SIRACUSA, UCCISO UN RAGAZZO 17 ENNE CON UNA COLTELLATA DA UN ALTRO RAGAZZO PER FUTILI MOTIVI

bianco e nero di donna che indica un fucile di davanti - mafia foto e immagini stock

 

 

Siracusa,

Tragedia a Siracusa.Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso da una coltellata al petto nella notte tra sabato e domenica a Francofonte, in provincia di Siracusa.

Secondo indagini preliminari il giovane è rimasto coinvolto in una lite con un altro ragazzo poco dopo mezzanotte in strada vicino al pub Divina Commedia. Il 17enne ferito è stato soccorso dal 118 ma è morto in ambulanza durante il trasporto in ospedale.

Sull’omicidio indagano i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Siracusa e di Augusta che stanno analizzando i sistemi di videosorveglianza e ascoltando i testimoni. Il pub ieri sera era pieno di ragazzi. Al momento un altro giovane è stato portato in caserma e la sua posizione è al vaglio. L’omicidio non sarebbe legato alla criminalità organizzata ma sarebbe stato  provocato da bullismo e7o futili motivi…

Palermo: tentato “cavallo di ritorno” su Instagram

 

 

Volante

 

Palermo

Due 15enni tentano un’estorsione con la tecnica del “cavallo di ritorno” su Instagram ad un uomo a cui era stata recentemente rubata l’auto, chiedendo inizialmente 1.500 euro per la restituzione del veicolo.

La vittima si è rivolta ai poliziotti del commissariato “Porta Nuova” di Palermo dopo aver ricevuto le insistenti richieste di denaro, proseguite anche durante la denuncia. A quel punto, gli agenti hanno preso in mano la situazione gestendo la trattativa online con l’obiettivo di smascherare i responsabili.

Grazie alle conversazioni telematiche, i poliziotti sono riusciti a identificare il giovane attraverso il suo profilo Instagram e a concordare un incontro per la finta consegna del denaro. Sul luogo dell’appuntamento si sono presentati agenti in borghese, inclusa una poliziotta che si è finta la sorella della vittima.

All’arrivo dei due 15enni, uno dei quali già conosciuto per i suoi precedenti, gli agenti sono intervenuti. I giovani, sentendosi scoperti, hanno tentato la fuga; uno è stato bloccato dopo un breve inseguimento a piedi e arrestato per tentata estorsione, mentre l’altro, che aveva fatto perdere le sue tracce, è stato rintracciato poco dopo e denunciato per lo stesso reato.

Controllo del territorio ,Palermo: due arresti per furto

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

 – Palermo,
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo hanno arrestato in flagranza di reato due palermitani: un 31enne ritenuto responsabile di tentato furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale e un 55enne accusato di tentato furto aggravato. Il 31enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato segnalato al “Numero Unico di Emergenza 112” da un cittadino perché stava armeggiando sulla porta di un bar di via Marchese Ugo.
La presenza del testimone ha infastidito e fatto desistere l’indagato che però, prima di allontanarsi, lo avrebbe minacciato di morte mostrandogli una pistola. Una delle pattuglie del Nucleo Radiomobile, impegnate nel controllo di quella zona, ha raggiunto immediatamente il testimone dal quale ha raccolto la descrizione dell’autore del reato e l’indicazione della sua via di fuga. I Carabinieri lo hanno così individuato e raggiunto in via Duca della Verdura, dove il 31enne stava forzando un’autovettura parcheggiata.
Nelle concitate fasi dell’arresto, l’uomo ha opposto una viva resistenza ma è stato ugualmente immobilizzato e ammanettato. La sua perquisizione ha fatto ritrovare nelle tasche del giubbotto una tronchesina e una pistola giocattolo priva di tappo rosso. Nel secondo intervento i Carabinieri sono entrati in azione in via Francesco Crispi dove un 55enne, anch’egli noto alle forze dell’ordine, stava tentando un furto all’interno dell’Istituto Regionale per la Formazione e l’Orientamento.
L’indagato, forzando una finestra, era riuscito ad accedere all’interno dei locali dell’istituto di formazione ma è stato immediatamente bloccato dai militari. Nelle tasche del suo giubbotto sono stati trovati gli arnesi da scasso utilizzati per l’apertura dell’infisso. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, ha convalidato l’arresto di entrambi gli indagati, disponendo la custodia cautelare in carcere del 31enne. Il 51enne, invece, affronterà il processo a piede libero.

