Croazia e Romania.

Le investigazioni hanno inoltre consentito accertare l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità reddituale, con conseguente richiesta di applicazione di misure cautelari reali con il sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa un milione di euro.

L’odierna attività di servizio conferma la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza nel contrasto al contrabbando di sigarette, finalizzato a disarticolare la filiera distributiva anche attraverso la sistematica aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie riconducibili ai sodalizi criminali, nonché l’efficacia della collaborazione con la Procura Europea – E.P.P.O. e degli strumenti di cooperazione internazionale.

 

Messina, uccide la madre con 15 coltellate Il figlio ha già confessato

 

Polizia e carabinieri (Fotogramma)

 

Messina,

Uccide la madre, al termine di una lite, con oltre 15 coltellate, dopo averla stordita con lo spray al peperoncino.

E’ accaduto a Messina. La vittima è Caterina Pappalardo, di 62 anni. L’omicidio è avvenuto nell’abitazione della donna in via Cesare Battisti. In carcere è finito il figlio Giosuè Fogliani di 26 anni, che avrebbe già confessato.

Ad allertare carabinieri e polizia sono stati i vicini di casa. Indaga la Procura che ha disposto per domani l’autopsia sul corpo della donna.

Fugge e getta la droga in mare

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Archivi -Sud Libertà

 Trapani –
I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Trapani hanno arrestato un 22enne del luogo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari dell’Arma, durante un servizio di pattuglia nei pressi del porto peschereccio, notavano il 22enne che, vistosi scoperto in una presunta attività di spaccio, alla loro vista si dava a precipitosa fuga a piedi durante la quale cercava di disfarsi di involucri dalla tasca dei pantaloni, lanciandoli verso il mare.
Dopo averlo bloccato ed identificato, i Carabinieri provvedevano a recuperare quanto poco prima gettato in acqua, constatando che si trattava di hashish e crack. A seguito di perquisizione personale venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro anche circa 350 euro ritenuti probabile provento dell’attività di spaccio. Tratto in arresto, all’esito dell’udienza di convalida, il 22enne è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nei comuni di Trapani ed Erice.

SICILIA MAFIOSA: OGGI AD AGRIGENTO ALTRI 24 ARRESTI DELLE COSCHE DI FABRIZIO MESSINA E PIETRO CAPRARO NEL CIRCUITO CARCERARIO 48 MISURE CAUTELARI

 

 

Blitz antimafia in Sicilia, dove – oltre una retatai questa mattina a Messina , Barcellona Pozzo di Gotto – è scattata anche un’operazione antimafia dei carabinieri del nucleo Investigativo reparto Operativo di Agrigento che hanno eseguito e notificato 48 misure cautelari.

Fra Agrigento, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e Gela – emesse le ordinanze di custodia cautelare a carico di altri 24 indagati che erano rimasti a piede libero lo scorso dicembre. A firmare i provvedimenti è stato il Gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio su richiesta della Dda di Palermo.

 

L’inchiesta è quella che ha fatto luce sui presunti appartenenti a Cosa Nostra e un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Complessivamente 51 gli indagati, di cui 36 ristretti in carcere, mentre per i restanti 15 la misura cautelare degli arresti domiciliari. Durante la notte, i militari dell’Arma hanno eseguito nei confronti degli indagati a piede libero e notificato direttamente in carcere un totale di 48 misure cautelari. Per tre non si è potuto procedere perché, al momento, si trovano all’estero.

Dal dicembre del 2021 a oggi i carabinieri del nucleo Investigativo del reparto Operativo di Agrigento, diretti dalla Dda, hanno cercato di ricostruire l’organigramma e le attività criminali delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento Villaseta, con a capo – stando alle accuse – rispettivamente Fabrizio Messina, 49 anni di Porto Empedocle, e Pietro Capraro, 39 anni, di Agrigento.

«Pur essendo stata sensibilmente intaccata nel corso degli anni da varie operazioni – ricostruiscono dal comando provinciale dei carabinieri di Agrigento – , Cosa nostra Agrigentina è tutt’oggi pienamente operante, dotata di ingenti disponibilità economiche e di numerose armi, per di più in un contesto caratterizzato da una instabilità degli equilibri mafiosi faticosamente raggiunti nel tempo, cui si aggiungono i sempre più pericolosi, persistenti e documentati collegamenti tra gli associati ristretti all’interno del circuito carcerario e gli ambienti criminali esterni. È stato riscontrato, infatti, un sistematico utilizzo di apparecchi telefonici da parte degli uomini d’onore, o di soggetti contigui al sodalizio, durante i rispettivi periodi di detenzione, lasciandone in tal modo inalterate le capacità di comando e consentendo loro di mantenere i contatti con i correi in libertà e di impartire ordini e direttive».

 

 

 

Napoli, schiaffi al Pronto soccorso per una attesa troppo lunga Intervengono i Carabinieri

Ospedale San Paolo di Napoli, pronto soccorso senza medici ...

 

Napoli,

“Troppa attesa”, volano  schiaffi in un pronto soccorso al personale sanitario e parasanitario. E’ accaduto ieri sera a Napoli, all’ospedale San Paolo,nel quartiere Fuorigrotta, dove il personale in servizio ha telefonato al Nucleo Carabinieri per  un’aggressione al personale sanitario.

Poco prima una 57enne – verosimilmente per motivi legati al tempo di attesa – avrebbe aggredito un’infermiera con uno schiaffo al volto. I militari hanno denunciato la 57enne incensurata. Per l’infermiera, addetta al pronto soccorso, l’aggressione non ha causato alcuna  lesione.