Messina, cinque arresti per traffico di droga

 

Messina, cinque arresti per traffico di droga

 

 Milazzo, in provincia di Messina, i poliziotti del locale commissariato hanno arrestato, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, cinque uomini con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

I provvedimenti odierni sono il risultato degli sviluppi investigativi che seguono un’altra operazione che, lo scorso primo aprile, aveva già portato all’arresto di due persone e alla denuncia di altre 17, tutte appartenenti allo stesso gruppo criminale.

Nei giorni successivi all’operazione, cinque degli indagati, sottoposti a interrogatorio, hanno fornito informazioni utili ad individuare gli arrestati di oggi.

L’associazione criminale deteneva il predominio dello spaccio di droga nei comuni di Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto e riforniva di cocaina e marijuana le piazze di spaccio delle isole Eolie, dove la sostanza stupefacente arrivava occultata all’interno di mobili e ciclomotori destinati a uno degli arrestati.

Ancora la truffa del finto carabiniere a Ragusa: arresto dopo il raggiro ad una signora di 81 anni

 

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Ragusa – Chiaramonte Gulfi (RG),
Nella mattinata di ieri, 15 aprile, i Carabinieri della Stazione di Chiaramonte Gulfi hanno arrestato, in flagranza di reato, N. F., catanese di 38 anni, per concorso in truffa aggravata ai danni di una 81enne del posto.
La vittima, contattata al telefono fisso della sua abitazione da due persone presentatesi come “Marescialli dei Carabinieri”, veniva indotta a pagare una somma di denaro, o a consegnare i suoi monili in oro, per la risoluzione di un problema giudiziario occorso al figlio, rimasto asseritamente coinvolto in un grave incidente stradale.
L’anziana donna, essendosi insospettita, allertava i Carabinieri, mediante chiamata al N.U.E. – 112, consentendo ai militari di organizzare immediatamente un servizio di appiattamento presso la sua abitazione ove, poco dopo, giungeva il truffatore, nel ruolo di “delegato dai Carabinieri”, facendosi consegnare una busta contenente due orologi e diversi monili in oro, per un valore complessivo di circa 16.000 euro.
Gli operanti riuscivano prontamente a bloccare l’uomo e ad accompagnarlo presso gli uffici del Comando Compagnia di Vittoria per gli accertamenti del caso e per le procedure di identificazione. Gli effetti personali sottratti venivano recuperati e riconsegnati alla legittima proprietaria, mentre il fermato, veniva deferito in stato di arresto poiché colto nella flagranza del reato di concorso in truffa aggravata, per poi essere condotto presso la Casa Circondariale di Ragusa in attesa delle determinazioni della competente Autorità Giudiziaria. Tutt’ora in corso le indagini di p.g. volte all’individuazione dei complici dell’arrestato, rimasti ancora ignoti.

Le minacce alla Brt-ditta di spedizione – per proseguire nel contratto economico : quattro arresti a Catania

 

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Catania, 

Tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, alla società di spedizione, la Brt.    Quattro persone sono state arrestate per questo reato dalla squadra mobile della Questura di Catania

I nomi

Agli arresti:  Filippo Intelisano, di 42 anni, Luigi Calabretta, di 29, Francesco Coppola, di 50, e Virgilio Papotto, di 53. Nei loro confronti la polizia ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Catania su richiesta della Procura etnea.

 

Le indagini e la denuncia del dirigente

Le indagini sono partite a seguito di una  denuncia di un dirigente della Brt che era stato minacciato da due dipendenti di una ditta di facchinaggio, la Gifra, dopo che i rapporti commerciali tra le due aziende erano stati sospesi. Si apprende che  il dirigente era stato condotto a casa di Intelisano, all’epoca dei fatti sottoposto agli arresti domiciliari, che, pur non avendo alcuna carica nella società estromessa,  «pretendeva spiegazioni sulla cessazione dei rapporti contrattuali».

Le minacce di ritorsione

Intelisano, secondo l’accusa avrebbe «minacciato il dirigente di gravi ritorsioni all’azienda di spedizione e ai suoi amministratori qualora i rapporti economici non fossero proseguiti regolarmente».

Le indagini svolte dalla squadra mobile della Questura coordinate dalla Procura, hanno posto in luce  che Filippo Intelisano sia il figlio di Giuseppe, detenuto e ritenuto storico appartenente alla cosca mafiosa Santapaola-Ercolano e che i due dipendenti che avevo accompagnato coattivamente il dirigente erano Luigi Calabretta e Francesco Coppola, sono cognati di Filippo Intelisano.