Marsala, correre con l’ambulanza e avere l’amara sorpresa che il ferito è il proprio figlio

 

Stato di agitazione al 118 Basilicata - Basilicata24

Archivi -Sud Libertà

Marsala,

Una corsa con  l’ambulanza, a seguito di una chiamata al 118, sul luogo di un’aggressione e la sorpresa amara che il ferito da trasportare è il proprio figlio. È accaduto, ieri sera, nel centro storico di Marsala. .

«Mentre si è in servizio 118, tutto ci si può aspettare –  afferma l’operatrice sanitaria – – non sicuramente di dover soccorrere il proprio figlio per una barbara aggressione alle spalle, in pieno centro storico, mentre tra amici si scambiano due chiacchiere. È deludente e sconcertante constatare che una cittadina così graziosa come Marsala possa essere invasa da gentaglia che circola con un macete in tasca. Colpito alla testa con una ferocia inaudita. Episodi del genere si verificano con una frequenza settimanale. È una situazione allarmante che non può lasciare indifferente amministratori locali e forze dell’ordine».

Alla prefettura di Trapani ricorderemo sono state promosse  riunioni dei vertici per la sicurezza per intensificare i controlli nella città..

Droga nel centro storico di Caltanissetta, eseguite otto misure cautelari

 

 

squadra mobile

Caltanissetta,

Per consegnare la droga ai clienti si servivano anche di “fattorini” minorenni, che venivano ricompensati con soldi e dosi di stupefacente.

Al termine di un’indagine i poliziotti della Squadra mobile di Caltanissetta, in collaborazione con quelli delle Squadre mobili di Palermo e Siracusa, hanno eseguito otto misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

A quattro indagati, ai quali è stato riconosciuto il ruolo di capi e organizzatori dell’associazione, è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere, mentre agli altri è stato applicato il divieto di dimora nella provincia di Caltanissetta.

L’attività investigativa della Mobile, sviluppata da giugno a novembre 2022 e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha fatto luce sulla fitta rete di spaccio organizzata dagli indagati nel centro storico e nella zona circostante la stazione ferroviaria di Caltanissetta che fruttava un volume d’affari stimato in oltre 50mila euro al mese. 

Per acquistare la merce il cliente ordinava le dosi al telefono e riceveva indicazioni sul luogo dove sarebbe avvenuta la consegna.

Nel corso dell’indagine i poliziotti hanno anche sequestrato un chilo di hashish, oltre 100 grammi di cocaina e arrestato tre persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Segnalati alla prefettura come assuntori di droga numerosi clienti abituali del gruppo criminale.

LO SCEMPIO DI VITE UMANE -Operazione “HYPNOS” su maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione

I NAS  RISCONTRANO NUMEROSI CASI DI CONDOTTE OPPRESSIVE E AVVILENTI NEI CONFRONTI DEGLI ANZIANI  : INGIURIE, URLA, STRATTONAMENTI, ABBANDONO, SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI

Anziani maltrattati: inaccettabile scempio di vite umane | Vanna Iori

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Ragusa,

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, i Carabinieri del NAS di Ragusa, con la collaborazione dei Carabinieri di quel Comando Provinciale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale nei confronti otto soggetti, due dei quali destinatari della misura cautelare personale degli arresti domiciliari e sei di misure interdittive, nei confronti dei gestori e di alcuni dipendenti di una struttura impegnata nella cura e custodia di persone anziane e disabili, gravemente indiziati – allo stato degli atti e nella presente fase del procedimento, nella quale non è stato ancora instaurato il contraddittorio con gli indagati – in concorso tra loro del reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotte dal NAS di Ragusa con servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e mediante attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientali, hanno permesso di approfondire l’illecita condotta degli indagati nel gestire la casa di riposo, all’interno della quale erano ospitate 29 (ventinove) persone, in sovrannumero rispetto alle capacità ricettive della struttura e accudite da personale sottodimensionato e non qualificato che, specie in orario notturno, somministrava in difetto di prescrizione medica farmaci ipnoinducenti, al solo scopo di intorpidire e quindi poter gestire gli ospiti della struttura con un personale ridotto e così limitando le spese di gestione.

L’attività investigativa, ricadente nell’ambito di servizi disposti in campo nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, d’intesa con il Ministero della Salute, finalizzati a monitorare la corretta gestione delle strutture socio – assistenziali dedicate ad ospitare le fasce più deboli della società, è scaturita da una segnalazione pervenuta al Nas di Ragusa da parte di ex dipendenti della struttura e riguardante le indegne condizioni in cui gli anziani erano costretti a vivere.

Dal complesso degli elementi indiziari sarebbero emerse gravi anomalie nella gestione della casa di riposo, improntata alla massimizzazione dei profitti a discapito delle condizioni igienico sanitarie, funzionali e organizzative della struttura, con una inappropriata assistenza sanitaria nei confronti degli ospiti. Sarebbero inoltre stati riscontrati numerosi casi di condotte oppressive e avvilenti nei confronti degli anziani (spesso costretti a dormire in letti pieghevoli e fatiscenti), messe in atto tramite ingiurie, urla, strattonamenti, abbandono, somministrazione di psicofarmaci. Commesso con sistematicità, infine, il reato di esercizio abusivo della professione medica da parte di uno dei titolari della struttura, che arbitrariamente modificava le prescrizioni o inseriva farmaci (spesso ad azione psicoattiva) nelle terapie degli ospiti, così come l’abusivismo infermieristico dei dipendenti che approssimativamente somministravano, benché sprovvisti di specifico titolo professionale, medicinali agli ospiti loro affidati.

Al termine delle attività è stato disposto il sequestro preventivo dell’intera struttura sociosanitaria per anziani e disabili oggetto dell’attività di indagine, con nomina, da parte del G.I.P., di apposito amministratore giudiziario. Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.