Trapani: speculazioni sui morti. Assicurava tumulazioni veloci, arresti

 

 

Cimitero

DI   ALESSIO EVANGELISTA

I poliziotti della Squadra mobile di Trapani hanno eseguito 5 misure cautelari per corruzione e concussione nell’ambito della gestione dei servizi cimiteriali del comune di Trapani. Le indagini hanno portato all’arresto dell’ex necroforo del cimitero della città e di un suo operaio di fiducia, mentre a tre ditte di onoranze funebri trapanesi è stato intimato il divieto di esercitare l’impresa.

Gli investigatori hanno scoperto e fatto luce su un sistema consolidato di gestione privata di un servizio pubblico in cui il necroforo del cimitero pretendeva denaro in cambio di sepolture veloci che definiva “il caffè per il necroforo”; l’uomo, inoltre, intenzionalmente ostacolava l’azienda affidataria dei servizi cimiteriali (tumulazioni, estumulazioni e traslazioni di salme) per favorire ditte a lui compiacenti a cui affidava i lavori in cambio di una percentuale sui guadagni.

Le indagini hanno, inoltre, svelato che la sfera di influenza del necroforo era molto più ampia. Difatti l’uomo, agiva con assoluta discrezionalità anche sullo stato di decomposizione delle salme e sulle procedure di estumulazione straordinaria ottenendo, così, la liberazione di loculi comunali occupati da tempo che poi offriva a privati cittadini che necessitavano urgentemente di seppellire il proprio caro defunto.

Il “giro d’affari” del necroforo non si limitava nella compravendita illegale di loculi comunali, ma comprendeva anche la prestazione illecita di opere murarie presso le cappelle private. Ai cittadini interessati ad effettuare lavori di miglioramento, offriva la manodopera di un muratore compiacente, prospettando un risparmio derivante dal mancato pagamento delle imposte comunali.

Infine, è emersa l’ipotesi che l’uomo possa aver sottratto oggetti d’oro dalle salme per scopi personali e aver agevolato alcuni fiorai trapanesi, segnalando loro la presenza di fiori freschi appena deposti, che venivano poi prelevati dagli spazi cimiteriali per essere rivenduti.

Nel corso dell’indagine sono stati documentati ben 25 casi, di cui 10 episodi di corruzione. In riferimento a questi, sono stati segnalati altrettanti privati cittadini che avrebbero consapevolmente stretto un patto illecito con il necroforo per assicurare ai propri cari procedure di sepoltura “accelerate” in cambio di denaro. In altre tre vicende i privati sarebbero stati indotti a versare denaro al fine di ottenere l’ingiusto vantaggio di accedere all’esecuzione dei servizi cimiteriali con tempistiche più rapide.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, è stato eseguito un decreto di perquisizione delegata nei confronti di un medico legale dell’Asp di Trapani. Quest’ultimo è sospettato di aver agevolato il necroforo, in alcuni casi attestando falsamente l’avvenuta decomposizione della salma, e in altri omettendo la necessaria constatazione medico legale.

 

Trapani,Mafia: Operazione del ROS, arrestata fiancheggiatrice di Matteo Messina Denaro

 

Trapani  A Campobello di Mazara trovato un secondo covo del boss Matteo Messina Denaro vicino al vicolo San Vito in via...

In provincia di Trapani, investigatori del Servizio Centrale Operativo e del ROS, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Calcagno Floriana, indagata, in concorso, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare l’associazione mafiosa cosa nostra.
La donna, di professione insegnante, è legata da stretti vincoli parentali con Luppino Francesco, esponente di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara e storico uomo di fiducia dell’ex latitante. Le indagini, finalizzate a ricostruire la rete di fiancheggiatori che ha sostenuto l’allora latitante Messina Denaro Matteo – corroborate dall’analisi di tabulati telefonici e traffici di celle, dalla visione di immagini di videosorveglianza e dallo sviluppo delle fonti dichiarative – hanno disvelato il ruolo attivo svolto dall’indagata nelle fasi terminali della latitanza di Messina Denaro Matteo.
In particolare, gli elementi investigativi acquisiti conducono ad ipotizzare che Calcagno Floriana abbia fornito all’allora latitante sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani, al fine di soddisfarne anche le primarie esigenze personali, assicurandogli attraverso un sistema di staffetta e scorta con la propria autovettura, la possibilità di spostarsi in modo riservato sul territorio e di non essere catturato dalle forze dell’ordine.
Sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di Trapani, con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato e di personale dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia” dell’Arma dei Carabinieri.

Palermo,contrasto dell’illegalità: 111 persone denunciate nel quartiere di Montepellegrino

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 – Palermo,

I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio nel quartiere Montepellegrino, finalizzato alla prevenzione ed al contrasto dell’illegalità diffusa, alla verifica di eventuali allacci abusivi alla rete di distribuzione dell’energia elettrica ed all’accertamento di eventuali occupazioni abusive.

Decine di militari della Compagnia San Lorenzo, coadiuvati dai colleghi della Compagnia cittadina Piazza Verdi, del Nucleo Radiomobile e del Nucleo Cinofili di Palermo Villagrazia hanno setacciato le vie del quartiere e, in sinergia con i tecnici verificatori dell’Enel, hanno controllato un complesso residenziale sito in via Brigata Aosta.

Le verifiche poste in essere, hanno portato al deferimento di 111 persone accusate a vario titolo di furto di energia elettrica, invasione di edifici in esito alle verifiche relative la proprietà delle unità abitative, guida senza patente con infrazione reiterata nel biennio, esercizio abusivo quale parcheggiatore, anche in questo caso per infrazione reiterata nel biennio, e furto aggravato di generi alimentari avvenuto in un supermercato. All’interno di un deposito del terrazzo condominiale, il fiuto del pastore tedesco Ron, ha permesso il rinvenimento di un panetto di hashish del peso di 70 grammi che, era stato abilmente occultato tra i vari oggetti appositamente accatastati all’interno del magazzino.

Nel complesso sono state identificate 269 persone, controllati 94 veicoli, effettuate 12 perquisizioni, nonché segnalate 4 persone alla Prefettura di Palermo quali assuntrici di sostanze stupefacenti con contestuale sequestro di modiche quantità di droga, elevando anche 50 sanzioni al Codice della Strada per un totale di 49.000 euro. Tra le infrazioni al Codice della Strada, 6 guide senza patente, 17 omesse revisioni, 17 mancate coperture assicurative, 2 mancati usi del casco protettivo, 6 mancato uso delle cinture di sicurezza e 2 guide con patente scaduta; contestualmente sono stati 17 i veicoli sequestrati amministrativamente e 4 sottoposti al fermo amministrativo. Le attività di controllo nel quartiere continueranno anche prossimi giorni e nelle settimane a venire con l’obiettivo precipuo di prevenire e contrastare i fenomeni di criminalità diffusa e il conseguente degrado urbano che incidono in maniera significativa sulla sicurezza reale e su quella percepita dai molti cittadini onesti del quartiere. È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

Palermo-Corleone, truffa aggravata ed estorsione ai danni di anziani

 

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Palermo,

I Carabinieri delle Compagnie di Lercara Friddi e di Corleone unitamente ai colleghi della Stazione di Prizzi, hanno arrestato due catanesi di 36 e 47 anni già noti alle forze dell’ordine, accusati di truffa aggravata ed estorsione in concorso ai danni di anziani.
I due indagati, spacciandosi per Carabinieri, avrebbero convinto una anziana donna di Corleone a consegnare loro tutto il denaro contante posseduto per ottenere la liberazione di un congiunto asseritamente in stato di arresto per aver causato un grave incidente stradale. La vittima, realizzato cosa era accaduto, ha subito avvisato i veri Carabinieri, fornendo una puntuale e lucida descrizione dei due rei e della autovettura utilizzata
L’allarme diramato a tutte le pattuglie impegnate nel controllo del territorio ha fatto sì che a Prizzi, una pattuglia di Carabinieri della Stazione, già allarmata da alcuni cittadini che avevano segnalato la presenza in paese di uomini sconosciuti con accento catanese, ha rintracciato la macchina sospetta, con alla guida un uomo, in sosta a pochi metri di distanza dalla abitazione di un’altra potenziale anziana vittima.
Dopo pochi istanti di osservazione, i Carabinieri hanno notato un secondo uomo raggiungere a piedi la macchina con in mano un involucro e hanno deciso di procedere con un controllo. I due uomini apparsi nervosi, non hanno saputo giustificare la loro presenza a Prizzi e sono stati trovati in possesso di monili in oro e pietre preziose per un valore di circa 20.000 euro, provento di una terza truffa che le indagini hanno dimostrato essere stata commessa pochi istanti prima ai danni di un’anziana prizzese.
La refurtiva è stata seduta stante riconsegnata alla proprietaria. Anche in questo episodio, i finti Carabinieri avevano contattato telefonicamente la vittima, chiedendo la consegna di soldi e preziosi a titolo di cauzione, per la liberazione del figlio che, era stato asseritamente arrestato per aver causato un grave incidente stradale che aveva coinvolto una donna in stato di gravidanza. Per il 36enne ed il 47enne etnei, si sono aperte le porte della casa circondariale di Termini Imerese e il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale termitano ha convalidato l’arresto applicando ai due indagati, la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.